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RINASCIMENTO
- La rivoluzione anatomica
Con l’avvento dell’Umanesimo, la riscoperta dei classici e soprattutto la nuova visione
antropocentrica, anche la Medicina fu investita da un’ondata di novità.
Prima fra tutte la cosiddetta Rivoluzione Anatomica.
Fino al XV-XVI secolo fondamento della conoscenza medica erano state l’anatomia galenica e la
dottrina tetraumorale: il corpo umano era rappresentato in modo schematizzato funzionalmente a
quanto scritto sui testi galenici e le lezioni di anatomia nelle università avvenivano ex cathedra
mediante lettura dei testi autorevoli. Ciò che si discostava da quanto scritto era qualcosa di
eccezionale o addirittura abominevole.
La mancanza di ricerca anatomica non era tanto per motivi religiosi, ma perché non se ne
avvertiva l’esigenza.
La svolta fu data grazie alla necessità di studiare il corpo umano da parte degli artisti: si parla
infatti di scoperta artistica. Per rendere la muscolatura e la rappresentazione del corpo umano il
più veritiere possibile artisti come il Pollaiolo, il Verrocchio e il Mantegna intrapresero la pratica
dissettoria. Fu però Leonardo a studiare più approfonditamente il corpo umano, passando dallo
studio dell’Anatomia di superficie ad un’Anatomia di profondità: nella sua raccolta “La
meravigliosa macchina” sono contenute numerosissime tavole di rappresentazione del corpo
umano in cui si evince anche un certo interesse fisiologico. Egli intuì anche l’importanza dello
studio topografico del corpo umano e l’importanza delle sezioni assiali del corpo per comprendere
la funzione e la struttura degli organi.
Leonardo fu però solamente un inconsapevole anticipatore della rivoluzione anatomica in quanto
la vera e propria rivoluzione in ambito medico avviene con Andrea Vesalio, nella seconda metà
del ‘500.
Andrea Vesalio fu docente di Anatomia e Fisiologia all’Università di Padova. Inizialmente
cominciò ad insegnare in modo canonico, ex cathedra, ma nel momento in cui si accorse delle
enormi discrepanze ed incongruenze tra i testi classici e la realtà anatomica decide di scendere
dalla cattedra e inizia ad insegnare dissezionando egli stesso i cadaveri. La verità è ciò che si
osserva e non quello che è scritto nei testi sacri: per questo motivo non si può descrivere
l’anatomia con le parole, ma occorre usare le immagini. Nel 1543 pubblica a Basilea il De
Humani Corporis Fabrica, nel quale sono contenute immagini anatomiche correlate da breve
spiegazione. L’anatomia che studia è sia di superficie che di profondità.
Accanto alla scoperta artistica e anatomica del corpo umano vi fu anche una scoperta motoria:
essa riguarda l’opera “De gimnastica” di Mercuriale, che riguarda la scoperta del funzionamento
dei movimenti del corpo e l’importanza dell’attività motoria ai fini medici.
- La rivoluzione medica
Il personaggio principale della rivoluzione medica fu Paracelso, medico, naturalista e filosofo
tedesco: soprannominato il Lutero dei Medici, sosteneva che la vera fonte della verità fosse
l’esperienza e non il sapere libresco e perciò contestò il sapere galenico tanto da bruciarne i libri e
a modificare l’asserzione “contraria contrariis curantur” con “similia similiis curantur”. Egli
sosteneva che un buon medico fosse la prima medicina (effetto placebo) e si dedicò alla
preparazione di farmaci attraverso tecniche di trasformazione alchemica delle sostanze naturali.
Il XVI secolo è il secolo della diffusione di nuove patologie: prima fra tutte la Sifilide, importata
in Europa da Cristoforo Colombo. Era il cosiddetto “Mal franzese” o “Mal di Napoli”, una
malattia vergognosa la cui trasmissione avveniva per contatto venereo con “femine da coito
impuro”. Nel De Morbo Gallico Girolamo Fracastoro racconta la storia di un pastorello, Sifilio,
ricoperto di piaghe immonde per punizione dal dio Sole, da cui il nome della pestilenza.
Alla sifilide si aggiungono le ferite da arma da fuoco e Berengario da Carpi scrive un’opera
ispirata alle cure che aveva prestate al duca di Urbino in seguito ad un colpo di archibugio.
Ultima novità in campo medico del Rinascimento è la Riforma Ospedaliera: un ruolo
fondamentale in questo senso hanno due personaggi, Giovanni di Dio e Camillo de Lellis.
Giovanni di Dio è il fondatore degli ospedali dei Fatebenefratelli, case di cura per poveri,
bisognosi e malati.
Camillo de Lellis è invece il fondatore della Compagnia dei Servi degli Infermi.
Con Camillo de Lellis e Giovanni di Dio nasce una nuova antropologia esistenziale: da
un’assistenza ambigua, in cui il malato viene considerato diverso dal normale, si passa ad
un’assistenza personale ed umana, in cui il malato è il prossimo. Infirmi infirmis curantur.
IL SEICENTO E IL SETTECENTO
- La rivoluzione scientifica che avviene nel ‘600 influenza profondamente la medicina, che va
incontro ad un primo processo di scientifizzazione, vuole ottenere quel grado di oggettività
proprio delle altre scienze e per fare questo si fonda sempre più su scienze esatte: la medicina
inizia così a utilizzare la fisica, la matematica e la chimica per spiegare i fenomeni normali e
patologici del corpo umano.
