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FULVIA
Buon esempio di cosa può significare svolgere un ruolo di moglie nella tarda repubblica, è un
esempio di come si strumentalizza la memoria di una moglie per colpire coloro che sono stati suoi
mariti. Da un lato vedremo come questa donna abbia assolto il ruolo di moglie in una maniera
nuova, molto diversa rispetto ad altre figure di matrone, ma ci chiederemo se la contestazione di
questa figura, per essere una moglie anomala, risponda solo alla realtà di sottolineare la novitas e
il tradimento del mos maiorum o invece sottenda una finalità politica. Fulvia rappresenta l’antitesi
del modello (pulchra, madre e moglie, usa la parola con moderazione e in contesti privati, avere
atteggiamenti misurati, deve spendere la sua vita all’interno della casa). Nella tarda repubblica ci
sono cambiamenti accettati, come Tullia, ma il modello sussiste e può essere rivitalizzato proprio
in termini di delegittimazione.
Fulvia è la figlia di Marco Fulvio Balbalione. È una famiglia importante da generazioni perché dalla
fine del IV secolo i Fulvi sono stati al vertice della piramide sociale romana, ma nelle ultime
generazioni i fulvi non si sono più candidati alle cariche. Né il padre né il nonno sono ricordati per
aver ricoperto cariche del cursus honorum. È una famiglia di grande tradizione che vive un
momento di declino politico. Balbalione vuol dire balbuziente e alcuni hanno ritenuto che per
questo non si sia dedicato alla politica, perché i politici erano oratori. La sua famiglia è ricca. La
mamma è Sempronia Turitana, altra famiglia importante, discende da Gaio Sempronio Turitano
che era un trionfatore, nel 129 aveva sconfitto gli illiri. La madre era imparentata con Gaio
Sempronio Gracco attraverso la moglie di Gaio Gracco. Questo legame la collegava a Scipione
l’africano. Sappiamo pochissimo di lei fino al momento delle sue nozze. La famiglia è importante
perché ci fa capire che appartiene al contesto aristocratico e che probabilmente ha avuto accesso
ad una buona educazione.
Fulvia ha avuto tre mariti: Publio Clodio Pulcro, Gaio Scribonio Curione, Marco Antonio. È rimasta
vedova due volte, non ha mai divorziato. Cicerone dice che non portava fortuna ai mariti. Questi
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sono personaggi di spicco della politica romana repubblicana, tutti e tre al momento del
matrimonio con Fulvia sono di parte popolare e amici tra loro. Sono personaggi vicini a Giulio
Cesare in tempi diversi. Cesare ha avuto varie mogli, nessuna delle quali ha avuto un ruolo di
spicco. Fulvia era la first lady del partito popolare, perché la regia dei secondi matrimoni è
probabilmente proprio Cesare. Questi tre uomini sono amici tra loro e rappresentano il “gregge di
Catilina” (nome datogli da Cicerone). Erano les gens d’or dell’età repubblicana: Curione aveva i
soldi, erano ragazzi attivi.
Curione a un certo punto chiude i rubinetti e i tre rimangono a secco. Cicerone li descrive in questo
modo, ma sicuramente c’era una parte del denaro che destinavano agli elettori quindi a farsi
pubblicità.
Clodio apparteneva a una delle famiglie più illustri, la gens Claudia, aveva modificato il gentilizio in
Clodius per assumere il nome della sua valenza popolare. Alcune fonti sostengono fosse il braccio
armato di Cesare mentre lui era in Gallia, colui che organizzava squadracce che andassero ad
intimidire i senatori. Pare si fosse spinto anche oltre in posizioni estreme. Diventa tribuno della
plebe, carica attraverso cui si cerca di trasformare lo stato, di cui si avvalgono soprattutto i
populares per proporre legislazioni. Sposa Fulvia probabilmente nel 61. Ha una valenza politica
importante, forse con un fidanzamento già deciso attorno al 64 e probabilmente concordato da
Clodio con il terzo marito della madre di Fulvia, Lucio Licinio Murena, che Clodio conosceva bene.
Perché aspettano dal 64 a 61? Perché nel 62 c’era stato lo scandalo della buona dea: Clodio aveva
una relazione con la moglie di Cesare, Pompea. In casa di Cesare si dovevano celebrare le feste per
la buona dea (Cesare era pontefice massimo e la moglie doveva ospitare questa festa che era solo
femminile, per la fertilità). Clodio si presentò durante la festa travestito da donna, fu accolto da
una schiava che lo riconobbe dalla voce e andò subito a dire tutto ad Aurelia, madre di Cesare.
Clodio viene scoperto, Cesare ripudia Pompea perché aveva un sospetto, Clodio venne processato
e Cicerone gli testimoniò contro. Fonti dicono fosse stata Terenzia ad obbligare Cicerone a
testimoniare, perché odiava la sorella di Clodio, Clodia. Clodio riuscì a comprare la giuria e venne
assolto quindi ora era libero di sposare Fulvia. Il matrimonio dura fino al 52 perché Clodio viene
assassinato in uno scontro brutale con le bande di Tito Annio Milone, suo nemico giurato. Questo
matrimonio era un affare per entrambi: Fulvia si imparentava con una casata molto importante, la
gens Claudia, una famiglia che aveva relazioni clientelari estesissime in Italia e nelle province,
inoltre era una famiglia che tendenzialmente lasciava alle donne un certo spazio (Clodio aveva tre
sorelle che erano sostanzialmente autonome e indipendenti); Clodio invece riceveva un vantaggio
economico perché la famiglia di Fulvia era molto ricca (Clodio ha anche due fratelli che volevano
fare carriera politica e serviva un patrimonio consistente), inoltre Fulvia aveva dei legami con
Cesare e così si avvicinava a lui, il che poteva essere una buona opportunità politica.
