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Il processo:
Il processo è simile al dagherrotipo. L'operatore prende la lastra al collodio, la pulisce bene, e si distribuisce uniformemente questo collodione fotografico, poi si gira con molta lentezza in modo da non generare bolle sulla superficie, si sensibilizza questo collodio con i sali d'argento e la lastra viene inserita in un piccolo telaietto e posta nella macchina fotografica. Si apre l'otturatore, l'immagine latente incontra la lastra, appena la luce la raggiunge questa si secca ottenendo l'immagine in negativo, che sarà poi sviluppata e fissata utilizzando l'iposolfito di sodio.
Tutto ciò deve essere eseguito in una piccola tenda da campo, dove compongo le lastre fotografiche, posiziono la macchina fotografica, un assistente mi dà il telaietto che contiene una linguetta che va sollevata e va messo dentro la macchina fotografica, espongo la lastra umida (da qui la tecnica del collodio umido) che si secca alla luce del
sole mentre ottengo l'immagine desiderata. Le immagini che si possono realizzare adesso sono quelle di città popolate, riprendere le nuvole, e soprattutto la vita urbana può essere documentata in tutta la sua essenza. La fotografia ottocentesca si baserà su questo metodo, fino al 1880 quando verrà introdotto il sistema della gelatina al bromuro di argento.
DAVID OCTAVIUS HILL (un pittore scozzese di Edimburgo, molto noto alla Royal Academy Society come pittore e ritrattista) assieme a ROBERT ADAMSON (cognato ed esperto di ottica) sperimenteranno la nuova tecnica di rappresentazione fotografica introdotta da Talbot. Nel 1843 la chiesa di Scozia ottiene la scissione dalla chiesa Anglicana, e ciò viene fatto difronte a 450 ministri e la chiesa di Scozia decide di immortalare l'immagine.
Hill decide di utilizzare il calotipo, per fotografare tutte le persone presenti, pensando di invitarli a
casa sua a farsi fare il ritratto in singoli poi in aggregati. Essendo un positivo su carta sarà poi possibile intervenire da parte del fotografo scrivendo sul positivo e negativo i nomi della persona ritratta. Molta gente all'interno dei ritratti ha il bastone che serve a Octavius Hill per creare dinamicità, inoltre la gente è appoggiata al tavolo visti i lunghi tempi di esposizione. Arte e fotografia per la prima volta nella storia si incontrano. Questa foto presenta dei problemi perché alcuni si sono mossi. Hill disegnerà le fattezze somatiche di tutte le persone presenti nell'assemblea. Visto da vicino il quadro sembra un fotomontaggio (teste sproporzionate), un collage, ai giorni nostri questo sarebbe un lavoro da rivedere, ma per l'epoca era un'innovazione assoluta. In alto nella foto ci sono sia Adamson che David Octavius Hill, si sono inseriti come Michelangelo e Raffaello all'interno della propria opera. Dal fatto cheAdamson nella foto ha la macchina fotografica, questo ci dà la prova che sia stato lui l'operatore tecnico delle immagini, mentre Hill ha gestito il set e le luci sui diversi personaggi. Il quadro enorme è conservato presso la chiesa di Scozia. L'opera viene iniziata nel 1843 e viene consegnata nel 1866.
Hill dipinge in un modo naif, inizia da pittore ma poi scoprirà di essere molto più fotografo. I due lavoreranno per rendere le pose più naturali possibili. Andranno in giro per Edimburgo per raccontare la città.
Le pose delle donne, moglie di pescatori, generano quest'immagine fotografica artistica, lui viene visto quindi come uno dei primi pittorialisti, movimento quello del pittorialismo che si svilupperà soprattutto in Gran Bretagna. Emily Dolley ha in mano un cesto che si trova lì per l'assunzione di una posa naturale. La testa è leggermente inclinata in modo che si generi un'ombra e lo sbattimento.
dellepalpebre sia nascosto. Tutto ciò è rigorosamente studiato.
