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LEGGENDA DELLA CROCE
Seguono altri episodi dove Piero riesce ad esprimere la sua abilità narrativa e la sua capacità inventiva come: "TORTURA DELL'EBREO" dopo la morte di Cristo, la croce viene seppellita e un ebreo di nome Giuda sa dove si trova, per questo viene torturato, affinché riveli il luogo del seppellimento. Anche qui è da notare la funzione dell'architettura come scenografia della scena sacra in primo piano. L'abilità prospettica di Piero nella croce rappresentata in diagonale, ma anche nell'architettura di sfondo e quella sulla dx, ma anche nei copricapi orientalizzanti.
"SOGNO DI COSTANTINO": che riceve la rivelazione della croce, ma anche la premonizione della sua vittoria su Massenzio, a patto della sua conversione. Uno dei primi notturni moderni, con Costantino addormentato sotto la sua tenda, sorvegliato, che riceve la rivelazione che si porta con sé la luce.
in buono stato), mentre le parti laterali sono state separate e conservate in diversi musei. La composizione del polittico è molto simmetrica, con la Madonna al centro e i santi disposti ai lati. La scelta dei colori è molto ricca e luminosa, con un uso sapiente della luce per creare effetti di profondità. La figura di Cristo sulla croce è particolarmente imponente e realistica, con un dettaglio minuzioso nei lineamenti del volto e del corpo. Nel complesso, il polittico di Sant'Antonio è un'opera di grande bellezza e importanza nella produzione artistica di Piero della Francesca.Una Sacra Conversazione, dove viene rappresentata nella parte centrale e su un livello superiore, la Madonna con bambino seduta su un trono monumentale all'antica, circondata da due coppie di santi). La parte superiore di questa CIMASA (parte di coronamento dei polittici o delle pale d'altare), che ospita l'Annunziazione (qui, oppure ospitava la Crocefissione) con cornice moderna che entra in conflitto con la cornice originale della parte centrale. Così come non è conservata la cornice della predella, le scene sono impaginate in una cornice tutta moderna, che non c'entra niente con quella centrale. Ancora la richiesta di fondo dorato che probabilmente viene dalle committenti. Ma lui non si lascia scalfire, trasforma queste richieste (oro e polittico): innanzitutto con le dimensioni imponenti della cimasa che sono più o meno come quelle della parte centrale questa sproporzione si può forse spiegare con l'idea di osservazione che Pietro.doveva avere e con la prospettiva della scena dell'Annunciazione quasi ipnotica (corridoio fatto di arcate una dopo l'altra da cui entra la luce che disegna l'ombra sul pavimento). La parte centrale del polittico, con la Sacra Conversazione, viene decorata quasi fosse una tappezzeria fondo d'oro diventa una decorazione della parete. Pavimento unico come nel Polittico della Misericordia, il fruitore si sente parte della scena. Aureole in prospettiva, non più piatte, dischi di metallo in prospettiva (già in Masaccio), ma con un'attenzione in più dove il disco è riflettente. Grande attenzione per la luce (attenzione per il rapporto tra parti luminose e parti in ombra, e per le parti riflettenti) e il colore e le parti riflettenti. Volti estremamente caratterizzati e tridimensionali. "DOPPIO RITRATTO DI FEDERICO DA MONTEFELTRO E DI SUA MOGLIE BATTISTA SFORZA" (1473-75, oggi Uffizi): L'attenzione per la luce e per ilIl colore diventa ancora più intenso negli anni di Urbino (1470-1482), alla corte di Federico da Montefeltro, corte caratterizzata da una cultura umanistica meno filosofica di quella fiorentina, ma più scientifica e matematica (Federico molto interessato alla letteratura, alla matematica e alla pittura fiamminga). L'umanesimo più razionale e matematico andava incontro molto bene agli interessi di Piero della Francesca. Baldassarre Castiglione ambienta un suo scritto nella corte di Urbino (Guidobaldo da Montefeltro, 1500). Piero entra in contatto con l'arte fiamminga, dove trova uno stimolo maggiore per la luce e il colore. L'incidenza dell'arte fiamminga si nota molto bene in questo doppio ritratto nel paesaggio realizzato alle spalle dei duchi, che doveva rappresentare l'estensione del ducato di Federico, ma che allo stesso tempo si trasforma in un paesaggio luminosissimo che spinge fino all'orizzonte, con un dettaglio e precisione.
Estraneiall'arte italiana ma molto tipico di quella fiamminga. I due vengono rappresentati di profilo e il ritratto è costituito da un "recto" (dove ci sono i loro volti) e un "verso" (rappresentazione dei Trionfi dei due duchi: iconografia all'antica, impaginati in un paesaggio molto luminoso edettagliato sullo sfondo). La cornice che vediamo non è originale (è del 900, sostituita come quella del polittico di Sant'Antonio), forse troppo massiccia, la separazione originali doveva essere meno marcata, a rendere più coerente la rappresentazione spaziale dello spazio dietro. Differenza nella resa realistica dei due ritratti: quello del duca è molto più realistico di quello della moglie Battista Sforza realizzare l'uomo in maniera più realistica e la donna meno era usuale in più il colorito così chiaro della carnagione di Battista Sforza potrebbe sottolineare anche la sua morte prematura.
