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ESEMPI

村山有等

mura-yama aredo

Sebbene ci siano molte montagne...

Il primo carattere è un kungana, in quanto la pronuncia del significato del carattere si riferisce in questo caso

all’omofono mura che significa "molti". Il secondo carattere è un semantogramma e un kungana allo stesso

tempo perché c’è una corrispondenza tra il significato del carattere e la parola. Il terzo carattere è un

semantogramma ma non è un kungana: esso indica la radice verbale la cui pronuncia si adatta

all’aspetto verbale indicato dal quarto carattere che è un ongana.

La prima poesia del Kojiki è un classico esempio di componimento scritto interamente in ongana. Conoscendo il

valore fonetico di ogni carattere, è possibile ricostruire in maniera approssimativa la resa fonetica della poesia in

giapponese antico.

夜久毛多都 伊豆毛夜幣賀岐 都麻碁微爾 夜幣賀岐 都久流 曾能夜幣賀岐袁

• Lettura: ya-ku-mo1-ta-tu-i-du-mo1-ya-pe1-ga-ki1-tu-ma-go2-mi2-ni-ya-pe1-ga-ki1-tu-ku-ru-so2-no2-ya-pe1-

ga-ki1-wo

• Interpretazione: yakumo tatsu Izumo yaegaki tsumagomi ni yaegaki tsukuru sono yaegaki o

• Traduzione: "Molte nubi erge Izumo, molte pare>, per la mia sposa, erigo io, molte salde pare>."

Il sistema di scrittura delle poesie del Man’yōshū è più complesso perché combina i fonogrammi, ongana e

kungana, ai semantogrammi. Colui che decodifica il man’yōgana dovrà capire il valore di ogni singolo carattere

e dare una propria interpretazione al componimento.

Come vediamo nella prima poesia del Man’yōshū, una parola può essere trascritta talvolta attraverso dei

fonogrammi, talvolta attraverso dei semantogrammi.

籠毛与 美籠母乳 布久思毛与 美夫君志持 此岳尓 菜採須 兒 家告閑名 告紗根

•Lettura:KO1-mo-yo-mi-KO1-mo-:-pu-ku-si-mo-yo-mi-buku-si-MOTI-KO2NO2-WOKA-ni-NA-TUMA-su-KO1-IPE

1-ki-kana-NORA-sa-ne

• Interpretazione: ko mo yo miko mochi fukushi mo yo mibukushi mochi kono oka ni na tsumasu ko ie kikana

norasane.

• Traduzione: "O fanciulla che raccogli verdure sulla collina con il tuo bel cestino e la tua bella paletta, dimmi

dov’è casa tua!"

• La lettura dei caratteri è stata trascritta usando le lettere in maiuscolo per i semantogrammi, in corsivo per i

kungana e in grassetto per gli ongana.

Il componimento del Kojiki, scritto interamente in ongana, usa in maniera coerente lo stesso carattere per ogni

sillaba: la sillaba tu di tatu "innalzarsi", tuma "sposa" e tukuru "formare" è sempre trascritta con il carattere 都.

Nel componimento del Man’yōshū, invece, una stessa parola è trascritta con diversi carateri: la parola moti,

"avere con sé", che ricorre due volte nella poesia, è trascritta una volta con i fonogrammi rispettivamente

母乳,

ongana e kungana, e una volta con il semantogramma 持.

Lezione 4

Sviluppo degli alfabeti sillabici

Gli alfabeti sillabici hiragana e katakana si svilupparono dai caratteri cinesi usati come fonogrammi durante il IX

secolo. Nascono da un processo di semplificazione dei fonogrammi: ​

- isolamento di una parte del carattere con valore fonetico (nucleazione) → katakana

- corsivazione → hiragana

Stili di scrittura nel periodo Heian:

• Kanbun

• Hentai kanbun

• Kanjikanamajiribun

• Senmyōtai

• Hiraganabun

Kanbun

: è la lingua cinese scritta, la lingua della burocrazia e del clero, della letteratura maschile e di

ispirazione continentale, vietato formalmente alle donne.

I testi in kanbun venivano letti (tradotti) alla giapponese:

– cambiando l’ordine delle parti del discorso

– aggiungendo elementi non presenti nel testo (posposizioni)

– attribuendo letture sino-giapponesi o giapponesi alle parole

Kundoku (lettura alla/in giapponese)

• Kunten (glosse, annotazioni)

– prima man’yōgana, poi alfabeti sillabici ​

• Si sviluppa una serie di annotazioni grammaticali chiamato okototen

– punti (particella)

– trattini (modi del predicato)

Hentai kanbun

: Lo hentai kanbun (kanbun modificato) è uno stile scritto a base cinese in cui si evidenziano

caratteristiche del giapponese. Le parti in prosa del Kojiki sono scritte in hentai kanbun.

Viene usato per testi di autori maschili di uso pratico come diari, cronache, lettere, ma entra a far parte anche

della letteratura d’arte come nel Konjaku Monogatari e nel Nihon Ryōiki.

A livello grammaticale: non è sempre rispettato l’ordine delle parti del discorso, tratti tipici del giapponese come

il morfema per la passivizzazione del verbo. La scrittura è costituita prevalentemente da caratteri cinesi

ma con qualche carattere degli alfabeti sillabici.

Kanjikanamajiribun

: Il kanjikatakanamajiribun (stile misto in kanji e katakana) è uno stile

漢字片仮名交じり文

a base cinese a cui si aggiunge un considerevole numero di glosse e posposizioni che rendono più agevole la

lettura in giapponese.

• Rappresenta il nucleo originario dello stile misto sino-giapponese del periodo successivo.

