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SEZIONI MILITARI SEZIONI AMMINISTR. ISPETTORI
L’ideologia imperiale Qin
Qin Shi Huangdi si servì della dottrina legista nella sua politica e intervenne anche in campo culturale con il
“rogo dei libri” al fine di eliminare ogni traccia delle antiche tradizioni, spesso invocate dai letterati per criticare
le azioni dell’imperatore. Il legismo era una dottrina pratica, che giustifica il potere in relazione ai risultati
ottenuti, e forniva gli strumenti per raggiungere tali risultati. Il potere trovava in se stesso la propria
legittimazione, forniva quindi sia il sopravvivere del governo ma anche il suo limite, poiché mal si adattava alle
esigenze di uno stato complesso. Il confuciano Xunzi, aveva una conoscenza della psicologia umana superiore
di quella dei legisti, 2 attori fondamentali erano la paura delle pene e il desiderio delle ricompense. Egli aveva
evidenziato l’importanza dell’educazione e della cultura e aveva dimostrato che l’ordine, per poter essere
efficace, doveva essere anzitutto dentro l’uomo: la pressione esterna della legge da sola non poteva bastare.
Solo le istituzioni, i riti e la musica permettono di conseguire l’armonia. Qin Shi Huangdi aveva fondato il nuovo
assetto del rifiuto del passato. Nella visione evoluzionistica e storicistica dei legisti il presente assumeva un
valore proprio e autonomo. Aveva portato alle estreme conseguenze tale assunto, affermando il presente come
inizio di un nuovo processo e attribuendosi il ruolo di demiurgo di una nuova era. Aveva trovato conforto nella
dottrina dello YIN-YANG e dei 5 elementi elaborata nel III sec da Zou Yan (dottrina che collocava cosmologia
alla storia e interpretava quest’ultima come successione ciclica di periodi, ciascuno dominato da uno dei 5
elementi – terra, legno, metallo, fuoco e acqua – da cui erano formate tutte le cose). Poiché si riteneva che la
dinastia Zhou avesse avuto la virtù del Fuoco, Qin Shi Huangdi adottò per il proprio regno quella dell’Acqua
(che estingue il fuoco) e associando il colore nero, associato con l’acqua.
孔
DINASTIA HAN (206 a.c.-220 d.c.)
1° fase Han Occidentali o Anteriori (206- 9 d.c.): capitale Chang’an (lunga pace 三三).
2° fase Han Orientali o Posteriori (25 d.c. – 220 d.c.)
Tra le 2 fasi vi fu un periodo comandato da un usurpatore, Wang Mang, fondatore di un interregno chiamato
dinastia Xin (nuovo dal 9 d.c. al 25 d.c. (la rifondazione dell’impero Han lo fa poi apparire come impero
三)
illegittimo).
1° fase: Han Occidentali o Anteriori
Dopo la caduta della dinastia Qin si giunse rapidamente ad un conflitto tra i 2 artefici del complotto: Liu Bang
aveva annunciato l’abrogazione delle leggi + dure e aveva garantito l’ordine e la sicurezza. Tuttavia Xiang Yu,
alla testa di un esercito + numeroso, marciò su Xianyang e la massacrò. Anche il re di Qin morì e la biblioteca
imperiale fu incendiata. Xiang Yu si autoproclamò “re egemone di Chu Occidentale” e distribuì territori ai suoi
comandanti. Liu Bang si nominò “re di Han”. Il re di Chu venne eliminato.
Liu non accettò la supremazia di Xiang, egli si coalizzò con coloro che non sopportavano Xiang e nel 202 a.c.,
accerchiato dalle truppe nemiche, si suicidò.
Alla sua morte, Liu prese il titolo che era stato di Shi Huangdi, dando inizio alla dinastia Han (in seguito riceverà
anche il nome di Gaozu- nome postumo). La capitale divenne Chang’an nelle vicinanze di Xianyang (Xi’an). Per
la prima volta un uomo di umili origini, senza alcun legame con l’aristocrazia, si attribuiva il titolo di “Figlio del
Cielo”. Ciò non sarebbe potuto avvenire se non fossero avvenute le profonde modifiche sociali e culturali degli
Stati Combattenti e se le teorizzazioni politiche delle 100 scuole non avessero affermato nuovi principi di
legittimazione del potere. (Qin Shi Huangdi aveva infatti tolto tutto il potere alle famiglie nobiliari, privandole di
ogni privilegio, riducendoli a semplici sudditi).
Liu decise di rendere stabile il suo dominio distribuendo titoli nobiliari e terreni (guo). L’impero Han presentava
quindi un duplice sistema amministrativo: accanto ai governatorati (jun) e ai distretti (xian) in cui erano divisi i
territori sotto il diretto controllo imperiale, ricomparvero i “guo”, che ricordano l’epoca Zhou (che vennero
assegnati ai 7 + potenti compagni d’armi di Liu Bang, che assumevano il titolo di Wang “re”). Questi
“re”nominavano i propri funzionari, a parte il primo ministro, e avevano un esercito proprio. Ciò causò numerosi
conflitti e nel 196 a.c. e l’imperatore risolse eliminando 3 di essi e esaurendone altri 3. Contemporaneamente
venne emanato il principio secondo il quale solo la famiglia reale avrebbe potuto prendere il titolo di “re”: 9
principi di sangue reale vennero mandati nei territori dei re spodestati. L’ultimo dei 7 “guo” continuò ad esistere
fino alla morte dell’imperatore Liu, nel 157 a.c.
