Storia dell'estetica, Estetica
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Lettera XIII: c’è possibilità di trovare un punto di incontro tra questi due impulsi, che quindi non
sono del tutto contradditori. L’uomo ideale schilleriano trova questa composizione armonica, la
soluzione è la CULTURA, che deve preservare la sensibilità della libertà e assicurare la
personalità contro la forma delle sensazioni. Nell’incipit scrive che è possibile rintracciare un terzo
istinto che possa mediare tra gli altri due, che sono contrapposti ma non contradditori, non si
escludono. Ideale di umanità di Schiller è composta da entrambi gli impulsi senza che uno dei due
prevarichi sull’altro. CULTURA educazione del sentimento e della ragione, può costituire la terza
via per giungere alla limitazione dei due impulsi [mediarne le pretese e le necessità impellenti].
Educazione al sentimento è formazione tale da mirare alla limitazione degli eccessi del sentimento.
Educazione della ragione mira a controllare gli istinti opposti, ovvero il rinchiudersi nel puro
ragionamento e tenere la libertà morale svincolata da qualsiasi esperienza empirica. La cultura
offre in questo quadro la possibilità di vigilare sui due istinti ed assicurarne i confini, relazione
reciproca di EQUILIBRIO e RESA ARMONICA.
Lettera XIV: istinto del GIOCO (uomo liberato da entrambe le costrizioni), altro genere di libertà.
Gioco perché in esso non c’è costrizione ed inoltre è sospensione dalla realtà delle cose. Idea
secondo cui il vero protagonista potesse essere ritrovato nell’impulso al gioco, consente di
sospende una duplice costrizione a cui i due istinti sottopongono il soggetto (necessità morale e
fisica). Forte importanza del GIOCO LIBERO delle facoltà kantiane;
Gioco in Schiller ricompare nei termini di libertà, di sospensione delle necessità morali
come assoluto e della necessità fisica soddisfabile nel sensibile;
Parison: gioco come luogo distinto dall’ambito del reale, ideale cui il reale dovrebbe
approssimarsi.
Lettera XV: bellezza come FORMA VARIANTE, oggetto dell’istinto del gioco, trova la piena
realizzazione con la consapevolezza della sua materialità. Oggetto del libero gioco è nella
bellezza, oggetto dell’istinto materiale è vita nuda e cruda, forma è oggetto dell’istinto
materiale come struttura per ordinare la molteplicità dei casi. Bellezza accordo pieno della
forma e della vita, realizzazione piena della compenetrazione di entrambi. MARMO può
diventare bello ad opera di uno scultore. NUDA VITA (es. dell’ INFANTE) sembra soggiacere
solo ad impulso materiale, eppure l’educazione può consentirgli di diventare bello, conferendo
forma più efficace possibile; forma in questo caso non è negazione della materia ma è ordinazione
delle proprie possibilità materiali.
Lettera XX: si chiarisce come l’istinto al gioco possa sospendere le necessità contrapposte, nelle
quali il soggetto si trova sottoposto se si lascia dominare da uno dei due istinti. Non c’è passaggio
immediato tra i due istinti. Per operare questo passaggio del sentire al fare non è possibile un salto
immediato, ma occorre fare un passo indietro, per tornare ad uno stato di pure determinabilità,
ovvero indeterminazione aperta a tante possibili determinazioni. Schiller distingue tra MERA
INDETERMINATEZZA, DETERMINAZIONE PASSIVA, MERA DETERMINABILITÀ E
DETERMINAZIONE ATTIVA. Soggetto è composto da un aspetto permanente (identità con se
stesso) e una variabilità di stati a cui soggetto è sottoposto o si sottopone. Schiller crede che
l’uomo quando nasce sia esposto alle determinazioni cui sarà subito sottoposto, legate alle
necessità impellenti. Essere è potenzialmente aperto a tutte le determinazioni, è pura
indeterminatezza, che potrà essere determinata in maniera passiva, la subisce,è imposta dalle
necessità fisiche. Passo indietro ritorno allo stato di indeterminatezza che non è vuoto, ma
esposto alle infinite possibilità di determinazione, è MERA DETERMINABILITÀ, si sospendono gli
impulsi, essere aperti a tutte le determinazioni possibili. Ciò che di positivo ne scaturisce è
l’equilibrio tra gli istinti che trovano limitazione. Se istinti sono attivi contemporaneamente si
negano a vicenda, si annullano le costrizioni, assenza di determinazioni stato di determinabilità
reale ed attiva è estetico, inteso come termine non tanto rispetto all’etimologia, ma in riferimento
ad essere operative tutte le capacità umane che tendono a costituire un equilibrio armonico. Nella
natura estetica della relazione tra il soggetto e l’oggetto nessuna facoltà prevale possibilità di
costituire ordine armonico. In questo caso le tesi di Gadamer non trovano riscontro perché la
MORALITÀ e la CONOSCENZA non sono escluse ma solo messe tra parentesi, sospese.