OCTAVIUS HILL E ROBERT ADAMSON
La sorella di Hill sposerà Adamson, quindi oltre al connubio familiare ci sarà anche un connubio lavorativo tra un tecnico che conosce molto bene i sali d'argento e il funzionamento del dispositivo fotografico, e l'altro (Hill) che conosce molto bene la luce e sa gestire in questo periodo tutto ciò che ne concerne. La collaborazione nasce da quadro della scissione della chiesa scozzese da quella anglicana. Octavius Hill decide di ritrarre tutte le persone presenti all'assemblea. Nella foto di gruppo i personaggi sono rappresentati con fattezze congruenti alla realtà. Questo quadro viene consegnato nel 1866, perché nel 1847 muore Adamson e quindi la loro collaborazione si spegne e per alcuni anni Hill deciderà di non fotografare più, e quindi ritarderà il completamento del lavoro. La genialità di questa
La produzione pittorica/fotografica è che essendo una calotipia, ci permette di utilizzare una carta da lettere, cioè tutte le negative sono su carta, quindi si potevano tracciare i nomi dei presenti e prendere appunti, fondamentali per il riconoscimento delle persone ritratte. Le posizioni delle persone erano studiate dati i lunghi tempi di esposizione. Alcuni però hanno iniziato a muovere la testa causando dei problemi, la macchina non ha potuto registrare i tratti del loro volto. Negli anni 40' dell'800 era estremamente complicato realizzare delle foto di questo genere. I bordi delle immagini sono rovinati perché hanno perso la luce e sono stati incollati con un'acqua a base di acqua e farina. Diversi fotografi scozzesi si sono resi conto dell'importanza di questa fotografia composta e l'hanno conservata con responsabilità. In Inghilterra c'è stato un personaggio che ha comprato il brevetto dallo stato francese ed
è l'unico per un breve periodo a poter utilizzare il dagherrotipo, Lucias Bird. Ogni persona vuole farsi realizzare il ritratto. La situazione di chi va a posare è complicata: gli atelier sono agli ultimi piani degli edifici, i posatori stanno su una sedia molto scomoda che ha 2 ganci per tener ferma la testa. I grafici utilizzano i dagherrotipi per realizzare anche barzellette, entrano nella vita quotidiana. Verranno pubblicati dei libri sulla composizione di un set fotografico dell'epoca. Un set fotografico all'epoca prevedeva di fotografare la parete a nord da cui entrava una luce dosata, non estremamente diretta che permette di ottenere ritratti morbidi. Nella loro realizzazione sono necessari dei paramenti, perché la clientela è di diverso rango, quindi nella scenografia si poteva avere sia il tappeto persiano che un tappeto più umile, la gente utilizzava questo spazio per esprimere la propria personalità. La vanitàDavanti al fotografo è un aspetto comune sia nel passato che nei giorni nostri. Google ha dedicato un doodle a Daguerre. Un dagherrotipo produce un'immagine che non può essere riprodotta, e quando la vediamo notiamo che si tratta di un oggetto che viene ruotato alla luce la fotografia scompare, compare quindi il negativo. Quindi la fotografia è composta sia dal negativo e dal positivo messi insieme e questo succede perché la superficie su cui viene a formarsi l'immagine è uno specchio in argento, sensibilizzato con i vapori di iodio e poi c'è il lavaggio con acqua e iposolfito di sodio che blocca il consumarsi delle particelle d'argento lasciando l'immagine così com'è.
Carlo Naya è un fotografo e avvocato di origine vercellese che si trasferisce a Venezia. Ha un fratello che inizialmente vive all'estero poi i 2 si ricongiungono e a Carlo viene l'idea di investire tutto nella fotografia.
Dell'architettura. La cosa interessante di questa immagine è che lui taglia la punta del campanile, ma il lavoro è così ben composto che si finisce per non accorgersene. Il punto di vista è fondamentale, lui cerca un ritmo forte per quanto riguarda la parte scultorea, e la facciata della chiesa. Ci sono 2 figure umane nella composizione una vestita di scuro che è scura e seduta vicino alle sculture e un'altra che ha una veste beige o grigia, questa era una persona che stava posando. Non ci sono nuvole e abbiamo una chioma di un albero che copre una parte del cielo per equilibrare i chiaro scuri dell'immagine (bianco e nero).
Aprirà uno studio a Venezia che riscuoterà successo perché lui pubblicava formati imperiali, cioè le lastre fotografiche potevano raggiugere in altezza i 70 cm e in larghezza il metro. Lui possedeva delle macchine fotografiche gigantesche; quando stampava con la tecnica del collodio umido,
questa veniva fatta su carta, che veniva sensibilizzata con i sali d'argento e passata con l'albume d'uovo per rendere più poroso il passaggio da negativo a positivo gli permettevano di realizzare immagini accattivanti dalle quali riscosse grande successo. Lui come Le Gray manipolava le foto, le realizzava dallo stesso punto di vista. Realizzava il cielo con le nuvole facendo vedere anche la luna. La gente non viene ritratta. Il cielo è frutto di una sovrapposizione di lastre. Venezia al chiaro di luna sono immagini molto ricercate. Naya è stato il primo ad inserire il concetto di Copyright. Si veniva a Venezia ad acquistare foto sue, era un punto di riferimento nel mestiere, però molti fotografi locali volevano emularlo, copiandogli i punti di vista, questo era accettabile, l'illegalità stava nel vendere queste foto a suo nome. Lui da avvocato si muove cercando una tutela dell'autore. Le immagini dei fotografi locali erano di
qualità molto bassa, rischiavano di infangare il suo nome. Nel 1882 mandò l'avvocato Leopoldo Bizio e fece fare il processo per la contraffazione della fotografia e riesce a vincerla, introducendo il diritto d'autore.
Introduzione: Nel 1863 abbiamo la fotografia aerea che permette la fotografia dall'alto delle città per una loro corretta rappresentazione. Talvolta venivano anche realizzati dai fotografi dei dispositivi fotografici che venivano montati sul petto del piccione e questi volando sopra le città permettevano la produzione di vedute macroscopiche. L'800 è un periodo di grandi innovazioni, ma soprattutto sperimentazioni, nel 19° e 20° secolo nel campo della fotografia si hanno degli sviluppi sul tema dell'astrattismo, di un linguaggio così evoluto da influenzare l'arte contemporanea.
LA TECNICA DEL COLLODIO UMIDO: Nell'800 il dispositivo inizia ad avere degli obiettivi specifici, realizzati in ottone,
quindi in materiali raffinati, avevamo diverse tipologie di lenti, tra cui quelle invertite, che servivano a dare una maggiore ampiezza dello sguardo. L'organizzazione dell'evento fotografico era programmata, si iniziava con la l