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La conclusione del vertice fu deludente
Anche se il fatto stesso che l'incontro avesse luogo era un altro segnale, le relazioni internazionali si nutrono, sul piano politico di segnali, iniziava la fine di tutta la guerra fredda. In questo nuovo clima trovarono spazio due avvenimenti impensabili sino a quella data, nel 1955 su invito sovietico, il cancelliere Adenauer visitò Mosca, la seconda novità fu il superamento della paralisi delle Nazioni Unite, dopo il 1946 l'ammissione di nuovi membri fu resa impossibile dai veti incrociati, in teoria tutti i paesi che avevano sottoscritto il trattato di pace sarebbero dovuti entrare nell'Onu, gli Stati Uniti guardavano con diffidenza alla possibilità che gli equilibri numerici in seno all'Assemblea potessero portare ad un blocco antiamericano numericamente superiore, tuttavia si raggiunse un accordo per l'ammissione di nuovi 16 membri e l'organizzazione saliva da 58 a 74 paesi, anche in seno
all'Onu iniziava una fase di cambiamento. Come per gli Stati Uniti anche l'Unione Sovietica spostò l'interesse oltre i confini tradizionali di propria influenza, inaugurando una serie di viaggi fuori l'Urss, completamente inusuale con la precedente nomenclatura, un vero successo Chruscev lo ebbe in Jugoslavia, riappacificandosi con Tito la sua visita frantumava l'Alleanza Balcanica e spingeva Tito lontano dall'integrazione atlantica e verso il neutralismo, e in India, poiché esso rafforzò le propensioni neutralistiche del governo indiano e mise le basi per una collaborazione economica, nefasta per l'economia indiana ma che durò fino alla crisi dell'Unione. La vera e profonda innovazione, rispetto al passato, in cui le transizioni alla guida dell'Unione sovietica ebbero sempre un carattere traumatico, ebbe luogo con l'estromissione dal potere di Malenkov che non venne ucciso ma destinato a cariche minori.l'ascesa al potere di Nikita Chruscev che pochi conoscevano in occidente, il momento culminante dell'ascesa fu l'enunciazione del programma che egli volle far conoscere ai propri concittadini e al mondo e in modo più circoscritto ai dirigenti del Pcus, nel XX congresso del Partito tenuto a Mosca nel febbraio del 1956, il leader sovietico tenne due discorsi uno pubblico dedicato alle questioni internazionali e l'altro a porte chiuse, nel discorso pubblico egli enunciò i temi della coesistenza pacifica e le differenti vie di transizione verso il socialismo, in pratica la sconfessione dell'internazionalismo proletario stalinista, esso conteneva enunciazioni importanti ma non esplosive, queste furono affidate al discorso segreto e quasi interamente dedicato a una critica aspra, serrata e caricaturale dell'immagine di Stalin e soprattutto delle atrocità che aveva commesso e del terrore che aveva disseminato nel proprio paese, il discorso.doveva restare segreto, ma venne lasciato trapelare, ingiugno e consegnato alla stampa americana che lo rese pubblico senza che vi fossero smentite, l'ecodella condanna determino un momento di crisi del comunismo internazionale, con conseguenzesoprattutto nell'Europa orientale, specialmente dopo che venne soppresso il cominform, espressionedel fatto che il Pcus si avviava verso nuovi rapporti con i partiti fratelli dell'Europa orientale.La destalinizzazione ebbe effetti devastanti in Polonia ed in Ungheria, in Polonia la crisi, esplosacon scioperi e manifestazioni di ostilità contro il governo, assunse una reazione prevalentementeantisovietica, pur tuttavia si trovò una soluzione all'interno del partito operaio unificato polacco conla nomina di Gomulka esponente del gruppo riformista antistalinista e quindi perfettamentefunzionale al nuovo corso sovietico, in Ungheria invece la crisi ebbe ripercussioni drammatiche, ilpartito era spaccato in tre fazioni.gli staliniani di Rakosi, i moderati di Kadar e i simpatizzanti di Nagy espulso dal partito alla fine del 1955 e mai riammesso per il rifiuto di pronunciare un discorso di