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POPOLAZIONE
3.1. Popolazione ed economia
Lo studio delle popolazione è particolarmente importante per comprendere i problemi economici
di un determinato territorio e di una certa epoca. L’aumento della popolazione genera un:
Aumento della domanda di beni: La domanda complessiva è influenzata oltre che dal numero
• della popolazione, anche dalla sua struttura dato che la domanda di beni e servizi varia a
seconda del gruppo in questione sia per quantità che per composizione, ma è anche
condizionata da fattori socio-‐culturali come abitudini alimentari, credenze religiose o
pregiudizi. Infine, la domanda, è influenzata soprattutto dal reddito dei consumatori e quindi
dal loro potere d’acquisto.
Secondo la cosiddetta legge di Engel la percentuale del reddito destinata ai consumi alimentari
è tanto più elevata quanto minore è il reddito.
Aumento dell’offerta di prodotti: L’offerta è condizionata dalla capacità produttiva (terre e
• capitali disponibili), dalle tecniche di produzione, dalle fonti di energia, al numero di abitanti di
un paese e dalla sua composizione per classi d’età.
3.2. La dinamica della popolazione nel mondo preindustriale
La conoscenza del numero degli abitanti di un paese presenta non poche difficoltà, in particolare
prima dei secoli XVIII e XIX, quando furono effettuati i primi censimenti moderni. Secondo le stime
la popolazione mondiale a metà Settecento non raggiungeva gli 800 milioni, Il continente
maggiormente popolato era l’Asia con circa 500 milioni. L’Europa arrivava a 140 milioni e l’Africa a
poco più di 100 mentre il Nord America ospitava appena 2 milioni di persone.
La popolazione europea aveva conosciuto, nell’arco di oltre duemila anni dal 400 a.C., momenti di
crescita e di decrescita: aumentò fino al 200 d.C. periodo di massima espansione dell’Impero
romano, per poi scendere fino al 700, in seguito alla “peste di Giustiniano” del sesto secolo,
riprendersi fino al 1300 e crollare di nuovo nel corso del XIV secolo a causa della
peste nera.
Dopo di allora essa cominciò a crescere con un caratteristico andamento ad onde ed arrivare a
metà del XVIII secolo a livelli mai raggiunti prima.
L’Europa preindustriale era caratterizzata dal vecchio regime demografico detto primitivo.
L’equilibrio demografico era estremamente labile e precario per colpa di una sia alta natalità (40
per mille) che mortalità (30 per mille) soprattutto infantile (1/4 dei bambini moriva nel primo
anno di vita).La vita media oscillava fra i 20 e i 25 anni. Vi era la completa dipendenza della
popolazione dalla disponibilità dei mezzi elementari di sussistenza, in periodi di crescita
demografica questa doveva sopportare la malnutrizione e molte volte per sopravvivere era
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costretta a spostarsi inseguendo il cibo. Questo insieme alle scarse condizioni igieniche e alle
insufficienti conoscenze mediche fu uno dei fattori determinanti al diffondersi della peste. La
popolazione del Settecento aveva misere condizioni di vita lavoro e abitazione, per la maggior
parte era analfabeta,la cultura era infatti appannaggio delle classi superiori.
3.3. La rivoluzione demografica
Il regime demografico primitivo fu sostituito da un nuovo regime che possiamo definire moderno.
Il passaggio fù possibile grazie alla diminuzione del tasso di mortalità soprattutto quella infantile,
alla quale solo più tardi fece seguito la diminuzione del tasso di natalità. La vita media aumentò
dai 25 anni di metà Settecento ai 50 del primo Novecento e ai circa 80 di oggi.
Fra il 1750-‐1850 la popolazione mondiale aumentò da poco meno di 800 milioni a quasi 1,3
miliardi, con un incremento del 60%. Il paese che conobbe l’incremento più consistente fu la Gran
Bretagna. Il legame fra aumento della popolazione e disponibilità alimentari che fin ora aveva
frenato la crescita demografica si stava spezzando. Malthus nel suo Saggio sulla popolazione
riteneva che la crescita della popolazione rispondesse a una “ legge naturale” secondo la quale la
“razza umana” cresce seguendo una progressione geometrica(1,2,4,8,16…) mentre i mezzi di
sussistenza seguendo una progressione aritmetica (1,2,3,4,5,6….). In virtù di questa teoria la
popolazione mondiale sarebbe raddoppiata ogni 25 anni, se non fosse stata frenata
dall’insufficiente disponibilità di generi alimentari. Era necessario limitare l’incremento della
popolazione affinchè questa non rimanesse indigente. Per arrivare a ciò Malthus, che era un
pastore protestante, faceva appello al cosiddetto moral restraint, ossia al ritardo volontario del
matrimonio e alla pratica della castità, in modo da ridurre le nascite.
3.4. Le cause della rivoluzione demografica
Le cause che determinarono la crescita della popolazione prima britannica e poi europea furono
molteplici e quasi tutte collegate alla riduzione del tasso di mortalità, tra queste:
Alimentazione: Diventò più regolare e in