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Montenegro. Tra la Dalmazia e l'Albania vi è Ragusa, assolutamente autonoma e
svincolata da Venezia, rivale della Serenissima.
Dopo il 1211, alla fine della IV crociata, i veneziani prendono Creta, iniziando l'espansione
che avrà un seguito notevole. Nel 1460 circa è il turno di Cipro, che rimarrà sotto Venezia
fino a Lepanto.
Guerra del Peloponneso alla fine del 600 guidata da Francesco Morosini, unico doge che
vanta una statua, in quanto l'aristocrazia non amava ile figure di potenza. Ma lui è un
eccezione. L'indipendenza greca, dopo Venezia, avverrà solo ai primi dell'800, con la
borghesia delle isole ionie, discendenti dai funzionari posti da Venezia stessa. Con la
perdita del Peloponneso rimangono appunto solo le isole ionie sotto il dominio della
Serenissima (Zante, patria di Foscolo).
Istria, isole del Quarnaro, Veglia, Cherso e Lussino => avamposti commerciali, da sempre
posseduti
1211: presa di Creta
1405-9: controllo delle Bocche di Cattaro
1460: presa di Cipro
1508: controllo di alcuni porti pugliesi
1571: con Lepanto cessione di Cipro e Creta ai turchi in cambio del mantenimento dei
possedimenti a occidente.
1690: conquista del Peloponneso. Rimarrà per 40 anni sotto Venezia per poi venir ceduto
ai turchi.
Struttura generale
Venezia, centro dominante, è divisa in 6 sestrieri, rappresentati da un consigliere dogale
per ciascun sestriere. L'aristocrazia era estesa sul tessuto sociale a Venezia e lo si può
vedere dal tessuto urbano, della vicinanza dei palazzi nobiliari. Essa era estesa perché
era legatissima al popolo cittadino. Era detta città del gossip: la sua fisionomia permette
il raduno sociale in maniera migliore di quanto potesse essere per una città normale. Ciò
permetteva di sondare facilmente gli umori del popolo e far si che l'aristocrazia riuscisse a
riparare eventuali difficoltà che avrebbero compromesso l'ordine sociale. Questo generava
benessere e inseriva alla perfezione i ceti più abbienti.
Sotto l'aristocrazia del ceto dirigente c'erano i cittadini , rappresentanti una burocrazia ,
ossia coloro che occupano l'amministrazione dei registri di ogni tipo, memoriale,
economica. Ciò non poteva essere fatto dai patrizi che non avevano continuità di mandato.
La continuità era garantita dai cittadini. Essi non erano nobili ma in caso di matrimoni misti
con aristocratici, i discendenti diventavano nobili. Quanti erano i nobili e quanti i cittadini?
Molto discusso, si sa di certo che il 25% dei cittadini poteva diventare nobile per nascita, a
causa anche di un decremento demografico. Si parla anche di plutocrazia come tipo di
governo a Venezia, dove contano le famiglie coi loro rapporti.
A Venezia non ci sono mai state sollevazioni popolari perché vi è partecipazione a vari
livelli nelle "scuole" dette anche confraternite, le cui grandezze rappresentano
l'importanza.
Ogni magistratura nasceva provvisoria e col tempo diventava definitiva. Tuttavia è difficile
dare un quadro definitivo. In epoca fascista Venezia era vista come un altre ego dello stato
mussoliniano, col parallelismo del consiglio dei ministri. La costituzione veneziana è
materiale, non scritta, relativa alla sola città di Venezia, sempre e comunque città stato.
Serrata=chiusura: il Maggior Consiglio agli inizi del '300 chiude la possibilità di accesso
alla posizione sociale di nobile, in quanto era nobile chi faceva parte del Maggior Consiglio
stesso. La costituzione prese il via dopo la serrata, sottolinenando il ruolo Patrizio dentro
alle magistrature.
Esisteva una realtà straniera presente sin dal 4-500, di una comunità tedesca, greca ecc...
A metà del 500 i veneziani DOC erano 25%, il resto viene da fuori. Ci sono persino
ambasciatori giapponesi. Venezia essendo città mercantile attira tutti coloro che vogliono
commerciare. Il periodo d'oro del commercio veneziano finisce col 400. Arricchirsi a
Venezia era molto facile, come lo era impoverirsi a causa di tempeste o piraterie. Non è un
commercio d'astuzia come quello olandese, i veneziani giocavano sul dislivello dei prezzi,
sui materiali che venivano dirottati verso l'Europa centrale. Era un commercio gestito dallo
stato che dava in appalto le galee. L'Arsenale è la fabbrica della flotta mercantile, il legno
viene preso dalle zone dell'entroterra circostante. Tutto ciò finirà nel 500, quando i
fiamminghi e gli inglesi costituiscono una terribile concorrenza. È una realtà che muta
anche per il fatto che il commercio non sarà più in mano ai patrizi: a Venezia nonostante il
ceto comandante la facilità di arricchirsi e impoverirsi è estrema. Antonio Grimani diventa
doge partendo da semplice cittadino. Il commercio diventa troppo pericoloso per i nobili e
lo consegnano ai cittadini, i quali possono arricchirsi. Quindi i nobili possono investire sulla
terra, rendendo si simile alla nobiltà europea. Machiavelli: i nobili veneziani sono diversi
dal resto della nobiltà europea in quanto essi commerciavano e non si sporcavano le mani
col lavoro terriero, e detenevano il potere mentre in altri paesi lo stesso ceto lo stava
gradualmente perdendo. Lo strato più basso, la plebe, era considerata male perché la
ricchezza nella prima età moderna è importantissima, indipendentemente dal ceto sociale.
