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L'etnà "visibile" e il concetto di protonazionalismo
L'etnà "visibile", comunque estranea al concetto di protonazionalismo, ha una valenza negativa perché è utilizzata per definire gli "altri" invece che gli appartenenti al proprio gruppo, in quanto l'omogeneità etnico-razziale della propria "nazionalità" è data per scontata. Essa, come semplice coscienza del colore, ovvero di appartenenza ad una razza, non ha mai portato alla formazione di una Nazione (es. un unico Stato Africano).
Rimangono quindi da esaminare due concetti visti in precedenza: la religione e la regalità, la regalità o l'Impero (es. la Santa RUSSIA). I legami tra religione e coscienza nazionale diventano ancor più forti quando coinvolgono le masse invece di rimanere appannaggio di poche minoranze o di movimenti militanti. Nei Paesi Arabi contemporanei il nazionalismo si identifica con l'Islam al punto tale che è difficile.
collocare al suo interno le altre minoranze (Copti, Maroniti, Cattolici Ortodossi). La religione costituisce un metodo tanto antico quanto ben collaudato di pratiche comuni e concetti di fratellanza, che servono permettere insieme della gente che poco avrebbe in comune. Per quanto riguarda il protonazionalismo ed il nazionalismo moderno, la religione veniva vista anche come elemento contraddittorio in quanto poteva entrare in contrasto con l'obiettivo "nazione" e d'altra parte le religioni più grandi nate tra il VI a.c. ed il VII d.c. sono definite universali e quindi al di sopra delle differenze etniche, linguistiche, politiche e di altro tipo al punto che, in parti del mondo in cui si è sviluppato il nazionalismo moderno, esse hanno imposto dei limiti alla identificazione etnico religiosa. L'identificazione etnico religiosa sorge quando un popolo si percepisce diverso dai suoi confinanti (es. l'Iran che fu dapprima di religionezoroastriana poi, convertitosi all'islam, sciita; l'Irlanda del Nord rimase cattolica perché si rifiutò di seguire gli Inglesi nella via della Riforma). D'altra parte, convertirsi ad una religione diversa può portare alla formazione di due diverse nazionalità (es. il cattolicesimo romano con il relativo allegato di scrittura latina e la fede ortodossa col relativo allegato di scrittura cirillica divisero i Serbi dai Croati pur avendo entrambi la stessa lingua di cultura; gli Albanesi che sebbene fossero divisi in molte religioni e vivendo in uno territorio molto piccolo, possedevano una forte coscienza protonazionale). Inoltre non è chiaro se l'identità religiosa separata sia da ritenersi affine al nazionalismo: la tendenza è di assimilare l'una all'altro. In ogni caso nella realtà, qual è quella musulmana, si tende più a pensare in termini di comunità.
Piuttosto che di nazione: nell'attuale realtà musulmana dei paesi arabi, eccetto l'Iran, non vi sono movimenti nazionalisti o protonazionalisti. In conclusione i rapporti tra religione ed identificazione protonazionale o nazionale sono molto complessi e non sono generalizzabili. Gellner sostiene che i collegamenti di un popolo con una cultura più vasta, specie se possiede opere scritte come avviene con le fedi religiose di portata mondiale, consente ai gruppi etnici di acquisire un patrimonio ed una posizione rispetto ad altri che li può aiutare a trasformarsi in nazione (es. alcuni Stati del corno d'Africa convertitisi al Cristianesimo ed all'Islam). Se la religione non rappresenta un elemento indispensabile al protonazionalismo, lo sono invece le sacre icone per il nazionalismo moderno; esse rappresentano il simbolo e il rituale o la comune pratica collettiva in grado di fornire una realtà palpabile a una comunità.