Lettera XXI: primo stato di indeterminatezza (vuota) non conosce determinazioni, secondo stato di
indeterminatezza sospende le determinazioni. Differenziazioni dell’estetico, individuazione di
caratteri precipui che lo diversifichino dagli altri stati del soggetto. Bellezza e chi si occupa di arte
non produce conoscenza sul mondo e non prende decisioni serie, è estraneo a criteri del
VERO/FALSO e BUONO/CATTIVO. Arte ed esperienza estetica sono distinte dalle altre
esperienze, ma questo perché arte e stato estetico sono tale da consentire una libertà a noi
sconosciuta se si è sottoposti ad uno dei due istinti. Sembra che Gadamer in questo caso abbia
ragione, anche se Schiller è ambivalente e dimostra le possibilità dello stato estetico.
Lettera XXII: stato estetico è positivo perché aperto a qualsiasi determinazione non è estraneo
alla MORALE e alla CONOSCENZA, perché è in vista di una condizione più ricca in grado di
equilibrare le due istanze dell’animo umano. Idea di suprema realtà realtà più alta che non ritrova
mai effettivo riscontro nella realtà quotidiana. È molto consistente l’idea di separazione dell’estetico
dal reale, è positiva ma è pur sempre separazione. Bellezza vivente che ha trovato nella forma
adeguata materia e nella materia adeguata forma. Il tipo di godimento cui il soggetto è sottoposto è
il criterio del giudizio dell’opera d’arte. Ideale a cui opera d’arte può approssimarsi ma che non
potrà mai raggiungere.
Lettera XXIII: sintesi dei passaggi precedenti. Consentendo libertà più ampia, sospendendo le
costrizioni, si è sottoposti a determinazioni più ampie e si rafforzano le capacità conoscitive e
morali. Idea che la bellezza non si mescoli con conoscenza e morale, è decisiva per Gadamer.
Proposta di Schiller: rinnovamento dello stato e rinnovamento della vita che si suppone
democratica, solo educando un uomo in cui le facoltà siano equilibrate e nessuna prevalga
sull’altra. No azione politica ma formazione degli uomini, capaci di un equilibrio pieno in cui le
facoltà siano ricomposte.
HEGEL
Logica: scienza e disciplina che si occupa del logos, inteso come ragione, si occupa delle strutture
caratteristiche del pensiero non per Hegel, che ha una nozione diversa di logica.
Tutto il pensiero di Hegel è sotteso verso un ordinamento logico categorie come momento
determinato di un processo più complesso. Ogni categoria del pensiero hegeliano va compreso
secondo l’ordinamento immanente che prevede un’affermazione, un superamento e un
inveramento delle categorie.
