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La grande storia del bulino in Italia: Raimondo Raimondi
Su Raimondo mancano biografie sicure, la sua data di nascita oscilla tra il 1470 e l'88, si ignora anche l'anno di morte che avvenne comunque entro il 1534. Secondo Vasari la prima attività si sviluppò a Bologna, accanto al Francia, nella cui bottega mosse i primi passi da orafo. Un viaggio di studio a Venezia lo mise al corrente delle stampe di Durer, che copiò incorrendo nelle ire del maestro di Norimberga. Quest'ultimo, precipitatosi nella città lagunare, intentò causa contro il Raimondi perché non adoperasse la sua sigla. In seguito Marcantonio si recò a Roma ed entrò in contatto con Raffaello. Raimondi rimase a Roma fino al sacco del 1527, nel quale perse ogni sostanza e dovette pagare agli spagnoli una grossa taglia.
Studi più accurati sulla vita di questo artista hanno portato i critici ad assumere diverse
Posizionicirca la sua formazione, e alcuni sostengono che non fu mai un orafo. Quando Marcantonio compì il suo apprendistato presso il Francia, a Bologna circolavano stampe ferraresi risalenti agli annisettanta come i tarocchi. Nella formazione dell'artista fu importante anche la grafica di Mantegna e dei suoi allievi. Alcuni hanno messo in dubbio anche i fatti raccontati dal Vasari circa la causa con Durer. I contatti con Raffaello iniziarono intorno al 1510 e ne sono testimonianza la "Didone" e la "Lucrezia". Raffaello creò per Marcantonio il disegno della "Strage degli innocenti", con l'intento di rappresentare il nudo statuario maschile e femminile in movimento. Intanto continuò a copiare Durer con i disegni della "piccola Passione". Dopo la morte di Raffaello, nacque la stampa di riproduzione ad opera di Raimondi e di altri allievi dell'urbinate che conservavano i suoi disegni. Marcantonio diede allo
Sviluppo dell'incisione a bulino in Italia: un contributo essenziale, distinguendosi in particolare nella resa del chiaroscuro, ottenuto attraverso un sistema articolato che combinava tratteggi semplici, tratteggi incrociati, punti e colpi di bulino. Ma l'artista si interessò anche di altre tecniche, come la xilografia e fu il primo in Italia ad usare l'acquaforte.
1617 D a Co r n el i s Co r t a d A go s t i n o Ca r r a cci Cort giunse in Italia nella seconda metà del 500 e diede un impulso innovativo all'incisione di traduzione con segni curvilinei e morbidi, caratterizzati dalla variabilità dello spessore. Tiziano riuscì a far venire a Venezia Cort nel 1565, allo scopo di fargli riprodurre su rame alcuni dei suoi quadri più celebri. Sino ad allora Tiziano si era rivolto agli xilografi, ma le avversità tecniche e i limiti del legno non avevano prodotto risultati brillanti. Cort era stato educato ad Anversa.
Presso l'incisore Cock, ed era divenuto famoso per la sua abilità nell'usare il bulino. Egli apportò unainnovazione linguistica, usando bulini di varie sezioni associati alla pratica del rientro nel segno. La prima tappa italiana di Cort fu Venezia, poi soggiornò per un anno a Roma e fece ritorno nella città lagunare. Nel 1572 si trasferì nuovamente a Roma dove rimase fino alla morte; qui trovò una situazione vivace per la stampa di traduzione e lavorò alla riproduzione del Giudizio Universale. A Roma Cort entrò in contatto con gli artisti della controriforma che gli affidarono i disegni delle loro opere da riprodurre. La permanenza a Firenze e Bologna influenzò Agostino Carracci che si applicò a studiarne ed imitarne lo stile. Il pezzo più celebre del Carracci fu l'"Adorazione dei magi" trattadal Peruzzi nel 1579. Agostino era propenso a seguire i grandi esempi della tradizione.
Raffaellescae nel corso degli anni 90 si dedicò anche all'esecuzione di stampe originali, cioè derivate da sue invenzioni e disegni. Nel settore delle stampe originali Agostino apportò nuovi contributi significativi anche nel campo dell'iconografia religiosa. Carracci fu chiamato spesso a collaborare nell'esecuzione di tavole illustrative di libri in occasione di edizioni particolarmente pregiate. L'attività artistica si concluse a Roma dal 1595 sotto l'influsso del classicismo e dell'antico, trasmessogli anche dal fratello Annibale.
