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Il Parlamento inglese e il suo potere

Firenze, 1973).1 Si tratta della clausola 61 che segue.Thomas Smith, Il Parlamento ingleseIl potere supremo e assoluto, nel regno d’Inghilterra, risiede nel Parlamento [...]. Il Parlamento abroga le leggi antiche, ne emana delle nuove, stabilisce ciò che va salvaguardato del passato, e ciò che va osservato nel tempo a venire, modifica i diritti e la proprietà individuale, legittima i bastardi, stabilisce le forme della religione, altera pesi e misure, si pronuncia in merito alla successione alla corona, concede sussidi, taglie, imposte e tasse, concede grazie e assoluzioni [...] condanna o assolve quanti sono stati posti dal principe in stato d’accusa; in breve tutto ciò che il popolo romano aveva il potere di decidere nei comizi centuriati e tribunizi, il Parlamento lo può fare, poiché rappresenta e detiene il potere di tutto il regno, in testa e in corpo [...].Nella camera alta, accanto al cancelliere, siede un funzionario chiamato

ufficiale del Parlamento, incaricato di dar lettura delle leggi. Questo perché tutto ciò che viene discusso in ciascuna delle due camere deve venir registrato, e dopo esser stato letto ad alta voce, può iniziare la discussione, in favore o contro [...]. Dopo la lettura si può anche dare il caso che alcuni termini, e qualche volta alcune frasi debbano venir modificate. [...] Ciascuna delle due camere è dotata della medesima autorità di proporre quanto si ritiene necessario sia per abrogare qualche legge precedente, sia per elaborarne una nuova. Tutte le leggi vengono lette così in tre giorni diversi e in seguito discusse, e solo alla fine possono essere votate. Le modalità della discussione consentono di mantenere un sorprendente ordine nella camera bassa [...]. Nella camera bassa nessun membro, cavaliere come borghese, può votare al posto di un altro o per procura. La maggior parte dei presenti in genere esprime semplicemente il

proprio consenso odissenso. Dopo esser stato letto due volte, e quindi modificato e di nuovo letto e discusso quanto siritiene necessario, lo speaker chiede alla camera se si vuol far passare la legge. E se i membri sonod’accordo, allora egli prende in mano la legge e dice che tutti coloro che voglio approvarla devonodire di sì. A quel punto quanti sono d’accordo urlano sì, e quanti dissentono urlano no: e quale delledue urla è più forte decide l’approvazione o il rinvio della legge. Nei casi in cui non è chiaro qualesia la volontà prevalente, si procede a dividere la camera mediante l’ordine dato dallo speaker diradunare intorno alla legge tutti quanti la vogliono approvare, mentre gli altri restano al loro posto.A quel punto si procede alla conta, e vince la volontà del gruppo più numeroso. Si dà qualche voltail caso che venga approvata qualche parte di una legge, mentre le altre suscitano

opposizione [...], allora si scelgono alcuni commissioni formate da quanti si sono espressi a favore e contro, e la legge viene in quelle sedi modificata secondo l'opinione dei membri delle commissioni. [...] Ma tale accordo non sostituisce affatto l'approvazione perché l'ultima parola spetta alla camera interna, ed è quest'ultima che deve decidere e approvare o bocciare, qualunque sia l'opinione delle commissioni. In tal modo non v'è atto dal Parlamento, ordinanza o editto prima dell'approvazione di entrambe le camere, nell'ordine sopra descritto. (da Stato e società nell'ancien régime, a cura di A. Torre, Torino, Loescher, 1983)

La "Petition of Right" (1628).

Alla Eccellentissima Maestà del Re.

I-. I Lords spirituali e temporali e i Comuni, riuniti in Parlamento, fanno osservare molto umilmente al nostro Sovrano Signore il Re che è dichiarato e fissato da uno statuto fatto sotto

Il regno di Edoardo I [...] che il Re o i suoi eredi non impongano né levino imposte o aiuti in questo regno, senza il buon volere ed assenso degli arcivescovi, vescovi, conti, baroni, cavalieri, borghesi ed altri uomini liberi dei comuni di questo regno; che, dall'autorità del Parlamento, convocato nel 25° anno del regno del Re Edoardo III, è dichiarato e stabilito che nessuno potrà essere, in avvenire, costretto a prestare del denaro al Re contro la sua volontà, perché ciò sarebbe contrario alla ragione e alle libertà del paese [...]; che, per i detti statuti od altre buone leggi di questo regno, i vostri sudditi hanno ereditato questa sicurezza di non potere essere costretti a contribuire a nessuna tassa, imposta, contributo od altro onere simile, senza il comune consenso, dato in Parlamento.

II-. Considerando tuttavia che sono state stabilite, dopo poco, diverse commissioni indirizzate ai commissari in parecchie contee, con

istruzioni per le quali il vostro popolo è stato riunito in diversi luoghi e richiesto di prestare certe somme di denaro a V.M.; e che rifiutandosi qualcuno, è stato a questi fatto prestare giuramento, e sono stati obbligati a comparire e a presentarsi, contro le leggi e gli statuti di questo reame, davanti al vostro Consiglio privato o in altri luoghi; che altri sono stati arrestati o imprigionati, turbati e molestati in diverse maniere; che diverse altre tasse sono state imposte ed esatte sui vostri sudditi [...] per ordine di V.M. o del vostro consiglio privato, contro le leggi e i liberi costumi di questo reame.

III-. Considerando che è anche fissato e stabilito, dallo statuto chiamato la "Grande Carta delle libertà d'Inghilterra", che nessun uomo libero potrà essere arrestato o messo in prigione, né spogliato del suo libero allodio, né delle sue libertà, né messo fuori dalla legge o esiliato,

némolestato in nessun'altra maniera, se non in virtù di una sentenza legale dei suoi pari o delle leggi del paese.