Sistema dialettico di Hegel: la logica è la trama stessa della realtà, il reale nella sua molteplicità va
ripensato attraverso una trama razionale che lo realizza. Spirito si emancipa dal reale e si
manifesta attraverso lo spirito assoluto. Questa trama del reale non sarebbe secondo Hegel una
trama già fissata e permanente, ma la considera come un movimento dialettico, cioè un processo
attraverso il quale il movimento stesso si differenzia continuamente, trovando nelle determinazioni
che lo compongono un procedimento attraverso il quale lo spirito assoluto manifesta se stesso e
alla fine arriva alla scoperta di sé nell’insieme delle determinazioni da lui stesso prodotte.
Ogni singola categoria del sistema hegeliano ha senso se presa all’interno del movimento
dialettico è molto centrale, rende possibile la comprensione della singola determinazione.
Estetica non può essere staccata dalla logica in quanto in essa si determina il bello è l’ideale, è
la sede della manifestazione sensibile dell’assoluto.
Redazione del testo due volumi, Estetica, lezioni di estetica che Hegel teneva all’università tra il
1817 e il 1829. Dal quaderno degli appunti del 1823 si trae un ulteriore volume, Lezioni di estetica.
Dopo la morte nel 1831, studenti pubblicano materiale non è testo scritto da Hegel ma fissa un
pensiero che era in realtà in divenire.
L’estetica per Hegel è la filosofia dell’arte lezioni non sono state editate dal filosofo per una
eventuale pubblicazione. La collocazione del bello nell’ambito dell’assoluto cambia rispetto ad
altre opere.
1817: inizia il procedimento sistematico di Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in
compendio.
1807: Fenomenologia dello spirito, parla dell’arte ma occupa un posto diverso rispetto alle lezioni
di estetica. Estetica è un momento interno alla religione, in cui lo spirito passa attraverso
RELIGIONE NATURALE, ARTISTICA e RIVELATA l’arte è stazione di sviluppo dello spirito
all’interno della religione, che ha come punto di arrivo la religione rivelata, ebraico-giudaica.
Nelle Lezioni di estetica, arte è punto d’inizio per lo sviluppo dello spirito assoluto a cui seguono la
RELIGIONE e la FILOSOFIA. Questo volume dunque fissa un pensiero che in realtà era ancora in
fase di chiarimento, in quanto Hegel si dimostra ancora indeciso sulla collocazione dell’arte nello
sviluppo dello spirito.
Il fine dell’arte è anch’esso iscritto allo sviluppo dialettico dello spirito, ovvero sviluppo della
razionalità che è la trama del reale obbedisce a questo processo dialettico di realizzazione
interna e manifestazione dell’assoluto. Arte deve pervenire alla manifestazione sensibile dell’idea.
Idea deve trovare adeguata manifestazione nella sensibilità che è quanto di più distante dall’idea
stessa.
Determina un movimento interno allo sviluppo dialettico dell’arte stessa. Trova riscontro solo
nell’arte classica, dopo essere passata per l’arte simbolica, superata dall’arte romantica [in
entrambe c’è asimmetria tra elemento spirituale e materiale insoddisfazione dell’idea].
Arte occupa posto nel dinamismo dialettico dello spirito e determina sviluppo interno alla
dimensione artistica.
ARTE SIMBOLICA presenza preponderante dell’elemento materiale;
ARTE ROMANTICA presenza preponderante dell’elemento spirituale;
ARTE CLASSICA resa adeguata, assoluto trova piena manifestazione.
Per Hegel arte è sempre mediata dalla concezione razionale bisogna sempre considerarla come
parte del movimento dialettico del processo razionale attraverso il quale lo spirito va
differenziandosi per trovare manifestazione di sé è possibile un’analisi concettuale dell’arte
(opposto di Kant).
Pulchritudo vaga per Kant è quella giudicata a prescindere da qualsiasi concetto. Quella adherens
è inferiore, giudizio meno puro, si giudica sempre in base a un concetto arte appartiene a questo
tipo di bellezza.
