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LE “ONDATE” DEL PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE. PRIMA ONDATA.
Con quali tempi si avviarono questi processi di industrializzazione si avviarono? Fra gli storici dell'economia esiste un sostanziale
accordo sulla individuazione dei tempi di diffusione del processo di industrializzazione dell'europa. Gli storici individuano 2
ondate: la prima compresa tra gli anni 30 e 40 dell'800 investì una prima parte di paesi dell'europa come belgio germania e
francia. Al di fuori del continente gli stati uniti. Agli inizi degli anni 70 erano paesi già industrializzati. A partire dagli anni 90
dell'800 e poi il primo decennio del 900 una seconda ondata investì per così dire gli altri paesi dell'europa continentale (svizzera,
paesi bassi, svezia, impero asburgico, russia, italia) al di fuori dell'europa continentale il giappone. Questi ultimi occupavano
posizioni semi periferiche o periferiche rispetto all'economia mondo dell'inghilterra.
Qual è la differenza fondamentale fra i paesi della prima ondata e i paesi della seconda ondata? La differenza è rappresentata
dalla diversa intensità in cui i paesi della prima e seconda ondata intervennero le innovazioni istituzionali. La differenza
fondamentale è data dal diverso ruolo svolto dai 2 fattori sostitutivi (banca e stato). Questi fattori sostituivano il ruolo che
nell'inghilterra avevano tradizionalmente svolto gli imprenditori. Quelle istituzioni che sono in grado di sostituire quel ruolo
principale che in inghilterra ebbe l'imprenditoria quindi. Il modo in cui si miscelano i fattori sostitutivi, la maggiore importanza
dell'uno rispetto all'altro, determinano il fatto che il processo di industrializzazione investì prima alcuni paesi e poi le aree
periferiche e semiperiferiche.
Per quanto riguarda i paesi della prima ondata, belgio e francia erano dotate di quelle materie prime necessarie per avviare il
processo di industrializzazione, aspetto fondamentale. Bacini carboniferi, miniere di minerali et ferro. Il secondo elemento che
accomuna i paesi europei della prima ondata industriale, in tutti e 3 i casi la molla che suscitò e che avviò il processo di
industrializzazione, fu la costruzione di una rete ferroviaria nazionale. Ciò determinò la nascita della crescita di una industria
mineraria e siderurgica. La costruzione di una rete ferroviaria estesa a livello nazionale consentiva la costruzione di un mercato
interno relativamente omogeneo e coeso. In questi paesi le Banche furono il principale fattore sostitutivo, che misero a
disposizione dell'imprenditoria privata e pubblica ingenti quantitativi di danaro, di risparmio nazionale. Banche che assunsero
nei 3 paesi dell'europa continentale le forme del credito mobiliare, oppure le forme (in germania) della banca mista.
In parte simile fu il caso degli stati uniti d'america, è il primo paese al di fuori del paese europeo ad aver creato una base
industriale agli inizi degli anni 70. L'avvio del processo di industrializzazione coincise con la fine della guerra civile. Tra 1861 e
1865 gli stati uniti d'america conobbero una fase cruenta della loro storia politica e militare, che coincideva con la guerra civile
tra il nord schiavista e il sud liberisti. La fine della guerra determinò l'avvio di un rapido processo di industrializzazione, che
poggiò su 3 elementi:
Precoce meccanizzazione del processo di produzione agricolo, per via della poca manodopera
Grande, larga, ingente disponibilità di materie prime e di fonti energetiche di cui quel paese disponeva e dispone
tutt'ora naturalmente.
Realizzazione di una rete ferroviaria che nel 1867 avrebbe collegato la costa atlantica con la costa pacifica. Era un paese
economicamente unificato.
Questi 3 fattori stimolarono una forte crescita dell'industria siderurgica e meccanica, e successivamente industrie chimiche e
legate al petrolio, aziende automobilistiche.
LA SECONDA ONDATA
La seconda ondata comincia dall'ultimo decennio dell'800 e prosegue fino al primo decennio del 900. Il secondo dei fattori
sostitutivi, ossia lo stato, svolse un ruolo molto più rilevante rispetto alla prima ondata. Nel caso russo un ruolo di primo piano
fu svolto dalle strutture dello stato il quale supplì largamente l'assenza di una imprenditoria nazionale. In che modo? Attraverso
una politica doganale protezionistica, attraverso una politica monetaria particolare di stabilizzazione della moneta nazionale.
Infine attraverso un rapporto privilegiato stabilito con alcuni paesi europei come la Francia, dai quali fu possibile ricavare ingenti
capitali. Gli investimenti esteri francesi furono uno dei fattori chiave della industrializzazione russa, o perlomeno dell'avvio del
processo di industrializzazione. Questo processo era collegato ad un processo di attivismo statale assolutamente rilevante.
Inizialmente questo processo investì l'area attorno alla capitale, l'area a nord, ma che sin dall'inizio mostrò un carattere
decisamente squilibrato, nel senso che quel processo di industrializzazione che inizialmente investì solo alcune aree più limitate,
finì per accentare gli squilibri fra gli ecosistemi economici presenti in Russia, sopratutto tra agricoltura che era rimasta indietro e
l'industria pesante che si era appena avviata.