La prima affermazione dei Mellan avviene a Parigi negli anni 1619-1622, con un'attività svolta nell'ambito della produzione libraria. Nel 1624 Mellan parte per Roma, e viene a conoscenza delle esperienze di Cort, soprattutto la varietà tipologica dei segni e la conseguente riduzione della loro quantità. Egli giunge ad abolire gradualmente la linea.
di toni. La sua tecnica di intaglio si evolve ulteriormente, diventando sempre più raffinata e dettagliata. Mellan riesce a creare un effetto di profondità e tridimensionalità attraverso l'uso sapiente delle linee e dei punti. I suoi ritratti sono caratterizzati da una grande precisione e da una sensibilità nel catturare l'espressione e la personalità dei soggetti. La sua abilità nel rendere i dettagli anatomici, come le rughe e i capelli, è straordinaria. Mellan diventa uno dei più importanti incisori del suo tempo, influenzando molti artisti successivi. La sua tecnica di intaglio, con il suo stile unico e distintivo, rimane ancora oggi un punto di riferimento per gli incisori moderni.delmodello pittorico. Non si tratta di un'imitazione ma di un'interpretazione del quadro. Mellan attende ai lavori di edizione dell'impresa editoriale della Galleria Giustiniana, copiando le statue classiche. Nelle sue lastre trasfigura l'antico in una sembianza vivente, restituendo alle statue antiche la vita attraverso l'arte. Mellan seguirà la propria produzione alleggerendo le lastre in trasparenze, tendenti sempre più all'evocazione di cromie chiare, quando non al puro bianco di una luce prevalentemente spirituale. Il punto d'arrivo del suo percorso è il "Volto Santo", che emerge da un'unica linea concentrica del bulino che procede da un punto di avvio, senza interruzioni, ma solo piegando la propria inclinazione e ispessendo il segno nei punti che costituiscono i tratti del Cristo. Il bulino di traduzione nel '600, il caso Pasqualini. La tecnica per eccellenza del‘600 è l’acquaforte e il bulino entra in crisi anche se non viene abbandonato dagli intagliatori, che se ne servono continuamente per dare forza alle nuove composizioni. Tuttavia il livello artistico e di preparazione degli intagliatori ha un arresto e regredisce. Gli artisti, come Rubens si servono ancora dei maestri incisori per la trasposizione delle loro opere. La figura di Pasqualini è sintomatica del nuovo secolo, le sue stampe fecero conoscere i quadri del Guercino, anche se furono spesso considerate mal disegnate e grossolane. Fu un cattivo disegnatore, mediocre incisore, ma efficace interprete della pittura di Guercino, che tradusse con dedizione quasi esclusiva. Il Pasqualini era conterraneo del Barbieri e più anziano di lui, seguì il pittore a Roma e intagliò qualche opera di Guido Reni e del Domenichino. Il Guercino fu un buon imprenditore di se stesso e affidò alle incisioni del Pasqualini il compito di diffondere ad
Ampioraggio i messaggi spirituali di cui i suoi lavori erano portatori. I disegni scelti dal Barbieri per essere trasferiti su lastra rappresentavano momenti del processo elaborativo dei dipinti, durante il quale la fase finale poteva rivelarsi notevolmente diversa da quella iniziale. Il bulino del Pasqualini intreccia le linee ma tiene in preferenza l'uso di tracciare segmenti brevi. Grossi e distanziati tra loro. L'acquaforte è un procedimento parzialmente indiretto, infatti l'incisione vera e propria avviene grazie all'azione chimica dell'acido nitrico, detto anticamente acqua forte. La superficie viene ricoperta con uno strato sottile e uniforme di vernice trasparente, il disegno viene eseguito graffiando questo strato con uno strumento detto punta. Ovviamente incidere la vernice è molto più semplice che incidere il metallo: la punta può muoversi agevolmente in tutti i sensi, inoltre poiché
I segni sono scavati per l'azione chimica dell'acquaforte. Il segno è pittorico, morbido, fornito di bordi leggermente irregolari.
Un paziente lavoro di morsura a tappe, basato su tempi di morsura diversi, permette di variare i toni e quindi di ottenere un effetto pittorico mediante la giustapposizione di macchie di valore luminoso diverso.
Nella seconda metà del Settecento l'acquaforte, giunta al massimo delle sue possibilità espressive, si sviluppa naturalmente nell'acquatinta del tardo Rococò e del Romanticismo. Entrambe le tecniche vengono poi abbandonate col diffondersi della litografia nel secondo decennio dell'Ottocento.
Nel corso del XVIII secolo, tecniche come il lavis, il punteggiato e la xilografia con il legno di testa tendono a superare il linearismo troppo costruttivo del bulino e dell'acquaforte. L'acquatinta settecentesca viene considerata come tecnica di riproduzione, volta ad ottenere gli stessi effetti dell'acquerello.
Il principio fondamentale dell'acquatinta consiste nella granulazione (avviene indirettamente con l'acido, secondo la tecnica dell'acquaforte) della lastra al fine di ottenere l'impressione di superfici inchiostrate anziché linee. Poiché si lavora sulla lastra col pennello, l'effetto che ne risulta è molto simile a quello dell'acquerello. Morsura diretta Il procedimento della morsura diretta consiste nell'applicare direttamente sulla lastra con il pennello l'acido. Puntinato Gli strumenti in uso per l'incisione puntinata sono speciali bulini a punta corta, punzoni a più punte e la rotella dentata. Essi possono essere usati direttamente sulla lastra di rame, ma in generale vengono impiegati con la vernice e l'acquaforte. La rotella traccia dei segni a