Per Hegel, invece, l’arte è sempre parte del movimento dialettico, non si può comprendere come
fenomeno in sé, ma deve essere concepita come parte di un processo. Arte è manifestazione
sensibile dell’assoluto.
Apparenza: resa di un’illusione, oppure manifestarsi, rendersi sensibile di qualche cosa. Per Hegel,
è appunto il luogo in cui idea dell’assoluto si rende accessibile e pienamente adeguata al vero.
Universale si realizza come sottoposto al tempo e allo spazio.
Due elementi fondamentali:
1) Tesi per cui il nucleo dell’arte è lo spirito, che è verità massima del reale;
2) Spirito è nucleo perché si manifesta sotto la sensibilità.
Concetto, idea, ideale manifestarsi dello spirito.
CONCETTO: determinazione che si definisce solo per se stessa, si contrappone alla realtà, è
stadio immaturo dello spirito che non si è ancora riconosciuto nella realtà.
IDEA: concetto diventa dinamico, spirito si riconosce nel reale.
IDEALE: spirito trova adeguata manifestazione nella realtà.
Bello è manifestazione sensibile dello spirito, della propria corporeità e trova piena espressione
nell’arte classica.
Arte è luogo in cui l’idea si riconosce nel reale come pienamente adeguata, accordo tra reale e
concettuale è pieno e pienamente realizzato e fa della BELLEZZA un ideale.
Verità per Hegel è nel processo non si manifesta in maniera statica.
Morte dell’arte lo spirito va determinandosi e trova di volta in volta manifestazione nelle singole
determinazioni per riconoscerle come propri prodotti. Arte stessa è un luogo dello spirito, ma
questa stessa manifestazione sensibile si dimostra inadeguata e mostra essa stessa una
necessità di essere superata.
Spirito necessita di essere continuamente superato morte dell’arte ha significato metafisico-
dialettico.
Movimento artistico appartiene al passato dello spirito, anche per un’interpretazione storica:
nell’arte dell’epoca di Hegel, la condivisione dei concetti tra le persone non è più ovvia, si
necessita di mediazioni che ne rendano possibile la comprensione. Non ci si riconosce più nel
tempio greco, c’è bisogno di mediazione per comprenderlo, perché c’è stato un processo di
autonomizzazione dell’arte rispetto alla quotidianità dell’uomo. Morte non è un fallimento, è
inevitabile, positiva e necessaria perché solo nell’arte lo spirito trova una manifestazione sensibile
adeguata, che sarà poi superata dalla religione e inverata nella filosofia.
Fenomenologia dello spirito è autografa di Hegel.
PREMESSA all’ Estetica: Hegel puntualizza il fatto che sia avvenuta una rottura rispetto alla
recente fondazione dell’estetica e in particolare da quella proposta da Kant. Riprende la storia,
estetica fondata da Baumgarten, a propria volta influenzato da Wolff. Hegel ricorda che l’idea si
quella di considerare non le arti, ma vedere tutto dal punto di vista del sentire, della sensibilità.
Secondo Hegel, l’etimologia del termine, quindi, rimanda a qualcosa di differente rispetto a ciò di
cui si propone di parlare.
Hegel tratta solo delle ARTI BELLE, non più come in Kant come TECNICA della NATURA. Arti
belle sono scultura, pittura, musica etc., contrapposte all’artigianato e alla natura. Con Hegel si
entra nella contemporaneità ribaltamento di Hegel rispetto a Kant: bello artistico è considerato
nettamente superiore rispetto al bello naturale.
Qualsiasi prodotto dell’uomo in quanto prodotto dello spirito è superiore ad un prodotto della
natura. Hegel sostiene una concezione del reale come razionale, anche se inconsapevolmente
perché il reale si pensa opposto alla razionalità.
Spirito non è consapevole di sé inizialmente, si fa prima come oggetto opposto al soggetto
nel quale a sua volta si riconosce come sé, nel senso di coscienza opposta ad un mondo.
