Storia della Cina (dalle Culture Neolitiche alla Repubblica Popolare Cinese)
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Convocazione per fama: quando si diffondeva la notizia che qualcuno era
• particolarmente retto moralmente questo veniva scelto come funzionario;
Sistema della segnalazione e della raccomandazione: dal 165 a.C. i
• governatori e capi dei regni erano chiamati a indicare una o due persone
ogni anno come funzionari; si istituì una prova scritta (Dignitario per il
cerimoniale). A partire dal 102 a.C. il numero di persone da segnalare fu
stabilito a seconda della densità di popolazione nelle singole regioni. Chi
aveva segnalato persone incapaci veniva retrocesso o rallentato nella sua
carriera;
Wudi fondò poi la prima Università Imperiale: furono chiamati nella capitale
• dei maestri (i “5 eruditi”) per insegnare le virtù e i classici confuciani agli
studenti. Nel II secolo d.C. con gli Han orientali venne poi creata un’altra
scuola dedicata alla formazione di funzionari. Ciò portò a un processo di
socializzazione politica: tutta la classe dirigente si formava sulle stesse
convinzioni, ciò creò unità all’interno della classe dirigente;
Per diritto ereditario: ovvero se si apparteneva ad una certa famiglia (rango
• e richezza permettevano l’accesso alle cariche).
Mentre Liu Bang non aveva mai nutrito simpatia per i confuciani, le cose
cambiarono a partire dal II secolo a.C. quando Wudi adotta il confucianesimo
come dottrina ufficiale dell’Impero. Dong Zhongshu lavorò al servizio di Wudi
come il principale ideologo dell’Impero, integrò la dottrina confuciana con
elementi di altre dottrine (yin e yang, i cinque agenti, legismo, ecc). Le
principali teorie di Dong Zhongshu riguardavano:
Riti al Cielo e alla Terra: grazie ad essi è possibile comprendere ciò che la
• natura comunica agli uomini e dunque i segnali della volontà del Cielo. Gli
uomini devono rapportarsi all’Imperatore cosi come quest’ultimo si deve
rapportare al Cielo, solo così la società si comporterà armoniosamente.
Perciò è la volontà del Cielo a governare, alla base del potere politico c’è
l’ordine cosmico;
Yin e Yang: secondo Dong Zhongshu esisteva una perfetta corrispondenza
• tra uomo e Natura, in quanto entrambi erano governati dalle stesse energie
opposte e complementari dello ying e dello yang. Dai cinque elementi,
prodotti dall’interazione dello yin e dello yang, corrispondevano le cinque
virtù confuciane;
Teoria della successione ciclica dei 5 elementi: ciascun elemento genera
• un suo successore: il legno genera il fuoco, il fuoco la terra, la terra il
metallo, il metallo l’acqua, l’acqua il legno. I cinque elementi potevano
essere collegati ai cinque sovrani (di) dell’antichità. Inoltre Dong Zhongshu
attribuì alle dinastie degli elementi: la dinastia Zhou era il legno e aveva
generato il fuoco, ovvero la dinastia Han, mentre la dinastia Qin era stata
una dinastia illegittima perché aveva governato senza il mandato del Cielo.
Conoscere i 5 agenti quindi significava essere in grado di comprendere
l’ordine umano.
Durante il regno di Wudi inoltre fu compilata una grande storia universale, la
prima opera del genere apparsa in Cina. Lo Shiji (Memorie di uno storico) fu
progettato prima da Sima Tan, Grande Astrologo presso la corte di Wudi, alla
sua morte fu successo dal figlio Sima Qian che proseguì l’opera del padre.
Nel 99 a.C. fu imprigionato e condannato all’evirazione per aver osato
difendere un generale caduto in disgrazia. Tuttavia continuò a scrivere in
prigione e nel 96 a.C. fu nominato capo della Segreteria imperiale. È in questa
posizione che termina la stesura dello Shiji.
Sima Qian rinnova il modo di scrivere la storia: segnala qual è l’opinione dello
storico e la divide dalla narrazione oggettiva degli eventi. Per il periodo
precedente all’842 a.C. non fornisce date, egli si limita solamente a narrare le
successioni fino a quel periodo e riduce la storia a ciò che è documentabile.
Da questo tipo di storia seguono poi le storie ufficiali/dinastiche. Da parte dello
storico c’era un tentativo di ricostituire una storia universale.
Lo Shiji comprende in tutto 130 capitoli e si divide in 5 sezioni:
Gli “Annali fondamentali”: storia generale della Cina dall’Imperatore
1) Giallo (Huangdi) a Wudi (fino al 842 a.C.);
Le “Tavole”: genealogie delle famiglie dei sovrani e delle famiglie
2) aristocratiche di epoca Zhou e di epoca Han;
I “Trattati”: vari temi tra cui i riti, la musica, l’astronomia, il commercio e
3) l’economia;
I “Casati ereditari”: la storia delle grandi famiglie aristocratiche della
4) dinastia Zhou (include anche la biografia di Confucio);
Le “Biografie”: è narrata la vita dei personaggi più influenti. Inoltre include
5) le biografie di personaggi non cinesi, e la storia di vari popoli barbari.
Reperti importanti appartenenti a quest’epoca sono:
Bandiera a T: bandiera che deriva dalla tomba della marchesa di Dai; è la
• prima rappresentazione dell’aldilà e del cosmo, sia del cielo che degli inferi.
Gli inferi sono rappresentati da due serpenti intrecciati. Nella tomba sono
anche stati trovati testi molto importanti su seta che riguardano argomenti
piu disparati (astronomia, matematica ecc.);
Tomba di Liu Sheng: sono stato ritrovati aghi per l’agopuntura, una spada
• in ferro, oggetti di bronzo e degli abiti di giada - la giada era un materiale
considerato sacro che proteggeva il corpo e preservava l’anima. Furono
impiegati 10 anni per la fabbricazione degli abiti, cuciti con dei fili d’oro.
Wudi per quanto riguarda l’economia fu caratterizzato da una politica
economica interventista. Il suo obiettivo era riempire le casse dello Stato che
si erano svuotate a causa delle numerose campagne militari, e al tempo
stesso limitare la potenza economica dei mercanti. Introduce le seguenti
riforme:
Nuove tasse su commerci;
• Vietate le terre ai mercanti;
• Granai di Stato: quando i prezzi si alzavano eccessivamente venivano
• venduti i cereali in modo tale da aumentare l’offerta, di conseguenza i prezzi
si riabbassavano;
Monopoli di Stato: in particolare su ferro, sale, alcool, e conio della moneta.
•
“Discorsi sul sale e sul ferro” di Huan Kuan: mettono a confronto il punto di
vista confuciano con il punto di vista legista:
Secondo i confuciani i monopoli non sono ammissibili in quanto i mercanti
entrano in contrapposizione con lo Stato; l’azione militare è efficace solo se si
ha la base morale (le virtù), perciò la lussuosità a corte deve diminuire; inoltre
lo Stato si deve dedicare all’agricoltura senza intervenire sull’economia, solo in
questo modo può trovare un proprio equilibrio.
Secondo i legisti, invece, i monopoli danno le risorse necessarie contro gli
Xiongnu, tutte le politiche di pace attuate contro gli Xiongnu fino ad allora
erano fallite; sostengono che il lusso di corte sia una necessità politica, in
quanto il potere deve essere mostrato; ritengono che l’intervento economico
sia necessario per evitare problemi come l’accumulo di troppe ricchezze da
parte di personaggi pericolosi e per mantenere l’ordine nello Stato.
Regno successivo a Wudi è quello di Xuandi (73-49 a.C.), le sue principali
riforme furono:
Divisione interna a Xiongnu;
• Abolizione monopolio dell’alcool;
• Riduzione dell’apparato burocratico.
•
I 50 anni successivi furono caratterizzati da contrasti tra confuciani, eunuchi e
famiglie imperatrici. Wang Zhengjun, moglie di Yuandi e madre di Chengdi,
dominò a corte per oltre 60 anni. Nel corso di questo periodo suo nipote,
Wang Mang, riuscì ad imporsi sui rivali. Dopo la morte dell’imperatore Pingdi,
riuscì ad assumere il titolo imperiale, fondando una nuova dinastia: Xin,
“Rinnovamento”.
Dinastia Xin di Wang Mang (9-23 d.C.)
La venuta di questa dinastia fu giustificata dalla concezione del “mandato
celeste”. Negli ultimi anni degli Han Occidentali, infatti, vi erano state
numerose catasfrofi che furono interpretate come manifestazione di sfiducia
da parte del Cielo nei confronti della dinastia. Wang Mang si proclamò
discendente dell’Imperatore Giallo, il cui elemento, secondo la teoria della
ciclicità dei 5 elementi, era la terra, e poiché il fuoco era stato l’elemento della
dinastia Han, appariva legittimo che la terra (Wang Mang) succedesse quindi
all’elemento fuoco (dinastia Han). A sostenere questa lettura degli eventi c’era
in particolare un letterato confuciano di nome Liu Xin.
Wang Mang cercherà di riformare il governo imperiale ispirandosi alla
tradizione:
Modifica la nomenclatura delle istituzioni sul modello della dinastia Zhou;
• Abolisce le grandi proprietà e nazionalizza le terre, che vengono
• distribuite dallo Stato ai contadini per essere coltivate in base allo
schema dei campi a pozzo;
Abolisce la schiavitù privata, gli schiavi vengono denominati “dipendenti
• privati” e ne abolisce la compravendita; tuttavia la riforma non fu portata
avanti e successivamente introdusse una tassa per ogni schiavo
posseduto;
Introduce 6 monopoli;
• Introduce dei prestiti a tasso agevolato per i contadini, sottraendoli agli
• usurai.
Tutte queste misure risultarono tuttavia fallimentari perché coloro che
avrebbero dovuto attuare l’applicazione di queste misure appartevano alla
classe dominante che Wang Mang intendeva colpire, inoltre il regno fu colpito
da disastri climatici che causarono siccità, carestia e innondazioni.
Ci sono inoltre interventi dall’esterno:
Nel 11d.C. l’innondazione del Fiume Giallo: buona parte della pianura centrale
è stata inondata e una delle regioni più produttive è stata danneggiata, le
persone che abitavano in quei territori avevano problemi di sussistenza.
L’incapacità di provvedere al problema da parte del governo imperiale portò
nel 17 d.C. alla rivolta dello Shandong, che fu prima disorganizzata e poi nel
18 d.C. portata avanti dal gruppo dei Sopraccigli Rossi .
Contemporaneamente si diffonde un altro gruppo di ribelli, l’Esercito del
Bosco Verde, che aveva a capo due membri della dinastia Han, Liu Xuan e
Liu Xiu. Nel 23 d.C. eliminano Wang Mang e Liu Xuan fu proclamato
imperatore, annunciando la restaurazione della dinastia Han.
Han Orientali (25-220 d.C.)
L’obiettivo di Liu Xuan era di ricostruire una unità imperiale, per cui cercò di
raggiungere un accordo con i gruppi di ribelli che tuttavia ebbero la meglio su
di lui.
Dopo la sua morte fu sostituito nel 25 d.C. da Liu Xiu, che divenne
l’imperatore Guangwudi, spostando la capitale a Luoyang. Liu Xiu nel giro di
quattro anni riuscì a domare definitivamente i Sopraccigli Rossi e a riportare
l’ordine in tutte le regioni dell’Impero con la sola eccezione del Sichuan.
Attuò una politica economica di tipo liberale:
I monopoli furono aboliti;
• Permette la crescita dei latifondi, i coltivatori lavorano alle dipendenze dei
• grandi proprietari;
Provvedimenti per la emancipazione degli schiavi e dei “dipendenti”,
• indebolendo i vincoli che li legavano ai grandi proprietari.
Inseguito a un’ulteriore frammentazione, gli Xiongnu non costituivano più una
minaccia per l’Impero. Gli fu concesso di insediarsi a Sud della grande
muraglia nelle regioni del Shaanxi e dello Shanxi, constringendo una parte
della popolazione cinese ad evacuare. Essi finirono per diventare sempre più
dipendenti dalla Cina.
Riaffermazione del controllo degli Han verso l’Asia Centrale:
Il generale Ma Yuan fu a comando delle truppe che nel 43 d.C. riuscì a
- consolidare il dominio cinese nei territori meridionali (Vietnam
settentrionale);
Gli Xiongnu crearono dei grossi problemi all’impero attaccando il corridoio
- del Gansu. La dinastia cercò di reagire grazie all’aiuto del generale Ban
Chao, fratello di Ban Gu (autore della storia degli han anteriori). Ban Chao
riuscì nel corso di un trentennio a riprendere il controllo di quei territori e a
riaffermare il controllo imperiale sulla via della seta (che permise ai mercanti
di arrivare fino alle porte dell’Europa).
Con la morte di Ban Chao la situazione nella regione si fece nuovamente
critica, fu solo intorno al 120 d.C. che, sotto il comando del figlio di Ban Chao,
Ban Yong, le truppe imperiali riuscirono a riprendere almeno parzialmente il
controllo. Dopo il 150 d.C., inseguito a un altro attacco dei Xiongnu, le
relazioni tra l’Impero e l’Asia Centrale furono definitivamente interrotte.
A partire dal regno di Hedi (89-105 d.C.) si va incontro a un progressivo
indebolimento della dinastia. Hedi fu il primo di una lunga serie di sovrani-
bambini. Questo periodo fu caratterizzato quindi dalle lotte tra i parenti delle
imperatrici, waishi, e gli eunuchi.
Nella prima metà del secolo vi fu una netta prevalenza delle famiglie
imperatrici, finchè con l’ascesa al trono dell’Imperatore Huandi, gli eunuchi
salirono al potere: costrinsero il reggente al suicidio, sterminarono i parenti e
confiscarono i beni. I 5 eunuchi che avevano organizzato il colpo di Stato
ricevettero titoli nobiliari e territori, furono inoltre autorizzati ad adottare dei
figli, che avrebbero ereditato il loro rango e le loro proprietà. I 5 eunuchi
costituivano una sorta di consiglio supremo al vertice dello Stato.
Un gruppo di funzionari e studenti dell’Università Imperiale (detta “corrente
pura”) si oppose agli eunuchi. La “corrente pura” perseguitò i seguaci e i
sostenitori degli eunuchi, riuscendo a far giustiziare il fratello di un potente
eunuco.
A questo punto gli eunuchi convinsero l’Imperatore ad agire contro la “corrente
pura”, facendo arrestare molti membri.
Nel 167 d.C. Huandi muore e gli succedette Lingdi, il reggente dell’imperatore
bambino divenne Dou Wu, fratello dell’imperatrice vedova. Era legato alla
“corrente pura”, per cui molti dei membri furono chiamati a ricoprire le alte
cariche del governo centrale. Nel 168 d.C. gli eunuchi fanno un colpo di Stato,
tolgono il sigillo imperiale al reggente e lo danno all’imperatore bambino,
affidato agli eunuchi. Nel 170 gli eunuchi fanno uccidere e incarcerare
moltissimi esponenti della “corrente pura”, dominando la scena politica.