IV-. Considerando che è stato anche dichiarato e stabilito, dall'autorità del Parlamento del 28° anno del regno del Re Edoardo III, che nessuno, di qualsiasi rango o condizione sia, potrà essere spogliato della sua terra o delle sue tenute, né arrestato, né imprigionato, né privato del diritto di trasmettere i suoi beni per successione, o messo a morte senza essere stato ammesso a difendersi in un processo legale.

V-. Considerando tuttavia che, nonostante questi statuti ed altri statuti e buone leggi del vostro reame aventi il medesimo oggetto, parecchi dei vostri soggetti sono stati recentemente imprigionati senza che ne sia stata indicata la causa; e che [...] quando fu ingiunto ai loro carcerieri di far conoscere le cause della loro detenzione, questi non hanno dato altre ragioni se non che

L'arresto aveva avuto luogo per un ordine speciale di V.M., notificato dai Lords del vostro Consiglio privato; che essi furono in seguito restituiti nelle loro differenti prigioni, senza che fosse portato contro essi un capo d'accusa dal quale essi potessero discolparsi conformemente alla legge.

VI-. Considerando che considerevoli distaccamenti di soldati e marinai sono stati recentemente dispersi in parecchie contee del reame, e che gli abitanti sono stati costretti a riceverli ed albergarli loro malgrado, contro le leggi e costumi di questo reame, con grande gravame ed oppressione del popolo.

VII-. Considerando che è stato anche dichiarato e fissato dall'autorità del Parlamento nel 25° anno del regno del Re Edoardo III, che nessuno potrà essere condannato a morte o alla mutilazione, se non nelle forme indicate dalla Grande Carta e dalle leggi del paese e che, per la detta Grande Carta e le altre leggi e statuti del vostro reame, nessun uomo deve

essere condannato a morte, se non permezzo delle leggi stabilite nel reame e delle consuetudini che vi sono in vigore, o di un atto del Parlamento [...].

VIII-. Che, sotto il pretesto di questo potere, i commissari hanno mandato a morte parecchi dei sudditi di V.M., allorquando, se avessero meritato l'ultimo supplizio secondo le leggi e statuti del paese, essi non avrebbero potuto né dovuto essere condannati e giustiziati che per mezzo di queste stesse leggi e statuti e non altrimenti [...].

X-. Per queste ragioni, supplicano umilmente la Vostra Eccellentissima Maestà che nessuno, in avvenire, sia costretto a fare alcun dono gratuito, alcun prestito di danaro, alcun particolare presente, né a pagare alcuna tassa o imposta senza il consenso comune dato per atto del Parlamento; che nessuno sia chiamato in giustizia, né obbligato a prestare giuramento, né obbligato a un servizio, né arrestato, inquietato o molestato in occasione di queste tasse, o

del rifiuto di pagarle; che nessun uomo libero sia arrestato o detenuto nella maniera indicata sopra; che piaccia a V.M. difar ritirare i soldati e i marinai dei quali si è sopra parlato, ed impedire che in avvenire il popolo siaoppresso in tal modo; che le commissioni incaricate di applicare la legge marziale siano revocate eannullate e che non ne siano più deliberate di simili a nessuno per paura che, sotto questo pretesto,qualcuno dei vostri soggetti sia molestato o mandato a morte contro le leggi e libertà del paese. XI-. Tutte queste cose essi domandano umilmente a V.M. come loro diritti e loro libertà, secondo leleggi e gli statuti di questo reame; supplicano anche V.M. di dichiarare che tutto ciò che si è fatto aquesto riguardo, procedure, sentenze ed esecuzioni in danno del vostro popolo non produrràconseguenze od esempi; supplicano anche che piaccia a V.M. di degnare di dichiararegraziosamente, per una più grande

soddisfazione e sicurezza del vostro popolo, che vostraintenzione e volontà reale è che nelle cose qui sopra dedotte, i vostri ufficiali e ministri vi servanoconformemente alle leggi e agli statuti di questo reame, e che abbiano in vista l'onore di V.M. e laprosperità di questo reame. (da F. Battaglia, Le carte dei diritti, Sansoni, Firenze, 1946)

Il "Bill of Rights" (1689)

I Lords Spirituali e Temporali e i Comuni [...] dichiarano:

Che il preteso potere di sospendere le leggi, o l'esecuzione delle leggi, per autorità regia, senza il consenso del Parlamento, è illegale.

Che il preteso potere di dispensare dalle leggi, o dall'esecuzione delle leggi, per autorità regia, come è stato affermato ed esercitato recentemente, è illegale [...].

Che imporre tributi in favore o ad uso della Corona, per pretese prerogative, senza l'approvazione del Parlamento, per un periodo più lungo o in altra maniera che

lo stesso Parlamento non ha e non avrà concesso, è illegale. Che i sudditi hanno il diritto di petizione al Re ed ogni incriminazione o persecuzione per tali petizioni è illegale. Che riunire e mantenere nel Regno in tempo di pace un esercito permanente senza il consenso del Parlamento è contrario alla legge. Che i sudditi hanno il diritto di possedere armi per la propria difesa personale. Che il governo non può imporre tasse o imposte senza il consenso del Parlamento. Che il governo non può imporre punizioni crudeli o insolite. Che il governo non può interferire con la libertà di parola, di stampa o di religione. Che il governo non può violare il diritto alla privacy dei cittadini. Che il governo deve rispettare i diritti fondamentali dei cittadini.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
8 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/03 Storia delle istituzioni politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecilialll di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della comunicazione e dell'informazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Bazzano Nicoletta.