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Processi di mutamento fonetico nel periodo Heian

CVVCjV - CwV/ CVN(C = consonante, V = vocale)i onbinScomparsa della consonante in una sillaba contenente la vocale /i/.oku te okite oite+ > >fusagu te fusagite fusaide+ > >tukitati > tuitatiu onbinScomparsa di una sillaba con la sostituzione della vocale /u/.omopu te omopite omoute+ > >yobu te yobite youde+ > >hatsu onbin soku onbineSostituzione di una sillaba con una consonante /C/ che può essere nasale /N/ onon nasale /Q/.sinu te sinite sinde+ > >toru te torite totte+ > >woparu te woparite wopatte+ > >/p/ > /w/Il fonema /p/ si fonde con /w/ all’interno di parola. Già all’inizio delperiodo Heian troviamo esempi di questo mutamento in alcuni testi delman’yōgana.urupasi uruwasi>Il mutamento è avvenuto in maniera sistematica a partire dal 950.*kapa > *kaba > *kaβa > kawaかは かわ>La somiglianza tra [β] e [w] ha determinato la reinterpretazione fonologica ela fusione sotto

Il fonema già esistente /w/. Sebbene fossero sonore in posizione intervocalica, /k/ e /t/ non hanno avuto un simile mutamento perché non c'era modo di reinterpretare la loro realizzazione fonetica come realizzazioni di altri fonemi esistenti.

/w/ > Ø. Fenomeno sicuramente posteriore a /p/ > /w/, in quanto anche il fonema /w/ derivato da /p/ subisce questo mutamento.

Il mutamento /wo/ > /o/ si è completato già nell'anno 1000 (giapponese tardo antico) (*kapo) kawo > kao > "viso". La realizzazione fonetica prevede comunque una leggera labializzazione [kawo].

La perdita di /w/ prima di /i, e/ ha avuto due fasi: all'interno di parola conclusa intorno al 1100, a inizio di parola conclusa intorno al 1300. (*mapi mawi mai) > "danza". mawiru mairu > "andare". (*upe uwe ue) > "sopra". winaka inaka > "campagna". wemi emi > "sorriso".

/p/ > Ø (a inizio di parola conclusa).

Le prime indicazioni sulla realizzazione fonetica [Ø] del fonema /p/ (a inizio di parola) sono contenute nello Shittan kuden e nello Shittan sōden del monaco Shinren, entrambi della fine del periodo Heian. Tuttavia, le sue descrizioni sono oscure e difficili da interpretare. Secondo Kiyose (1985) è possibile che il fonema /p/ a inizio di parola fosse pronunciato come un’occlusiva per tutto il periodo Heian.

  • /p/ fa coppia con /b/, così come /k/ e /g/, /t/ e /d/.
  • kana haLo stesso viene utilizzato per trascrivere sia /pa/ che /ba/, così come avviene per /ka/ e /ga/, /ta/ e /da/.
  • /p/ mantiene la realizzazione come occlusiva prima di /N, Q/.

Il nuovo fonema /Φ/ non ha sostituito completamente il fonema /p/ che continua ad esistere, oltre che in versione allofonica davanti a /Q/ e /N/, in ideofoni e parole di origine straniera come:

  • pappato
  • patto
  • paraizo
  • pekadoru

Si può dunque immaginare che il fonema /p/ abbia avuto due esiti: /p/ > /Φ,

10/05/21 L'influenza del lessico cinese yamato kotoba. Dal punto di vista fonologico era diverso dai perciò la lingua giapponese si adatta. Dalla fine del XI secolo si ha un ulteriore fenomeno di geminazione (kango) consonantica relativo ai prestiti di origine cinese. Questo fenomeno si chiama "liaison". Si verifica quando nei composti lessicali di origine cinese il primo elemento termina con /m/, /n/ o /t/ e il secondo elemento inizia con una vocale o con una approssimante. Il giapponese non aveva parole che iniziavano con consonanti sonore. Si ha l'introduzione di consonanti medie (sonore) e liquide a inizio di parola (b-, d-, g-, z-, r-). Re-introduzione di sillabe complesse: きやう- yōon (es: "sutra") /Cya, Cyo, Cyu/ chiamati くわし- gōyōon (es: "dolce") /Cwa, Cwe, Cwi/ chiamati. Nella lingua moderna rimane la tendenza alla palatalizzazione mentre l'approssimante (labio) velare si riassorbe nella velare.

Nel primo periodo Heian si aggiunge alle otto coniugazioni già esistenti nel giapponese antico un'ulteriore coniugazione, costituita da un unico verbo (keru) shimo ichidan "prendere a calci". È una coniugazione (unigrada-e -uinferiore), in cui la vocale tematica rimane senza variare in per tutte le sei forme verbali.

Nascono gli pseudo-aggettivi (o aggettivi nominali o nomi aggettivali), sostantivi che come gli aggettivi veri e propri svolgono la funzione di modificatori qualitativi dei sostantivi. Agiscono come sintagmi verbali con il nariverbo che li segue. Poiché nel giapponese antico non si riscontra l'uso di sintagmi verbali usati in questa funzione, possiamo dire che si tratta di una caratteristica che si delinea nel giapponese tardo antico. Nel periodo Heian si delineò una sistematizzazione dell'uso con una coniugazione stabile nari (ni ari), ragyō dell'ausiliare + la cui flessione segue.

La coniugazione henkaku utilizzata nel giapponese moderno deriva da questa copula. Particelle no, tu, na. Per la marca del genitivo, la particella prevale sulle altre e le qualinadorimangono solo in espressioni cristallizzate. La forma "eccetera" è un'altra nuova attestazione del giapponese tardo antico, risultato dellanani to.contrazione del sintagma.