Accanto a questi problemi nel territorio dell’impero ci si trova di fronte al
problema del brigantaggio: contadini affamati e senza terra si organizzano in
bande. In contemporanea divennero sempre più numerose le insurrezioni
delle tribù “barbare”: i Qiang, un popolo di lingua proto-tibetana insediati nel
Gansu; gli Xiongnu e i Xianbei, provenienti dalle steppe.
Nel 184 d.C., in seguito alle innondazioni del Fiume Giallo che aveva
aggravato le condizioni sociali della regione, scoppia la rivolta dei Turbanti
Gialli. Si tratta di una organizzazione taoista che operava a livello popolare. A
capo vi era Zhang Jiao, che professava la creazione di un regno della grande
pace, in cui sarebbero venute meno le differenze tra ricchi e poveri. Veniva
venerato Huanglao (divinità che unisce Huangdi e Laozi). I testi sacri erano il
Daodejing e il Taipingjing (Il classico della grande pace). Il nucleo
dell’insurrezione era tra Henan e Shandong, gli insorti furono 350.000.
Contemporanea ai Turbanti Gialli c’era la setta delle Cinque Staia di Riso o
dei Maestri Celesti che aveva come base il Sichuan. A capo vi era Zhang
Daoling che aveva istituito un vero Stato indipendente d’ispirazione daoista.
Esso venne represso nel 215 d.C. da Cao Cao.
Dopo la rivolta dei Turbanti Gialli c’era un vero stato di anarchia in quanto il
governo centrale era occupato a gestire i dissidi interni. Le famiglie più ricche
che avevano molti possedimenti, erano diventate entità politicamente ed
economicamente autonome. Inoltre i generali che aveno represso la rivolta dei
Turbanti Gialli avevano accumulato un enorme potere in quanto possedevano
delle forze armate costituite da volontari, e non più da soldati di leva. A partire
dal 190 d.C. il generale Dong Zhuo saccheggia la capitale Luoyang e assume
il controllo della corte. Egli, tuttavia, non viene riconosciuto dagli altri generali.
Nel 192 d.C. vi è una coalizione di generali (comandata da Cao Cao) che
prevale su Dong Zhuo. Nel 196 d.C. Cao Cao assume tutti i poteri a corte e
consegue il controllo sulla Cina settentrionale con la battaglia di Guandu,
nella quale sconfigge il generale Yuan che non aveva accettato ancora il suo
potere.
Nel 208 d.C., con la battaglia di Chibi, Cao Cao viene sconfitto dalle truppe di
Liu Bei e Sun Qian, portando all’ulteriore frammentazione del territorio. Alla
morte di Cao Cao nel 220 d.C. suo figlio Cao Pi si proclama imperatore della
nuova dinastia Wei. MEDIOEVO
(220-589 d.C.)
Col termine “Medioevo” si fa riferimento a quell’epoca compresa tra la caduta
della dinastia Han nel 220 d.C. e la riunificazione imperiale realizzata dalla
dinastia Sui nel 589. Si divide nei seguenti periodi:
Tre Regni (220-266);
- Dinastia dei Jin Occidentali (266-316);
- Dinastia dei Jin Orientali (317-420);
- Dinastie del Sud e del Nord (420-589).
-
TRE REGNI (220-266 d.C.)
Dopo la morte di Cao Cao, nel 220, il figlio Cao Pi mise fine alla dinastia Han,
proclamandosi Imperatore della dinastia Wei. Liu Bei si proclamò a sua volta
Imperatore della dinastia Han: il suo regno passò alla storia con il nome di Shu
(nome storico dell’odierno Sichuan); mentre Sun Qian divenne Imperatore di
Wu, stabilendo la capitale a Jianye (attuale Nanchino).
Ciascuno dei Tre regni si considerava erede legittimo della dinastia Han e
aveva come missione la riunificazione dell’Impero. Il più forte era però il regno
di Wei che aveva il controllo del bacino del Fiume Giallo. Le principali riforme
adottate da Cao Pi furono:
Estensione delle colone agricole di Stato dalla Pianura Centrale fino a
- Huai;
Recluta un corpo di funzionari secondo il sistema dei Delegati
- dell’Accertamento, una rete di dignitari locali incaricati di selezionare
coloro che fossero considerati degni di ricoprire una carica pubblica;
Esercito costituito da professionisti e “barbari”;
- Nuovo Codice (Xinlu).
-
Il regno di Shu Han (221-263), che occupava l’area del Sichuan, aveva
mantenuto la propra indipendenza, sfruttando la favorevole posizione
geografica. La sua forza stava soprattutto nel prestigio di cui godeva il suo
sovrano Liu Bei, in quanto membro della famiglia imperiale Han, e nell’abilità
strategica e diplomatica del suo ministro Zhuge Liang.
Ben più potente era il regno di Wu (222-280), che aveva preso il controllo del
bacino medio e inferiore del Fiume Azzuro (Yangzi), ed estendeva il suo
dominio a tutta la Cina meridionale. Possedeva una forte flotta, che raggiunse
le coste del Taiwan nel 230. I regni di Wu e Shu, unendo le forze, erano riusciti
a tenere testa agli attacchi di Wei, tuttavia l’alleanza non durò a lungo e Wei
riuscì a inglobare Shu Han nel 263.
Intanto nel regno di Wei, un membro della potente famiglia Sima, ovvero Sima
Yan, pose fine formalmente alla dinastia Wei, e fondò la dinastia dei Jin
Occidentali nel 266. Nel 280 Sima Yan annette il regno di Wu, realizzando
per un breve periodo l’unità imperiale. Assegna vasti territori ai propri parenti e
abolisce il sistema delle colonie di Stato.
A partire dal 291 la dinastia dei Jin Occidentali fu travolta da lotte intestine,
passate alla storia con il nome di “tumulti degli otto principi”. Nate dai contrasti
tra famiglie aristocratiche. Nel frattempo si era creata una situazione critica a
causa della siccità e dall’invasione di cavallette che portano carestia nella
Pianura Centrale.
Un capo Xiongnu di nome Liu Cong, toglie il mandato ai Jin Occidentali,
occupando nel 311 Luoyang e nel 316 Chang’an, dove la dinastia aveva
tentato di dar vita a un nuovo governo. Con la caduta dei Jin Occidentali nel
Nord incomincia un periodo di estrema frammentazione politica, che vede la
nascita di numerosi regni di brevissima durata (16 regni), fondati dalle elites
delle popolazioni “barbare” stanziate al di qua della Grande Muraglia.
DINASTIE DEL SUD
Le dinastie del Sud furono quattro:
Liu Song (420-479);
- Qi (479-502);
- Liang (502-557);
- Chen (557-589)
-
Nel 317, Sima Rui, un membro della famiglia imperiale, si era proclamato
imperatore, dando inizio alla dinastia dei Jin Orientali a Jianye (l’odierna
Nanchino). Il nuovo governo si trova a dover affrontare il problema della
registrazioni degli immigrati: i nuovi immigrati vengono censiti dei “registri
bianchi”, mentre gli antichi abitanti nei “registri gialli”. La dinastia porta avanti i
tentativi di riconquista dei territori, nel 347 conquista il Sichuan.
La debolezza della dinastia tuttavia risiedeva nelle lotte tra le grandi famiglie
rivali. Scoppia la ribellione di Sun En (setta dei Maestri Celesti) nell’area di
Ningbo. All’inizio del V secolo un generale di nome Liu Yu ha la meglio sui
rivali, nel 404 caccia dalla capitale un altro generale, Huan Xuan, che si era
proclamato imperatore, e fonda la dinastia dei Liu Song (420-479).
La dinastia di Liu Song abolisce la distinzione tra “registri bianchi” e “registri
gialli”. Nel 450 furono attaccati dal popolo dei Tuoba, che aveva fondato la
dinastia Wei. Nel 453 ebbe inizio a Nanchino un periodo di intrighi di corte e
lotte di potere, nel corso di cui si succedettero ben sei sovrani.
Nel 479 il potere venne assunto dal comandante delle guardie imperiali Xiao
Daocheng, che fondò la dinastia dei Qi (Meridionali). Le lotte di corte tuttavia
non terminarono, e salirono a corte altri sette imperatori.
Scoppiarono una serie di rivolte popolari e ne approfittò Xiao Yan, cugino
dell’Imperatore dei Qi allora sul trono, per prendere il potere e fondare la
nuova dinastia dei Liang (Meridionali) nel 502. La dinastia regalò alla Cina
meridionale un periodo di relativa pace, che vide lo sviluppo del commercio
marittimo nei paesi del Sud-Est asiatico e lo sviluppo dellla chiesa buddhista,
sostenuta dalla dinastia.
Intanto gli Wei Occidentali penetravano nei territori meridionali, occupando il
Sichuan e stabilendo uno Stato, passato alla storia con il nome di Liang
Posteriore.
Il generale Chen, nel 557, assume direttamente il potere, fondando la dinastia
Chen a Wuchang, l’ultima delle dinastie meridionali che sarebbe
sopravvissuta fino al 589.
DINASTIE DEL NORD
Le dinastie del Nord furono cinque:
Tuoba Wei (386-534);
- Wei Orientali (534-550);
- Qi Settentrionali (550-577);
- Wei Occidentali (535-556);
- Zhou Settentrionali (557-581)
-
Vi erano due gruppi etnici principali: tibeto-tanguti a Nord Ovest e i turco-
mongolo-tungusi nella regione delle steppe.
Il popolo dei Tuoba aveva fondato nel 336 lo Stato di Wei, situato nella
regione dello Shanxi. Nel 386 adottarono il nome Tuoba Wei e posero la
capitale a Pingcheng, nell’odierna Datong. I Tuoba diedero inizio a una serie
di campagne che li portarono nel 423 all’occupazione di Luoyang, nel 439 alla
conquista di tutta la Cina del Nord e nel 440 al controllo del Gansu.
I Tuoba volevano superare i contrasti con la popolazione cinese, nel 471 con
l’ascesa al trono di Xiaowendi e la reggenza dell’Imperatrice vedova Feng,
vennero tracciate delle misure che avevano come obiettivo la sinizzazione
dell’Impero: la lingua e i costumi Tuoba vennero vietati, si incoraggiarono i
matrimoni misti tra Tuoba e Cinesi, e infine si cercò di costruire una burocrazia
modellata su quella Han. Venne introdotto il culto ufficiale di Confucio, e il
buddhismo fu elevato a religione di Stato.
Sul piano economico fu introdotto il sistema della “perequazione agraria”,
che avrebbe riaffermato il controllo dello Stato dulla produzione agricola.
Inoltre, le terre avrebbero dovuto essere restituite allo Stato dopo i 60 anni o
alla morte.
I territori erano divisi in regioni, governatorati e distretti. Al di sotto dei distretti
viene introdotto il sistema dei 3 anziani (5 famiglie, 5 vicinati, 5 villaggi).
La politica di sinizzazione forzata adottata dagli Wei Settentrionali provocò
una reazione avversa all’interno dell’aristocrazia e, in particolare, tra i
comandanti di guarnigione che difendono l’Impero. Nel 523 scoppia la rivolta
delle “sei guarnigioni”.
Nel 534, l’Impero dei Tuoba si divise: ad est venne fondata la dinastia degli
Wei Orientali, con capitale a Ye; ad ovest fu stabilita la dinastia degli Wei
Occidentali, con capitale a Chang’an. La dinastia degli Wei Orientali portò
avanti la politica di sinizzazione, mentre gli Wei Occidentali tentarono una
restaurazione del vecchio Stato Tuoba.
Alla corte dei Wei Orientali il generale Gao Yang, nel 550, fondò la dinastia
dei Qi Settentrionali; mentre il generale Yuwen Jue, degli Wei Occidentali,
fonda nel 557 la dinastia dei Zhou Settentrionali. Queste due furono le ultime
dinastie del Nord.
Strutture di governo delle dinastie del Nord e del Sud:
Conservano il piano formale delle istituzioni Han, a Nord le strutture di potere
si fondavano sull’organizzazione tribale originaria dei “barbari”; mentre al Sud
il governo centrale rappresentava solo una facciata per il dominio delle grandi
famiglie.
L’amministrazione territoriale era confusa, in quanto le strutture amministrative
tendevano a sovrapporsi. In generale comunque, la distribuzione effettiva del
potere corrispondeva all’assegnazione dei territori: nel Nord, ai vari capi tribali
e, nel Sud, ai potenti locali e ai grandi proprietari terrieri.
Le forze militari erano composte da eserciti privati al servizio dei vari potenti
locali. I regimi a Nord erano più militarmente forti di quelli del Sud. Sotto i Qi
l’organizzazione militare si fondava sulle milizie di guarnigione (fu), delle quali
facevano parte sia “barbari” che cinesi. Gli Wei Occidentali avevano adottato
un sistema che stabiliva che ciascuna famiglia avrebbe dovuto donare un figlio
maschio alle guarnigioni. DINASTIA SUI
(581-618 d.C.)
Yang Jian era un generale membro della nuova aristocrazia dei Tuoba Wei.
Nel 581 si proclama imperatore della dinastia, riunificando l’Impero. Nella
visione tradizionale viene visto come l’Imperatore virtuoso che ha il Mandato
dal Cielo. La venuta dei Sui non costituisce alcuna frattura con l’epoca
precedente, ma viene vista come una semplice sostituzione. Sul lungo
periodo, tuttavia, la dinastia rappresenterà un momento fondamentale, perché
metterà le basi dell’istituzione imperiale nei secoli successivi. Il figlio
dell’Imperatore proseguirà le politiche del padre che verranno portate poi a
termine con la dinastia Tang.
Le principale riforme di Yang Jian furono:
Elabora un nuovo codice (riforma istituzionale);
- “Perequazione agraria” (tasse pagate in natura): le terre erano ridistribuite
- tra la popolazione che era stata censita, in cambio dovevano pagare le
tasse;
Cerca di consolidarsi a Nord ma deve scotrarsi con le popolazioni nomadi
- turche (Tujue), che si sono sostituite alle popolazioni precedenti. Per
rafforzare le difese cerca di usare la diplomazia, i Tujue si dividono in
occidentali e orientali, con quest’ultimi nel 584 stipula un trattato; avvia
inoltre la ristrutturazione della Grande Muraglia nella parte tra Ordos e
Yinchuan; nel 590 manda ai capi delle tribù turche delle mogli di sangue
imperiale; tutto questo non basta e all’inizio del 600 si presentano alle porte
di Chang’an. Il figlio di Yang Jian riuscirà ad allontanarli verso Kokonor. In
seguito alla sconfitta instaureranno rapporti tributari;
Nel 630 ottiene il controllo sulla regione dell’Ordos fino alla Mongolia Sud-
- occidentale (si consoliderà con i Tang);
Nel 598 la prima spedizione contro Koguryo (Corea) risultò fallimentare;
- Riesce a conquistare le dinastie del Sud, che oppongono poca resistenza;
- la conquista viene consolidata dall’inclusione della classe dirigente del Sud
all’interno dell’amministrazione dell’Impero;
Costruzione del Canale Imperiale (rete fluviale Hangzhou-Luoyang-Tianjin:
- 1500 km): ha un fine strategico, in quanto vengono costruiti una serie di
granai deposito che servivano per sopperire alle carenze in caso di carestia;
in seguito diventerà la via principale per il trasporto delle merci e di
collegamento con il Nord;
Le capitali Chang’an e Luoyang vengono ricostruite intorno al 600 con un
- impianto che ricorda i campi militari.