Nello sviluppo dialettico nel quale lo spirito arriva alla consapevolezza di essere la trama
del reale, la soggettività e l’oggettività vengono superate nella loro unilateralità, perché lo
spirito si riconosce come prodttore di queste due entità e della loro contrapposizione
apparente (perché entrambi prodotto spirituali) differenziazione dell’ASSOLUTO.
La bellezza naturale è quindi inconsapevole, è inferiore a quella artistica in quanto lo spirito ha qui
raggiunto un alto grado di consapevolezza di essere il produttore delle due natura e della loro
opposizione [verità si manifesta come trama del mondo]. Arte è nel grado dialettico di
consapevolezza dello spirito BELLO ARTISTICO È SUPERIORE AL BELLO NATURALE.
Possibilità di confutazione delle obiezioni sulla trattazione scientifica dell’estetica. Secondo Hegel è
possibili questo, arte è una delle manifestazioni più alte dello spirito, è inserita in quel movimento
dialettico in cui lo spirito tende verso l’assoluto, in cui raggiunge piena consapevolezza di sé.
Estetica è pienamente leggibile a livello dialettico, se concepita nel momento corretto del
movimento dialettico è espressione del divino, cioè dello spirito che scopre di essere l’assoluto,
perché ogni finito è prodotto dell’infinito che lo ha creato, nella propria differenziazione interna,
crea spirito soggettivo e spirito oggettivo e anche la loro opposizione che è quindi apparente
perché entrambi prodotti dallo spirito.
Spirito assoluto (AB-SOLUTU sciolto da legami e da condizionamenti perché scopre di aver
prodotto tutto il processo dialettico): ARTE [darsi dello spirito attraverso la sensibilità], RELIGIONE
[darsi nella rappresentazione], FILOSOFIA [trasparenza della conoscenza, del sapere].
Arte ha una posizione privilegiata perché è il modo di darsi dell’assoluto più vicina al sentimento
umano, è l’unico luogo in cui assoluto si dà sensibilmente.
Se l’arte è riconosciuta come espressione del DIVINO, è possibile compenetrarla da tutti i lati e
conoscerla totalmente non è estranea ad una trattazione scientifica, perché non è estranea alla
conoscenza e non è mera apparenza.
Nell’arte lo spirito comincia a riconoscersi come assoluto è destinato ad essere superato da un
momento maggiormente adeguato di darsi dello spirito. MORTE dell’ARTE è necessaria. Assoluto
è qui legato ad un modo particolare dello spirito di darsi. Arte appartiene al passato dello spirito e
al passato storico. Non si vive più l’arte come immediato soddisfacimento dell’elemento
spirituale è necessaria una mediazione culturale.
Soggetto non si riconosce più immediatamente nelle arti difficoltà di rapporto sia con l’arte del
passato sia con quella contemporanea [è necessaria una MEDIAZIONE]. Funzione espositiva è
attitudine attuale del soggetto secondo Hegel verso l’arte. Gadamer: simultaneità dell’arte, rapporti
tra opere e opere, non tra l’opera e il contesto in cui è nato.
Arte è morta, perché appartiene al passato dello spirito, è in posizione privilegiata, perché l’idea,
l’assoluto si rende sensibilmente, è più vicina all’umanità e al sentimento umano riconoscimento
di sé è comunque vincolato, è necessario un superamento perché lo spirito deve sconfiggere ogni
alienazione.
Natura:stadio di maggiore alienazione dello spirito rispetto all’ARTE è parte di un processo di
maggiore consapevolezza, manifesta il pensiero nella SENSIBILITÀ, a livello artistico lo spirito
comprende che la contrapposizione tra natura esteriore e soggettività interiore è frutto del suo
produrre.
Spirito diventa assoluto/infinito/divino, è tale perché diventa consapevole di aver prodotto le
alienazioni e la loro contrapposizione, consapevolezza pervenuta attraverso il superamento delle
alienazioni.