La distinzione di genere testuale si ritrova nelle forme enfatiche: namu usato quasi esclusivamente nella prosa, zo usato prevalentemente nella poesia.

Lessico wago yamato kotoba. Si sviluppa un vocabolario diviso in due sottoinsiemi: okango (parole giapponesi) e (parole cinesi). Le prime appartengono al patrimonio originario del lessico, le seconde sono prestiti dal cinese, la cui pronuncia adattata alla fonetica del giapponese finisce con il modificare il sistema fonologico originario. Le opere precedenti all'VIII secolo contengono yamato kotoba, solo e si distingueva tra testi in giapponese e testi in cinese (kanbun).

Il giapponese fino al VII secolo rispecchiava la cultura giapponese prima dell'arrivo della scrittura e del buddhismo, e il lessico aveva un ampio spettro semantico. Con l'introduzione dei kanji si hanno nuovi derivati e composti, che arricchiscono il lessico degli yamato kotoba, parole che non hanno equivalenti negli altri idiomi.

Aumento quantitativo delle forme attraverso i meccanismi di formazione della parola che determinano la nascita di derivati e composti:

  • miru sugusu misugusu (vedere) + (oltrepassare) > (perdere di vista)
  • omopu wabu omopiwabu (pensare) + (dispiacersi) > (pensare con dolore)

Massiccia influenza della cultura continentale. Nascita di un filone di poesia in kanshi, cinese classico improntata ai modelli della Cina Tang alla quale si dedicarono monaci buddhisti come Kūkai, ma anche esponenti dell'élite politica come Sugawara no Michizane. I prestiti dal cinese si diffondono all'interno del lessico giapponese e sono

Presenti in numero consistente nelle opere della letteratura classica giapponese è il kundoku. In questo periodo si sviluppò il cosiddetto goon, spesso le parole cinesi non venivano sostituite con equivalenti semantici giapponesi ed erano lette secondo i valori fonetici derivati direttamente dal cinese e adattati parzialmente alla pronuncia del giapponese (o pronuncia sino-giapponese).

Il primo contatto lessicale di rilievo si basava sulla pronuncia detta inkan'on, parte corretta da quella kon'on, che era ritenuta ortodossa. Ma non tutte le pronunce kon'on vengono adeguate a quelle parole basate sulla pronuncia inkan'on, proprio perché entrate a far parte del lessico quotidiano non mutarono la loro fonetica anche nel giapponese tardo antico: è il caso di "ora" (kin kan'on) corrispondente a nichi nella lettura kon getsu, vocaboli come "oggigiorno", "questo mese", ecc.

Domande dakuten handakuten?

Qual è la funzione del e dello quando risale il loro primo utilizzo? Segni diacritici, segnalavano diverse realizzazioni fonetiche di un hiragana. simbolo dello . Il compare in periodo Kamakura, lo in periodo Muromachi. Il loro uso si diffuse solo in periodo Tokugawa. rekishiteki kanazukai? 2. Cosa si intende per kana? Uso particolare dei in periodo Heian. Fu adottato in seguito ai mutamenti fonologici avvenuti durante il periodo, invece che semplificare l'inventario dei ed eliminare i caratteri che non avevano più corrispondenza nella lettura. Si stabilizza nel XIII secolo fino al 1946. 3. Quali sono i principali mutamenti fonologici che hanno avuto luogo nel giapponese tardo-antico? . Perdita distinzione tra le serie e (800), la perdita distinzione tra e (950), /p/ > /w/ in mezzo alla parola davanti a /a, i, e, o/ (950), /p/ > Ø prima della vocale /u/ (950), /w/ > Ø prima delle vocali e (1000-1300).fusione tra e (950), (950).
In che modo i mutamenti fonologici chiamati onbin hanno cambiato l'inventario fonemico della lingua giapponese?
Con il fenomeno chiamato onbin alcune sillabe vengono sostituite con le vocali /i, u/ o con gli arcifonemi /N, Q/; questo ha comportato una reinterpretazione della struttura profonda: mentre il giapponese antico aveva solo sillabe aperte, i nuovi fonemi portarono alla distinzione tra sillabe brevi e lunghe (V, VC, CVV, VCN).
In che modo l'introduzione di prestiti dal cinese ha modificato la fonologia e la fonotattica del giapponese?
Renjō: fenomeno di geminazione consonantica che si verifica quando nei composti lessicali di origine cinese il primo elemento termina con /m, n, t/ e il secondo elemento inizia con una vocale o una yōon gōyōon; approssimante; introduzione di sillabe complesse e introduzione di consonanti medie (sonore) e liquide all'inizio della parola /d, b, z, g, r/.
Nel giapponese tardo-antico, quale coniugazione si aggiunge all sistema di flessione verbale è un insieme di regole che determinano come un verbo cambia la sua forma per indicare il tempo, il modo, la persona e altre caratteristiche grammaticali. Nel caso specifico del sistema di flessione verbale shimo ichidan, le sue caratteristiche sono le seguenti: - Coniugazione unigrada inferiore: la vocale -e -utematica rimane senza variare in tutte le sei forme verbali. - Il verbo principale coniugato in questo sistema è "keru", che significa "prendere a calci". - Le sei forme verbali sono: mizenkei (forma base), iu (forma presente), iwa (forma passata), iwanai (forma negativa), in giapponese moderno la forma del verbo è come "inwa". Spero che queste informazioni ti siano state utili!
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
82 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/22 Lingue e letterature del giappone e della corea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NicoleCozza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua giapponese classica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Pappalardo Giuseppe.