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CAP IV- COMPITI DEL PADRE DI FAMIGLIA:

Educare i figli nel “Santo timore”, ovvero inteso come “sacro rispetto”, nei confronti di Dio, quindi insegnare il

mantenimento della pace domestica e della giustizia. Educare sia secondo la dimensione spirituale che secondo quella

pratica.

Doveri materiali, quindi legati alla dimensione economica per esempio, ma non solo un’educazione solo fisica perché

l’educazione riguardante solo il corpo e la vita naturale\biologica avviene anche negli animali, quindi è necessaria una

dimensione spirituale per distinguere gli uomini. Il compito di formare i figli è un compito che va anche verso la

società, poiché se l’educazione è errata, al posto di formare cittadini utili, si formano piuttosto cittadini pericolosi.

Oltretutto la ricaduta non è solamente terrena ma si riflette anche nella prospettiva di una vita eterna. Il padre che si

sottrae a questo compito compie anche un’azione irrispettosa nei confronti di Dio.

CAP VI: REALTA’ DELL’EDUCAZIONE

Antoniano dipinge un quadro sconfortante riguardo il comportamento dei genitori nella realtà. L’educazione è un

obbligo dettato dalla legge naturale, dalla legge umana e da quella divina; in realtà è però un compito negletto.

CAP VII: RISCHI DI UNA CATTIVA EDUCAZIONE

L’educazione deve avvenire fin dalla tenere età obbedendo alla madre e al padre, esercitando nell’uomo le buone

abitudini affinché queste si rafforzino con il tempo, però questo può succedere anche con le cattive abitudini ed anche

può accadere che un’abitudine sia ritenuta buona quando in realtà è una cattiva abitudine; per questo è

fondamentale il ruolo dei genitori nel processo educativo. Importante l’educazione anche dal punto di vista religioso

per evitare la nascita degli eretici. 3

UTILITA’ DELL’OPERA CAP XI:

L’educazione politica è quella che regola i rapporti e permette di raggiungere la felicità terrena, infatti politica intesa

come polis e quindi come un’educazione che porta a condurre una vita serena in società: è il modello di educazione

proposta fin ora. Invece Antonino promuove l’educazione religiosa che deve invece favorire la felicità ultraterrena.

Già c’erano stati altri “padri della chiesa” che avevano scritto riguardo l’educazione, ma tutte le informazioni di questo

genere sono sparse e di carattere implicito, mancava un’opera organica che contesse tutte le nozioni sull’educazione,

intesa come educazione cristiana.

IMPORTANZA DEL CORPO CAP XXXV:

Il corpo è lo strumento dell’anima e quindi anche nelle prime fasi in cui l’educazione è a cura dei genitori è limitata alla

cura corporea non è negativa perché è comunque finalizzata anche al futuro sviluppo spirituale, è strumentale a

quello. La fase è quella del rafforzamento del corpo, inteso come contenitore dell’anima.

ABITUDINE E MORALITA’ CAP XXXVII:

Il bambino ha una capacità espressiva ancor prima di utilizzare la parola, noi possiamo intervenire per far sì che

sviluppi l’acquisizione di buone maniere e quindi promuovere una predisposizione al bene. Inizialmente il fanciullo

non possiede un senso etico o morale ed è quindi fondamentale la dimensione dell’abitudine. Se il bambino acquisisce

l’abitudine, allora agisce solo secondo abitudine senza comprendere il vero significato del gesto che compie, ma in un

primo momento questo non è negativo, perché è una prima predisposizione al bene. Successivamente è necessario lo

sviluppo della dimensione morale.

CAP XLV: RUOLO DI MADRE E PADRE

Ruolo della madre: è importante nell’educazione ma è distinto tra maschi e femmine. Poiché l’educazione dei maschi

nella prima fascia d’età è compito della madre, ma quando questi crescono allora diventa compito del padre. Anche

per le insegnanti ciò si verificava: un’insegnante femmina era adatta all’educazione dei maschi solo finché questi

avevano massimo 7\8 anni, dopodiché era necessario cambiare insegnante.

L’educazione delle figlie femmine è a carico totalmente della madre.

Insegnamenti:

1. Insegnamento religioso: il dono è ricevuto dal battesimo ma va alimentato ed accresciuto, soprattutto nel periodo

di diffusione della riforma protestante.

Il Concilio di Trento aveva stabilito che i vescovi dovessero svolgere un’azione pastorale e pendersi perciò cura dei

fanciulli nella parrocchia, soprattutto nei giorni festivi, basandosi sulla logica delle sacre scritture.

Utilità anche della partecipazione dei padri in modo che potessero garantire un insegnamento domestico tale da

non dover obbligare le figlie femmine ad uscire di casa per ricevere questa educazione domestica.

2. Predicazione: “missioni popolari” per favorire la conoscenza degli aspetti fondamentali della fede cattolica. Gli

insegnamenti per raggiungere la salvezza eterna esponendo con semplicità e chiarezza. Per arginare la riforma

protestante.

3. Istruzione: leggere, scrivere, aritmetica sono l’educazione di base per tutti, le altre professioni sono diverse a

seconda del mestiere.

CONTESTUALIZZAZIONE SILVIO ANTONIANO:

Il Concilio di Trento (1545\1563):

Le tesi di Lutero erano state pubblicate, ovvero affisse sulla porta della Chiesa, nel 1517. La risposta della Chiesa

cattolica è molto repentina. Dura un ventennio ma non è lineare poiché ci sono avvicendamenti di sedi e di Papi, gli

storici individuano tre fasi: 1545\1547 a Trento, 1547\1549 A Bologna e 1561\1563 a Trento.