L’arte e le opere delle arti sono prodotti dello spirito in cui lo spirito arriva all’autoconsapevolezza
attraverso il mero sensibile.
SUPERIORITÀ dell’ARTE SULLA NATURA, perché mentre nelle arti lo spirito riconosce di
esserne il produttore, nelle cose naturale è offuscato dalle alienazioni e non si sa ancora come
colui che ha prodotto. Arte è il primo stadio di consapevolezza, ha superato alienazioni, dimostrane
che è solo apparente, prodotta da una differenziazione interna allo spirito, che perviene a sé.
Spirito nell’arte ha una parte di alienazione (è legato al sensibile), ma è consapevole di averla
posta egli stesso, in quanto necessaria per un ulteriore superamento al fine di una maggiore
consapevolezza. La verità è lo spirito stesso che innerva il reale, che perviene alla consapevolezza
di essere la trama del reale stesso.
Bello può essere trattato scientificamente è passibile di un analisi a tutto tondo, di una resa
trasparente che evita ogni ombra, si offre da tutti i lati del percorso concettuale, perché è
manifestazione sensibile dell’assoluto, non manifestazione logica come per la filosofia, è
pienamente quindi disponibile alla consapevolezza di sé dell’assoluto.
Hegel si basa sulla contrapposizione tra intelletto e ragione è più forte dell’intelletto (opposto a
Kant) perché capace di dialettizzare e superare la contrapposizione statica e chiusa a livello
intellettuale.
ASTRATTO: incapace di muoversi rispetto alla singola determinazione, tutta concentrata su se
stessa, incapace di relazioni con altre determinazioni ragione può dinamizzare tale
determinazione.
La bellezza non è un concetto dell’intelletto, è una determinazione dell’assoluto che si sa come
facente parte di uno sviluppo dialettico dello spirito che pertanto è CONCRETO, non insiste solo su
se stesso ma si regge nelle relazioni che intrattiene con le altre determinazioni nel percorso più
ampio del raggiungimento della consapevolezza dello spirito.
CONCETTO: sa di sostenersi attraverso altre determinazioni e attraverso i rapporti (Kant:
contenuto conoscitivo determinato che si regge sulle proprie forze, si autodefinisce).
IDEA: concetto è calato nella realtà.
IDEALE: concetto si afferma con le realtà, unione piena dei due, consapevolezza che concetto è
l’anima del reale, coincidenza tra soggetto e oggetto.
Bellezza riguarda ultimo stadio di sviluppo dello spirito. Spirito per manifestarsi necessita del
confronto con altro da sé, per diventare consapevole di sé e di aver posto egli stesso la
contrapposizione.
Spirito ha una struttura soggettiva, soggettività nel senso che egli è l’onniproduttore di tutto il
processo.
Spirito è sia natura, sia soggetto in senso assoluto è spirito che scopre di essere creatore di
queste due istanze e della loro contrapposizione [spirito da finito diventa assoluto]. Il negativo non
è determinato dall’esterno, non lo finisce da fuori, ma è una determinazione che ha in sé ,
necessaria per arrivare alla consapevolezza toglierà ogni limite.
Arte, religione e filosofia sono tra modalità diverse con cui lo spirito perviene alla consapevolezza
di sé. Arte è modo di rendersi manifesto a sé dello spirito, con l’INTUIZIONE SENSIBILE, che però
si rivela come un vincolo religione si manifesta con la RAPPRESENTAZIONE, che non è nel
senso logico, ma è rappresentazione interna, è presenza nell’interiorità
(CRISTIANESIMO:rapporto con Dio è slegato dalla materialità), è pero limitato superamento
finale nel LIBERO PENSIERO, rapporto dell’assoluto a sé medesimo attraverso la filosofia.
ASSOLUTO per Hegel è l’estremamente CONCRETO, ovvero tutte le determinazioni si tengono
assieme e sono frutto di una differenziazione reciproca. Non è ASTRATTO, determinazione si
regge da sola senza rapportarsi con le altre.
