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LE CLASSI URBANE
Le città russe erano ancora in massima parte centri commerciali e amministrativi piuttosto che
concentrata in maggior parte a Kiev, Mosca e Pietroburgo. L’espressione
industriali. L’industria era
classe lavoratrice comprendeva operai regolarmente impiegati nelle fabbriche, nelle miniere e nei
trasporti ma anche artigiani e simili(fabbricanti e costruttori).
LA POLITICA ECOMICA
Fu dominata dal conte Kankrin. Egli era un deciso fautore del protezionismo e uno dei suoi obiettivi
era di attingere alle risorse dei nobili esenti dalle tasse e proprio per questa ragione la sua politica fu
avversata.
Egli si dimostrò un buon amico della piccola e crescente classe imprenditoriale per cui istituì organi
ufficiali allo scopo di consultarsi con i suoi membro. Durante il regno di Nicola andò costantemente
l’esportazione
aumentando dei cereali e il valore del commercio estero aumento. Durante il suo
regno cominciarono le costruzioni ferroviarie con il primo treno da Pietroburgo a Mosca.
principale delle entrate era l’obrok
La fonte e il testatico, il resto dai dazi di importazione.
Ai frequenti deficit si rimediava con prestiti stranieri o interni e col crescere del debito il rublo
andava perdendo valore. IDEE E MOVIMENTI
Nei primi anni del regno di Nicola I Pietroburgo diventa un centro intellettuale: qui abitavano i
maggiori scrittori russi: Puskin, Gogol. Ciò che ostacolava tutto ciò fu la censura esisteva infatti una
e una Commissione centrale di censura di Pietroburgo. L’idea
Commissione suprema di censura,
era che la censura non dovesse essere totalmente negativa quanto doveva dare un indirizzo positivo
alla letteratura, sia per la forma che per il contenuto. Questa propensione fece dei burocrati gli
arbitri del gusto letterario e gli scrittori e gli editori dovettero dedicare un tempo molto grande ad
aggirare la censura. Un nuovo statuto venne emanato e che dichiarava che non era compito del
censore quello di pronunciare verdetti su quali parti del testo fossero o no in contrasti con il
regolamento.
Un’atmosfera più libera e intellettuale si aveva in quegli anni nella seconda e più antica capitale. La
corte e l’imperatore erano lontani ed esisteva una notevole quantità di nobili colti. L’università
possedeva professori migliori e una tradizione più lunga. A Mosca vennero a crearsi circoli dove si
discuteva di problemi sociali, filosofici, e politici e dove apparvero uomini di grande ingegno. Tre
furono i circoli intellettuali più importanti:
primo si raccoglieva intorno ad Herzen e all’università. Il gruppo di studenti che si riunì intorno
-Il
a loro fu denunciato dalla polizia. Herzen venne esiliato in una remota regione dove gli fu dato il
compito di funzionario ciò gli consentì di conoscere da vicino la burocrazia russa.
-Il secondo gruppo (Stankevic) aveva come interessi principali la filosofia di Hegel, Tra i
personaggi importanti che vi fecero parte ricordiamo: Granovskij, il cui grande merito fu quello di
la capacità e l’interesse
risvegliare per la storia di Europa nei suoi studenti. Un altro importante
componente fu Bakunin, entusiasta espositore di dottrine di Hegel. Il quale introdusse alle idee di
Hegel il quarto membro importante, Belinskij. Egli era un esempio eminente della nascita
dell’intelligencija plebea. Intraprese la carriera giornalistica e fu invitato a scrivere articoli di critica
letteraria. I suoi articoli, ebbero enorme importanza in quanto furono la prima espressione di un
pensiero critico nei confronti dei mali sociali.
-il terzo gruppo era costituito dagli slavofili: erano proprietari terrieri che si occupavano attivamente
delle loro terre, sulle quali vivevano la più grande parte del tempo a contatto con i contadini e
avevano un autentico interesse per l’agricoltura.
OCCIDENTALISTI E SLAVOFILI
‘40
Negli anni la vita intellettuale e il pensiero politico russi si divisero nelle due scuole principali
degli occidentalisti e slavofili. dalla pubblicazione delle “Lettere filosofiche”
La grande disputa tra questi due gruppi fu inaugurata
sulla storia e la religione della Russia da un punto di vista europeizzante e simpatizzante per il
l’autore,
cattolicesimo. La lettera fu sensazionale dal punto di vista politico: La Russia sosteneva
non apparteneva né all’Occidente né all’ Oriente, non aveva parte né nella civiltà europea né nelle
civiltà asiatiche e non rappresentava una civiltà propria. La lettera ebbe accoglienze disparate. Qui
si criticavano la corruzione dell’intero apparato statale, sociale e culturale. Lo scrittore venne
considerato pazzo.
Fra i due gruppi c’era molto in comune. Non bisogna immaginare che gli occidentalisti
desiderassero abolire l’identità nazionale e seguire servilmente l’Europa né viceversa. Entrambi
erano contrari all’ordine sociale e politico esistente e volevano riformarla. Gli slavofili in massima
parte desideravano l’emancipazione dei servi.