Grande influenza ha anche la rivoluzione culturale: il 600 è il secolo del Barocco e la volontà di
stupire porta la medicina ad avere come oggetto di studio non più l’anatomia inanimata, bensì
l’anatomia animata, ossia la fisiologia e la patologia: ciò che interessa è il meccanismo, la
funzione.
- Personaggio di spicco nello studio dell’anatomia fisiologica è William Harvey, che nel 1628
pubblica a Padova De motu cordis: in questa monumentale opera egli descrive il funzionamento
del pompa cardiaca e del meccanismo di circolazione sanguigna: tuttavia deve dimostrare le
proprie osservazioni e lo fa grazie ad un semplice esperimento che evidenzia come la circolazione
venosa sia centripeta.
Nello studio dell’anatomia microscopica personaggio cardine è Marcello Malpighi: egli si
concentrò sullo studio della microstruttura degli organi del corpo umano, utilizzando uno
strumento che andava perfezionandosi in quegli anni, il microscopio. Egli afferma anche il
metodo anatomo-clinico e l’indirizzo localistico in patologia; descrive connessioni tra sintomi e
alterazioni organiche sui cadaveri, gettando le basi dell’anatomia patologica.
I modelli proposti da Harvey e Malpighi si rifanno al metodo scientifico che andava sviluppandosi
in quegli anni: la medicina studia il corpo umano come un insieme di micro macchine che
rispondono a leggi di tipo fisico, matematico e chimico, da cui le deifinizioni di Iatrofisica
(Santorio) e Iatrochimica (Sylvius).
- Il 1600 è però caratterizzato da numerose contraddizioni: da un lato si ha una grande discrepanza
tra la teoria e la pratica medica, per cui l’esercizio effettivo della medicina si basa ancora sulla
teoria tetraumorale, e dall’altro l’interesse per la conoscenza teorica porta i grandi medici a
perdere di vista l’interesse per il vero soggetto della medicina, ossia il malato. Chi esprime che il
medico deve essere colui che la conoscenza del funzionamento del corpo umano non è sufficiente,
ma deve essere accompagnata dalla dimensione antropologica di assistenza al malato è
Sydenham, il cosiddetto “Ippocrate inglese”.
- Il 1700 è invece il secolo della Ragione: in ambito scientifico prevale per lo più una visione
vitalistica che spinge la medicina a cercare l’essenza della vita. Questa viene identificata, in
seguito agli studi di Galvani, nell’elettricità tanto che Von Haller identifica le principali
caratteristiche della sostanza vivente nell’irritabilità e nella sensibilità delle strutture nervose.
Parallelamente si osservano numerosi altri sviluppi:
Nascita dell’anatomia patologica: l’osservazione anatomica passa dall’uomo sano all’
organismo malato: il principale studioso di questo
periodo è Giambattista Morgagni, che nella sua opera
principale spiega come collegare le cause della malattia
ad alterazioni di alcuni organi interni. Il sintomo è
espressione di lesione anatomica dell’organo.
Medicina Sociale: con i cambiamenti politici e sociali del 1700 società, ambiente e lavoro
acquistano enorme rilevanza per la medicina. Nasce con Ramazzini la
medicina del lavoro: egli si accorge come la salute sia influenzata da
dall’ambiente in cui vive l’individuo, dal lavoro svolto e dalle condizioni
in cui il lavoro viene svolto. La medicina viene proiettata in una dimensione
sociale: Peter Frank afferma che lo stato debba farsi carico della salute dei
cittadini creando una “polizia medica” che tuteli le condizioni di lavoro, le
condizioni di igiene ecc.
Medicina Romantica: come nel Seicento, in un clima di aperta conoscenza teorica, l’aspetto
pratico rimane ancora associato al passato. Riaffiorano pertanto
teorie mediche ispirate non tanto alla ragione quanto al sentimento:
Stimolo e Controstimolo: Brown sostiene che la vita è la risultante
dell'azione di una serie di stimoli sull’eccitabilità dell’organismo; la
salute è la normale misura di eccitamento, mentre la malattia è un
eccitamento anormale, astenico o stenico, che deve essere curato con
precisi contro-stimoli.
Mesmerismo: sistema che prevede come metodo terapeutico l’
applicazione ai malati dell’energia vitale posseduta da alcuni individui
Omeopatia
Frenologia: teoria medica per cui le caratteristiche fisiologiche e
fisiche degli individui possono essere dedotte dalla conformazione del
cranio.
Tecnologia Medica: il 700 è caratterizzato infine dallo sviluppo di nuove tecniche
diagnostiche e terapeutiche:
Percussione: Leopold Auenbrugger;
Stetoscopio: Laennec;
Vaccinazione: Edward Jenner; medicina preventiva contro il vaiolo.
Giornali Ospedalieri: Cabanis, nascita di giornali in cui viene annotata
la storia clinica del paziente.
L’OTTOCENTO E LA NASCITA DELLA BIOMEDICINA
- Nascita della clinica
Attraverso un processo di Riduzionismo Biologico i sintomi della malattia vengono identificati
prima in alterazioni anatomiche di organi (Morgagni), quindi di tessuti (Bichat) ed infine in
alterazioni delle cellule (Virchow). Nascono così da un lato la patologia cellulare e dall’altro
l’esigenza di poter rilevare i sintomi e le alterazioni che li causano sul paziente vivo: il medico
deve servirsi di tutti gli utensili tecnologici per rilevare con precisione anche gli aspetti
quantitativi, e non solo qualitativi, della patologia. Nasce quindi un approcc