Da questo matrimonio nascono due figli, Claudia che sarà moglie di Ottaviano (la prima che verrà
ripudiata dopo la guerra di Perugia) e Clodio, che arriverà alla pretura anche se le fonti dicono di
lui ogni male. Eventi particolari che riguardino questo matrimonio non ci sono conservati dalla
tradizione. Però sono interessanti alcune circostanze: la prima è che le fonti, Cicerone soprattutto,
sostengono che Clodio e Fulvia stavano spesso insieme (in occasioni pubbliche lo accompagnava
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spesso e quindi è un elemento particolare se lo sottolinea), Valerio Massimo ci dice che esercitava
una influenza importante su Clodio (probabilmente su questioni pubbliche, politiche, e anche
questo se viene rilevato vuol dire che non era la consuetudine), infine è interessante quanto
avviene subito dopo la morte di Clodio: Clodio viene assassinato lungo la via Appia in un agguato, il
suo corpo viene massacrato e viene riportato nella domus che Fulvia e Clodio avevano sul Palatino.
Di solito la moglie o la madre tradizionalmente si occupano della cura del corpo del defunto, cioè
lo puliscono, lo profumano e lo vestono per l’esposizione. Il corpo viene esposto nell’atrio, luogo
frequentabile da estranei. I clienti si recano poi a rendergli il saluto e questo funerario è uno degli
spazi riconosciuto alle donne. Fulvia agisce nella tradizione fino a qui, ma Asconio, commentatore
di Cicerone, scrive che il corpo di Clodio viene esposto come è arrivato in casa insanguinato e con
le ferite esibite (precedente del funerale di Cesare la cui veste è esposta insanguinata).
Asconio Pro Milone 28 Perlatum est corpus Clodi ante primam noctis horam, infimaeque plebis et servorum maxima
multitudo magno luctu corpus in atrio domus positum circumstetit. Augebat autem facti invidiam uxor Clodi Fulvia
quae cum effusa lamentatione vulnera eius ostendebat.
“Il corpo di Clodio è stato portato prima della prima ora della notte, una grande folla di popolani tra i più spregevoli e
di schiavi con grandi manifestazioni di dolore circondò il corpo deposto nell’atrio della domus. Accresceva l’odio per
quanto era accaduto la moglie di Clodio, Fulvia, che esibiva le sue ferite emettendo lamenti.”
Fulvia opera in questo modo perché tutti vogliano la vendetta. La sua scelta è una scelta che ha
delle ricadute politiche, usa un ambito tradizionalmente femminile in un contesto adatto alle
donne con modalità espressive accettabili per le donne, ma lo fa interferendo in politica. Il
funerale di Clodio, che poi sarà gestito da uomini fuori casa, sarà un funerale sedizioso e
raggiungerà il suo obiettivo.
L’interferenza di Fulvia si produce anche in un contesto giudiziario, perché si celebra il processo
contro Milone e vengono chiamate a testimoniare anche Fulvia e sua madre. È un processo in cui
si discute dell’azione dei populares da una parte e degli optimates dall’altra. Le due non parlano,
ma col loro lamento rendono evidente come la morte di Clodio sia una ferita e quindi ancora si
muovono nella tradizione ma anche qui c’è una importantissima ricaduta politica.
Fulvia aspetta il tempus lugendi, per la certezza della paternità di eventuali figli, e poi si sposa con
Gaio Scribonio Curione, tra la fine del 51 e l’inizio del 50. Fulvia era considerata l’emblema della
parte popolare, Gaio Scribonio fino al 51 è schierato con gli optimates (il padre ha combattuto per
Silla) e si candida per la prima volta al tribunato della plebe per l’anno 50. Le elezioni si svolgono in
autunno ed entra in carica a dicembre. Si presenta come candidato della parte optimate, ma si fa
votare dagli optimates e appena viene eletto promuove una politica filo cesariana perché anche il
ricco Curione era in difficoltà economicamente. Cesare ha destinato a lui molte finanze e quindi lui
diventa il suo tribuno. Quindi passa dall’altra parte per soldi. Questo matrimonio era di valenza
simbolica e si colloca dopo tutto ciò. Da questo matrimonio nasce un figlio che si chiama Gaio
Scribonio Curione e che verrà ucciso da Ottaviano nel 31 dopo la battaglia di Azio (momento di
grandi omicidi di figli per preparare la classe dirigente). Curione muore nel 49 in Africa
combattendo per Cesare, che lo ricorda (il che è strano perché di solito non parla di altri!).
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Nel 47 Fulvia si risposa con Marco Antonio. Proprio questo matrimonio è il contesto in cui con
maggiore evidenza Fulvia si discosta dal mos maiorum e intraprende delle iniziative politiche.
Antonio andava in giro per l’Italia scorrazzando su un bel carro e Citeride (che era stata con tutti!)
sembrava essere sua moglie, situazione non gradita a Cesare. Antonio abbandona quella vita e
prende in moglie Fulvia, e Plutarco, nella Vita di Antonio, ci dice che Fulvia non rispetta il mos
maiorum.
“Antonio abbandonò infatti quella vita e pensò al matrimonio, prendendo in moglie Fulvia, già sposata al demagogo
Clodio, donna che non badava a filare la lana e alle faccende domestiche né si accontentava di dominare un privato
cittadino ma voleva governare un governante, comandare un comandante. Per cui Cleopatra fu in debito a Fulvia di
aver insegnato ad Antonio il predominio femminile, ricevendolo fin dall’inizio del tutto mansueto e amm