La loro divisione riguardava essenzialmente l’atteggiamento religioso e la visione storica. Gli
slavofili erano cristiani convinti, gli occidentalisti per lo più atei. Gli slavofili erano convinti della
superiorità dell’ortodossia cattolica sul e sul protestantesimo. Nell’ortodossia non
cattolicesimo
c’era nulla l’unico capo della Chiesa era Cristo stesso. Inoltre il
di equivalente al papa:
cattolicesimo e il protestantesimo erano troppo dominati dal razionalismo; i pensatori ortodossi
ponevano l’accento sulla “interiorità dello spirito”. Gli slavofili tendevano ad esagerare le tendenze
peculiari del popolo russo ed a identificare la Chiesa e la stessa religione con il popolo: soltanto i
Russi erano in grado di comprendere a pieno la Russia, e a differenza di altri popoli europei non
erano né conquistatori né oppressori.
Per gli occidentalisti la religione non poteva essere che superstizione e tutte le chiese istituzioni
reazionari e false.
Quando Gogol scrisse le “Anime morte”, in cui satirizzava tutti i tipi umani russi, gli occidentalisti
e in particolare Belinskij lo fecero corrispondere al loro radicalismo politico e considerarono Gogol
uno di loro. Ma Gogol non era mai stato veramente un radicale e ciò venne confermato in una sua
successiva opera in cui esprimeva la sua devozione all’autocrazia e alla Chiesa russa. Belinskij ne
fu inorridito e scrisse la “Lettera a Gogol” in cui dichiara che la Chiesa è stata sempre il baluardo
della frusta e la prima fonte di dispotismo. In Russia la religione era pura superstizione e non
devozione, a parte per le sette religiose (che erano un numero inconsistente rispetto alla
popolazione). Questa “Lettera” esprime bene quello che l’intelligencija radicale credeva dovesse
L’ortodossia in realtà era la
essere il comportamento delle masse verso la Chiesa. principale fonte di
modellazione della maggior parte dei russi.
Belinskij era anche un critico letterario ma il suo assunto che un’opera letteraria doveva avere anche
a credere che anche l’opera dovesse essere giudicata in base al fatto se essa
valore sociale lo portò
serviva o meno la causa del progresso politico e sociale.
Per quanto riguarda l’Europa gli occidentalisti erano interessati in quanto qui si erano prodotte le
moderne idee politiche radicali che potevano essere utilizzate in Russia per attuare la rivoluzione.
Gli slavofili avevano un forte interesse per la storia, apprezzavano la tradizione e credevano che la
servitù della gleba doveva essere abolita, la burocrazia doveva avere meno potere, il potere doveva
le fondamenta dell’autocrazia e
essere nelle mani del sovrano ma bisognava scuotere
dell’ortodossia. Essi ritenevano Pietro il Grande come un grandissimo sovrano e idealizzavano una
società costituita su quelle basi. Nella Russia antica esisteva un armonia tra popolo e sovrano, che
necessitava di essere ristabilita tramite la diminuzione del potere burocratico.
Anche gli occidentalisti ammiravano Pietro e si ritenevano i continuatori del suo processo di
ammodernamento. Condividevano un certo nazionalismo russo, la simpatia per i popoli slavi
dal nemico tradizionale della Russia , la Turchia o dall’Austria.
governati
NAZIONALISMO
Il nazionalismo implicava varie problematiche: le pretese della dinastia, l’accentramento, la
sicurezza delle frontiere, la diversità religiosa e il nazionalismo russo. La fedeltà alla dinastia era un
obbligo per tutti i sudditi, russi o non. Una forte intolleranza religiosa si accostava al nazionalismo.
Si ebbe l’insorgere di un nazionalismo russo rafforzato dal crescente e legittimo orgoglio dei russi
colti per la bellezza della loro lingua che si rifletteva nella nuova letteratura. Nicola I diffidava di
questo nazionalismo ma condivideva i giudizi antisemiti e diede il suo appoggio alla legislazione
antiebraica e anti polacca. Ma i suoi sudditi, coloro che lo servivano fedelmente non dovevano
subire discriminazioni di alcun genere, in particolare per i tedeschi baltici.
I funzionari russi presero l’abitudine di attribuire agli ebrei tutte le colpe. Si riteneva che bisognava
fecero entrare nell’esercito
cacciare gli ebrei dal loro isolamento e con un provvedimento si ma le
conseguenze furono ancora peggiori per i soprusi che dovettero subire.
GLI ULTIMI ANNI
L’esplosione rivoluzionaria del 1848 allarmò profondamente lo zar che emanò un proclama in cui
L’atmosfera
dichiarava la volontà della Russia di resistere alla rivoluzione. intellettuale rimase
opprimente fino alla fine del regno , si moltiplicarono le censure. Nicola morì.
ALESSANDRO II (1855-1881)
(Lo zar liberatore)
Alessandro II salì al trono all’età di 37 anni. E’ stato molto importante perché attuò quelle riforme
molto tempo all’interno del Paese
necessarie che erano state rimandate per per paura di non riuscire
a contenere le masse. Dal suo matrimonio ebbe sei figli e due figlie. Era di idee conservatore e
fosse necessario mantenere il principio dell’autocrazia.
credeva
LA PRIMA PARTE DEL REGNO
LA QUESTIONE CONTADINA
Nel momento in cui salì al trono, pur essendo un conservatore era più sensibile alla questione del
servaggio. Le riforme che seguirono furono forse anche il frutto di un contesto particolare:
l’atteggiamento dell’opinione pubblica si era venuta evolvendo pian piano in favore della
stessi contadini ormai l’aspirazione
emancipazione, e anche negli alla liberazione era forte. A tutto
ciò si aggiunsero sommosse nel paese che continuavano a crescere e la guerra di Crimea. Questa
perdita mise in luce tutta l’arr