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LO SPAZIO MEDITERRANEO NELL'ALTO MEDIOEVO: BISANZIO, ISLAM

1. L'impero di Giustiniano

Deposto l'ultimo imperatore romano in Occidente, l'impero continua la sua millenaria vicenda nella pars Orientis, con capitale Costantinopoli. Qui, sotto il comando di un imperatore sacralizzato, permaneva un vero stato nella tradizione romana, con funzioni di regolatore e amministratore, dotato di complesse strutture burocratiche, differenti dai regni dei capi barbari occidentali. L'integrità del territorio era garantita da una migliore capacità di resistere alla pressione delle stirpi barbare sui confini, anche grazie alla disponibilità di maggiori risorse finanziarie che consentivano di pagare l'esercito e allontanare la minaccia nemica. In pratica, l'idea di unità ed universalità dell'impero cristiano sopravvive alla manifesta frantumazione dell'Occidente e con i regno di Giustiniano si verifica.

l’estremotentativo,destinato a fallire,di reintegrare l’unità della respublica.Giustiniano,in primo luogo,si adoperò per una politica religiosa tesa ad affermarel’ortodossia cattolica,perseguitando tutti i culti non cristiani e le diverse dottrineereticali,a cominciare dall’arianesimo.Egli,fu conciliante con il monofisismo,condannato dal concilio di Calcedonia madiffuso nelle province dell’Egitto e della Siria.Le misure di Giustiniano in campo religioso si spiegano tenendo presente chel’identità tra cristianesimo ed impero comportava anche una identità tra dissensoreligioso e dissenso politico.L’esigenza di riorganizzare lo stato sotto la riaffermata autorità del princepscomportò,anche,una iniziativa di risistemazione della tradizione giuridica romana inun corpus coerente,il c.d. Corpus iuris civilis (già preceduto dal Codexthedosianus,voluto da Teodosio e contenente le leggi dello stesso e dei

suoipredecessori,ordinate per materia).Al tempo di Giustiniano,una commissione,presieduta da Triboniano,riordinò uninsieme di norme stratificatesi nel corso dei secoli,sistemandole:

  1. In una raccolta dicostituzioni imperiali,il c.d. Codex;
  2. In una raccolta di pareri giurisprudenziali,iDigesta;
  3. Nelle Istitutiones,cioè un testo a scopo didattico,illustrativo deifondamenti del diritto;
  4. Nelle Novellae Costitutiones,cioè le leggi promulgate dallostesso Giustiniano.

Quest’opera,non priva di risvolti ideologici,ebbe come finalità pratica quella di ridarecertezza al diritto e facilitare il lavoro dei tribunali.La politica estera di Giustiniano fu tesa,oltre che a contrastare il secolare nemicopersiano in Oriente,soprattutto a recuperare le principali regioni occidentali,persedall’impero per opera dei barbari,così da ricostruire l’unità politica dell’intero bacinomediterraneo.La guerra venne in primo luogo rivolta contro

