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L’imperatore fu uno dei grandi assenti al processo di Tokyo, fu MacArthur e l’America a non volerlo
chiamare in giudizio, mentre tutto il resto dei paesi spingeva alla sua presenza. La legittimazione era il
fatto che senza l’imperatore il Giappone sarebbe caduto nel caos totale. Sebbene la Costituzione Meiji
tolga molti poteri alla figura imperiale, comunque rimane, anche se limitato da una potenza
prevalentemente simbolica, dato che il popolo ora è sovrano. Tutto ciò fece dibattere sia in modo politico
che storiografico dell’importanza che tutto questo ebbe nella vita politica giapponese.
Sicuramente il clima politico internazionale influenza gli occupanti, si vede quando nel 1950 avviene la
cosiddetta “purga rossa” (ricorda quel piccolo gruppo di comunisti liberati poco dopo la guerra
prigionieri di guerra), ma nel momento in cui si afferma sempre di più la logica della guerra fredda, i
comunisti diventano un vero e proprio pericolo, dando inizio ad una censura, una stretta di politica degli
occupanti nei confronti di comunisti, sostenitori del partito, sindacalisti (circa 20'000 lavoratori
vennero licenziati perché legati a sindacati o partiti comunisti). Oltretutto la Guerra di Corea favorisce
la ripresa economica, dato che il Giappone doveva rifornire le truppe USA, aumentando le commesse da
parte di questi ultimi. In concomitanza venne istituita in Giappone la Riserva di polizia nazionale, le
future Forze di Autodifesa (1954), concettualmente non assimilabile al concetto di marina ecc., ma
comunque forze armate che potevano essere impiegate in altri ambiti.
Sullo sfondo a questi avvenimenti, coloro che erano stati relegati a pene detentive vennero liberati entro
il 1955 e riabilitati, uno dei più famosi è SHIGEMITSU Mamoru, condannato a 7 anni di carcere ma gli
verrà concessa la libertà vigilata nel 1950 ed entrò in un partito fino a diventare Ministro degli Esteri
nel (1956-58). Erano tutte persone con delle esperienze nel governo, avendo avuto posti fondamentali
precedentemente tra le fila del governo.
Gli Americani decidono di guardare con un altro sguardo il Giappone e decidono di partecipare a questo
congresso per la pace presso San Francisco (1951) per stipularla con il Giappone in cui notiamo l’Art. 3
che prevede che Okinawa restasse sotto la potenza statunitense (era stata occupata nel giugno del 1945,
e gli Americani restano là prima ancora che la guerra finisse in Giappone, non è nemmeno sotto la
potenza del regime degli alleati, e lo resterà fino al 1972).
Trattato di pace multilaterale;
- Trattato bilaterale di sicurezza solo tra Stati Uniti e Giappone in cui assegna agli USA alcune basi
- in giro per il paese, così che gli americani assistessero alla loro sicurezza, giustificandolo con il fatto
che il Giappone non può possedere una potenza militare, così sopperiscono a questa mancanza;
Tutto questo è il coronamento di quell’inversione di rotta, un passaggio fondamentale da una fase in cui
si introdussero una serie di elementi importanti che provocano uno shift di atteggiamenti, perché
bisogna dare priorità ad altre strategie. Si passa da una fase di smilitarizzazione ad una situazione in cui
il Giappone deve possedere forze armate, dato che deve sostenere l’America negli scontri. Ci sono
diverse ideologie per cui:
È necessario esportare la democrazia;
- Bisogna democratizzare il Giappone dall’alto;
- Si presuppone che la democrazia sia assente in Giappone;
-
In quale misura la democratizzazione imposta dalle forze di occupazione (e dunque pilotata dall’esterno)
è stata in grado di promuovere una genuina coscienza democratica, ovvero di trasformare “il popolo
giapponese in un libero soggetto” [Maruyama Masao] in grado di essere al tempo stesso artefice e
garante della democrazia?
Riguardo alla situazione del “nuovo Giappone” è caratterizzata da una crisi nazionale per cui i valori per
cui i Giapponesi avevano lottato fino a poco prima escono sconfitti, bisogna orientarsi a nuovi ideali, ma
non sono voluti dai giapponesi, sono imposti dagli occupanti. Lo SCAP governò in maniera autoritaria e
fecero l’imperatore simbolo della democrazia e del nuovo pacifismo. La cosa interessante è che la storia
dell’occupazione è stata scritta dagli americani, e i giapponesi hanno atteso molto prima di scrivere a
riguardo, è un fenomeno dell’ultimo ventennio. Questi studiosi stanno considerando il fatto che non per
forza la democratizzazione post 15 agosto sia stata un’operazione unilaterale dall’alto. Anche all’epoca
dell’occupazione, molti intellettuali erano attivi nel dibattito circa i temi della democrazia e della
democratizzazione.
Maruyama enfatizza il contributo che i giapponesi possono dare a realizzazione della “rivoluzione
democratica” avviata dagli occupanti. La “rivoluzione democratica” implica una rivoluzione interiore e
spirituale della struttura psicologica della società giapponese, non bisogna delegare l’etica allo Stato e
l’imperatore, ma deve essere una nostra responsabilità, individuale (prerequisito di una società
moderna).
