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DELLE FAVE
Vi è una coincidenza fra i divieti e la setta pitagorica. La sette tende a rendere permanenti dei divieti che in altri contesti sarebbero altrimenti provvisori. La salvezza a cui mirano i Pitagorici è una salvezza assoluta, anche se la questione è ben più complessa.
Nello scenario della polis ha luogo un sacrificio molto importante, che è il SACRIFICIO DEL BUE DA LAVORO: Esso suscita un profondo senso di colpa, perché l'uomo uccide un animale a lui molto vicino, domestico e da lavoro. Dinnanzi a questo l'uomo ha a disposizione un'arma simbolica di cui avvalersi: si delinea così il rito dei BOUPHONIA, che inscenano un processo al colpevole e individuano un capro espiatorio.
Colui che rifiuta il sacrificio cruento, rifiuta in realtà la dieta a base di carne e...
contesta
la
rigida
distinzione
di
ruoli
codificata
proprio
dal
sacrificio
cruento:
anzitutto
quella
fra
gli
dei,
a
cui
spettano
gli
effluvi
del
grasso
che
arde
sul
fuoco
e
gli
uomini
che
si
attribuiscono
le
carni
della
vittima.
Qui si colloca la SCELTA VEGETARIANA di Pitagora e dei suoi discepoli. Pitagora adora l’altare di ApolloGenerator a Delo, dove non si possono compiere sacrifici cruenti e dove le offerte vegetali non vengononeppure consumate dal fuoco. Di norma gli aromi spettano agli dei e il bue di aromi rappresenta ilrovesciamento di una figura canonica, ossia quella del sacrificio animale vero e proprio, tipico dell’universopoleico. Tutto sembra così tranquillo.
I pitagorici scelgono un sistema di vita e una dieta che li avvicina agli dei e li distingue dalla comunità poleica tradizionale. Essi si attengono ad un vegetarianesimo documentato anche in due episodi: 1. quello dell'orsa daunia 2. quello del bue di Taranto. A Pitagora si attribuisce anche l'introduzione della dieta carnea per gli atleti. Questo ci spinge a considerare questi due atteggiamenti probabilmente in conflitto: 1. se da un lato, ammettiamo che accanto ad una dieta non rispondente ai principi tradizionali troviamo una vita che si configura come rinuncia ascetica al mondo, esiste anche nel movimento pitagorico una tendenza a riformare dall'interno l'universo della polis, da cui derivano scelte alimentari in qualche modo compromissorie. 2. Dall'altro, concentriamo l'attenzione sugli animali la cui sostanza avrebbe prediletto Pitagora: capretti, porcellini, galletti, non quindi animali scelti a caso. il maiale infatti è immolato nei.misteri di Eleusi; il gallo è l'animale sacro alla dea e quindi da cui si astengono gli stessi iniziati. Pitagora consumerebbe, quindi, le carni animali destinate agli dei venerati nei misteri o con cui gli dei si identificano. La fava è un cibo interdetto anche nella setta pitagorica e questo divieto conferisce significati aggiuntivi al divieto eleusino. Il rito pitagorico intende però ripristinare quella che è la commensalità delle origini.