autocritica, le manifestazioni assunsero aspetti da vera guerra civile, per placare tutto ciò il comitato centrale decise di nominare capo del governo Nagy, il quale riuscì ad ottenere anche la nomina di Kadar a capo del partito, in questa grave situazione Nagy fece un passo troppo rischioso e cioè la richiesta di ritiro dal Patto di Varsavia, a questo punto gli eventi precipitarono e l'attacco militare sovietico fu risolutivo, Nagy fu catturato e condannato a morte, da quel momento possiamo affermare che iniziò una lunga e lenta crisi che avrebbe minato la credibilità del comunismo mondiale. Altro dato politico importante era che il conflitto bipolare si era davvero spostato su un piano diverso e cioè quello della coesistenza competitiva, né gli americani né i sovietici.avevano interesse a modificare quella situazione, perciò considerare l'episodio Ungherese appartenente alla guerra fredda esprime un giudizio profondamente errato. Fu in parallelo con la nascita delle super potenze, uno degli elementi caratterizzanti le relazioni internazionali del XX secolo, esso prese avvio subito dopo la seconda guerra mondiale, per concludersi intorno al 1960 con la sua condanna di illegittimità dal punto di vista del diritto internazionale. Appare chiaro che questo stato di cose derivava direttamente, in piccola parte dalla tradizione storica legata alle esplorazioni geografiche iniziate alla fine del secolo XV, ed in gran parte esso era collegato alla crescita dell'industrializzazione in Europa, le colonie erano perciò uno dei fondamenti della ricchezza degli Stati Europei e lo strumento per il loro predominio mondiale. Dal punto di vista delle relazioni internazionali,l’imperialismo contemporaneo fu l’espressione diuna assoluta indifferenza rispetto alla volontà delle popolazioni interessate, il sistema degli imperitradizionali aveva travolto culture ancestrali e provocato violente trasformazioni, piegando etnie emodi di produzione a esigenze che appartenevano all’interesse della potenza imperiale, il risultatofu che le forze indigene e le sottili elite culturali che avevano assimilato dagli europei le critichecontro il sistema capitalistico e la sua espressione imperiale si allearono contro gli europei.Gradualmente si comprese che il sistema imperiale favoriva pochi senza recare beneficio allacollettività e negli anni del movimento socialista l’adesione al movimento significava opposizioneal colonialismo.Inizialmente furono le azioni di Wilson e Lenin a dare attualità al problema coloniale, tuttavia imandati di tipo B e C delle società delle nazioni non furono che colonie larvate, solo neimandati di tipo A le forze politiche locali ottennero l'indipendenza come l'Iraq e la promessa di indipendenza del Libano e della Siria da parte della Francia. La graduale evoluzione dell'impero britannico con la creazione dei dominions pressoché indipendenti, la reazione dell'Etiopia all'attacco italiano, la partecipazione di consistenti reparti di truppe coloniali alla seconda guerra mondiale in nome della libertà e della autodeterminazione dei popoli e il fatto che i giapponesi avessero occupato molte colonie europee nell'Asia orientale e nel Pacifico diedero dei colpi mortali al sistema. Le crisi più importanti della prima fase di decolonizzazione furono vissute dalla Francia in Indocina, soprattutto per il fronte per l'indipendenza del Vietnam dominato dal partito comunista e guidato dal prestigioso Ho Chi Minh, tutto ciò portò alla indipendenza del Laos e della Cambogia e rispetto al Vietnam venne stabilito che.il paese sarebbe stato diviso in due zone di occupazione: a nord del 17° parallelo dai Viet Minh e al sud dai francesi. Successivamente fu proclamata l'indipendenza del Vietnam meridionale come unico stato vietnamita, appoggiandosi alla crescente influenza americana. Nel Medio Oriente e nel Nord Africa, la crescente influenza del nazionalismo arabo portò al potere in Egitto il colonnello Nasser e l'esempio di indipendenza concesso alla Libia fu