Dà rilievo al contributo “dal basso” (dei giapponesi) alla rivoluzione democratica;
- Tale rivoluzione non può compiersi senza una rivoluzione interna nella struzztura psicologica
- della società giapponese (interiorizzazione della morale), è necessario che l’individuo si prenda
carico dell’interiorizzazione della propria morale, ognuno dentro di sé dice cos’è giusto e cosa è
sbagliato, cosa è morale e cosa non;
Attivismo popolare indispensabile per la “piena democrazia”;
-
“Uso” dei successi dell’occupazione del Giappone
Decolonizzazione (indica via alla democrazia);
- Guerra fredda (democrazia nel “mondo libero”);
- Trionfo americano nella guerra fredda e ruolo nel (dis)ordine mondiale, post guerra fredda e
- post 11 settembre;
Joshua Muravchik (post 11 settembre)
Mette il Giappone al top della lista delle società che sarebbero state trasformate dall’azione coercizzante
degli USA da regimi autoritari in paesi democratici (anche l’Italia era tra questi paesi da aiutare). Più si
parla del Giappone come un paese privo di democrazia, più si elogia l’azione dell’America.
La fine dell’occupazione (28 Aprile 1952)
Sancite con il Trattato di pace di San Francisco, venne firmato lì a settembre del 1951 ed essendo un
trattato con cui si sanciva la pace con i suoi ex alleati, fu firmato dal Giappone e altri 50 stati. Stabilisce
al tempo stesso il trattato di mutua sicurezza delle norme attraverso cui le norme di protezione
Americana sarebbero state garantite sul suolo nipponico, per sostenere la mancanza di un esercito
nipponico. Il trattato di pace in cui il Giappone riacquisisce di nuovo la sua indipendenza, ad eccezione
di Okinawa (sotto controllo USA fino al 1972). Dopo questo trattato la presenza Americana non è più di
conquistatore, ma lo status dei militari cambia, ormai avvalorato dal trattato. Okinawa ha una situazione
speciale, dato che dal giugno del 1945 era stata conquistata solo dagli americani, e bisogna ricordare
che solo nel Giappone vero e proprio l’occupazione vale. Ma molti insistono che Le Ryukyu fino al 1879
era stato un paese autonomo fino a quell’anno che venne acquisito dal Giappone.
Gli americani ripristinarono il toponimo Ryukyu; enfatizzarono il ruolo subalterno di questa regione
rispetto al Giappone fin dal 1879. Gli USA vogliono “aiutare” gli abitanti di Okinawa rispetto ai
Giapponesi. Verso il 1949, la mutata situazione geopolitica della regione, portò alla trasformazione di
Okinawa in una base militare permanente contro l’espansione comunista. Cominciano a requisire le
terre dai contadini per poter costituire basi militari. Queste basi militari statunitensi presenti a Okinawa
servirono alle azioni belliche in Corea (in seguito in Vietnam). Nel momento in cui gli abitanti di Okinawa
scoprirono le intenzioni degli Americani, scaturirono dei movimenti popolari che si battevano per poter
ritornare sotto l’amministrazione giapponese.
Ma perché gli USA mantennero Okinawa? Non era nemmeno un’ex colonia, e il trattato di pace sancisce
una netta separazione con il Giappone.
Art. 3 “Il Giappone concorderà con ogni proposta degli Stati Uniti alle Nazioni Unite di porre sotto un
sistema di amministrazione fiduciaria (sistemi dati spesso nel periodo della decolonizzazione, è una
norma che prevede di fare aiuti in una società in fallimento), con gli Stati Uniti come unica autorità
amministratrice […] le isole Ryukyu e le isole Daito […] le isole Bonin, le isole Rosario e le isole Vulcano […].
Nell’attesa che tale proposta sia inoltrata e segua un esito positivo, gli Stati Uniti avranno il diritto di
esercitare i pieni poteri amministrativi e legislativi e la giurisdizione sul territorio e sugli abitanti di
queste isole, comprese le acque territoriali.”
Il problema fu che gli USA non avanzarono mai alle Nazioni Unite di porre l’insieme di isole in un sistema
fiduciario, non seguono quello che venne detto dall’articolo. Da notare poi quello che venne detto
durante la Conferenza del Cairo (novembre 1943) in cui:
“Il Giappone sarà privato di tutte le isole del Pacifico conquistate e occupate dall’inizio della prima
guerra mondiale […] Tutti i territori che il Giappone ha preso dalla Cina quali la Manciuria,
Formosa e le Pescadores, verranno restituiti alla Cina. Il Giappone sarà inoltre privato di tutti gli altri
territori che ha preso con la violenza o con la forza.”
Okinawa non rientra nella lista, non parlano mai di Okinawa in modo esplicito e nemmeno delle Ryukyu
e neppure nei termini in cui il Giappone accettò la resa nel Trattato di Potsdam. Formalmente non fu un
esercito conquistatore e continuavano gli Americani a sostenere che gli abitanti di Okinawa non erano
Giapponesi, ma non venne mai giustificato il perché divisero la penisola con l’isola di Okinawa. A San
Francisco si afferma che nonostante la conferenza di pace il tema fu dibattuto dai delegati di diverse
nazioni, non venne avanzata alcuna ragione che giustificasse la separazione delle isole dal Giappone o
che dichiarasse la decisione ultima di porre Okinawa sotto l’amministrazione statunitense. Anche
quando la questione fu discussa dagli organi competenti del governo di Washington, si disse che
l’opportunità di un simile provvedimento era basata unicamente sulla consapevolezza di un’opinione
diffusa tra i giapponesi e tra gli stessi ryukyuani. Non vennero chiariti i motivi che avevano condotto a
tale decisione.
Le altre contraddizioni sono:
Non si specificava di chi fosse la s