Yangdi succede a Yang Jian nel 604 d.C. e continua la politica paterna
(nonostante avesse fatto uccidere sia il padre che il fratello che era l’erede
designato);
Prosegue con la costruzione del Canale Imperiale, la rete fluviale va da
- Hangzhou a Luoyang e si collega alla odierna Beijing, estendendosi per
2500 km;
Mantiene Luoyang come capitale e si sposta verso oriente con Yangzhou;
- Porta avanti delle campagne contro le tribù nomadi turche e prosegue
- l’espansione verso il Vietnam settentrionale, Taiwan, Ryukyu;
Nel 611 il Fiume Giallo innonda la Pianura Centrale, aumentando il disagio
sociale. Il problema cresce perché la dinastia si ostina a voler conquistare il
regno di Koguryo (Corea); requisisce i contadini dalle campagne e porta
avanti tre campagne militari che risultano fallimentari, facendo aumentare
ulteriormente lo scontento tra la popolazione. Interrompe le campagne perché
tornano a farsi presente i turchi, nel 617 l’imperatore stesso partecipa a una
spedizione contro i turchi del Nord, in cui rischia di essere catturato, a fronte di
questo rischio cede letteralmente le armi e le affida al duca di Tang, Li Yuan,
mentre l’Imperatore fugge a Yangzhou, la seconda capitale, dove verrà ucciso
da un cortigiano. Li Yuan si allea con i turchi e nel 618 diventerà il primo
imperatore della dinastia Tang (verrà ricordato con il nome postumo Gaozu);
DINASTIA TANG
(618-907 d.C.)
Il regno di Li Yuan fu relativamente breve, tuttavia, in pochi anni riuscì a
prendere il controllo nel Nord, sconfiggendo militarmente chiunque gli si
opponesse (molte insurrezioni 200 organizzazioni ribelli), nonostante ciò
mostrò clemenza nei confronti degli oppositori, garantendosi il loro sostegno.
Nel 624 emana il Tanglü shuyi, il primo codice legislativo di cui ci è
- pervenuto il testo completo (500 articoli, 12 sezioni); le pene elencate non
sono basate solo sulla rarità del crimine commesso ma anche sul rapporto
che esisteva tra la vittima e il colpevole, per cui le leggi non sono applicate
indistintamente; inoltre i magistrati dovevano avere una formazione molto
ampia collegata ai classici, in modo tale da formare la comprensione sulla
moralità e sul senso di giustizia;
Nel 619 emana delle leggi che suddividono l’imposizione fiscale in 3 tipi di
- entrate: imposta in cereali; corvées di vario genere, generalmente si
trattava di lavori obbligatori come la manutanzione strade, costruizioni di
uffici, coltivazione delle terre, ecc.; tassa in tessuto;
Nel 624 emana una legge relativa al “metodo della eguale ripartizione
- delle terre” o perequazione agraria: per attuare tali leggi erano necessari il
censimento della popolazione, il catasto delle terre e la ridistribuzione
annuale tramite capi villaggio; tale sistema garantì entrate stabili per più di
qualche decennio.
Li Shimin (Taizong) succede a Li Yuan, riceve i pieni poteri in seguito
all’abdicazione del padre. Fu caratterizzato da una politica estera interventista.
Riesce, infatti, a interagire con le popolazioni dei Turchi di Mongolia, per cui
nel 630 viene nominato Gran Qan e da quel momento in poi inizia
un’espansione militare impressionante. In 15 anni i Tang riescono a
conquistare un territorio che si estende fino a Samarcanda. Inoltre Taizong
interviene nelle questioni interne dei vari principati in Asia (in particolare nel
principato di Gaochang a Turfan); nell’India settentrionale l’imperatore viene
chiamato per definire delle questioni diplomatiche-militari, ed è in questo
periodo che i monaci buddhisti cinesi si recano in India per reperire testi sacri.
Taizong fu un imperatore molto tollerante che accoglieva in Cina quelle
popolazioni che erano state perseguitate nei loro territori. Fu una dinastia
molto aperta e multiculturale.
Nel 649 a Taizong succedette il figlio Li Zhi (Gaozong) il quale, come il padre,
fu molto attivo in campo internazionale:
Nel 662 interviene presso i Sassanidi (Tigri) contro gli Arabi;
- Nel 660 ca. riesce a prendere il controllo della Corea (Koguryo e Silla).
-
La dinastia Tang a quel punto controllava un territorio vastissimo, per cui
furono istituiti “6 protettorati generali” per controllare i territori di frontiera. Il
controllo di quei territori fu possibile soprattutto grazie alle truppe costituita da
cavallerie (i cavalli erano uno dei beni fondamentali di quel periodo, alla metà
del VII sec erano 700mila - nel 758-9 il monopoli del commercio di cavalli
viene affidata agli Uighuri).
Il sistema di difesa Tang:
Hanno delle armate molto efficaci, ciò deriva dal fatto che per i Tang la vita
militare faceva parte della tradizione aristocratica, un’attività che dava quindi
prestigio. Dell’armata settentrionale facevano parte i figli maggiori delle
famiglie aristocratiche, ed era la forza d’attacco principale contro le
aggressioni e di difesa dei Tang.
Il sistema delle guarnigioni (fubing) era composta ciascuna da un numero
limitato di soldati (800-1200 soldati), erano soldati a vita (fino a 60 anni), era
una sorta di corvées militare e per questo erano esenti dalle altre corvées. I
soldati si dedicavano anche ai lavori agricoli, in modo tale che le guarnigioni
potessero raggiungere l’autosufficienza alimentare. Questo sistema però
decade intono al VIII secolo.
Si costituiscono quindi delle armate di mercenari che sono spesso collegate a
un commissario imperiale. Sul territorio le truppe di guarnigione erano poche
perché il controllo dell’ordine pubblico locale era affidato alle comunità.
Wu Zhao fu una concubina di Taizong e divenne Imperatrice con Gaozong.
Quando l’Imperatore muore, è lei che regna nel territorio, allontana l’erede
legittimo e proclama un suo Impero assumendo come nome imperiale Zetian
nel 690, ed è l’unica donna imperatrice. Regnerà fino al 705.
Le sue principali misure furono:
Nel 684 fa uccidere centinaia di aristocratici, inclusi i membri della famiglia
- imperiale;
Sposta la capitale nel centro di Luoyang;
- Incentiva gli esami imperiali, in quanto voleva creare una classe dirigente
- alternativa per rafforzare la propria posizione nei confronti dell’aristocrazia;
Sostiene la Chiesa Buddhista; durante il suo regno i vari monaci si
- recarono in India per tradurre i testi sacri originali;
Non controlla più la gestione del territorio, favorendo lo sperpero delle
- risorse. Spreco generale (690-710).
Esami Imperiali:
Partecipavano coloro che erano studenti delle due università imperiali oppure
coloro che erano stati segnalati dai funzionari locali, avendo già superato gli
esami effettuati nei distretti (già titolati).
Tra loro c’erano membri delle grandi famiglie o persone sponsorizzate dai
monasteri buddhisti. Avere a disposizione i testi per prepararsi agli esami era
complicato, gli esami infatti si svolgevano sui classici ma non solo, anche sulla
matematica, sul taoismo e bisognava mostrare, inoltre, delle ottime capacità
calligrafiche, perché esprimeva le virtù interiori che un buon confuciano
doveva avere. 进⼠士),
Il titolo più rilevante era quello di “studioso introdotto” (Jinshi
conseguito da chi superava l’esame nella capitale sui classici. Il mentore era
necessario per passare al livello successivo (fenomeno del clienterismo). Nel
736 quindi la gestione degli esami viene affidata al Ministero dei Riti, ciò
sottolinea come il superamento degli esami imperiali era diverso dal ricevere
un incarico nella burocrazia. Per diventare funzionari bisognava ricevere un
incarico che veniva attribuito dal Ministero del Personale.
Chi superava gli esami imperiali doveva aspettare almeno 2/3 anni prima di
riceve un incarico, il suo operato veniva controllato periodicamente, ed era il
ministero che decideva quale carriera doveva percorrere il funzionario (la
carica non era a vita).
Dai Tang in poi vi sarà un percorso molto diverso, si comincia a introdurre
l’idea che il funzionario debba avere delle capacità (merito), per cui vengono
incentivati gli esami imperiali.
Li Longji (Xuanzong), detto anche “Imperatore Brillante”, attua le seguenti
riforme:
Riorganizza la struttura dell’amministrazione e l’economia;
- Riordina i registri del censimento;
- Di fronte al decadimento delle guarnigioni (fubing), la dinastia decide di
- dare sempre più potere ai commissari militari imperiali, che guidano
truppe di mercenari. Le spese per l’esercito aumentano (in 2 anni si
quintuplicano), nonostante ciò i Tang perdono delle zone territoriali: nel 745
nel Nord Ovest della Cina si concretizza un grosso problema, il regno dei
Uiguri, dei turchi semi-sedentari, nel Sud Ovest si forma poi il regno di
Nanzhao, che controlla la via meridionale della seta. Anche il regno di Dali
(902), costituirà un problema per la Cina finché non verrà conquistato dai
Mongoli nel XIII secolo. Nel 751 la dinastia perde il controllo della parte più
occidentale della via della seta, con la battaglia sul fiume Talas contro gli
arabi perderanno i territori del Pamir e del Kashgar.
Con i Tang vi furono degli scontri tra aristocrazia e i funzionari entrati
attraverso gli esami. Nel 736, in particolare, scoppia un conflitto tra Zhang
Jiuling e Li Linfu, al quale era stata affidata la funzione di primo ministro. Nel
745 arriva a corte Yang Yuhuan (Guifei), l’Imperatore perde la testa per lei,
per cui comincia a trascurare gli affari di stato. Quando Li Linfu muore, nomina
come primo ministro un suo cugino (Yang Guozhong). A questo incarico,
tuttavia, mirava An Lushan, uno dei commissari militari imperiali che avevano
acquisito sempre più autonomia. Le guarnigioni di An Lushan erano stanziate
nelle attuali Beijing, Shanxi e Shandong, ed erano state strategicamente molto
importanti.
Quando Yang Guozhong diventa primo ministro, decide di usare le armi contro
la dinastia, per cui nel 755 scoppia la ribellione di An Lushan, che costringe
l’Imperatore insieme a Yang Guifei a fuggire verso Chengdu, durante il viaggio
lei verrà uccisa. Nel 757 An Lushan viene ucciso e il comando della rivolta
passa nelle mani di un suo generale Shi Siming, che però fu ucciso anche lui
poco dopo.
Suzong, l’Imperatore che seguì all’abdicazione di Xuanzong, riesce a
riprendere il controllo dell’impero ricorrendo ad aiuti esterni (tibetani e uiguri).
La rivolta portò delle conseguenze pesanti nell’Impero:
Sul sistema fiscale: viene riconosciuto il fallimento della perequazione
- agraria, non si era più in grado di riscuotere le imposte in quanto molte terre
sfuggono al censimento e vengono sottratte alle ridistribuzione (ad es. terre
esenti a favoriti imperiali); erano aumentate le terre di proprietà dei tempi
buddhisti; il sistema del censimento registra un calo di quasi 7 milioni di
famiglie di contribuenti in meno di mezzo secolo. Nel 759 fu introdotto il
monopolio sul sale, che fu la principale fonte di entrate dello Stato; venne
introdotto poi il monopolio sul the nel 793. Nel 780 venne applicata anche
una riforma chiamata “doppia sferza”, un’unica imposta che viene pagata
in 2 periodi diversi dell’anno (primavera & autunno), nella quale sono
racchiuse tutte le imposte che vanno pagate allo Stato.
Sul sistema di difesa e gestione del territorio: il numero delle regioni
- militari si moltiplica, e vengono affidate a commissari militari imperiali; ai
commissari vengono attribuiti poteri civili e militari, inoltre affidano a persone
legate a loro per vincoli famigliari ruoli importanti, incaricano come
luogotenenti i figli adottivi, ciò creò coesione all’interno dell’esercito.
Nella seconda metà del VIII secolo, il regno tibetano minacciava i territori dei
Tang, arrivando fino a Chang’an. Nell’area Nord Occidentale i Tang perdono
il passo di Yumen che segna la fine della Grande Muraglia (la via della seta
nell’area centrale è fuori dal controllo dei Tang, sono fuori dai commerci e dai
rapporti diplomatici); mentre nell’area Nord Orientale, la Silla (Corea) diventa
indipendente e comincia a farsi presente una popolazione chiamata Qidan, i
quali creeranno poi un Impero che darà grossi problemi alla dinastia Song; a
Sud il regno di Nanzhao si estenderà (i Tang perderanno la relazione tributaria
con loro).
I Tang sono stati fortemente influenzati da elementi culturali e religiosi
provenienti da altri popoli (ad es. buddhismo, nestorianesimo, manicheismo,
ecc), tuttavia all’inizio dell‘800 si chiudono. C’è un ritorno al confucianesimo e
al taoismo. Nel 836 inizia la proibizione dei contatti con gli stranieri. La
situazione diventa critica con il regno di Wuzong, il quale porta avanti una
campagna durata 3 anni contro i monaci buddhisti, nestoriani e manichei, e
contro tutto ciò che è straniero. Il suo scopo era ridurre il potere dei monasteri,
per cui molti monaci e dipendenti dei monasteri furono obbligati a laicizzarsi e
a registrarsi come contribuenti. In seguito a tale misura il numero dei
contribuenti incrementò di un sesto. Furono distrutti molti monasteri, fuse le
statue e gli oggetti in bronzo (a causa della mancanza di monete per il
commercio). Un decreto dell’845 vietò le religioni straniere nell’Impero.
Wuzong cercò di colpire i buddhisti soprattutto perché la maggior parte di essi
erano eunuchi, ed erano stati proprio gli eunichi ad eliminare gli Imperatori che
lo avevano preceduto.
Nel IX secolo la rivolta di Huang Chao porterà alla fine della dinastia Tang.
Nei territori dello Shandong, Henan e Jiangsu si erano create due bande di
ribelli gestite da due capi: Wang Xianzhi e Huang Chao. Furono caratterizzati
da attività xenofobe, massacrarono i mercanti stranieri a Guangzhou e
saccheggiarono la capitale Chang’an che fu completamente distrutta nell’881.
Nell’883 Li Keyong, un turco sinizzato, alla guida di truppe tatare a lui fedeli,
riuscì a riconquistare Chang’an per i Tang. Nel frattempo la corte Tang si era
trasferita a Luoyang. Nel 907 Zhu Wen, un governatore militare dei Tang,
fondò la dinastia dei Liang Posteriori con sede a Kaifeng.