GADAMER
Teoria della comprensione Gadamer la mutua da Heiddeger, comprensione non è forma di
conoscenza, ma è modalità fondamentale dell’esperienza per l’uomo.
Modo di essere dell’esistenza per l’uomo è COMPRENSIONE. Conoscenza viene riclassificata è
forma derivata rispetto alla comprensione di esperienza nel mondo. Assumere conoscenza
concettuale come forma pura di esperienza è un errore.
Idea che comprendere non sia mai un’azione basata su presupposti diversificabili ha a che fare
con rapporto tra esistenza e una situazione più ampia, non è rapporto diretto soggetto/oggetto.
Verità e metodo: E è congiunzione, come opposizione tra scienze naturali e scienze umanistiche.
In realtà Gadamer sviluppa in maniera diversa le problematiche individuare se la verità si dia
solo nel mondo delle scienze naturali positive. Risponde in maniera negativa, ci sono altri modi di
darsi della verità oltre a quello scientifico.
Campi d’indagine sono campi extrametodici dell’esperienza nel mondo. Uno tra questi è quello
dell’arte arriva a una profonda critica dell’estetica, come disciplina che ha portato la materia ad
estraniarsi dalle istanze di altro tipo, religione, politiche, pratiche, etc.
Chiusura dell’esperienza estetica, DIFFERENZIAZIONE ESTETICA. Ha come primo
momento la filosofia di kant. Soggettivizzazione radicale dell’estetica.
Svolta decisiva, due elementi fondanti:
1) Principio del gusto ristretto ad ambito limitato, tanto da produrre un’autonomizzazione
rispetto all’ambito della conoscenza e della morale Kant apre la strada ad una decisiva
marginalizzazione del gusto rispetto al genio;
2) Spostamento verso una tendenza a riconoscere e limitare il concetto della conoscenza
all’uso teoretico e pratico della ragione conoscere per concetti diventa un modo di
relazionarsi tipico solo della conoscenza o della morale.
PRINCIPIO DI GUSTO:
A) • AUTONOMIZZATO E REGIONALIZZATO
• APERTO AD UNA SUCCESSIVA MARGINALIZZAZIONE A FAVORE DEL GENIO
B) • CONOSCENZA = CONOSCENZA PER CONCETTI RISTRETTA
Principio di gusto non sarebbe stato limitato a certi ambiti, ma avrebbe avuto significato più
ampio deliberazione, scelta fondata non su concetti, ma un tipo di giudizio che parte dal gusto
(nel senso sensibile del termine), non si ferma però all’immediato, lo elabora facendone uno
strumento di scelta. Rappresentava per l’intellettuale europeo del 600/700 un principio di giudizio
per situazioni in cui non si ritrovavano concetti specifici necessità di scegliere, senza disporre di
concetti ma solo basandosi sull’immediato.
Giudicare secondo principi di gusto è una forma di orientamento che consente una scelta, un
discernimento che avrebbe il proprio campo privilegiato nella morale.
Giudizio di gusto per l’uomo del 600/700 è un principio applicabile a tutta la maggior parte delle
attività umane dove si trova a dover scegliere senza disporre di preconcetti (specialmente nel
campo morale) non è come dice Kant, cioè applicabile solo al bello. Secondo Gadamer, con
Kant non implica più una mediazione all’impulso sensibile dell’ambito spirituale, il gusto diventa
limitato al giudizio della bellezza gli viene negata ogni oggettività (non verte sul concetto ne sul
versante soggettivo della relazione). Kant consente al gusto di mantenere un’intersoggettività e gli
attribuisce una validità comune è quindi ristretto l’ambito di applicazione del giudizio di gusto e gli
viene negata ogni validità oggettiva.
Gadamer prosegue con delle considerazioni sulla problematicità del rapporto impostato da Kant tra
natura e bellezza superiorità della natura rispetto all’arte perché arte si basa almeno su un
minimo concetto [distinzione tra bellezza pura e aderente]. Il problema di Kant è quello di aver
sancito una superiorità netta del giudizio di gusto non basato sul concetto. Apre una strada
percorsa pesantemente dai successori.