Analogo al caso russo è quello Giapponese. Unico paese non occidentale con cultura non occidentale ad aver avviato il processo
di industrializzazione al termine dell'800. L'intervento dello stato si mostrò altrettanto rilevante. Rispetto al modello economico
giapponese gli storici in genere fanno riferimento all'espressione "capitalismo di stato", ossia un sistema economico capitalistico
suscitato dallo stato. Gli elementi chiave del caso giapponese sono: la restaurazione del 1868 del potere imperiale, che era
stato compresso nel corso dei secoli precedenti, che di fatto pose fine alla classe della piccola borghesia. Questo determinò una
situazione di anarchia politica attraverso il quale lo stato si rafforzò. Dal punto di vista delle politiche economiche avviò una
riforma fiscale che addossava ai proprietari terrieri, al vecchio ceto dei samurai, vecchia nobiltà feudale, una parte del carico
fiscale. Una nuova imposta fondiaria. Con successiva innovazione del sistema monetario, lo Yen, e crea nel 1882 una banca
centrale sul modello delle banche centrali occidentali. Per quanto riguarda gli aspetti direttamente collegati al processo di
industrializzazione finanzia la nascita di una serie di industrie attive in settori tradizionali come la seta, ma anche in settori
innovativi e in settori strategici (siderurgia, meccanica...) imprese, almeno inizialmente, di proprietà dello stato, alle quali lo
stato cedeva quote consistenti di capitale pubblico. Per le difficoltà finanziarie che lo stato si era accollato, poi ricorse alla
cooperazione con i privati, finanziariamente indispensabile. Ciò determinò in giappone la nascita di particolari costellazioni
industriali (zaibatsu), ossia elite finanziarie, le quali appunto caratterizzarono la storia economica giapponese fino alla seconda
guerra mondiale e poi in veste diversa risorsero alla fine della seconda guerra. Erano elite in grado di controllare relativamente i
rispettivi mercati, con al centro una banca (polmone finanziario). Tutt'ora le principali marche giapponesi fanno parte di
raggruppamenti nel quale si trovano diversi tipi di industria. Il Giappone avviò poi agli inizi del 900 una aggressiva espansione
coloniale, che si spiega solo facendo ricorso al modo in cui in quei paesi sono sorti i gruppi industriali.
LA DEPRESSIONE FRA LE ONDATE
Tra queste due ondate industriali si inserì a partire dal 1873 fino al 1896 un lungo ciclo economico depressivo nel quale
determinò in quei paesi della prima ondata un fondamentale mutamento nel proseguo del processo di industrializzazione.
Dall'altro lato in quei paesi che ancora dovevamo industrializzarsi avrebbe introdotto una complicazione di natura congiunturale.
La crisi economica che si preannuncia agli inizi degli anni 70 coinvolgendo tutti i paesi dell'europa continentale è innanzitutto
una crisi finanziaria, che coinvolge i grandi istituti di credito europei, in particolari austriaci, che si preannuncia con una caduta
rapida delle quotazioni presso la borsa di Vienna, caduta rapida che poi si sarebbe estesa anche alle altre borse, che poi si
propagò all'economia reale. Ci sono i tratti tipici del capitalismo industriale, ossia che si manifesta d'apprima come crisi
finanziaria e poi estendono i loro effetti all'economia reale. In realtà dietro le crisi finanziarie vi stanno dei fattori più sostanziali,
quali sono? Il fatto è che il capitalismo industriale ha una particolarità: quella di dilatare enormemente la propria capacità
produttiva. Il capitalismo industriale, quale già si stava manifestando nella seconda metà dell'ottocento, ha questa capacità di
estendere la produzione enormemente superiore alla capacità del mercato di assorbimento. Di fatto si manifestano come crisi
finanziarie, ma al di sotto vi è la sovrapproduzione, che è un eccesso di offerta rispetto alla domanda. La conseguenza principale
è la deflazione, che si manifesta come caduta dei prezzi, per aumentare la domanda. Si manifestò un calo dei prezzi, tanto dei
dei prodotti agricoli tanto di quelli industriali. In maniera più ampia indicava una serie di cose:
Il processo di industrializzazione fra le diverse economie di mercato era diventato largamente dipendente dall'altro.
I mercati erano relativamente saturi.
Il momento in cui la crisi diventa reale è quando investe il settore agricolo. In america la caduta dei costi di traporto per il pieno
manifestarsi della rivoluzione dei trasporti e la crescente meccanizzazione determinano i prezzi dei cereali notevolmente
inferiori a quelli prodotti in europa. Questa caduta dei prezzi investì le aree meno meccanizzate e meno progredite e lì la crisi
fu più grave. Da un lato la crisi agraria stimolò nei paesi con le agricolture più avanzate l'avvio di coltivazioni più specializzate
con l'abbandono dei cereali. Da un altro lato coincise con una migrazione di massa di popolazioni rurali e agricole verso i paesi
del continente americano. E' il primo grande fenomeno migratorio di massa.Altrettanto se non più rilevante furono gli effetti
della grande depressione nel settore industriale, che si manfiestano come crisi dei prezzi dei prodotti finiti, tramite economie di
scala, concorrenza tra imprese, mercato interno ridotto.
Riassunto:
caduta dei prezzi agricoli, grisi agraria.
cause: diminuzione costi di produzione e di trasporto
conseguenze: emigrazione, riconversioni colturali
caduta dei prezzi industriali:
cause: economie di scala, concorrenza tra imprese, mercato interno ridotto
conseguenze: protezionismo, politi