CINQUE DINASTIE E DIECI REGNI
(907-960)
Nel Nord abbiamo 5 dinastie:
Liang Posteriori (907-23), fondati da Zhu Wen e con sede a Kaifeng;
- Tang Posteriori (923-36), fondati dal figlio di Li Keyong;
- Jin Posteriori (936-47), fondata grazie all’aiuto dei Qidan che invaderanno
- successivaente il territorio, arrivando fino alla capitale;
Han Posteriori (947-51);
- Zhou Posteriori (951-60), fondata da Guo Wei
-
Nel Sud abbiamo, invece, 10 regni da 907 al 979, caratterizzati da istituzioni
simili a quelle Tang e da un grande sviluppo economico.
DINASTIA SONG
(Song Settentrionali 960-1279;
Song Meridionali 1127-1279)
Nel 960 Zhao Kuangyin (Taizu), generale dei Zhou Posteriori, con un colpo di
Stato prese il potere e fondò a Kaifeng la dinastia Song.
La dinastia Tang era decaduta a causa dell’accumulo del potere militare,
perciò il principale obiettivo di Taizu divenne l’accentramento del potere statale
e la fine del predominio dei militari. Attuò una serie di misure che furono
portate avanti dal suo successore Taizong (976-97):
Fa allontanare dalla vita pubblica i capi militari che lo avevano aiutato nella
-
conquista del potere, offrendo loro in cambio vitalizi e titoli onorifici;
Vieta il cumulo di cariche civili e militari;
- Affida l’amministrazione imperiale a funzionali civili, il cui potere si basava
-
esclusivamente sulla nomina ricevuta dall’imperatore;
Reclutamento degli ufficiali dai quadri dell’esercito, anziché dalla classe
-
dirigente;
Assume personalmente il comando delle armate di palazzo, le unità militari
-
migliori vengono trasferite a Palazzo;
Il territorio erano divisi in prefetture, distretti e villaggi. Il coordinamento tra
-
governo centrale e prefetture era gestito dagli Ispettori. Questo sistema fu
introdotto per impedire che una singola regione potesse essere dominata da
un unico responsabile come in epoca Tang. Gli Ispettorati (Intendenze di
道)
circuito - dao erano di quattro tipi a seconda delle diverse funzioni: fiscali,
militari, giudiziari o economiche;
Comunicazione diretta tra prefetti e i 6 ministeri.
-
Durante la dinastia vi furono problemi con potenti Stati sino-barbarici: a Nord i
Liao, poi i Jin, e infine gli Yuan. Ad occidente dovettero affrontare, invece, il
regno di Xi Xia con i quali riuscirono a stipulare una pace nel 1044, in seguito
alla quale i Song si impegnavano a pagare un tributo, mentre i Xi Xia si
riconoscevano i loro vassalli.
Nonostante i vari conflitti sulle frontiere, all’interno del Paese c’è una
situazione di relativa pace. Vi sono grandi trasformazioni sociali ed
economiche, questi cambiamenti avvengono sia come conseguenza
dell’azione da parte del governo che costruisce enormi imprese imperiali, sia
come conseguenza dell’esplosione della imprenditoria privata. Ci troviamo di
fronte a nuove invenzioni e a progressi nelle tecniche agricole. Nonostante il
Fiume Giallo crei grossi problemi nella pianura centrale, esso permette una
maggiore produzione agricola, quindi l’espansione della popolazione e
l’urbanizzazione.
La corte manda sul territorio esperti e agronomi che aiutano a migliorare la
produttività delle terre. I progressi in campo tecnologico e gli strumenti agricoli
aumentano le terre coltivate, i progressi vengono diffusi grazie ai manuali
stampati. Uno degli elementi più rilevanti è l’introduzione del riso Champa che
viene dal Sud (Vietnam) e impiega 120 giorni a maturare. Riducendo di 30 i
giorni necessari, riuscivano a non perdere il raccolto a causa dei monsoni. Gli
agronomi lavorano su questo riso e arrivano a ridurre sempre più il periodo di
maturazione, alla fine dei Song si arriverà a 60 giorni, quindi al doppo raccolto.
Con la dinastia Song ci troviamo di fronte a un boom della industria e del
commercio. Le attività artigianali si ritrovano ad essere di dimensioni
protoindustriali, e le attività con i Song sono caratterizzate da una specificità
regionale, ad esempio l’industria del cotone e quella tessile sono collocate
soprattutto nell’area del Centro Sud. Il cotone diventa il tessuto più utilizzato,
mentre la seta viene utilizzata solo dalle classi nobili e come merce di
scambio.
Il commercio del sale è una delle attività più rilevanti nella economia e un’altra
attività fondamentale è quella della stampa: con i Tang avevamo la stampa
xilografica (blocchi di legno/metallo), la rivoluzione avviene con i Song grazie
all’introduzione dei caratteri mobili, che semplificano il processo, fu inventata
nel XI secolo, perfezionata e diffusa a partire dal XIII secolo. La prima opera
stampata fu il canone buddhista.
La porcellana viene prodotta nelle aree di Zhejian, Fujian e Jiangxi da
importanti imprese private. Tutti questi beni prodotti vengono commerciati non
solo in Cina ma anche in altri paesi. La Cina non è un paese chiuso, in questo
periodo commerciano con l’arcipelago giapponese, i regni indiani, il Sud-Est
asiatico e le coste africane. La navigazione grazie alla bussola e alle cartine è
sia lungo la costa che in alto mare.
Tutto ciò è un fattore di impulso per l’urbanizzazione, si creano le città di
Guangzhou, Fuzhou, Quanzhou.
Gli scambi erano sostenuti da un’industria metallurgica che si sviluppa
nell’area intorno alla capitale, dove vi sono miniere di carbone fossile e di
ferro, le quali fruttano la metà della produzione di ferro di tutto il Paese. La
produzione aumenta di sei volte tra il XI e il IX secolo, in questo periodo si
produce più ghisa di quella prodotta in Inghilterra durante la rivoluzione
industriale.
Fan Zhongyan (989-1052), funzionario provinciale, fu chiamato al governo
centrale dopo che riuscì a negoziare con i Xixia. Istituisce le “tenute di
giustizia”, delle terre destinate a finanziare le attività filantropiche. Ogni clan
possiede delle proprietà comuni che vengono coltivate, i proventi vengono
destinati a finanziare scuole, mantenere gli orfani, le vedove, ecc. In questo
modo le comunità stesse risolvono i loro problemi, allievando il peso dello
Stato.
A questo punto si formano due gruppi politici:
Riformatori radicali: con a capo Wang Anshi;
- Moderati o conservatori: con a capo Sima Guang; le qualità morali dei
- governanti sono più importanti della riforma della struttura sociale.
Wang Anshi (1021-1086)
Viene dal Jiangxi e diventa “studioso introdotto” a soli 21 anni. Nel 1058 scrive
il Memoriale delle 10.000 parole, in cui proponeva all’Imperatore una serie di
riforme. Nel momento in cui l’imperatore sul trono si libera della reggenza della
imperatrice vedova, egli chiama a corte Wang Anshi e lo pone al vertice dello
Stato, in questa posizione introduce riforme che riguardano 3 ambiti:
economia e amministrazione fiscale; formazione e reclutamento di funzionari;
difesa. In particolare:
Cerca di sottrarre i contadini al controllo degli usurai; introduce quindi la
- possibilità di prestare da parte dello Stato ai contadini dei prestiti chiamati
“giovani germogli” (concessi in primavera e rimborsati in autunno quando il
raccolto era stato fatto), vengono concessi anche agli artigiani, l’intenzione
era sottrarre gli artigiani al controllo delle grandi corporazioni, che
schiacciavano le attività dei piccoli imprenditori;
Cerca di intervenire per controllare il prezzo dei cereali che sono necessari
- per pagare le imposte, per cui stabilisce che le imposte sui cereali non
debbano essere trasportate fino alla capitale ma potevano essere vendute
in loco, questo riduce le spese di trasporto;
Adeguamento dell’imposta fondiaria a quella che era la produttività delle
- terre, a un terreno poco fertile non si chiede di pagare quanto un terreno più
fertile, ciò impedisce che i contadini si rivolgano agli usurai. Viene, inoltre,
rivisto il catasto dell’impero;
Aumento dei salari dei funzionari, i quali dovevano pagare le spese dei loro
- uffici e i salari dei dipendenti;
Wang Anshi riforma inoltre gli esami imperiali che furono suddivisi in tre livelli:
Esame di primo livello (nelle prefetture): I candidati erano indicati dai
• responsabili dei prefetti e delle scuole locali che furono create in quel
periodo. Chi partecipava aveva serie difficoltà a superare gli esami, solo il
10% superava tale livello;
Esame di secondo livello (detto “metropolitano”, nella capitale): gli
• argomenti vertevano sui Classici Confuciani, sui riti, sui testi storici e di
diritto. Con Wang Anshi vengono richieste anche conoscenze nei campi
economico, amministrativo, geografico, di arte della guerra e la capacità di
进⼠士
applicarle a problemi pratici di governo. Viene conferito il titolo di Jinshi
(“studioso introdotto”). Buona parte di coloro che avevano già un titolo
ereditario nella funzione di amministrazione partecipavano comunque agli
esami. Le prove scritte spesso venivano ricopiate in modo da non rendere
riconoscibile la calligrafia dell’esaminato. Tali misure erano attuate in modo
da mantenere l’oggettività degli esaminatori;
Esame di terzo livello (detto “di Palazzo”, nella capitale): in teoria erano
• tenute alla presenza dell’Imperatore. Serviva per confermare il risulatato
della prova “metropolitana” e per stilare una graduatoria dei vincitori.
Con Wang Anshi gli esami non sono più annuali, ma triennali. La graduatoria è
importante perché chi arrivava nei primi posti veniva mandato all’Accademia
Hanlin. Con la dinastia Tang l’Imperatore Xuanzong aveva fondato
l’accademia che era composta da studiosi di corte, con la dinastia Song,
invece, diventa la fucina di alti funzionari e consiglieri imperiali.
L’ultimo ambito in cui Wang Anshi interviene è la difesa. Introduce un nuovo
sistema chiamato Baojia (“milizie locali”). Stabilì che a livello locale ogni
comunità doveva creare delle milizie per mantenere l’ordine. Ogni famiglia con
almeno due figli maschi, forniva un figlio a queste milizie. Le armi e gli
addestratori erano forniti dallo Stato. Le milizie erano raggruppate in unità di
dieci famiglie (bao) e presentavano una struttura piramidale: 10 famiglie
(xiaobao), 5 xiaobao (dabao), 10 dabao (dubao).
È importante perché il costo dell’esercito era incrementato, dimezza quindi i
soldati con le milizie locali. Questo sistema verrà sciolto con il ritorno al potere
dei conservatori. Il sistema fu utilizzato, inoltre, per censire la popolazione.
La fazione dei conservatori dopo Wang Anshi:
L’Imperatore Zhezong (r. 1085-1100) appoggia i conservatori, in particolare lo
storico Sima Guang. Egli scrisse lo Zizhi tongjian (“Specchio generale per il
governo”), il quale ripercorre le vicende degli ultimi 1500 anni andando a
verificare quali furono gli elementi che diedero legittimità a ogni singola
dinastia, fa quindi un’analisi “morale”. Viene chiamato a guidare il governo
come consigliere abolendo la maggior parte delle riforme di Wang Anshi.
Alla morte di Sima Guang vi furono dei dissidi su chi lo dovesse sostituire, per
cui l’Imperatore fa allontanare i conservatori. La classe di funzionari fu
indebolita a causa delle lotte interne. La situazione migliora in parte col
successore Huizong (r. 1100-1125) che appoggiò i riformisti. Riporta gli
eunuchi ad avere una funzione importante e sceglie come Gran Consigliere
Cai Jing che tenta di attuare delle riforme per risanare la crisi finanziaria
causata dall’eccessiva concentrazione della proprietà terriera e l’evasione
fiscale.
Nonostante le riforme, i contadini manifestano il loro scontento per il governo
imperiale e vi sono numerose rivolte che interessano il territorio dell’impero: la
prima nel 1119 vede Song Jiang a capo di bande di contadini senza terre; la
seconda nel 1120 vede Fang La a capo di una rivolta che segue riquisizioni
fatte per ingrandire il Palazzo Imperiale, percepite come una forte ingiustizia
sociale.
Questi problemi interni sono accompagnati, inoltre, da interventi esterni. Un
altro potere Imperiale si era costituito a Nord, ovvero l’Impero Jin di Nüzhen
che era riuscito a conquistare il territorio dei Liao di Qidan. Nel 1127
conquistarono la capitale Kaifeng, facendo prigioniera la corte dei Song e
costringendo l’Impero a spostarsi a Sud.
L’Imperatore Gaozong, figlio di Huizong, raduna le forze di resistenza a Jin e
dà inizio alla dinastia dei Song Meridionali. Sposta la capitale a Nanchino.
Ebbe molte difficoltà nel ricreare il potere, perché incontrò l’opposizione non
solo dell’impero Jin ma anche dagli stessi sostenitori della dinastia. Si era,
inoltre, diffuso lo scontento tra il popolo e si diffonde una rivolta capeggiata da
Zhong Xiang nella regione dello Hunan.
L’imperatore accetta di aver perso i territori a Nord creando una capitale
provvisoria a Hangzhou. Tratta poi con i Jin per trovare un accordo, cercando
di limitare gli interventi bellici. Il generale Yue Fei è considerato un eroe nella
storiografia tradizionale cinese, riesce a riprendere con le sue armate una
parte del territorio conquistato dai Jin, ed è tra coloro che più insistono
affinché non si cedano alle trattative. Dalla parte opposta vi è la fazione degli
“agrari”, costituita da grandi proprietari terrieri a cui a capo vi è il Gran
Consigliere Qin Gui che negozia con i Jin e riesce ad avere una conclusione
nel 1142. Nel frattempo Gaozong aveva richiamato a corte Yue Fei e lo fece
condannare a morte per tradimento. Dopo il trattato con i Jin venne
proclamata quindi la pace.
Gli episodi militari comunque continuano perché i Jin erano ancora
intenzionati a conquistare i Song meridionali. Nel 1162 questi vengono sconfitti
e viene stipulato un secondo trattato di pace. Nel 1206 vi furono altri scontri
che portano alla sconfitta dei Song. Nel 1208 il conflitto si chiude con una
pace e la richiesta da parte dei Jin dell’aumento dei tributi, il pagamento
dell’indennità di guerra e la testa del Primo Ministro.
Dopo pochi anni i Song si trovarono a doversi difendere di nuovo contro i Jin.
L’Impero Song scelse di allearsi con i Mongoli contro di essi, ma gli alleati si
dimostrarono ancora più pericolosi. Nel 1234 i Jin furono annientati, ma presto
i Mongoli avrebbero attaccato i Song, approfittando dei loro dissidi interni.
La storiografia tradizionale attribuisce al Gran Consigliere Jia Sidao la causa
della caduta dei Song, in realtà fece di tutto per risanare la disastrosa
situazione finanziaria dell’Impero. Tenta di espropiare i latifondi, ma viene
attaccato dalle grandi famiglie della dinastia oltre che dai militari che si alleano
con i Mongoli. Nel 1276 cade Hangzhou, e la corte viene fatta prigioniera. Nel
1279 i Mongoli pongono fine alla dinastia Song.
