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Estratto del documento

Le leggi naturali sono basate sul fatto che noi siamo esseri razionali e sono scritte nel cuore di tutti

perché siamo anche esseri irrazionali; le leggi razionali per essere utilizzate devono essere

instaurate in un contesto che ne permetta l’esercizio, ed esistono solo nella società civile. Le leggi

razionali sono valide solo dopo essersi rese efficaci tramite il patto sociale nella società civile. Lo

stato impone una sanzione per garantire che tutti rispettino i diritti degli altri, la applicano solo a

coloro che non osservano i diritti altrui. Il patto sociale che si afferma è di un “leviatano minore”,

che ha meno diritti verso i cittadini; lo stato deve soprattutto far rispettare il diritto alla proprietà e il

diritto commerciale, e la stessa proprietà è alla base della libertà.

Giustizia. Vi deve essere un insieme di norme giuridiche che permettono di stabilire criteri chiari e

certi per dirimere le controversie, dei giudici imparziali e un apparato coercitivo per far rispettare le

sentenze. Tutto questo garantisce la proprietà dato che essa va a significare diritto a qualcosa. Lo

stato non deve violare i diritti umani inalienabili e proviene dal consenso comune; se lo stato si

forma attraverso la forza, scatta automaticamente un principio di ribellione, un diritto di rivoluzione

perché i diritti sono allora stati violati. Diritto alla resistenza o alla ribellione, o addirittura di uccidere

il sovrano. Il regime ideale è la rappresentanza legislativa e si esercita sul potere attraverso la

maggioranza, che non può ledere certe libertà, diritti e caratteristiche. Il principio che arriverà poi in

America “no taxation, without rapresentation”, viene proprio da qui. L’individuo è proprietario della

sua persona e del suo corpo e della sua libertà.

Passaggio tra comunanza dei beni del mondo e proprietà: Dio ha concesso le risorse del

mondo agli uomini affinché fossero valorizzate e affinché essi potessero raggiungere i proprio

obiettivi. Ma i diritti di proprietà sono diritti su cose, che sono esterne a me; i diritti totali

permettono di utilizzare a proprio piacimento i diritti di proprietà e di escludere gli altri da essi. Dio

prescrivendo di sottomettere la terra dava all’uomo la facoltà di appropriarsi della proprietà, e chi

ne entrava in possesso aveva la possibilità di realizzare la propria personalità. Confusione tra

qualcosa che è divino con qualcosa che è la natura, ossia l’oggetto stesso. Esso si trasforma

dunque da un bene inanimato a un bene che diventa mio-la frattura tra il mondo comune di tutti al

mondo di proprietari è data dal proprio lavoro (corpo e mente mia, che con sacrificio e sforzo

permettono che l’oggetto inanimato diventi mio, a garanzia come condizione unica della proprietà-

>trasformazione da parte dell’uomo dell’esterno).

10 Marzo 2016

Possibilità di appropriazione della proprietà. Il criterio fondamentale con cui Locke individua la

formazione della proprietà dopo esserci stato il dono di Dio è il fatto che l’individuo mischia il suo

lavoro con l’energia e la sua attività dove va ad esercitare uno sforzo sulla natura, quello diventa

mio. Parla del pesce preso dal pescatore, il cervo ucciso dal cacciatore. Dio ha dato agli uomini la

possibilità di avere maggiore profitto, di soddisfare i loro bisogni. Tuttavia ci sono dei limiti alla

possibilità di appropriazione della proprietà. Innanzitutto il lavoro che determina l’appropriazione

deve rispondere all’esigenza dell’appropriazione. Con questa appropriazione si deve conseguire il

maggiore benessere degli altri. Il fenomeno storico che sta alla base di questo ragionamento è il

fenomeno delle enclosures -> con sentenze progressive del parlamenti e dei tribunali le terre

comuni furono date a coloro che avevano dei mezzi per coltivarle potevano aumentare la quantità

di produzione. Progressivamente la gente del villaggio e i piccoli contadini si impoverivano. Queste

recinzioni fanno si che ci sia una migrazione nelle città, si ha quindi una legittimazione

dell’occupazione delle terre perché la produttività diventa molto più alta. Il titolo di proprietà non

dipende dalla grazia, viene determinato dall’attività e viene poi legittimato. Un altro elemento

storico che Locke ha di fronte è quello della colonizzazione americana. Aveva percezione delle

problematiche con gli indiani. Questi indiani possedevano delle terre che furono poi prese dai

coloni americani. Questo viene fuori nel discorso della sua speculazione. Questo tipo di

legittimazione come appropriazione ha una sua giustificazione differente da quella che era stata

l’appropriazione delle terre nell’America del sud che era basata su una concezione cattolica

