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VERSO UNA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE:
- Negli anni ‘30, il ruolo più marcato nella grande impresa è quello dei settori di
Ricerca e Sviluppo.
- Inizia un processo di innovazione sottratto all’intuizione individuale.
- C’è un maggiore collegamento tra imprese, centri di ricerca ed università.
- Negli USA nasce un sistema nazionale di ricerca e sviluppo: erogazione di fondi,
commesse (soprattutto militari) e Agenzie Federali di ricerca.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE:
La seconda guerra mondiale fa da cesura tra epoche che, pur mantenendo elementi
di continuità, risultano segnate da notevoli differenze. La guerra vede intervenire 61
nazioni e 110 milioni di persone; ci furono circa 55 milioni di morti, 35 milioni di feriti
e 3 milioni di dispersi. La guerra determinò morte, distruzione e poi forte inflazione e
disoccupazione in Europa. Non altrettanto negli Stati Uniti.
Ci fu lo sviluppo di sofisticate tecnologie legate allo sforzo bellico (chimica,
farmaceutica, aereonautica, nuovi materiali), il quale proseguì negli anni della
big science,
guerra fredda: aumentano gli investimenti nella cosiddetta ossia nei
settori caratterizzati da un grande budget. I programmi di ricerca militari convergono
con programmi di privati a scopo commerciale (microelettronica, internet, trasporto
aereo, energia nucleare).
LA SITUAZIONE AL TERMINE DEL CONFLITTO:
Cambiano le priorità. In contrasto con il periodo successivo alla prima guerra
mondiale, diventa cruciale la piena occupazione. La struttura del nuovo assetto
venne fortemente influenzata dalle “lezioni della storia”. Si era convinti che i
problemi verificatisi con gli anni ’20 fossero legati alle pesanti condizioni a cui erano
stati sottoposti gli sconfitti del primo conflitto mondiale.
Ci fu un impressionante aumento del potere economico statunitense, sia finché sono
neutrali, sia dopo la loro entrata nel conflitto. Ciò fu dovuto sia ad un’ulteriore
crescita della capacità produttiva USA, sia al fatto che una parte cospicua
dell’industria americana era libera di investire e svilupparsi senza preoccuparsi
troppo di quanto avveniva in Europa o in Oriente.
11) L’ASSETTO DELL'ECONOMIA INTERNAZIONALE (1939-1953): IL
SISTEMA DI BRETTON WOODS
Gli accordi di Bretton Woods (1944) sanciscono la superiorità raggiunta
dall’economia americana. Nascono due importanti istituzioni monetarie
internazionali: il Fondo Monetario Internazionale (FMI), che si occupa di
supervisionare il sistema di cambi fissi e degli interventi di sostegno finanziario a
paesi in difficoltà, e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS),
chiamata poi Banca Mondiale (si occupa dello sviluppo dei paesi arretrati). A tali
istituzioni si aggiunsero il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade – un accordo
internazionale per stabilire le basi per un sistema di relazioni commerciali con lo
scopo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale), l’ONU e la NATO.
Queste misure furono volte ad evitare quanto era accaduto dopo la prima guerra
mondiale. Tra i diversi interventi si stabiliscono le parità fisse tra le diverse monete,
modificabili solo di fronte a squilibri nella bilancia dei pagamenti di un Paese, e si
definisce di un rapporto fisso tra oro e valute dei singoli. In particolare, il rapporto
dominante individuato fu il valore di 1 oncia d’oro equivalente a 35 dollari
statunitensi, rapporto rimasto a regolare il cosiddetto gold exchange standard fino
al 1971 (quando si passò a una stabilità dei cambi/prezzi senza l’oro). Questo
rapporto, deciso a Bretton Woods nel 1944, fu una versione depotenziata del classico
gold standard, perché gran parte dei paesi non deteneva riserve d’oro, ma di dollari,
e solo attraverso il cambio con il dollaro poteva accedere all’oro. Gli accordi di
Bretton Woods rappresentarono un formidabile strumento di stabilizzazione
contribuendo ad evitare che gli effetti delle distruzioni e dello sconvolgimento dei
mercati potessero innestare la crisi dei Paesi vincitori a seguito della crisi dei Paesi
vinti.
IL PIANO MARSHALL:
Le premesse:
- Nel dopoguerra sono gli USA a fabbricare i prodotti che il resto del mondo voleva
comprare, sia per il consumo immediato che per la ricostruzione (alla fine degli
anni '40 gli USA producono quasi la metà dei beni manifatturieri mondiali). I paesi
distrutti non hanno beni o servizi adeguati da scambiare – conoscono una
diminuzione dell'apporto calorico nell'alimentazione e un deterioramento della
qualità della loro dieta. Gli USA capiscono che se non aiutano i Paesi che hanno
subito i danni della guerra, l'industria e l'occupazione statunitensi rischiano un
effetto recessivo.
- Il peso giocato dal “pericolo comunista” nell'erogazione degli aiuti, anche se
questo non è l'unico criterio seguito. Il piano contrasta l'influenza dei partiti
comunisti nell'Europa occidentale.
Perciò, il Piano Marshall mette a disposizione dell'Europa circa 13 miliardi di dollari,
che consentirono una ripresa economica assai più celere rispetto alla ricostruzione
europea della prima Guerra Mondiale. Infatti, l’obiettivo del piano era di coprire i
disavanzi delle bilance dei pagamenti dei paesi europei, in modo da riavviare il
processo produttivo senza tensioni inflazionistiche o colpi di mano politici
(l’Inghilterra fu il Paese che maggiormente beneficiò degli aiuti, seguita da Francia,
Germania e Italia). Inoltre, i tassi di interesse per la restituzione delle somme
prestate erano ridotti, ma l’adesione al piano prevedeva l’acquisto di macchinari,
prodotti alimentari, mezzi di trasporto ecc. nordamericani.