Ai fini fiscali la popolazione fu suddivisa in tre strati:
Famiglie burocratiche: composte da funzionari e dall’aristocrazia imperiale,
• erano esentate da imposte e corvées, e comprendevano il 70% delle terre
coltivate;
Famiglie proprietarie: suddivise in 5 categorie in base all’estensione del
• terreno e in base anche alla produttività delle terre, pagano tutte le imposte:
testatico + imposta terriera + corvées; in questa categoria i grandi proprietari
terrieri sfuggono al pagamento delle imposte terriere;
Famiglie ospiti: rientrano gli affittuari, coloro che non hanno proprietà
• terriere; erano esenti dalle imposte terriere, ma pagavano il testatico ed
erano tenuti a fornire servizi di corvées.
Rivoluzione commerciale e sociale Song:
Nella struttura amministrativa dei Song acquistano particolare potere i primi
ministri che inglobano le altre cariche. L’imperatore poi è la figura dominante.
Vi era una vera e propria tendenza all’accentramento del potere. Gli eunuchi
non costituivano più un gruppo di potere rilevante, lo stesso accade per i
famigliari dell’imperatore.
A lato di questa situazione stabile dal punto di vista politico, ci si trova di fronte
a un incremento della produzione agricola, il surplus agricolo dieda la
possibilità di investire in vari campi; in particolare i funzionari, che provenivano
per la maggior parte da famiglie di proprietari terrieri, investono in attività
commerciali. Mentre secondo Confucio il mercante era una figura marginale,
con i Song invece i mercanti acquistarono potere, dedicandosi a una vita
simile a quella dei letterati e contribuendo con i loro investimenti alla
rivoluzione industriale.
L’esplosione commerciale fu agevolata dalla creazione di flotte navali che
trasportavano merci fino alle coste dell’Africa, dell’India, ecc. Questa diffusione
dei commerci portò anche alla diffusione della moneta, e per risolvere il
problema di carenza monetaria fu introdotta poi la cartamoneta. Inoltre fu
introdotta la tassazione sulle attività commerciali e dei beni che dovevano
passare per le dogane. Viene stilato un elenco dei beni tassabili e stabilite poi
delle quote fisse per mercanti da versare allo Stato.
Viene introdotto il monopolio sul sale, creando un organismo apposito per la
gestione; viene introdotto anche il monopolio sul the intorno alla metà del XI
secolo, successivamente fu liberalizzata la compravendita previo pagamento
di una tassa al governo, ormai era diventata la bevanda più diffusa in Cina.
Tutto ciò interagisce con lo sviluppo urbano che è collegato alle attività
industriali e commerciali. Aumenta la popolazione, fluiscono i mercanti, gli
imprenditori e la manodopera nelle città. Di fronte ai centri urbani in cui l’ordine
è difficile da mantenere dalle forze militari, vengono introdotte vari tipi di
organizzazioni:
Clan: ha un ruolo di regolatore sociale, all’interno di esso è previsto un
- codice di condotta che deve essere rispettato; il capo del lignaggio
interagisce con la famiglia e letteralemente agisce come giudice sull’operato
dei membri del clan; hanno una certa genealogia, dei riti, tutto ciò permette
di ridurre la conflittualità interna e nelle città;
Corporazioni: operavano su base professionale;
- Associazioni di conterranei: persone con la stessa provenienza che si
- riuniscono.
Queste associazioni hanno ciascuna un proprio tempio con una propria
divinità e i riti celebrati creano unità, contribuendo a creare una sorta di
stabilità sociale.
Nasce una classe sociale urbana con uno stile di vita nuovo, composta non
solo da letterati ma anche dai mercanti, il cui prestigio aumenta; i valori dei
letterati-funzionari dominano. La gentry, al vertice della scala sociale,
comprendeva tutti coloro che avevano superato gli esami imperiali ma che
svolgevano nessun incarico statale.
Si diffonde poi il neoconfucianesimo, che costituiva un’unione sincretica di
elementi buddhisti, confuciani, daoisti ed elementi di cosmologia. I principali
sintetizzatori associati al neoconfucianesimo furono: i fratelli Cheng e Zhu Xi.
Zhu Xi consegue il titolo di “Jinshi” a 18 anni; ricopre incarichi a livello
provinciale, rifiutando quelli del governo centrale perché erano particolarmente
gravosi, intendeva dedicarsi allo studio e all’insegnamento.
Seleziona tra i Classici i cosiddetti “quattro libri”:
Grande Scienza (Daxue) che in realtà è un capitolo del Classico dei Riti,
- attribuito a Confucio. Si dibatte sulla qualità morale degli antichi sovrani
collegate alle nuove virtù;
Giusto Mezzo (Zhongyong) anch’esso capitolo del Classico dei Riti, tratta
- del mandato cieleste e come interpretare i segni del Cielo, in quanto
indicazioni per il retto modo di comportarsi per tutti gli uomini, non solo per il
sovrano;
Dialoghi (Lunyu) attribuiti a Confucio, che non facevano parte dei cinque
- Classici;
Mengzi, opera di Mencio che richiama alla teoria dei germogli.
-
Zhu Xi scrive poi i suoi commentari che insieme ai Classici e ai Quattro Libri
sono fondamentali per la formazione intellettuali. Egli apparteneva alla
“scuola della natura umana e dei principi” (xinglixue), perché il principio li e
la natura umana xing costituivano i concetti fondamentali del suo sistema
filosofico. Il li è il principio-ragione universale, indistruttibile ed eterno, che
governa e combina tutte le cose. È la condizione necessaria di ogni
fenomeno. Il li si concretizza nella sostanza psicofisica come qi, che pervade
tutto l’universo, e che di volta in volta può tradursi come forza vitale ed
energia. È il qi che permette concretamente di realizzare l’evoluzione e la
distribuzione di tutte le cose e di tutti gli esseri, attraverso l’alternarsi dello
ying e dello yang, condensazione e dispersione. Il compito dell’uomo è il
raggiungimento della perfezione, dell’ordine cosmico che avviene attraverso la
coltivazione delle 3 vie, ovvero grazie allo studio della realtà, alla lettura
intensa e la meditazione.
IMPERI BARBARICI
L’Impero Liao dei Qidan
Confederazione di tribù proto-mongole; Nel 936 sottraggono l’area di Beijing ai
Tang posteriori e nel 1004 stipulano un trattato coi Song, secondo il quale
dovevano versare loro “doni fraterni”. L’impero finisce nel 1125 perché
vengono inglobati dai Jin. Una parte dei Liao fugge verso l’asia centrale
dando origine all’impero dei Liao Occidentali con cui interagiranno alcuni regni
del Medio Oriente. Dal punto di vista culturale e religioso resistono alla
sinizzazione, mantenendo la loro identità culturale al punto che i matrimoni
misti furono vietati. Introducono gli esami che spesso sono limitati ai Qidan
stessi, le istituzioni sono mantenute nella parte dove la maggioranza è Han. Vi
è una doppia facciata istituzionale tra Nord e Sud, ciò si vede anche nella
visione religiosa. I Qidan avevano pratiche sciamaniche e adottarono le
pratiche confuciane, invece, per controllare il territorio meridionale più legato
ai Tang, così come per il buddhismo.
L’Impero Xi Xia
Confederazione di tribù che parlano una lingua di ceppo tibetano. Riescono a
sfruttare i privilegi avuti grazie all’aiuto con la rivolta di Huang Chao e ad
insediarsi nel territorio. Erano allevatori, agricoltori e nomadi commercianti,
producevano soprattutto animali da allevamento, cavalli, cammelli, buoi,
montoni, cera d’api, tappeti e dalla Cina importano seta, incenso, medicinali,
ceramiche e lacche. Il contrabbando del sale fu rilevante negli scambi.
Riuscirono a sottrarre due importanti centri commerciali nel 1028 e nel 1038
fondando l’Impero Xi Xia.
L’Impero Jin dei Nüzhen
Tribù tunguse del nord-est (Manciuria), prima avevano relazioni tributarie con i
Song, Aguda proclama l’inizio dell’Impero nel 1115. I Song stringono
un’alleanza con i Jin contro i Liao. In pochi anni i Nüzhen riescono a
conquistare l’Impero Liao, quindi si assiste a una rapida sinizzazione
nonostante l’opposizione della corte dei Jin. Questa loro vicinanza agli Han si
mostra nel fatto che poco dopo gli accordi con i Song, introdussero anche loro
gli esami imperiali. L’impero Jin si ispira ai Song attuando la stessa struttura
amministrativa. I Jin conquistarono i Liao e le 16 prefetture vicino a Pechino
che i Song non erano mai riusciti a recuperare, le prefetture formalmente
diventarono territorio Song, i quali avrebbero dovuto versare le entrate fiscali
ai Jin. I Song non rispetttano gli accordi, quindi i Jin assediano la capitale
Kaifeng nel 1127 e catturano la corte. Uno dei figli dell’imperatore, Gaozong,
che non era nella capitale, riuscì a riformare i Song più a Sud. I Jin insediano
delle colonie agricolo-militari nella Cina settentrionale. Ciò porta allo
sfruttamento del territorio con una forte discriminazione razziale. I Nüwen
trattarono gli Han come schiavi, nonostante i Jin si fossero sinizzati al punto
da spostare la loro capitale da Haerbing a Yanjing (Beijing).
L’Impero Mongolo
Secondo molti studiosi sarebbero discendenti dei Xiongnu, secondo altri
sarebbero vicini alle tribù Ruanruan, che dominarono l’area della mongolia
intorno al V secolo d.C. Durante il periodo Tang si spostarono verso Est,
arrivando fino all’area Manciuriana e estendendosi verso Nord nella pianura
siberiana. Si dedicarono alla caccia e alla pesca, erano infatti pastori nomadi.
Spesso sono detti anche Tatari. Alla fine del XII secolo furono coalizzati da
una figura importante, ovvero Temujin.
Nel 1206 fu acclamato Gengis Qan (“Capo Universale”) dai capi di tutte le
tribù mongole. Aveva la fama di devastatore. All’inizio del XIII secolo iniziò gli
attacchi contro i Jin da Nord, occupando la Manciuria e la regione di Pechino.
Muore combattendo nel 1227 durante la campagna di conquista dei Xi Xia.
L’opera di conquista fu continuata dai suoi successori.
Ogodai, il figlio, si allea nel 1232 con i Song contro i Jin. Conquista l’Impero
Jin nel 1234, consentendo ai Song di ritornare a Kaifeng e Luoyang. Nel 1235
i mongoli iniziano ad attaccare saltuariamente i Song, ed erano impegnati,
inoltre, in altre campagne di conquista verso Ovest e verso la Corea. Avevano
la tendenza a trasformare i territori conquistati in luoghi dove allevare i propri
animali. Yelü Chucai, era un principe Qidan che faceva parte dell’Impero Jin,
riuscì a convicere i mongoli a non trasformare la parte settentrionale della
Cina in un grande pascolo, viene ricordato inoltre per aver permesso ai
mongoli di aver accesso ai Classici traducendoli nella lingua mongola.
Guyuk, nipote di Gengis Qan, e Mongka sono i due Grandi Qan eletti
dall’assemblea dei capi tribù mongoli che proseguono ulteriormente l’opera
espansionistica di Temujin. Riescono a prendere il regno di Dali e a
conquistare il territorio del Sichuan. A questo punto la Cina è sempre più
facilmente attaccabile. Il territorio dei Song tuttavia era particolarmente difficile
da conquistare perché collinoso ed era stato precedentemente fortificato.
Quando Mongka muore, Qubilay che era alla guida delle truppe, va a Kaiping
(ora Shangdu) e si fa eleggere Gran Qan da un gruppo ristretto di capi tribù,
mentre il fratello di Mongka si fa eleggere Gran Qan a Qaraqorum, ciò da
inizio a quattro anni di lotta per la successione. Questi fatti ritardarono la
conquista della Cina. DINASTIA YUAN
(1271-1368)
Qubilay Qan (Shizong r. 1260-1294) sale al potere e prosegue la conquista
dei Song. Dopo quattro anni di assedio cadono due città roccaforte mentre
Hangzhou nel 1276 si arrende senza combattere. L’ultimo possibile imperatore
dei Song muore presso Guangzhou, ponendo la fine della dinastia.
Liu Bingzhong è un funzionario Jin e monaco chan, che concepisce la nuova
capitale Qanbaliq o Dadi (Pechino) nel 1267. Inoltre riprendendo la celebre
formula secondo cui la Cina non poteva essere governata a cavallo, ricorda a
Qubilay la necessità di governare in un modo diverso, ovvero seguendo il più
possibile il modello cinese. Nel 1271 assume per la dinastia il nome Yuan
(“origine”), tratto dallo Yijing.
I mongoli dopo aver sottomesso la Corea nel 1258, partono delle spedizioni
alla conquista del Giappone. Qubilai Qan fa arrivare una lettera allo Shôgun,
che gestiva il potere militare, chiedendo la resa. Nel 1274 vi è un tentativo di
invasione del Giappone che risulta fallimentare. Viene organizzata una
seconda spedizione nel 1281 partendo dalla Corea e dalla Cina meridionale
che conta più di 100mila soldati. La sconfitta questa volta avvene ad opera dei
tifoni che distruggono la flotta immensa.
Suddividono il territorio enorme in quattro Qanati: Il grande Qanato è quello
della dinastia Yuan. Il governo era molto autoritario, riprendono le istituzioni
dei Song, riportando in auge anche le istituzioni militari. Cercarono tuttavia di
resistere alla sinizzazione, discriminarono i cinesi nell’amministrazione del
territorio. La società Yuan fu inoltre suddivisa in quattro grandi gruppi:
1. Mongoli: erano al vertice, era vietato mescolarsi agli Han;
2. Semuren: gruppo composto da tutti coloro che non erano né mongoli né
cinesi; comprendeva ben 31 etnie diverse e svolgevano l’attività di
amministratori e in ambito fiscale (riscossione); di questa categoria faceva
parte Marco Polo, alla capitale venne accolto a corte come gli altri stranieri
e affidati incarichi amministrativi;
3. Hanren: erano i cinesi che abitavano nella Cina settentrionale;
4. Manzu o Nanren (“barbari del sud”): abitavano l’impero dei Song
meridionali, erano considerati un gruppo da sfruttare che fornivano risorse.
Tutto ciò portò a una conflittualità tra mongoli e cinesi che erano stati posti
perfino al di sotto dei semuren; le cariche più importanti erano appannaggio
dei mongoli ed erano ereditarie, e a livello locale i funzionari cinesi venivano
affiancati da funzionari mongoli. Nel 1313 verranno reintrodotti gli esami
imperiali, tuttavia vi sono delle quote riservate a mongoli e semuren. Inoltre la
riscossione delle imposte venne affidata ai semuren, e soprattutto ai mercanti
dell’Asia centrale.
Gli Yuan mantennero molte istituzioni Tang e Song. L’organizzazione centrale
faceva a capo alla Segreteria, al Consiglio Militare e al Censorato. Il territorio
fu suddiviso in regioni, prefetture e distretti, esistevano gli Uffici di Circuito con
prevalenti funzioni militari e di sorveglianza. Al di sotto dei distretti furono
mantenuti le forme di responsabilità collettiva.