(proveniente da Dio) mentre l’appropriazione delle terre nel nord avveniva attraverso il lavoro. C’è

un limite all’acquisizione del lavoro, dei beni della terra: 1) soddisfacimento dei propri bisogni dei

propri interessi; ciascuno può appropriarsi di quello che vuole con il proprio sforzo, prima che si

deteriori (io posso raccogliere tante mele prima che esse vadano a male) 2) nel momento che ci si

appropria di qualcosa, si deve lasciare tanto agli altri affinché possano soddisfare i propri bisogni e

auto conservarsi. Presupposto: abbondanza di risorse-> il totale delle pretese (CLAIMS) ad

appropriarsi delle terre, e quindi il suo totale, è minore delle terre a disposizione (quindi quando ho

sempre più terra rispetto alle pretese di tutti). Quando ho fatto questa previsione, nessuno può

impedirmi di acquisire i frutti della mia terra. Nell’agricoltura le cose si complicano perché tutti

cercano di sfruttare le terre, per entrare in possesso dei frutti-> ma anche qui, nessuno può

prendere tutte le terre; è necessario lasciare le terre sufficienti affinché anche gli altri possano

soddisfare i propri bisogni (presupposto di abbondanza delle risorse che è diverso dal presupposto

invece di scarsità che abbiamo in Hobbes, secondo cui la scarsità delle risorse genera la guerra di

tutti contro tutti). Locke utilizza una metafora : colui che beve in un ruscello si appropria dell’acqua

che beve ma non nuoce danni agli altri, che ne possono far uso come prima della stessa acqua —

> l’uso deve lasciare gli altri nella stessa possibilità—>il problema sorge nel momento di scarsità

ed entra in contrapposizione con la sua teoria della proprietà. L’elemento scarsità cercherà di

essere risolto perché nel momento in cui mi approprio di un bene e non ce né abbastanza per tutti,

danneggio la situazione di un altro e vado contro la legittimazione del mio titolo di proprietà e non

diventa più accettabile il fatto che io ne entri in possesso e la sfrutti per guadagnarne dei frutti. Il

sistema di proprietà è giustificato quando lascia chiunque sta all’interno meglio della situazione di

un uso libero e privo di proprietà. Il lavoro dell’uomo è quello che dà il valore aggiunto ad un bene;

il bene è al 90% frutto di una catena e una cooperazione continua tra individui che mettono in moto

il processo lavorativo e non della natura; il bene è frutto dell’attività dell’uomo non della natura.

Problema della differenziazione : non tilt sono laboriosi, industriosi e vogliosi, quindi capaci di

lavorare allo stesso modo aumentando la produzione ; coloro avranno possessi differenti.

La moneta: escamotage, elemento di legittimazione affinché si riesca a trovare una via per

giustificare il fatto che c’è una appropriazione di più risorse di quei limiti che dovrebbero essere

rispettate.

Questo perché la moneta rende possibile che non vi sia degradabilità - > la moneta,col tempo, non

si deteriora ed è un modo con cui egli afferma che l’accumulazione dei beni non tende a svanire.

Siamo ancora in uno stato naturale, questi fenomeni di acquisizione della proprietà avvengono

prima che ci sia quel patto che trasferisce i propri diritti e quindi l’autorità ad un altro organo. E’ un

momento iniziale. Dato che la moneta è convertibile, non esiste la possibilità di degradabilità del

bene ed è anche il compromesso affinchè si pongano le basi di una società complessa dove ci

sono differenti beni da offrire sul mercato che tengono conto della maggiore o minore operosità di

ciascuno. Con la moneta c’è l’implicita accettazione della disuguaglianza. Il commercio: l’Inghilterra

si era mostrata come la principale potenza egemone dei mari e una forte presenza nell’America

del Nord.Il rapporto filosofia-commercio diventa un aspetto importante nel dibattito pubblico del

tempo: validità del commercio subordinato alla potenza della nazione-> istituzione della Banca di

Inghilterra, della Borsa-> processo di finanzializzazione che arriva fino ai giorni nostri.

Rifare Locke da libro più sintesi.

Rousseau

Parte su Rousseau sulla vita, sul suo carattere e sul rifiuto dell’illuminismo.

Rousseau non accetta la ragione ma sceglie il sentimento. Non accetta la razza umana uguale

caratterizzata dalla razionalità ma dice che le comunità degli uomini sono diverse fra loro a

seconda della loro storia.

La sua è una ipotesi di come si sarebbe dovuta sviluppare l’umanità e capire in base alle

caratteristiche del presente quelle di una comunità presociale per capire la base dell’uomo prima di

entrare all’interno di una cultura e di una socialità. Quindi vuole capire la vera essenza dell’uomo

prima della storia. Dunque fa una storia ipotetica della evoluzione (vista in negativo). Dunque

scredita il progresso degli illuministi e per lui questo fattore negativo ha prodotto la proprietà

privata.

Cosa è naturale e cosa è culturale? Questa domanda fa vedere Rousseau come padre

dell’antropologia. Secondo egli c’è stato dunque un contrasto tra gli elementi naturali, genetici e

quelli storico culturali, artificiali. Dunque l’origine della diseguaglianza non è naturale ma è legata al

culturale e questa è nata grazie ad un consenso da parte degli uomini. Quando alcuni hanno

ricchezze, onori, capacità di essere in modo superiore agli altri questa è diseguaglianza.

Non vuole l’abolizione della proprietà ma dice che bisogna porre i limiti della proprietà senza

eliminarla, dunque non è comunista né utopico.

Egli comincia la sua ipotesi con una critica a Locke che dice che esistevano delle leggi morali e

sociali nello stato presociale. E Rousse

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A.A. 2017-2018
16 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher basileaas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Aldobrandini Giovanni.