LA SITUAZIONE POLITICO/GEOGRAFICA:
Inizialmente nel piano Marshall vengono coinvolti anche i paesi dell'Est ed in
particolare l'URSS. Il tentativo fallisce perché i sovietici vogliono accettare solo aiuti
non condizionati e gli USA temono che i fondi erogati possano essere utilizzati per
rafforzare i governi comunisti.
Il mondo si trova diviso in due blocchi nettamente contrapposti: la sfera di
influenza degli USA e quella dell’URSS. I paesi europei che subiscono l’influenza
sovietica (Polonia, Ungheria, Bulgaria, Cecoslovacchia, Romania, Albania, in seguito
Germania dell’Est e, solo in parte, Jugoslavia) registrano l’affermazione comunista,
con l’adozione, da un punto di vista economico, del modello dell’economia
pianificata. Al contrario, In diversi paesi dell’Europa occidentale, l’alleanza con gli
USA permise l’affermazione di un modello di sviluppo basato sul libero mercato
(funzione regolatrice dello Stato) e sulla democrazia parlamentare.
12) DAL «MIRACOLO ECONOMICO», ALLE CRISI PETROLIFERE, ALLA
DEREGULATION
E’ la fase che si fa partire con il 1953 e terminare con il 1973. Fu caratterizzata da
forte espansione per l’economia mondiale. Si parte da un punto di partenza basso
per molte economie. La crescita è direttamente collegata ad una forma più
interventista di liberismo economico; vi è la presenza di nuove tecnologie che
vengono diffuse con una rapidità sorprendente. Si contano numerose invenzioni ed
innovazioni dovute ad imprese che investono molto per la ricerca e lo sviluppo.
IL PERIODO 1953 – 1973:
Diverse sono le cause della crescita dei Paesi più o meno industrializzati; molti di
questi fattori di crescita non hanno eguale nella storia precedente per intensità e per
continuità:
- Aumento della disponibilità di risorse.
- Crescita del rendimento dei terreni agricoli.
- Intensità della domanda per la ricostruzione, con la mobilitazione di ingenti
investimenti.
- Capacità di creare e mantenere lavoro, connessa ad un’aumentata produttività
del lavoro medesimo.
- Boom demografico e nascita del fenomeno del consumo di massa fuori dagli USA.
- Relativa stabilità dei prezzi.
- Basso costo del petrolio e delle fonti di energia.
- Il ruolo dei governi che in alcuni casi assumono le sembianze e la funzione di
Stato imprenditore.
- Capacità di mobilitare e immettere risorse finanziarie determinanti per lo sviluppo
economico
- Serie impressionante di scoperte e innovazioni tecnologiche con forti ricadute sui
processi produttivi.
IL PERIODO 1953 – 1973: LE INNOVAZIONI.
La leadership tecnologica è indiscutibilmente americana: il 60% delle innovazioni è
infatti americano, il 14% britannico, l’11% della Germania Ovest. Il tutto è dovuto ad
un rapporto tra spese per ricerca e sviluppo e prodotto interno lordo elevatissimo.
Nella ricerca tecnico-scientifica quasi tutti i settori vengono coinvolti (medicina,
energia, trasporti, biotecnologie, nucleare, scienza dell’informazione, ricerca spaziale
rappresentano alcune eccellenze di grande impatto). Ma forse l’innovazione di
maggior impatto sul futuro è l’invenzione dei transistor, a cui fa seguito quella dei
microprocessori con cui si dà vita alla rivoluzione microelettronica. Un altro
elemento di grandissimo interesse è l’impressionante velocità con cui avviene la
diffusione a livello internazionale delle innovazioni.
L’ITALIA:
Il periodo d’oro è rappresentato dai cinque anni che intercorrono tra il 1958 ed il
1963, quando si manifesta il cosiddetto miracolo economico. All’inizio è proprio
l’arretratezza nello sviluppo economico della penisola che permette la grande
crescita. L’Italia ha un livello così basso e ancora legato al settore agricolo, che ogni
novità determina un crescita del benessere. L’Italia parte come Paese ancora
fondamentalmente agricolo (ancora nel 1951 circa il 44% degli addetti sono occupati
nell’agricoltura) per divenire negli anni ‘60 un paese fortemente industrializzato. Tra i
fattori che hanno concorso allo sviluppo, un ruolo importante viene attribuito
all'ampia disponibilità di manodopera che aveva evitato all’Italia quelle strozzature
che si erano verificate altrove dando luogo a forti correnti immigratorie. Quando in
un sistema economico coesistono settori caratterizzati da differenti livelli di
produttività e di salari, possono verificarsi trasferimenti di lavoratori in eccesso dal
settore tradizionale, con produttività quasi nulla, verso il settore più dinamico. Per
l'Italia, i settori sono l'agricoltura e l'industria.
URSS E PAESI SATELLITI:
Alla fine della seconda guerra mondiale l’URSS si avvia a diventare la seconda
potenza al mondo, grazie, soprattutto, alle immense disponibilità di materie prime, in
particolare minerali. L’URSS condiziona per diversi anni lo sviluppo e