L’agricoltura rimase la base economica dell’Impero, il cui centro era il Sud-Est
della Cina tuttavia il governo diede minore importanza all’agricoltura
contribuendo alla sua decadenza. Incentivarono, invece, la coltura del cotone,
diffuso durante i Song, che diventò l’industria più rilevante nel centro. Il
commercio si sviluppo grazie alla libertà di cui godevano i mercanti, alla
politica di promozione dei trasporti e alla Pax mongolica. Fu ricostruito il
Grande Canale, benché la maggior parte dei traffici si svolgesse via mare. I
mongoli, inoltre, introdussero la carta moneta che facilitò gli scambi. Siamo di
fronte a una prosperità economica apparente, in quanto ci si avviò verso la
crisi finanziaria causata dalle notevoli spese per la corte, il mantenimento delle
guarnigioni militari e la costruzione di opere pubbliche, tutto ciò contribuì
all’inflazione monetaria.
Anche se i cinesi furono emarginati, in questo periodo rimane la vitalità
intellettuale, si diffondono le elaborazioni neoconfuciane, specialmente nelle
accademie private; viene introdotto il dramma teatrale come strumento di
diffusione del proprio scontento.
Nel XIV secolo scoppiarono numerose rivolte popolari che si verificarono in
seguito a disastri climatici; il Fiume Giallo inondò frequentemente la pianura
centrale, provocando gravi carestie. Le dighe si ruppero nella valle di Kaifeng
provocando un’inondazione disastrosa. Tra gli operai che lavoravano per
ricostruire le dighe del fiume scoppiò una rivolta capeggiata dalla setta dei
Turbanti Rossi, che si ispiravano alla setta del Loto Bianco, d’ispirazione
buddista, che era stata precedentemente messa fuorilegge. C’era poi la setta
della Nuvola Bianca, sempre d’ispirazione buddista, di cui facevano parte
operai, contrabbandieri di sale, marinai e pirati. Queste rivolte furono sedate
facilmente. Scoppiarono poi altre rivolte disorganizzate in tutto il paese
(Henan, Hunan, Guangdong e Sichuan) negli anni 60 del XIV secolo.
Gli ultimi decenni della dinastia Yuan furono segnati da un’inflazione
galoppante e dalla crescente tensione nelle campagne che l’organizzazione
amministrativa e militare mongola non fu più in grado di controllare.
Zhu Yuanzhang fu in grado di trasformare i ribelli in un movimento ben
organizzato che pose definitivamente fine alla dinastia. Orfano di contadini
dello Anhui, è vissuto per qualche anno in un monastero buddhista. Entrò a far
parte dei ribelli dei Turbanti Rossi, e all’interno del gruppo creò una struttura
solida che li portò a conquistare Nanchino, e da lì cominciò a creare istituzioni
statali alternative a quelle Yuan, circondandosi di consiglieri capaci e colti,
continuando la conquista militare verso Sud. In una decina d’anni riuscì a
prendere il controllo della valle del Fiume Azzurro.
Conquistò poi la capitale Qanbaliq (l’ultimo imperatore fugge verso
Qaraqorum) e progressivamente prende il controllo dei territori interni,
scacciando i Mongoli oltre la Manciuria, nel territorio di origine.
DINASTIA MING
(1368-1644)
Zhu Yuanzhang proclama la nuova dinastia con il nome di Ming “luce” e
assume il titolo di Hongwu. Nanchino rimane la capitale dell’Impero.
L’Imperatore aveva una personalità molto forte, e instaurò una vera e propria
autocrazia, controllando l’intero operato del governo centrale.
Le sue principali riforme furono:
Hongwu era diffidente verso i letterati e la classe dirigente, per cui istituì un
• corpo di polizia segreta, esteso in tutto l’Impero per il controllo dei
funzionari; sistemò i suoi oppositori in occasione delle epurazioni, in cui
decina di migliaia di funzionari e letterati furono eliminati;
Cambiò poi le istituzioni, abolendo la Segreteria e il Consiglio Militare,
• mantenendo il Censorato. Fu istituito il Consiglio Interno, che coordinava le
attività di governo;
Le truppe erano composte da soldati di mestiere, iscritti ai registri, per cui
• la professione divenne ereditaria; inoltre furono istituite delle colonie militari
autosufficienti in cui i soldati lavoravano come contadini, provvedendo alla
propria sussistenza;
Introduce un nuovo sistema di riscossione delle imposte chiamato “Lijia”; la
• popolazione rurale era organizzata in gruppi di 110 famiglie chiamati li,
ciascun dei quali era suddiviso in 10 jia; le dieci famiglie più ricche di ogni li
svolgevano funzioni direttive (lizhang);
Incentiva l’istruzione elementare nell’Impero e diffonde le “Sacre Istruzioni”;
• Il suo principale obiettivo fu la ripresa e lo sviluppo dell’agricoltura; si occupò
• della redistribuzione delle terre ai contadini e della compilazione di registri e
catasti per impedire l’evasione fiscale. Le terre abbandonate furono donate
ai contadini nullatenenti, fornendo loro il bestiame, gli strumenti agricoli e le
sementi per iniziare la coltivazione.
Jianwen (1399-1402), nipote e successore di Hongwu; cercò di ridurre alcune
misure accentratrici e il potere dei principi ereditari. Tuttavia fu contrastato dal
principe di Yan, che riuscì a prevalere sull’imperatore anche grazie all’aiuto
degli eunuchi. Salì al trono con il titolo di Yongle (1402-1424).
Comandante delle truppe sulla frontiera settentrionale, Yongle sposta il centro
del potere a Pechino nel 1421, cioè nel territorio in cui aveva più influenza.
Per collegare il Sud del paese con la capitale finanzia i lavori di manutenzione
del Canale Imperiale che viene rimesso in funzione. Formalizza il Neige,
ovvero il Consiglio Interno, l’organismo attraverso cui dominava sul governo
centrale.
Inizialmente attua una politica estera interventista. Furono consolidati i rapporti
tributari con molti regni vicini (Corea, Ryukyu, Cambogia, ecc.). Approfittando
dei disordini nell’Annam, Yongle, sottomise l’area, annettendola nell’Impero
fino al 1428. Invia spedizioni marittime comandate dall’eunuco Zheng He, nel
Mar Cinese, nell’Oceano Indiano fino al Golfo Persico e al Mar Rosso; inoltre
favorisce i viaggi dell’eunuco Hou Xian nel subcontinente indiano e nel Tibet.
Con la fine delle spedizioni inizia la chiusura, causata in particolare dallo
sviluppo della pirateria sino-giapponese e dall’arrivo delle flotte europee nei
mari orientali. Inoltre, arrivano da Nord popolazioni mongole, tra cui Timur o
Tamerlano, il cui regno si estendeva da Samarcanda fino all’Anatolia; morì
dopo una campagna di conquista della Cina nel 1405.
Per rispondere alle minacce esterne Yongle non ha ricorso solamente alla
forza delle armi ma anche alla diplomazia, mandando diplomatici a stabilire
scambi tributari. A Nord nel momento in cui Tamerlano muore le varie tribù
mongole si riorganizzano. Ci sono scontri con i mongoli a Nord Ovest (Oirati)
e quelli a Nord Est (Tatari).
Il problema della pirateria coinvolse sia i giapponesi che i cinesi. Ufficialmente
i traffici marittimi erano permessi solo nei porti di Ningbo per il Giappone,
Fuzhou per le Filippine e Canton per il Sud Est asiatico. Gli scambi
commerciali avvenivano tuttavia anche in modo clandestino in tutta la costa
cinese.
La dinastia cercò di risolvere il problema con le seguenti riforme:
Flotta armata e fortificazioni lungo le coste;
• Displomazia con il Giappone;
• Limitazione dei movimenti interni da parte dei mercanti stranieri e dei monaci
• buddisti;
Limitazione delle missioni tributarie ad una ogni 10 anni, in modo tale da
• controllare la fuoriuscita di argento che veniva utilizzato per le monete in
Giappone; in realtà si verificano spesso missioni tributarie non ufficiali.
Il fenomeno divenne ancora più intenso quando nel 1530 furono chiusi gli
scambi con il Giappone, a causa di un problema con l’ambasciata giapponese
a Ningbo. Si erano presentate due missioni tributarie con entrambi i certificati
di scambio; quella rimasta esclusa aveva saccheggiato la città. A partire dalla
metà del XVI secolo si ebbe un momento di massima intensità delle scorrerie
che si estesero anche all’interno del Paese, attraverso i fiumi. Solo le
campagne degli anni 1560-70 riuscirono a portare una certa tranquillità lungo
le coste.
Durante il regno dell’Imperatore Yingzhong tornano ad esserci problemi con
le popolazioni mongole, scontente a causa delle restrizioni imposte al
commercio. Tra il 1403 e il 1435 fu ricostruita la Grande Muraglia per
difendere i territori. Nel 1449 una controversia con i funzionari cinesi sul
prezzo dei cavalli fece scoppiare il conflitto coi Mongoli Oirati, il cui capo era
Esen. Gli Oirati attacarono l’Impero su quattro fronti. Yingzhong fu fatto
prigioniero durante una campagna miltitare a causa dell’imperizia del generale
Wang Zhen. Nel 1450 fu rilasciato dopo il pagamento di un riscatto. Inizia una
politica di ripiegamento e di difesa delle frontiere. Il fratello più giovane di
Yingzong (Imperatore Jingtai), prende il suo posto. Nel 1457 Yingzong ritorna
sul trono con un colpo di stato.
Vi furono ulteriori problemi esterni durante il regno di Jiajing (1522-1566); egli
era salito al trono pur non essendo discendente diretto dell’Imperatore;
avrebbe dovuto diventare il figlio adottivo ma non fu riconosciuto in tempo,
quindi altera la successione attribuendo al padre naturale il titolo postumo di
Imperatore. Alla frontiera settentrionale si presentarono nuovamente i mongoli.
L’imperatore mongolo Altan Qan (o Anda) assedia Beijing ma poi desiste,
occupa parte dello Shanxi, Qaraqorum e anche il Qinghai. Nel 1570 viene
firmato un trattato di pace, in cui ai mongoli viene data la libertà di
commerciare e i cinesi sfuggiti durante le incursioni mongole vengono
reintrodotti nei territori.
Gli enormi cambiamenti sociali che causarono lo spostamento di masse di
contadini verso le città e cambiamenti nelle attività professionali resero inutili i
registri e sconvolsero l’organizzazione fiscale. Scoppiarono delle crisi in vari
ambiti:
Crisi dei minatori: vengono introdotte delle limitazioni alle estrazioni
• minerarie che causa l’instabilità del lavoro. In risposta si svilupano attività
minerarie clandestine; scoppiarono una sere di rivolte contro le proibizioni
governarive dello sfruttamento delle miniere;
Crisi degli artigiani: si tratta di famiglie che sono dipendendi direttamente
• del ministero dei lavori pubblici (Gongbu) oppure che offrono servizi di
corvées alla capitale; le corvées potevano essere sostituite con il pagamento
in argento. Ciò portò alla riduzione dei maestri artigiani che lavoravano nei
vari laboratori imperiali;
Crisi dei contadini: Le imposte terriere venivano stabilite in base alla
• produttività terriera mentre le imposte locali erano stabilite in base alle
necessità del governo, quindi erano molto variabili, costringendo spesso i
contadini a rivolgersi agli usurai. I contadini perdono le terre e diventano
quindi braccianti, contrabbandieri, pirati, oppure minatori nelle miniere
illegali. Nelle città si dedicano al piccolo commercio, all’artigianato oppure
vanno a costituire la manodopera per le grandi imprese artigiane private
concentrate in aree specifiche.
A partire dal XVI secolo, la Cina dovette affrontare anche i rapporti con gli
Europei: in particolare i Portoghesi e gli Olandesi, con i quali vi furo degli
scontri per il predominio dei traffici nei mari orientali. Un ruolo di particolare
importanza fu svolto dai gesuiti che seppero conquistarsi la fiducia delle
autorità cinesi. Fra di essi c’era Matteo Ricci, arrivato a Macao nel 1582,
studiò i classici, diventando un vero e proprio letterato confuciano. Riuscì ad
adattarsi perfettamente alla cultura cinese tanto da potersi spostare all’interno
del Paese, pur con le limitazioni agli stranieri. Riuscì ad ottenere il permesso
per stabilirsi a Pechino dove vi restò fino alla morte.
Produzione agricola cresce grazie ai nuovi strumenti, la selezione di nuove
varietà di sementi e l’introduzione di nuove colture dall’esterno (arachide,
patata dolce, mais). A sostegno della produzione c’è la diffusione delle
conoscenze che permettono di migliorare la qualità della produzione.
Nonostante ciò i capitali vengono investiti sempre meno nella terra e sempre
più in attività commerciali e artigianali. Come conseguenza ci sono sia i
cambiamenti sociali che tecnologici:
Cambiamenti nei generi letterari, diffusione dei romanzi “popolari”;
1) Progressi tecnici nell’artigianato (ex. telai per la seta e per cotone; lega
2) rame-piombo per caratteri mobili).
L’Imperatore Longqing (1567-1573) diede grande attenzione alla giustizia
sociale, ridusse le spese di Corte, difende i piccoli proprietari e provvedendo ai
lavori di manutenzione del Fiume Giallo e Wei. Quando finisce il suo regno
inizia la prima fase del regno di Wanli, l’Imperatore bambino di cui Zhang
Juzheng fu il reggente. Nel 1578 fa rivedere i registri catastali e introduce una
riforma importante nel 1581, ossia l’“unica sferza”, tutte le imposte (testatico,
imposta terriera, sovrattasse varie e corvées) vengono riunite in un’unica
tassa pagabile in argento. Ciò semplifica la riscossione, riducendo le
estorsioni da parte dell’amministrazione e al contempo incrementando le
entrate del governo centrale.
Alla morte di Zhang Juzheng l’Imperatore Wanli sale al trono, il suo regno fu
caratterizzato da numerosi problemi:
Il capo mongolo Bobai proclama la sua indipendenza nel Ningxia;
- Scoppiano delle rivolte nel Guizhou;
- Tentativo giapponese di annettere la Corea nel 1536-1598, la Cina
- partecipa aiutando il Giappone, a causa del rapporto tributario.
Tutto ciò implica delle ingenti spese militari; aumentano inoltre le spese di
corte causate dalla costruzione del Mausoleo di Wanli e le rendite dei membri
della famiglia imperiale. Di conseguenza vengono aumentate le tasse sui
commerci (dogane su Yangzi e Canale Imperiale); questo ha un effetto
negativo sulle imprese. All’inizio del XVI secolo scoppiano una serie di rivolte
nelle città legate alle attività artigianali.