immaginaria: immagini o icone o pratiche da condividere (es. le 5 preghiere dei musulmani o lo Shema Yisroel degli ebrei o l'adorazione della Vergine di Guadalupe in Messico, oppure i giochi di Olimpia dell'antica Grecia), oppure rappresentazioni o simboli, come ad esempio le bandiere per le nazioni moderne. Le icone più radicali e più importanti hanno una loro origine nella fase prenazionale. La coscienza di appartenere a un'entità politica permanente. Appartenere a quella che nel gergo del XIX sec. veniva chiamata "nazione storica" era senz'altro un fattore importante per il protonazionalismo. In molti casi la "nazione politica", alla quale corrispondeva nel suo significato la nazione-popolo, era composta che da una piccola parte di abitanti di quello Stato, ovvero una piccola élite privilegiata che potrebbe essere definita un "nazionalismo della nobiltà" (quando in nobili).francesi parlavano dello Crociate non intendeva attribuire tali gesta alla massa di abitanti della Francia, anzi); questo senso di appartenenza può a ragione considerarsi protonazionale perché nella sua coscienza socio politica e nei sentimenti possedeva tre caratteristiche fondamentali: nazionalità, lealtà politica e patrimonio politico comune.
Riuscire a estendere il concetto di nazione politica alle masse avvenne invece molto più tardi di quanto il nazionalismo facesse apparire. Infatti in taluni casi risulta difficile credere che le masse si potessero identificare nelle comunità dei signori che di fatto avversavano in quanto proprietari terrieri che sfruttavano quelle stesse terre abitate dal popolo.
E laddove fosse accaduto il contrario non è possibile affermare che il protonazionalismo fosse sufficiente a mettere insieme nazionalità e nazioni ed ancor meno a creare uno Stato; tutto questo per dire che l'ideologia
nazionalista è cosa assai diversa dal protonazionalismo. Secondo Gellner l'ideologia nazionalista sembra essere dominante in seguito ad una illusione ottica. Non può esistere un mondo di nazioni; esiste invece un mondo in cui alcuni gruppi, potenzialmente nazionali, nel momento in cui rivendicano questo status impediscono le rivendicazioni di altri i quali non hanno evidentemente la forza per farlo. Se il protonazionalismo fosse sufficiente avrebbero già fatto la loro comparsa altri gruppi. E se può essere auspicabile e forse essenziale una base di tipo protonazionale per poter formare un movimento nazionale che abbia serie mire statuali, non è detto che, una volta fondato lo Stato, la stessa base protonazionale sia indispensabile per la formazione del patriottismo e della fede nazionale: le nazioni sono più spesso la conseguenza della creazione di uno Stato che non la causa della sua fondazione (lo stato è uno.
contenitore dove si forma la Nazione e non la Nazione che fonda lo Stato. Es. USA e Australia). Nonostante sia difficile trovare una relazione tra identificazione protonazionale e patriottismo nazionale, esistono casi di esperienze diametralmente opposte (i soldati mercenari o i Gurkha nepalesi o i soldati Turchi impiegati nella 1^ Guerra Mondiale), tali da dover considerare la questione della coscienza nazionale molto complessa, soprattutto nel periodo precedente a quello in cui il nazionalismo moderno divenne forza politica di massa, ovvero nel tardo XIX sec. per quanto riguarda la maggior parte della nazioni del l'Europa occidentale, quando vennero fatte delle scelte decise anche se non chiare negli obiettivi.
Nazionalismo
Si parla di nazionalismo per le dottrine e i movimenti che sostengono l'affermazione, l'esaltazione e il potenziamento della nazione intesa come collettività omogenea, ritenuta depositaria di valori tradizionali tipici.