Senmyōgaki o Senmyōtai

: È il tipo di scrittura impiegato per i 62 editti imperiali shōsho conservati nello

詔書

Shoku Nihongi (797) in cui è riportata la cronaca del Giappone dal 697 al 791 d.C.

Lo stile è ibrido: le parti semantiche sono scritte con caratteri usati semanticamente, le parti funzionali sono

scritte per mezzo di man’yōgana fonetici, ma anche hiragana. Fu uno dei primi tentativi di scrittura in lingua

autoctona. ​

Hiraganabun

: Testi redatti attraverso l’uso quasi esclusivo dell’alfabeto sillabico hiragana, che la tradizione

linguistica giapponese considera un genere a sé stante, poiché permette di trascrivere fedelmente il giapponese

senza particolari limitazioni tecniche.

• Testi in prosa scritti (quasi) interamente in hiragana come:

– monogatari

– nikki

– zuihitsu

• La poesia giapponese (waka) si libera dal dominio culturale della poesia cinese anche a livello contenutistico.

Lezione 5

Fondamenti di fonetica per la descrizione della lingua giapponese

Fonetica​ : disciplina della linguistica che studia gli aspetti fisici inerenti alla produzione dei suoni dall’apparato

fonatorio umano nelle lingue naturali → si occupa della produzione fisica dei suoni che servono a emettere un

foni​​

messaggio linguistico (​ ). ​

N.B: Non va confusa con la fonologia

, che invece studia come i foni interagiscono tra di loro all’interno di

specifiche lingue. Inoltre, la fonetica agisce a un livello concreto, mirando all’osservazione pratica; la fonologia

opera su un piano astratto mirando all’ordinamento delle proprie enunciazioni in un sistema coerente.

Le principali branche della fonetica sono:

​ articolatoria​​

- fonetica : studia la produzione dei suoni da parte dell’apparato fonatorio umano

→ organi di fonazione

​ acustica​​

- fonetica : studia la produzione di suoni da un punto di vista fisico, cioè come onde sonore

​ uditiva/percettiva​​

- fonetica : studia le caratteristiche percettive dei suoni delle varie lingue e come questi

siano compresi dagli esseri umani

Ortografia vs produzione sonora

Inventario fonetico: insieme dei suoni di una data lingua

→ la descrizione dell’inventario fonetico deve partire dall’analisi dei suoni in quanto tali e non nel modo in cui

essi sono rappresentati → ortografia

Giapponese: kana

- alfabeto sillabico

- rappresentazione dei suoni:

​ ​

- consonante (​ shin

) + vocale (​ boin

) = 2 suoni diversi

→ : a

, 1 suono

あ ​

→ : ka

, k+a = 2 suoni

Sistemi di romanizzazione

Kunrei​​ ​ ​

: approvato dal governo giapponese nel 1937 per unificare i sistemi di romanizzazione​ , è un

➢ ​

sistema di trascrizione fonematico

, risponde perfettamente al sistema fonologico tradizionale. Esso non

distingue gli allofoni di uno stesso fonema.

Hepburn sviluppato dal missionario americano James Curtis Hepburn nel 1867 (modificato poi nel

➢ ​

1886), è un sistema di trascrizione fonetica

, che distingue gli allofoni di uno stesso fonema. Le vocali

vanno lette come in italiano ma le consonanti come in inglese.

Il sistema Kunrei è stato ideato dai giapponesi, e perciò avvantaggia i

madrelingua:se per uno straniero che sta imparando la lingua questo

sistema può sembrare un po’ strano, per un giapponese esso ha senso,

in quanto nessun madrelingua (o esperto conoscitore del giapponese)

pronuncerebbe mai “situ” → un giapponese che vede “situ”, sapendo

benissimo che non esiste tale sillaba in giapponese, penserà subito a

しつ.

Esiste, però, anche un sistema internazionale per quanto riguarda la fonetica: l’​ IPA (International Phonetic

Alphabet)​​ , secondo cui: [ɕit͡sɯ]

[ha] [çi] [ɸɯ] [he] [ho] しつ

は ひ ふ へ ほ

Esso è un sistema di scrittura alfabetico​ , basato principalmente sull'​ alfabeto latino​ , utilizzato per rappresentare i

suoni delle lingue nelle trascrizioni fonetiche. L'IPA nasce su iniziativa dell'​ Associazione fonetica internazionale​ ,

con l'intenzione di creare uno standard per trascrivere in maniera univoca i suoni (tecnicamente, i foni​ ) di tutte le

lingue conosciute: questo è possibile poiché ad ogni segno IPA corrisponde un solo suono e viceversa, senza

possibilità di confusione tra lingue diverse.

Apparato fonatorio Un suono è prodotto normalmente dall’aria che viene emessa dai

polmoni, sale lungo la trachea, attraversa la laringe (sede delle corde

vocali). Dopo aver superato la faringe, l’aria giunge alla cavità orale e

da qui fuoriesce dalla bocca.

La cavità nasale può essere esclusa o attivata tramite l’innalzamento

del velo palatino: se questo si sposta all’indietro, chiudendo la

comunicazione fra faringe e cavità nasale, l’aria fuoriesce solo dalla

​ orali​​

bocca ed avremo suoni ; altrimenti, l’aria fuoriesce anche dalla

​ nasali​​

cavità nasale e si ottengono suoni .

Per meccanismo laringeo si intende la successione di più cicli di

apertura e chiusura della glottide:

a. inspirazione

b. suono sordo

c. mormorio

d. suono sonoro

Vocali e consonanti

La differenza principale sta nel fatto che nella produzione di una vocale l’aria

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
61 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/22 Lingue e letterature del giappone e della corea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiuPado di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua giapponese classica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Pappalardo Giuseppe.