Tutto ciò dà inizio a un periodo di forte instabilità e ad episodi di rivolta in tutto
il Paese. Nella capitale in particolare scoppiarono dei dissidi tra i membri
dell’Accademia Donglin e gli eunuchi. L’Accademia Donglin intendeva
ristabilire l’ortodossia del neoconfucianesimo ed era contro la corruzione
nell’amministrazione e lo strapotere degli eunuchi. I problemi cominciano nel
1620, quando salì al potere l’eunuco Wei Zhongxian, un illetterato e bandito
che non condivideva i principi della classe dirigente. Fu quindi messo sul trono
l’Imperatore bambino Tianqi e tenuto lontano dall’amministrazione del potere.
Wei Zhongxian costruisce quindi una rete di complici e reprime ferocemente i
letterati dell’Accademia Donglin.
Nel 1628 il nuovo imperatore Chongzhen fa processare Wei che viene
esiliato. A questo punto i letterati dell’Accademia Donglin tornano a dominare
a governo, tuttavia ormai la situazione all’interno del paese si è fatta molto
critica. A Nord Est si era concretizzato il potere dei Nüzhen, un capo di una
delle tribù tunguse aveva riorganizzato le tribù e conquistato un territorio
sempre più vasto. Accanto a questo problema esterno vi erano le insurrezioni
popolari. Si era diffusa la siccittà e la carestia, per cui la dinastia decise di far
fronte a tale problema riducendo le spese militari. Furono licenziati i soldati e i
contadini nelle province del Nord Ovest. Le rivolte scoppiarono estendendosi
nei territori della carestia, arrivando fino a Pechino.
Le rivolte di Li Zicheng e Zhang Xianzhong posero definitivamente fine alla
dinastia.
Li Zicheng era il capo dei rivoltosi a Nord. Arriva nella pianura del Fiume
Giallo, a Luoyang. Nel 1644 prende Xi’an. Proclama un nuovo Impero della
Grande Prosperità, Dashun, e organizza un nuovo governo, proponendosi di
ristabilire l’ordine. Poco dopo entra a Pechino e l’imperatore Ming si suicida.
Di fronte alla minaccia del potere dinastico interviene il generale Ming, Wu
Sangui, ricorrendo all’aiuto dei Mancesi che entrano in Cina. È considerato il
distruttore della dinastia Ming; Li Zichen fugge e nel 1654 viene ucciso.
Zhang Xianzhong era, invece, il capo dei rivoltosi a Sud. Aveva esteso il suo
potere nella Cina centro-meridionali. Era contro i funzionari e i ricchi; era
intenzionato a creare una società egualitaria. Fece massacrare molti
esponenti della Gentry che collaborò con i Mancesi contro di lui. Nel 1647 fu
sconfitto e giustiziato. DINASTIA QING
(1644-1919)
I mancesi sono considerati i discendenti dei Nüzhen dell’Impero Jin. Nel XVI
secolo si fermano presso l’area dei monti Changbai a Nord Est. Si dedicarono
soprattutto a caccia, pesca, agricoltura, raccolta (ginseng), e allevamento di
cavalli. Avevano già avuto dei legami con la dinastia Ming, infatti vi erano state
delle missioni tributarie inviate dai mancesi. Inoltre hanno dato un aiuto alla
dinastia Ming quando i giapponesi avevano cercato di invadere la Corea. I
rapporti però cambiarono grazie all’operato di Nurhaci; egli riuscì a creare
un’unità tra le varie tribù mancesi, creando una struttura militare molto
particolare. Stabilì un’alleanza con i Ming, tuttavia nel 1606 interrompe i
rapporti tributari con essi. Adottò una scrittura mancese ed emanò i primi
regolamenti e leggi.
Modifica la struttura delle tribù attraverso le Bandiere (Qi): si trattava di unità
amministrativo-militare costituite da colonie. Ad ogni bandiera furono
assegnate delle terre per il loro mantenimento, dovevano occuparsi
dell’allevamento e addestramento dei cavalli, la produzione del sale, la caccia,
la coltivazione del ginseng. Le bandiere erano inizialmente 4 poi divennero 8
nel 1615 (a cui si aggiunsero 8 mongole e 8 cinesi). Per ogni bandiera vi sono
disegni e colori distintivi: bianca, gialla, rossa, blu. L’imperatore si riservava il
controllo diretto delle tre bandiere superiori, mentre il comando delle altre
bandiere era affidato a principi imperiali.
Nurhaci si proclama Gran Qan dei Da Jin, prende Shenyang, dove stabilì la
nuova capitale. Morì nel 1626 e gli succede il figlio Abahai.
Abahai proseguì la politica di accentramento del padre e assunse il titolo di
Da Qing. Vedeva nella Cina un modello da seguire, ascoltò i consiglieri Ming
che erano disposti a collaborare con i mancesi. Estese il controllo del proprio
potere sulla Corea, su tutta la Manchuria fino a Shanhaiguan. Erano
militarmente molto forti e caratterizzati da una forte coesione.
Quando arrivarono a Pechino fu messo sul trono l’Imperatore bambino
Shunzhi, i cui reggenti erano due: il più importante fu Dorgon, zio
dell’imperatore, colui che aveva guidato i mancesi verso la capitale. Spostò la
capitale a Beijing, il centro del potere Qing, mentre Shenyang rimase la
capitale estiva. L’altro reggente fu Duoduo che guidò la conquista dei territori
di Yangzhou e Nanjing.
I mancesi nella conquista furono aiutati da due forze esterne: dagli alti
funzionari del Nord (ad esempio Fan Wencheng); e dai gerenerali tra cui
Wu Sangui, il generale Ming; Geng Zhongming, generale a cui sarà dato il
controllo del territorio nel Sud-Est; Hong Chengchou, che partecipò alla
repressione della rivolta di Li Zicheng.
Tuttavia una parte della classe dirigente cinese non accettò la nuova dinastia.
I mancesi dovettero fare i conti con l’oposizione:
Ming Meridionali: i lealisti reagirono all’occupazione con la resistenza
• passiva oppure unendosi alla resistenza armata. Ebbero molto successo nel
Sud, nelle regioni meridionali infatti si crearono per alcuni anni dei regimi che
si rifacevano alla vecchia dinastia, dando vita a 5 dinastie eredi in diverse
aree, 4 soccombero a causa di dissidi interni mentre l’ultimo regnante
Yongli, fuggì in Birmania e dovette arrendesi al generale Wu Sangui nel
1662;
Zheng Chenggong o Koxinga: lealista Ming, era un mercante/pirata che
• agiva soprattuto nel Sud-Est (Xianmen); i suoi pirati saccheggiarono i territori
dei mancesi, arrivando fino a Nanchino; dopo una pesante sconfitta si spostò
a Taiwan dove vi erano gli Olandesi. Per contrastare il problema dei pirati i
Qing evacuarono le coste dello Shandong e del Guangdong (piano di
pacificazione marittima);
Rivolta dei tre feudatari: la dinastia aveva affidato ad alcuni generali il
• controllo di territori estesi: Wu Sangui (Yunnan e Guizhou); Shang Zhixin
(nipote di Shang Kexi, Guangdong); Geng Jongzhong (Fuzhan). Essi
governavano i territori con ampia autonomia amministrativa e militare.
L’Imperatore Kangxi decise di estendere il controllo sui territori affidati a Wu
Sangui, questo provoca lo scoppio della rivolta nel 1673. Wu Sangui arrivò a
fondare una sua dinastia, controllando il Sud. Tuttavia non ebbe l’appoggio
della gentry locale. Alla sua morte la ribellione fu guidata dal nipote ma
sedata nel 1681.
Durante i primi anni dei mancesi nelle grandi città essi crearono delle aree
dove solo loro avevano il diritto di residenza, mentre gli Han di Pechino ad
esempio dovevano abitare a Sud del Palazzo Imperiale. Proibirono poi
matrimoni misti con Han e altre etnie, in modo da mantenere la loro identità
ben salda. I riti e la religiosità sciamanica furono preservati solo ai mancesi e
così anche il monopolio del ginseng. Il loro essere conquistatori e dominatori
si manifestò anche nell’apparenza, fu cambiato l’abbigliamento non solo della
corte ma anche dei funzionari; la fasciatura dei piedi delle donne era stata
attuata a partire dai Song, nelle donne mancesi invece questa tradizione non
era presente. Nel 1645 fu introdotta la capigliatura dei mongoli ovvero il bianzi
“codino”, che divenne obbligatorio pena condanna a morte; tale pratica
andava contro la concezione confuciana secondo cui il corpo non doveva
essere alterato, nemmeno i capelli.
Nonostante fossero dei dominatori, utilizzarono diversi metodi per riuscere ad
ottenere il consenso della classe dirigente. In primis i cinesi furono inclusi al
vertice delle strutture di potere, e furono create inoltre per loro delle Bandiere.
Gli esami imperiali furono ripristinati:
Esami provinciali: conferivano il titolo di juren “studioso presentato”, si
• svolgevano ogni tre anni ed erano ammessi gli shengyuan, ovvero coloro
che avevano superato l’esame a livello di distretto; chi acquisiva un titolo di
livello più basso doveva riottenere il titolo in un certo periodo di tempo, per
cui dedicava la sua vita allo studio. Erano ammessi poi gli studenti delle
accademie private e gli studenti dell’Università Imperiali, previo esame;
Esami metropolitani e di Palazzo; i migliori avevano accesso all’Accademia
• Hanlin;
Il saggio a otto gambe: la prova consisteva nella rielaborazione secondo
• schemi stilistici estremamente rigidi di proposte a problemi concreti collegati
ad aspetti pratici e teorici.
Altri modi per ottenere il consenso cinese furono:
Viene stilato l’Editto Sacro. Scritto da Kangxi, è un testo molto breve in cui
• si presentano 16 frasi in cui si sollecita la popolazione ad agire secondo certi
principi morali, in particolare sul principio di autorità e tutti gli altri principi
confuciani. Questo editto fu fondamentale per la formazione del consenso, in
quanto periodicamente ogni singola comunità si riuniva, veniva letto l’editto e
la gentry doveva commentarlo, in questo modo veniva fatto conoscere anche
agli analfabeti. La scrittura mnemonica di tale editto era inoltre una prova
degli esami di primo livello;
Viaggi nel Paese (imperatori Kangxi e Qianlong);
• Inquisizione letteraria: coloro che manifestavano critiche ai mancesi
• venivano messi da parti o eliminati. Furono messi all’indice tutti i libri che
criticavano i mancesi e gli antenati (Nüzhen), anche le opere che
presentavano solo allusioni ai mancesi furono distrutte. Tutto ciò fu possibile
grazie a un gruppo consistente di letterati di corte che vagliarono tutte le
opere fino ad allora scritte e stampate in Cina. Tutte le opere delle
biblioteche private furono convogliate a Palazzo e copiate a mano. Fu
realizzata la raccolta Siku Quanshu, che comprendeva quasi 80 mila volumi,
ed era suddivisa in opere canoniche, storiche, filosofiche e letterarie;
Fiscalità agraria: questo sistema si dimostrò difficilmente applicabile. La
• dinastia distribuì le terre pubbliche ai contadini in cambio del pagamento
delle imposte, in questo modo lo Stato ricevette le entrate e contrastò il
latifondismo. Però il testatico, l’imposta sulla persona fisica, rimase un
problema a causa dell’evasione, poiché alla dinastia sfuggiva la crescita
demografica. Dopo aver testato in alcune regioni piuttosto limitate alcuni
modelli di riscossione (Guangdong e Sichuan), si decise di introdurre una
editto fiscale che stabilì una quota fissa per l’imposta dopo avere censurato
la popolazione. Ci troviamo di fronte a una imposta unica chiamata diding.
La quota rimase invariata fino alla fine della dinastia. Nel momento in cui
aumentava la popolazione la quota teoricamente veniva ripartita equamente.
Queste tasse diedero un contributo importante allo sviluppo economico.
I primi 3 grandi imperatori Qing furono Kangxi, Yongzheng e Qianlong.
Furono dei letterati modello e riuscirono a conquistare l’appoggio della classe
dei letterati Han.
L’Impero fu caratterizzato da uno sviluppo produttivo e commerciale:
Settore tessile: i laboratori tessili sono enormi con almeno 200 mila operai
- permanenti o stagionari che lavorano alla tessitura, la produzione è così
importante che all’inizio del 1800 la Cina importava dall’India una quantità
10 volte più grande di quella della Gran Bretagna;
Fonderie: altiformi con 2-3mila operai;
- The: prodotto in tutto il bacino dello Yangzi, nel Zhejiang e Fujian. Viene
- esportato verso il Regno Unito. Il commercio con gli stranieri è nelle mani
degli Cohong (corporazioni di mercanti di Guangzhou) che interagisce con
la Compagnia Britannica delle Indie Orientali. Le esportazioni vanno anche
verso gli USA, passando per le Filippine. La bilancia commerciale è
totalmente a favore della Cina, al punto che buona parte dell’argento preso
nelle Americhe dagli europei viene convogliato in Cina. Nel commercio
estero ci sono anche le importazioni di riso dal sud est asiatico, in quanto la
popolazione è così numerosa che non riesce ad essere mantenuta
esclusivamente dalla produzione interna.
Il regno di Yongzheng fu molto breve ma fondamentale, in quanto introdusse
una serie di riforme che permisero alla dinastia di rimanere stabile per
decenni. Interagiva personalmente con buona parte dell’amministrazione
centrale, di cui cercò di risolvere i problemi:
Il governo centrale non conosceva la realtà sul territorio, ciò derivava dal
1) fatto che non vi era un mezzo efficente per comunicare con i funzionari,
per questo sviluppa il sistema dei Memoriali di Palazzo. Kangxi li aveva
già utilizzati ma furono formalizzati e sistematizzati solo con Yongzheng.
È un sistema efficace poiché qualunque funzionario poteva comunicare
direttamente con l’Imperatore, ciascun memoriale recava un sigillo per cui
solo l’imperatore poteva aprirli. Attraverso i memoriali venne a
conoscenza della situazione reale nelle varie regioni;
Inoltre la crisi dell’aministrazione derivava dal fatto che vi erano poche
2) risorse spendibili a livello locale, quindi cambiò l’organizzazione delle
finanze locali. Nel 1723 lo Stato aveva 35 milioni di liang e 29 milioni
venivano dal diding. Il 15-30% veniva trattenuto a livello provinciale,
mentre solo 1/6 era destinato per iniziative locali. I funzionari riscuotevano
delle sovrattasse che non erano registrate e di cui spesso essi
abusavano. Fu stabilito che le sovrattasse non potessero superare una
percentuale precisa del diding (15-20%), quindi ci fu una riduzione
considerevole delle imposte fiscali sulla popolazione. Queste imposte
erano convogliate al Commissario Provinciale ed erano utilizzate
localmente. Qualunque altra forma di sovrattassa era illegale. Una parte
di questa sovrattassa fu utilizzata per pagare i funzionari (“danaro per
nutrire l’onestà”). Nell’area del basso corso dello Yangzi si faticò a far
applicare la riforma, in quanto era popolata da latifondisti (evasione
fiscale), la dinastia quindi cercò di intervenire mandando un commissario
imperiale speciale mancese. Si scoprì che gli abusi erano molto estesi e il
debito era di 10 milioni di liang all’anno. Anche nelle province meno
densamente popolate di Sud e Sud-Ovest vi furono difficoltà in quanto
erano presenti molte minoranze etniche, mentre nel Nord la riforma fu
applicata. Successivamente fu ripreso l’uso di fornire ai funzionari dei
“doni” per facilitare qualunque tipo di attività.