esclusivi del patrimonio culturale e spirituale nazionale, sebbene la definizione non sia univoca. Tramontato dopo la tragedia delle due guerre mondiali il nazionalismo classico - nato nell'Europa dell'800- è andato crescendo un nazionalismo in forme nuove che, sotto la copertura delle più varie spinte ideologiche, è stato la culla della "via cinese" all'autonomia, del non allineamento e delle lotte al colonialismo nel terzo mondo. Terminata la decolonizzazione, dissolta l'URSS e tramontata la minaccia della guerra fredda, il nazionalismo politico nei paesi islamici è stato in parte rimpiazzato dal fondamentalismo religioso, mentre in altre parti del pianeta come in Africa ed in medio Oriente, le rivendicazioni nazionalistiche si sono tradotte in vere e proprie guerre su base etnica. L'avanzare spesso invasivo della globalizzazione, specie economica, ha prodotto una reazione che ha ridotto il nazionalismo ad
etnicismo. Percorrendo la storia, il termine fu usato per la prima volta dal tedesco A. Weishaupt, fondatore della setta degli illuminati, e dall'abate A. Barruel nelle Memoires pour servir à l'histoire di jacobinisme (1798) ma divenne di uso comune solo negli ultimi decenni dell'800; le prime manifestazioni del nazionalismo siebbero in seguito al Congresso di Berlino (1878) e se inizialmente la corrente fu comune in tutta l'Europa, sorsero successivamente schemi differenti nei vari paesi, tra cui vanno ricordati: - il Nazionalismo Umanitario (Rousseau, Herder) legato al cosmopolitismo settecentesco; - il Nazionalismo Giacobino intollerante verso i dissensi interni e animato da zelo missionario; - il Nazionalismo Liberale (Burke, Guizot, Von Stein, Cavour) che privilegiava la sovranità nazionale in un contesto di garantita libertà individuale, politica, economica; - il Nazionalismo Economico (List e la scuola protezionistica tedesca), che studiava.le modalità di auto-sufficienza economica nazionale. Louis Snyder, nel suo The meaning of nationalism (1954) ha proposto un approccio storico-cronologico individuando quattro forme di nazionalismo succedutesi nel tempo: - il Nazionalismo integrativo (1815-1871) che coinvolse ad esempio i processi unificativi di stati come Italia e Germania; - il Nazionalismo smembrante (1871-1890) che vide protagoniste le minoranze di imperi in dissolvimento come quello Austro-ungarico e Ottomano; - il Nazionalismo aggressivo (1900-1945) causa scatenante delle due guerre mondiali e quindi profondamente intrecciato con l'Imperialismo; - il Nazionalismo contemporaneo (dal 1945 in poi) che si caratterizza per l'espansione economica e neocoloniale dei due attori della guerra fredda (USA e URSS), e per la spinta alla decolonizzazione in Asia, Africa e Medio Oriente. Infine, E. J. Hobsbawm (Nation and nationalism, 1990) accoglie la tesi di proposta da M. Hroch sulla divisione deinazionalità Il movimento nazionalista si sviluppa in tre fasi principali: 1) Riscoperta letteraria e folklorica della cultura popolare: durante questa fase, si assiste a un interesse crescente per la cultura e le tradizioni del proprio popolo. Vengono studiati e valorizzati i testi letterari, le canzoni e le tradizioni popolari, al fine di riscoprire l'identità nazionale. 2) Agitazione politica del nazionalismo militante di piccoli gruppi: in questa fase, alcuni gruppi di nazionalisti iniziano a organizzarsi politicamente e ad agire in modo militante per promuovere la causa nazionale. Si impegnano in attività di propaganda, manifestazioni e talvolta anche azioni violente per ottenere l'indipendenza o l'autonomia del proprio popolo. 3) Adesione a movimenti di massa: nella terza fase, il nazionalismo si diffonde tra le masse e diventa un movimento di ampia portata. Le idee nazionaliste trovano sempre più consenso e si organizzano movimenti di massa che lottano per l'autodeterminazione dei popoli e per la creazione di uno stato nazionale indipendente. Il nazionalismo, quindi, si sviluppa dalle radici della cultura popolare, passando per l'agitazione politica di gruppi militanti, fino ad arrivare all'adesione di ampie masse di persone che condividono l'ideale di un'identità nazionale forte e indipendente.