Il concilio e la controriforma sono necessari perché la Chiesa riconosce che alcuni punti della controriforma sono

veritieri, tra 1300 e 1400 il papato era organizzato come i principati, e quindi viene denunciata la mondializzazione

ovvero la politicizzazione della Chiesa, per esempio tramite la vendita delle indulgenze. Partendo da questa

consapevolezza, la Chiesa promuove una controriforma per recuperare una dimensione spirituale, anche attraverso il

ritorno all’esercizio della carità.

Gli interventi principali:

1. Promuovere una riforma sul piano morale e disciplinare portando ad uno stile di vita più austero e sobrio.

2. Risolvere le problematiche relative al clero che spesso era costituito da persone molto ignoranti che davano

grande importanza alla componente superstiziosa che influenzava a sua volta il popolo. Fu stabilito che coloro che

vogliono diventare sacerdoti sono obbligati a formarsi seguendo uno specifico percorso di formazione, nascono

quindi i seminari.

3. I genitori spesso non sono nelle condizioni di educare i figli cristianamente e quindi c’è la necessità che i vescovi

inizino a svolgere un ruolo pastorale, quindi curando l’anima dei fedeli, nuova centralità delle anime. Viene

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inserito l’obbligo per il vescovo di risiedere nella sede della sua diocesi, impostogli il divieto di accumulare

benefici, conferita maggiore importanza all’annunciazione della parola di Dio. Prendersi cura anche dal punto di

vista materiale ed infatti c’è la nascita di strutture assistenziali.

Ribaditi i capisaldi dottrinali: la Chiesa contrasta le modifiche di Lutero sul piano dottrinale:

1. Rapporto tra fede e opere: Lutero promuove la teoria della giustificazione per mezzo della fede di Dio e non per

mezzo delle opere, quindi in Lutero l’uomo ha meno responsabilità.

2. Sacramenti: cattolici hanno 7 sacramenti mentre Lutero ne riconosce solo 2 ovvero battesimo ed eucarestia. I

cattolici credono nella transustanziazione ovvero che nell’ostia sia realmente presente il corpo di Dio mentre i

protestanti ci vedono un ricordo dell’ultima cena ma non il corpo di cristo.

3. Sacerdozio: Lutero propone il sacerdozio universale ovvero che tutti possono entrare in contatto con Dio

attraverso le sacre scritture mentre secondo la dottrina cattolica c’è la mediazione della casta religiosa. Resta la

prospettiva verticistica.

RICADUTA SUL SISTEMA SCOLASTICO ED EDUCATIVO:

Le scuole della dottrina cristiana: obiettivo di promuovere le verità di fede comporta una necessità minima di

alfabetizzazione. Missioni popolari che avevano il fine di evangelizzare il popolo che è cattolico ma non conosce i

fondamenti della sua fede. Iniziative legate alla catechesi e all’animazione cristiana delle popolazioni.

Educandati e collegi d’istruzione secondaria poiché anche in ambito nobile si temeva l’avvicinamento alla fede

protestante.

Ciò comporta la necessità di formare insegnanti, nascono quindi nuovi ordini religiosi che si occupano dell’educazione

delle classi popolari, sia in ambito femminile che maschile.

COLLEGI PROPOSTI DAI GESUITI:

Propongono un modello educativo molto influente nell’Europa continentale, il collegio è lo strumento di formazione

delle classi dirigenti quindi dell’aristocrazia e del clero perché nell’Europa continentale l’economia era basata

sull’agricoltura e quindi la ricchezza apparteneva a chi possiede la terra; inoltre chi possedeva maggiori ricchezza

aveva anche un ruolo di maggior rilevanza politica.

Il termine “collegio” etimologicamente indica un gruppo di persone mosse da interessi comuni, nel XII sec è il luogo di

convitto universitario dove erano ospitati gli studenti fuori sede, come una residenza universitaria. Poi, da luogo di

accoglienza, muta in sede di apprendimento dove erano insegnate le conoscenze finalizzate ad una buona riuscita

universitaria, ma nella forma di “apprendimento alla pari”, dove quindi le lezioni erano impartite dagli studenti delle

classi superiori. Nella logica odierna il collegio è distaccato dalla logica universitaria, ed è piuttosto concepito come

una scuola secondaria. L’insegnamento è basato sullo studio del latino e l’obiettivo è la formazione del buon suddito e

del buon cristiano. Fondamentale era quindi trasmettere il rispetto per la religione e per la Chiesa, indurre le

popolazioni nobili a una forma di apostolato. Il latino era funzionale alla formazione del suddito e del cristiano ma

aveva anche una ricaduta in termini professionali poiché garantiva l’accesso alle carriere prestigiose (avvocatura,

medicina ecc). Nell’umanesimo il recupero del latino è il recupero della classicità e quindi anche dei valori classici, ma

questo manca in questo periodo poiché il latino è qui solo strumentale e funzionale.

Il modello di riferimento è il seminario, ed infatti esistono numerosi punti di contatto:

· Denominazione: in molti documenti i collegi sono definiti “seminari dei nobili”

· Internato: presente in entrambi

&mid

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fra.98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Morandini Maria Cristina.