Oltre all'influsso dell'arte fiamminga (resa dei volti e del paesaggio) è importante anche l'incidenza dell'arte antica sia per la realizzazione di profilo dei due personaggi (medaglie/monete antiche), sia nella scelta di fare un ritratto con due facce, sia per la scelta iconografica del "verso" (Trionfo dei Duchi) come abbiamo visto in Pisanello, nelle sue monete a due facce. L'interesse di Federico per la matematica (prospettiva), l'arte fiamminga lo vediamo molto bene nella realizzazione dello STUDIOLO DI URBINO (metà anni 70 del 1400, 1476): ambiente privato, piccolo, all'interno del Palazzo Ducale di Urbino, caratterizzato da due livelli di decorazione nella fascia bassa: Federico fa eseguire tarsie linee di impianto prospettico, fortemente illusionistiche, fatte da Benedetto da Maiano, con rappresentazione di nature morte e libri, con illusione di porte che si aprono all'interno delle quali si intravedono.libri; nellaparte superiore: fa realizzare un ciclo di uomini illustri, quelle che vediamo oggi sono dellecopie, i ritratti di questi uomini illustri sono stati diversi, un buon numero oggi sono al Louvre,gli artefici della maggior parte di questi dipinti sono artisti fiamminghi: Giusto di Gand e Pedro Berruguete (negli stessi anni di Piero della Francesca influenza di queste presenze, oltre allacollezione fiamminga di opere di Federico da Montefeltro).
“MADONNA DI SENIGALLIA” (oggi Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, datazione incerta,negli anni di Urbino, di cui non conosciamo la precisa destinazione):Il contato con la culturafiamminga e la cultura matematica e ottica delle corte di Federico filtra nelle opere di Pierodipinte negli anni di Urbino. Si tratta di una Madonna con Bambino con la presenza di dueangeli un poco misteriosi, posizionati a sx e a dx della Madonna raffigurata al centro. La nuovaattenzione per i fenomeni luminosi e del rapporto tra luce e ombra,
acquista una raffinatezza maggiore in quest'opere, rispetto a quelle precedenti si vede nella resa del velo, così leggero, colpito dalla luce, che adorna il capo della Vergine; ma si vede anche nel dettaglio della luce che filtra potente da una finestra con vetri decorati (sulla sx), con motivo che si disegna sulle persiane mezze aperte, creando un gioco di colori e luci; ma anche nella rappresentazione così luminosa delle due perle che gli angeli portano al collo (come diceva Alberti: imitare la ricchezza degli oggetti)."PALA DI BRERA O PALA DI URBINO" (SACRA CONVERSAZIONE, oggi Pinacoteca di Brera, Milano, ca. 1472): l'opera più importante e con una maggiore influenza sull'arte italiana, dipinta da Piero. Ancora una volta una Sacra Conversazione, costituita dalla Madonna centrale, con il Bambino in grembo, collocata su un piano più elevato rispetto ai santi intorno, e circondata da una serie di arcangeli (sulla dx e sulla sx in
fondo) e da tre santi collocati a sx e dx.Sacra Conversazione molto popolata. In primo piano (dx): inginocchiato, in uno spazio che sta a metà tra quello della scena sacra e quello dello spettatore, troviamo Federico da Montefeltro, a partecipare in qualche modo alla Sacra Conversazione. Fu dipinta per la chiesa di San Bernardino (Urbino), forse in un luogo pensato come un futuro mausoleo del duca Federico. Rispetto alle opere precedenti ci sono dei cambiamenti piuttosto radicali: Piero finalmente può ambientare la Sacra Conversazione in uno spazio unificato, senza imbrogli di fondi d'oro (polittico di Sant'Ambrogio etc.), di colonnine di separazione. Come elemento unificante: architettura imponente grandiosa e di derivato classicismo, derivata appunto dall'Architettura antica e soprattutto dalla reinterpretazione che dell'architettura antica aveva dato Leon Battista Alberti, un'architettura più aperta, ariosa, complessa, che possiamo
però mettere lo stesso a confronto con quella degli Affreschi di Rimini, della Flagellazione e anche in alcune delle scene degli Affreschi di Arezzo. La data 1472 è soprattutto legata ad un tentativo di interpretazione iconografica è legata ad un'interpretazione iconografica dell'uovo di struzzo appeso ad un cordino con catenella dorata, legata alla conchiglia che decora l'abside con questa architettura che allude nella tradizione iconografica alla maternità miracolosa della Vergine, ma anche all'impresa araldica della famiglia dei Montefeltro (più significati dell'uovo). Il 1472 è molto importante anche perché era nato l'erede maschio della famiglia dei Montefeltro (Guidobaldo, che succederà al padre), ma anche anno della morte di Battista quindi sì allusione al miracolo della nascita di Cristo attraverso la Vergine e di Guidobaldo per Federico, ma c'è anche un'allusione
Molto probabile alla morte di Battista Sforza (richiamata anche forse dalla scelta di qu