Il regno dei vandali in Africa, che fu definitivamente abbattuto dall'esercito imperiale, guidato da Belisario. Meno fortunata, fu invece, la campagna militare contro i visigoti nella penisola iberica, che si concluse con modestissimi guadagni territoriali nel Sud del Paese. L'impegno maggiore lo si affrontò nella penisola italiana contro il regno degli ostrogoti; il conflitto durò dal 535 al 553 e si concluse con la sconfitta gota. Gli eventi bellici comportarono una cesura tra gli assetti dell'Italia tardo-romana e quelli dell'Italia medievale a venire. Le devastazioni ridussero drasticamente la popolazione, spinsero all'abbandono di aree dedicate all'attività agricola, causarono la rovina di molte infrastrutture antiche e aumentarono lo scollamento fra l'aristocrazia senatoria romana e i goti. Ciò si acuì con il regno di Totila che colpì gli interessi del ceto senatorio con misure come la manomissione degli schiavi ed ildirottamento alle casse regie dei canoni chei contadini dovevano ad i loro padroni. Caduto Totila in battaglia, il successore di Belisario, Narsete, poté completare la riconquista dell'Italia. L'assetto dell'Italia, formalmente reintegrata nell'impero, fu regolato da una costituzione, la c.d. Prammatica sanzione, attraverso la quale, nella penisola veniva reintrodotto l'ordinamento amministrativo romano. Si cassarono tutte le misure assunte dai re goti, in particolare quelle di Totila, restaurando così il privilegio economico e sociale dell'aristocrazia senatoria, alla quale vennero restituiti i latifondi confiscati da Totila; la burocrazia statale, però, venne formata da individui per lo più provenienti dall'Oriente piuttosto che italici. Il ripristino del potere imperiale non fu gradito da tutti ed infatti, l'esosità del fisco suscitava lamentele ed indeboliva i ceti produttivi, il governo esercitato dai greci ed dagli orientali.veniva avvertito come straniero ed il controllo militare del territorio era mal funzionante, sia a causa dei dissidi interni, sia a causa delle pressioni dall'esterno. L'unità mediterranea riformata attraverso le armi da Giustiniano si disgregò nel giro di un secolo dalla sua morte. Innanzitutto si ebbe la calata dei longobardi che si insediarono nella maggioranza della penisola. A fronte dell'emergenza longobarda, i possessi imperiali in Italia furono riorganizzati e sottoposti all'esarca, residente a Ravenna, che riuniva in sé il potere militare e civile ed era preposto a tutti i duchi ed ai magistri militum che reggevano le singole provincie. Fra il VII e l'VIII secolo, però, l'impero dovette affrontare il nuovo e più terribile nemico mussulmano. 2. Gli slavi ed i bulgari Vasta portata e conseguenze durature ebbe la calata, nel VII secolo, nei Balcani delle tribù slave, guidate dall'élite militare degli avari.genti slave si erano formate nel corso dei secoli a contatto con molte altre culture (come gli unni, i goti, i sarmati, le stirpi germaniche) e, a partire dal V secolo, avevano cominciato a diffondersi contemporaneamente verso est, ovest e sud, differenziandosi al loro interno su base culturale e linguistica. In particolare, si crearono tre gruppi: gli slavi occidentali, costituiti da polacchi, slavi, cechi e slovacchi, gli slavi orientali, costituiti da russi e ucraini, gli slavi meridionali, costituiti da sloveni, croati, serbi, macedoni e bulgari. Sin dal VI secolo, nei Balcani si erano creati, all'interno dei territori controllati dall'impero, degli insediamenti di slavi, c.d. sclavinie. Fu, però, nel VII secolo che un numero consistente di tribù slave, dominate dall'aristocrazia guerriera degli avari, travolse il confine balcanico e si stabilì definitivamente sul territorio occupato, stappandolo a Bisanzio. Nel 626 gli avaro-slavi giunsero ad assediare Costantinopoli, giàimpegnata sul fronte contro i persiani, e fu solo la supremazia navale dei bizantini che salvò la città dalladuplice aggressione. La sconfitta, però, subita dagli avari liberò dal loro giogo le tribù slave, che poterono così muoversi liberamente e dotarsi di autonome strutture politiche. Di particolare rilievo fu il sorgere del regno bulgaro, difficilmente contrastato per tutto l'VIII secolo dall'impero e, che, scomparsi gli avari, s'estese arrivando ad attaccare Bisanzio e riportando diversi successi. Costantinopoli, resasi conto dell'impossibilità di risolvere i problemi dell'area balcanica con la sola forza delle armi, diede inizio ad un'opera di conversione al cristianesimo delle stirpi slave, al fine di controllarle attraverso la gerarchia ecclesiastica ed indurle ad accordi politici in nome della condivisione di valori comuni. La missione presso gli slavi, iniziata nel IX secolo, fu lenta e faticosa ed ebbe risultati parziali.causa della concorrenza del papato romano. Un peso decisivo nella cristianizzazione degli slavi ebbe l'intuizione dei missionari Cirillo e Metodio, che tradussero in slavo le Scritture, inventando la scrittura glagolitica, poi detta cirillica, in grado di rendere i suoni delle lingue slave con i segni di un nuovo alfabeto, derivato da quello greco. L'impero bulgaro, nonostante l'avvenuta cristianizzazione, fra il IX ed il X secolo, tentò d'occupare Costantinopoli ed unificare i due imperi. Solo nel 1014, l'imperatore bizantino Basilio II sbaragliò definitivamente i bulgari, ripristinando l'egemonia di Bisanzio sull'intera area balcanica. 3. L'impero bizantino nei secoli VII-IX Entro il primo decennio dell'VIII secolo, l'impero bizantino subì l'amputazione di quasi la metà del suo territorio, ad opera di slavi, longobardi ed arabi, perdendo le province che garantivano le maggiori risorse economiche e la gran parte del

gettitofiscale. In pratica, l'impero romano d'Oriente si riduceva, a questa data, oltre all'area balcanica, alla sola Asia minore ed ai residui possessi in Italia, di là a breve perduti permano longobarda, nel caso dell'Esarcato, e ad opera dei normanni nel Mezzogiorno. Questa contrazione di territorio comportò un riassetto amministrativo generale, che indusse ad una accentuata militarizzazione di tutte le strutture ed ad un rafforzamento dell'autonomia delle province dall'autorità locale. Le zone in cui si stanziavano eserciti provinciali, sostanziati con le risorse locali piuttosto che stipendiati dal centro, evolsero in nuove unità amministrative, c.d. thema, rette da uno stratega che assommava in sé il potere civile e quello militare. Ciò comportò un definitivo superamento del modello del tardo impero romano, contraddistinto dall'esistenza di una aristocrazia fondiaria e da una netta separazione fra

cariche civili e cariche militari. In pratica, a partire dal VII secolo l'impero di Costantinopoli presentava caratteristiche territoriali, istituzionali e culturali tali da renderlo realmente differente dalla pars Orientis del vecchio impero romano, per cui, sebbene nel linguaggio corrente si usa la locuzione impero bizantino per designare l'impero d'Oriente sin dal V secolo, in realtà sarebbe più appropriato utilizzare questa locuzione proprio dal VII secolo. La riduzione dell'area direttamente governata dall'impero, però, non deve far dimenticare che, in realtà, esso mantenne una egemonia economica, culturale e politica su un ambito molto vasto, in larga parte abitato dalle stirpi slave, e che era partecipe della stessa civiltà, tanto da indurre gli storici a riconoscere l'esistenza del c.d. Commonwhealt bizantino. Basti pensare alla continuità con la tradizione culturale, religiosa ed ideologica di Bisanzio rivendicata dalla

Russia sin dal tempo della conversione al cristianesimo
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A.A. 2012-2013
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle istituzioni medievali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Zecchino Ortensio.