A Gaozu succedette il figlio Huidi che morì in giovane età. Già dalla morte di Liu, il potere era cmq appartenuto
a sua moglie Lu Zhi, donna spietata che cercò di arricchire la sua potenza e la sua ricchezza, facendo uccidere
moglie e concubine e quasi tutti i figli di Liu Bang, conferendo ai parenti cariche importanti. Dopo la morte
dell’imperatrice, i parenti di lei furono eliminati e sul trono venne posto il figlio maggiore di Liu, Wendi.
Nel corso del suo regno e del suo successore, Jingdi, tornò il problema tra governo centrale e “guo”. La
minaccia + grave fu nel 154 a.c. quando 7 regni si sollevarono sotto la guida del re Wu. le truppe imperiali
孔孔
riuscirono ad arginare la rivolta, e il governo centrale limitò l’autonomia dei “guo”. Quando Wudi giunse al
trono (140-87 a.c.), nel giro di pochi anni, portò alla scomparsa dei “guo”(venne definito come il + legista degli
Han anche se è il Wudi segue il confucianesimo) . Il provvedimento + importante fu quello che, alla morte di un
re, il suo territorio non poteva essere trasmesso al figlio maggiore, ma doveva essere diviso tra tutti i suoi figli
maschi (frammentazione dei guo, progressiva perdita del potere di quest’ultimi). Bastava in oltre un minimo
pretesto, perché ai re poteva esser tolto il potere, e i territori sottoposti al controllo del governo centrale. Il titolo
di re, diventò presto solo un titolo d’onore, privo di reali poteri.
In questo periodo gli imperatori Han, alleviarono il peso eccessivo dato ai contadini sotto il periodo Qin: si
affermò la teoria secondo la quale l’agricoltura costituiva il fondamento dell’economia, e il compito del governo
era assicurare sempre i granai pieni poteva essere mantenuto solo se i contadini non fossero stati
l’ordine
distolti dalla loro attività.
Il governo si preoccupò inoltre di:
- rendere efficace il sistema fiscale, limitando al massimo gli interventi in campo economico e lasciando che si
creasse un equilibrio naturale
- l’imposta fondiaria fu ridotta da Gaozu a 1/15 del raccolto e da Jingdi a 1/30;
- le pene + dure vennero mitigate
- il contenimento delle spese divenne una pratica costante
- la politica espansionistica fu abbandonata e si tollerò che ai confini si creassero formazioni politiche
indipendenti nei confronti dei Xiongnu, che formarono una confederazione tribale: erano riusciti a riunire varie
tribù e avevano iniziato ad espandersi in ogni direzione aggiungendo popoli della Manciura e del Gansu,
diventando un impero su larga scala. I primi imperatori Han decisero di avere accordi di pace con questa
popolazione, inviando doni e spose reali. Tuttavia essi non accettarono questa alleanza e devastarono campi e
saccheggiarono città.
Quando Wudi arrivò al trono, il governo imperiale ricominciò una politica di intervento, cercando di liberarsi dalla
minaccia degli Xiongnu. Nel 129 a.c. fu lanciata un’offensiva che culminò con la riconquista di Ordos, dove
vennero stabiliti 2 governatorati: 100.000 coloni furono mandati per ripopolarla. Gli Xiongnu vennero mandati
verso nord, intanto, era tornato a corte il generale inviato nel 138 a.c. presso sud, alla ricerca di alleanze contro
i Xiongnu, che però non vi fu.
Nel 119 il generale fu inviato nuovamente in missione per stabilire contatti con il popolo dei Wusun, nell’Asia
Centrale.
Nel 101 un esercito comandato da Li Guangli occupò la capitale del regno di Ferghana, per costringere il re ad
accettare la richiesta di cavalli. Il dominio stabilito dagli Han non corrispondeva ad ammissioni territoriali dirette,
poiché i signori locali mantenevano una certa autonomia, inviando però doni all’imperatore e recandosi
periodicamente alla capitale come omaggio. L’espansione sotto Wudi, non si limitò al nord-occidente, ma anche
verso nord-est e nel 109-106, la conquista della Manciuria meridionale e della Corea settentrionale, dove furono
stabiliti 4 governatorati; verso sud l’espansione mirava al controllo dei commerci con l’occidente.
Le enormi imposte per le campagne militari richiedevano l’aumentare dell’entrate dello stato: non volendo
gravare sui contadini, come fatto in precedenza, si ridussero i margini di autonomia finanziaria dei privati e si
impegnò direttamente lo stato nelle attività economiche + redditizie. Categoria che venne danneggiata fu quella
dei mercanti, che si erano arricchiti entrando in possesso di possedimenti e arricchendosi con usura.
Wudi impose il monopoli statale della coniazione monetaria, del sale, del ferro e dell’alcool (arricchendo lo stato
e riducendo il patrimonio dei mercanti, considerati l’ultimo anello della scala confuciana. Essi infatti investivano
e acquistavano latifondi diventando ricchi e potenti.).
Alla morte di Wudi, salì al trono suo figlio di 8 anni Zhaodi. Il potere di Wudi si era indebolito, sia dalla
fondazione della dinastia Xin e per il dibattito suoi monopoli e lo scontro tra le 2 correnti di pensiero politico
diverse. Le redini del governo furono prese dal Gran Maresciallo Huo Gang e dal Gran Censore Sang
Hongyang, che portarono avanti la politica dell’imperatore scomparso.
Tuttavia si colsero le prime avvisaglie di crisi: l’espansione era costata troppo e ne aveva beneficiato solo il
commercio dei generi di lusso, che non interessava al popolo. Era necessario tornare quindi ad una politica di
pace. Per quanto riguarda il governo veniva invocata l’influenza della virtù lo stato doveva ridurre le spese, le
tasse e le corvees, e lasciare che la società ritrovasse il suo equilibrio senza interventi esterni. Le famiglie
dell’imperatrice e degli eunuchi (corte interna, il cui potere deriva dalla vicinanza all&rsqu