Venezia era una res publica e ci rimarrà fino alla fine diversamente da altri stati italiani e
non proprio per questi motivi.
Il diritto era importante: a Venezia esso è diverso da tutti gli altri sistemi giuridici. Ci
accorgiamo della diversità in quanto mancavano i giuristi , ossia chi interpretava il diritto.
Ciò significa che il potere politico non accettava alcuna mediazione, il diritto veneziano era
diritto pragmatico. Uscendo verso la pianura e in Europa troviamo solo l'applicazione del
diritto romano, con i suoi interpreti. Ivi si seguivano gli statuti o le consuetudini. Se queste
mancavano si procedeva per analogia, cioè l'equiparazione dei vari casi. Se nemmeno
questo funzionava si ricorreva al diritto romano, definito comune. Infine il concetto di
impero giustificava l'applicazione del diritto romano. Le autonomie sono quindi legittimate
dall'impero. Venezia non era così, avendo una gerarchia diversa: alla Serenissima vi
erano gli statuti e se non funzionavano si passava alle consuetudini, all'analogia finendo
con l'arbitrium: il giudice, nobile, decideva a propria discrezione con la propria coscienza.
Ergo la giustizia veneziana è una giustizia politica mediata dal ceto nobiliare. Andrea
Grilli tenta di introdurre i giuristi a Venezia ma il maggior consiglio la respinge evitando
così l'adozione del diritto romano.
Città europea: Statuto => Consuetudini => Analogie => Diritto romano, garantito
dall'impero
Venezia: Statuto => Consuetudini => Analogie => Arbitrium, giudizio personale del giudice
Gestione del Dominio da terra, i patrizi fungevano da ambasciatori e non i cittadini, infatti
i nobili non delegavano il proprio potere. La famiglia del Patrizio pagava le spese di viaggio
del nobile, non lo stato. Il viaggio era lungo e pericoloso, indi per cui ci si riforniva di un
piccolo esercito e di tutti i permessi necessari. Palazzo Venezia a Roma è l'ambasciata
della Serenissima. I rettori, diversamente dagli ambasciatori, erano i rappresentanti
veneziani nelle città del dominio, nelle città più grandi erano in due. Essi venivano accolti
prima di entrare in città, con una serie di cerimonie e rituali importanti. A questo livello
potevano arrivare anche i patrizi medi. I rettori erano, a differenza degli ambasciatori,
mantenuti dallo stato. Secondo la logica il diritto applicato nei domini doveva essere quello
veneziano. Invece, essendo Venezia uno stato giurisdizionale, veniva applicato il diritto
locale, in norma alla libertà concessa dalla Serenissima, la quali stabiliva che fosse la
gerarchia locale a muoversi, in caso quindi applicando il diritto romano. Ma i rettori
potevano, e molto spesso succedeva, non capirci nulla di diritto, non avendo lo mai
studiato in quanto bastava l'arbitrium. Nelle grandi città il problema era questo e non si
sarebbe potuto cambiare la realtà locale. Per risolvere la situazione i rettori venivano
accompagnati da dei giudici atti allo scopo. In caso l'imputato veniva portato e giudicato a
Venezia. Col diritto veneto intendiamo tutto questo insieme di procedure.
Il dominio da terra era costituito, come suddetto, da dei rappresentanti, inviati a seconda
dell'importanza del luogo. A Spalato veniva inviato uno dei ceti nobiliari bassi: se agiva
contro le leggi locali gli abitanti inviavano dei rappresentanti a Venezia denunciando le
ingiustizie del rettore. La Serenissima dava sempre ragione al contesto locale. A Padova
venivano inviati pezzi forti della nobiltà, facente parte talvolta del consiglio dei 10: i
padovani quindi sarebbero stati attenti a denunciarlo dinnanzi a suoi pari. È una strategia
di dominio politico. Con la partenza del rappresentante gli veniva dato un testo scritto o
commissioni: era un promemoria che delineavano i comportamenti che avrebbe dovuto
tenere nella città. Ma imponeva anche l'applicazione di determinate leggi in determinate
materie: il rettore quindi si sarebbe adeguato alle commissioni e dava a lui un'importante
autonomia e azione a sua discrezionalità, sapendo di avere le spalle coperte. In loco i
rettori dovevano informare costantemente Venezia. In Europa come a Venezia esistevano
già da tempo i dispacci. Oltre ad essi vi sono le relazioni: i rettori tornati in città
leggevano una relazione in cui riassumevano il loro operato, descrivendo spesso anche le
caratteristiche della popolazione del luogo. Laddove il rappresentante è tra i grandi il suo
potere è tra i forti e a sua completa discrezione. La differenza tra i due è che i dispacci
sono giornalieri, mentre le relazioni mensili o talvolta annuali.
Schema di ordinamento del potere veneziano: le magistrature
Con la serrata del Maggior Consiglio si istituisce la scala del potere definitiva. Serrata,
come suddetto, rappresentava la chiusura di un consiglio a cui potevano prendere parte
tutti i ricchi della città. A entrare ora saranno quelli che già in precedenza erano dentro.
Essi quindi si definiscono patrizi o nobilomini e saranno più simili all'aristocrazia europea.
I loro figli avranno l'eguale diritto nell'entrare nel Consiglio. È una prima chiusura in
Europa: lo stesso fenomeno avviene nel 500, mentre a Venezia tra il 200 e il 300. In altre
realtà una famiglia prende il potere, ma con la serrata si fissano degli anticorpi atti a
evitare il rag