contagioso per tutta l'area. I movimenti indipendentisti avevano profonde radici politiche, culturali e religiose. In questo clima, la Francia riconobbe la piena indipendenza della Tunisia e del Marocco, anche se per quest'ultimo i francesi avevano cercato di seguire una linea più ferma. Molto più difficile fu la situazione algerina, che la costituzione francese definiva parte integrante della Repubblica e dove vivevano circa un milione di coloni francesi, che rappresentavano il ceto dominante della vita economica.quasi dieci anni la crisi algerina venne combattuta come una vera e propria guerra e gli eventi algerini influirono pesantemente nella vita interna francese, la situazione si fece così grave che le forze politiche convennero in maggioranza che solo un personaggio dalla statura politica e dal prestigio del generale de Gaulle potesse ricondurre la situazione sotto controllo, il generale riuscì, non senza difficoltà, ad avviare negoziati con il fronte di liberazione e alla fine con gli accordi di Evian nel 1962 fu data l'indipendenza alla repubblica algerina con alcuni privilegi per la Francia. Dopo il 1956 e la crisi di Suez, il processo di decolonizzazione acquistò un ritmo vertiginoso, la conferenza di Bandung dei paesi non allineati aveva mostrato l'intreccio fra decolonizzazione e schieramenti bipolari, allorché aveva indicato a tutti i paesi partecipanti i principi di neutralismo e la condanna del colonialismo. Un banco di prova della capacitàdipendente dalle decisioni e dagli interessi delle superpotenze. Questo ha portato a una serie di conflitti e tensioni nel terzo mondo, con molti paesi che si sono trovati coinvolti in guerre civili e conflitti regionali. Inoltre, la fine del colonialismo ha anche portato alla nascita di nuovi stati, spesso divisi lungo linee etniche e religiose. Questo ha creato ulteriori problemi e tensioni all'interno di questi paesi, con frequenti violazioni dei diritti umani e instabilità politica. Nonostante ciò, la fine del colonialismo ha anche portato a importanti progressi in termini di autodeterminazione e indipendenza per molti popoli. Molti paesi sono riusciti a costruire società democratiche e a sviluppare economie stabili. In conclusione, la fine del colonialismo ha avuto un impatto significativo sulla scena internazionale, portando a una serie di sfide e opportunità per i paesi coinvolti. È importante continuare a lavorare per garantire l'uguaglianza e il rispetto dei diritti umani in tutto il mondo, al fine di evitare il ripetersi di errori del passato.ionale si sono modificate radicalmente. Le imprese sono state costrette a rivedere le loro strategie di mercato e a cercare nuove opportunità di crescita. La concorrenza è diventata sempre più feroce e le imprese hanno dovuto adattarsi per sopravvivere. La politica degli aiuti è diventata un elemento chiave nella competizione tra le imprese. Le aziende hanno cercato di ottenere il massimo vantaggio possibile dagli aiuti governativi, utilizzandoli per migliorare la loro competitività sul mercato internazionale. Allo stesso tempo, le imprese hanno dovuto affrontare una maggiore pressione per dimostrare che gli aiuti ricevuti erano giustificati e che non stavano distorcendo la concorrenza. Le condizioni del commercio internazionale sono cambiate notevolmente a causa di questi sviluppi. Le imprese devono ora competere non solo con altre aziende, ma anche con i governi che forniscono aiuti alle imprese nazionali. Questo ha portato a una maggiore complessità nel commercio internazionale e ha reso più difficile per le imprese navigare in questo ambiente competitivo. In conclusione, la politica degli aiuti è diventata un elemento cruciale nella competizione tra le imprese. Le imprese devono adattarsi a queste nuove condizioni del commercio internazionale e cercare di ottenere il massimo vantaggio possibile dagli aiuti governativi. Allo stesso tempo, devono dimostrare che gli aiuti ricevuti sono giustificati e non distorcono la concorrenza.