Il governo centrale necessitava di rafforzare l’autorità esecutiva, per cui
3) istituì l’organismo centrale della gestione del governo mancese, ovvero il
Junjichu “Consiglio militare di Stato”.
La dinastia mancese fu caratterizzata dall’espansione territoriale verso Nord
ed Ovest, interagì con i russi, i mongoli e i tibetani:
I russi arrivarono ad occupare la Siberia (lago Baikal) nel 1651. Nella zona
• dello Heilongjian, russi e mancesi si scontrarono. Per rimediare a questa
situazione di conflitto vi furono dei negoziati negli anni 80, che videro
l’intervento degli olandesi e soprattutto di interpreti gesuiti. Il trattato di
Nertcinsk fu il primo trattato stipulato con una potenza straniera; fu scritto in
latino, manchu, cinese, mongolo e russo. Esso stabiliva i confini tra i due
imperi, il ritiro di tutte le truppe russe e gli abitanti russi dallo Heilongjian e
l’impegno da parte dei russi a restituire tutti i soldati Qing che avevano
disertato. Fu instaurato un rapporto tributario e i mercanti russi furono
autorizzati previo il rilascio di un lasciapassare. Nel 1727 il trattato fu rivisto
(trattato di Kjachta), per cui i confini furono risistemati e istituiti dei centri di
scambio aperti ai russi (mercati). I russi avevano dei rappresentati nella
capitale;
Gli zungari erano un sottoinsieme di mongoli, che interagirono con i tibetani.
• Quando la dinastia Qing salì al potere il capo mongolo era Galdan Qan; egli
voleva ristabilire l’Impero mongolo per cui attaccò i mongoli orientali. I Qing
intervennero sia con l’uso delle armi sia con la diplomazia. Il Dalai Lama (V)
ebbe un ruolo diplomatico fondamentale, tanto che si recò a Beijing.
L’imperatore Shunzhi riconosceva al Dalai Lama il ruolo di insegnante,
mentre quest’ultimo riconosceva l’Imperatore mancese come incarnazione di
un Bodhisattva, questo tipo di relazione continuò con gli imperatori
successivi. In virtù di questo rapporto, quando nel 1720 gli zungari arrivano
con le loro truppe alla capitale tibetana di Lhasa, il Dalai Lama chiese aiuto
al suo protettore, per cui i Qing mandarono le loro armate che scacciarono
gli zungari dal Tibet. I mancesi interverranno di nuovo a metà secolo per
rimediare a problemi interni (lotte tra le famiglie aristocratiche). Intervengono
nel 1788-1791 quando furono minacciata dai Gurkha che furono scacciati
dalle armate Qing. Gli zungari scacciati dal Tibet occuparono il territorio che
sarà poi lo Xinjiang, veniva gestito dal ministero delle province esterne.
Poiché tra i mongoli era ancora rimasta l’idea di ricreare l’Impero mongolo
l’Imperatore Qianglong li stermina conquistando il bacino del Tarim (sarà un
governo militare fino al 1884), le comunità si autogestiscono così come in
Tibet.
I primi contatti con gli Occidentali erano avvenuri nella seconda metà dei Ming
con l’arrivo dei gesuiti e l’avvento nel Mare Cinese delle flotte portoghesi,
spagnole e olandesi. Dopo la conquista di Taiwan da parte dei Qing i porti
lungo la costa sud-orientale furono riaperti. Nel 1685 a Canton fu istituita la
dogana marittima sotto il controllo di un sovrintendente imperiale. Nel 1699 gli
Inglesi avevano ottenuto il permesso di aprire degli uffici commerciali a
Canton, lo stesso accadde ai Francesi nel 1728, mentre il commercio con gli
Stati Uniti iniziò nel 1784. Verso la metà del XVIII secolo alcune corporazioni
furono autorizzate a trattare con gli europei e nel 1760 ottennero il monopolio,
prendendo il nome di “Corporazioni pubbliche” (Cohong). Gli Europei, in
particolare, la Compagnia britannica delle Indie Orientali, vendevano
tessuti, stagno, piombo e acquistavano tè, medicine e porcellare, ma il valore
complessivo delle merci acquistate era circa 6 volte superiore a quelle delle
merci vendute. Le autorità britanniche incominciarono a premere per una
maggiore apertura della Cina al mercato mondiale. Nel 1793 fu inviata
l’ambasciatore Macartney, che però non portò i risultati sperati, fu respinto
dall’Imperatore poiché si rifiutò di fare il Koutou. Anche le missioni successive
furono fallimentari.
Per riappianare la bilancia commerciale, gli inglesi decisero di contrabbandare
l’oppio, che veniva prodotto nel Bengala dalla Compagnia delle Indie Orientali.
La richiesta della droga crebbe velocemente, provocando enormi danni morali,
fisici, sociali e soprattutto economici. Favorì la diffuzione della corruzione a
tutti livelli e la formazione di una rete di delinquenza organizzata, inoltre aveva
portato al drenaggio di argento e alla svalutazione del rame. La dinastia cercò
di bloccare il trafficolo stipulando degli editti di interdizione (1796, 1814, 1815)
ma gli enormi interessi economici coinvolti li resero inutili.
L’impero Qing attraversò un momento critico. Le finanze pubbliche, ovvero il
tesoro imperiale, registravano un deficit. Le riserve dello Stato si erano
prosciugate a causa di grossi casi di malversazione (propriazione indebita di
denaro pubblico), il caso più esemplificativo è quello di Heshen, un giovane
generale delle Bandiere che fu eletto come preferito dell’imperatore Qianlong,
accumulando vari incarichi. Fu inviato a risolvere la rivolta mussulmana del
Gansu, ma per incompetenza fu rispedito indietro. Mantenne comunque degli
incarichi che gli permisero di creare una fitta rete di corruzione, facendo
aumentare il suo tesoro personale che era più grande di quello pubblico. Alla
fine del XVIII scoppia nel nord ovest una rivolta ispirata alla setta del Loto
Bianco, Henshen fu mandato a governare la repressione e userà questa
occasione per malversare il denaro dello Stato, intascando buona parte dei
fondi destinati alle truppe. La repressione della rivolta terminò solo dopo la
morte di Henshen per opera di Jiaqing (“supplizio dei 1.000 tagli”), successore
di Qianlong. Questo caso fa capire il grado di corruzione tra i funzionari del
tempo. La manutenzione della rete idrica fu trascurata, per cui il Fiume Giallo
innondò i territori della pianura circostante per 7 volte, causando come
conseguenza lo scoppio di numerose rivolte contadine. Un’altra ragione per
cui la popolazione rurale insorse derivava dall’aumento demografico
esponenziale, per cui non vi erano abbastanza terre da coltivare e il prezzo
degli appezzamenti aumentò. I contadini aderirono sempre più
frequentemente a società segrete. Le ribellioni erano spesso collegate a
popolazioni non Hàn, avvengono nel Kokonor (nell’attuale Qinghai); Guizhou;
Xinjiang.
Intanto l’importazione dell’oppio era aumentata. Furono proposte delle misure:
Legalizzazione del commercio in modo da ridurre l’impatto economico del
- traffico dell’oppio. Ingenti tasse sull’oppio in entrata, con obbligo di acquisto
di beni cinesi;
Divieto formale con una certa elasticità nell’applicazione delle leggi;
- Proibizione rigorosa, arresto degli spacciatori cinesi e taglio dei
- rifornimenti esteri.
Prevalse la terza tendenza, dando inizio alla prima guerra dell’oppio. Nel
1839 fu mandato a Canton il commissario imperiale Lin Zexu. Diede inizio a
una serie di interventi che si basavano su tre direttive: punizione degli
oppiomani; isolamento e repressione dello spaccio e confisca delle riserve
straniere. Fa sequestrare 20 mila casse di oppio insieme ai mercanti britannici,
sottovalutando gli enormi interessi economici dietro e la potenza militare degli
Occidentali. Le truppe inglesi sbarcarono in varie città della costa, occupando
Canton, Shanghai e Ningbo (1839-42). Il trattato di Nanchino del 1842 pose
fine alla prima guerra dell’oppio e stabiliva la cessione dell’isola di Hong Kong
(all’epoca un’isola deserta) alla Gran Bretagna, l’apertura di 5 porti (Xiamen,
Shanghai, Ningbo, Guangzhou, Fuzhou) e il pagamento dell’indennità per
l’oppio distrutto. Viene poi imposto il ritiro del monopolio delle transazioni
commerciali con gli stranieri alle Cohong (corporazioni nazionale), così che la
Gran Bretagna potesse comunicare direttamente con i commercianti stranieri.
Fu consentito agli inglesi di risiedere nelle aree dei porti aperti, dove erano
autorizzati a prendere in affitto terre, essi godevano del diritto di
“extraterritorialità”, ovvero erano sottoposti alle leggi del proprio paese e non
a quelle cinese. Infine la clausula della “nazione più favorita” estendeva alla
Gran Bretagna qualunque privilegio venisse concesso ad un’altra potenza.
Analogo trattamento fu ottenuto nel 1844 da Stati Uniti e Francia; inoltre
furono emanati editti di tolleranza per cattolici e protestanti.
A Fuzhou e Ningbo vi erano pochi stranieri, soprattutto missionari. Xiamen
divenne una sorta di porto di schiavi, che venivano trasportati a Cuba per
lavorare nelle piantagioni. A Canton gli stranieri furono trattati con ostilità dai
cinese. I commerci furono spostati a Shanghai, che era un piccolo centro, ma
che grazie agli stranieri vide un’esplosione dei traffici commerciali.
Lo spostamento dei commerci da Canton a Shanghai creò enormi problemi ai
lavoratori collegati ai commerci portuali che improvvisamente si ritrovarono
senza lavoro. Nel 1849 inoltre il Canale imperiale fu chiuso. Un altro problema
fu la svalutazione del rame che raggiunse dimensioni ingestibili. Verso la metà
del XIX secolo esplodono una serie di ribellioni in tutto il territorio:
1. Taiping Tianguo “Regno celeste della grande pace” (1850-1864): Il capo
della rivolta è Hong Xiuquan, un Hakka, che inutilmente aveva cercato di
superare gli esami imperiali. In seguito a contatti avuti con missionari e alla
lettura di testi di propaganda cristiana, aveva elaborato una propria dottrina
religiosa sincretica. Fondò la Società degli adoratori di Dio che vide
l’adesione di migliaia di persone. Nel 1851 in seguito all’arresto di alcuni
membri e scontri con il governo che aveva dichiarato fuorilegge
l’associazioni, cominciarono le azioni violente portate avanti da un regime
comunitario, teocratico, puritano e femminista. Queste truppe conquistano
Nanchino, fondando un nuovo Stato, il “Regno celeste della Grande
Pace”. Nel 1854 minacciarono Pechino, ma furono costretti a ritirarsi a
causa del freddo e dell’inferiorità militare. Hong Rengan, cugino di Hong
Xiuquan, fu un personaggio chiave. Mostrò come i Taiping fossero
favorevoli alla modernizzazione e all’apertura alle idee occidentali, così
come alle innovazioni tecniche e scientifiche. I Taiping furono eliminati, a
causa dei dissidi interni e soprattutto grazie a nuove forze, infatti le
Bandiere mancesi si erano dimostrate poco efficaci. Lo sforzo principale fu
sostenuto dalla gentry. Il funzionario Zeng Guofan attraverso l’appoggio
economico locale, chiese ai notabili locali di finanziare una nuova armata
(xiang), con la quale procedette alla riconquista del territorio, partendo da
Wuchang. L’armata era fornita di armi moderne comprate dagli Europei, gli
ufficiali (spesso i notabili stessi) erano istruiti dagli Occidentali. Coloro che
contribuirono alla sconfitta dei Taiping furono Zuo Zongtang, che aveva
creato l’armata Chu e Li Hongzhang, in precedenza segretario di Zeng
Guofan, che aveva creato l’armata Huai. Nel 1862 fu inviato anche un
corpo di mercenari stranieri, sotto il comando dell’inglese Gordon. La
repressione fu violenta. I resti delle armate Taiping andarono a combattere
con i Nian, oppure di rifugiarono ai confini con il Vietnam dove avrebbero
formato gli “Stendardi Neri”;
2. Nian (1853-1868): si diffuse nella Cina centro-settentrionale ed era una
filiazione della Società del Loto Bianco, fu un’insurrezione a base
contadina;
3. Hui (1855-1873): insurrezione di stampo mussulmano nel Sud-Ovest;
4. Miao (1854-1873): insurrezione della minoranza etnica nel Guizhou.
A causa delle ribellioni vi furono ingenti perdite di vite umani e risorse
materiali. La dinastia cercò di sostenere il settore agricolo, risollevando i
contadini. Furono distribuite le terre e gli strumenti per coltivarle. Gli sforzi fatti
diedero un buon risultato perché fino alla fine del secolo non vi furono altre
rivolte contadine.
Per avere le risorse da investire in campo agricolo si appoggiarono alle attività
commerciali e artigianali. Introdussero poi la tassa doganale interna lijin
(2-20% del valore del bene commerciato) che produceva un effetto
inflazionistico, per cui i prezzi aumentano con conseguenze sul mercato
interno.
La Gran Bretagna e la Francia, insoddisfatte dei risultati ottenuti dai trattati
della prima guerra dell’oppio e desiderose di aprire il mercato cinese ai proprio
prodotti, approfittarono della situazione di debolezza in cui si trovava la dinstia,
per sferrare un nuovo attacco. Usarono come pretesto l’arresto dell’equipaggio
di una nave contrabbandiera da parte delle autorità cinesi, e la morte di un
missionario francese. La seconda guerra dell’oppio scoppiò nel 1856. Il
governo imperiale, incapace di reagire alla situazione, dopo una serie di
sconfitte e il saccheggio della capitale stessa dove fu distrutto il Palazzo
d’Estate, fu costretto a sottoscrivere il trattato di Tianjin nel 1858 e il trattato
di Pechino nel 1860. In base al primo trattato, la Cina dovette pagare una
indennità ancora più pesante di quella del primo trattato, aprire altri 10 porti e
concedere libera circolazione ai mercanti e missionari stranieri nel proprio
territorio. Essi ottennero l’esenzione dal lijin che fu sostituita da una tassa
d’entrata fissa del 2,5%; gli fu concesso di avere consolati stranieri all’interno
della capitale e il libero accesso delle loro flotte alla rete fluviale cinese.
Fra il 1854 e il 1864 sorsero le Concessioni, aree urbane con una propria
amministrazione finanziaria, fiscale, giudiziara e di polizia, sotto controllo dei
consolati stranieri, e sottratte all’autorità cinese. Nel 1863 l’Ispettorato delle
Dogane fu assegnato al britannico Robert Hart.
Come risposta alla crisi, il matematico e cartografo Feng Guifen aveva
elaborato la cosiddetta “teoria dell’autorafforzamento” che auspicava una
reazione da parte della Cina. Presentò un progetto di riforme favorevole alla
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