Gadamer sostiene che Kant sembra ritornare indietro e retrocedere a proposito di questa testi per
quanto riguarda l’ideale della bellezza propone la bellezza che traspare dalla figura umana
trasposta artisticamente, perché in essa vi trasparirebbe immediatamente l’umanità, la moralità
[per Gadamer fa un passo indietro perché negherebbe implicitamente la propria tesi]. Rileva tra la
tesi esplicita e l’ideale della figura umana un’ambivalenza c’è comunque un presupposto di fondo
non esplicitamente spiegato. Kant sarebbe mosso dall’interesse non esplicitato del salvaguardare
la bellezza naturale perché con essa sarebbe suscitato in noi un interesse di tipo morale.
Secondo Gadamer si percepisce il segno che è l’uomo il fine ultimo della creazione [INTERESSE
RECONDITO è di tipo TEOLOGICO, MORALE]. Finalizzazione antropologica della creazione.
Gadamer riconosce che Kant faccia rimanere il genio un soggetto naturale insiste sulla tendenza
all’irrazionalità del genio.
Gadamer non nega l’istanza naturale del genio, a livello di scritto non vede una prevalenza del
genio sul gusto, anzi entro certi limiti il genio è più limitato e deve stare alla condizioni del gusto.
Dopo Kant: da un lato soggettivizzazione definitiva della nozione di genio in opposizione alla
natura, in più già con Schiller il genio soppianterebbe la nozione di gusto, marginalizzandone il
principio.
Gadamer distingue sempre la possibilità ambivalente del testo kantiano e la soggettivizzazione
operata dai successori. Anzi con questi verrebbe posta in primo piano con l’educazione dell’uomo
attraverso l’arte, pur avendo una matrice kantiana e il concetto di genio diventa centrale rispetto a
quello di gusto che verrebbe radicalmente marginalizzato. In Gadamer permane l’interpretazione
storica di Kant, ovvero come influenzi i successori. Le basi dell’estetica hanno subito una
trasformazione rispetto a Kant.
ERLEBNIS: generalmente tradotta come esperienza vissuta o vissuto (in realtà in tedesco si dice
Erfahrung).
Gadamer si basa su tre scuole per definire l’Erlebnis:
1) GOETHE, accentua la componente di intimità al vivere di un’esperienza
2) DICHTEIL
3) HUSSERL, vissuto di coscienza.
Concetto di Erlebnis consta di due elementi:
A) Riferimento alla vita, ciò che è dato nel fluire immediato della vita,
B) Idea che esperienza vissuta sia l’elemento primo indubitabile della conoscenza è
esperienza immediatamente data alla coscienza, costituisce il fondamento del sapere.
Fino 800-900: Erlebnis estetica specifica, distinta e svincolata dagli altri tipi di vissuto, capace di
tirare fuori lo spettatore dagli altri campi di esperienza.
ERLEBNIS:
Aspetto legato all’immediatezza dell’appartenenza alla realtà [campo di maggiore
utilizzazione è campo biografico] GOETHE;
Senso epistemologico dell’immediatezza, attribuire al vissuto lo statuto di elemento primo
che può costituire il sapere, fondato sull’INDUBITABILITÀ. Al vissuto di coscienza
competerebbe il verificarsi di un sapere non sottoponibile a dubbi HUSSERL.
Secondo Gadamer si afferma nella cultura estetica, autonomizzata da Kant in poi; l’Erlebnis
diventa fondamentale perché determina l’esistenza di un’esperienza estetica peculiare, a cui
rimangono estranee istanze di altro tipo ESTRANEAZIONE DAL RESTO DELLE PRATICHE
QUOTIDIANE DELL’UOMO.
Si afferma l’idea che l’estetica sia un’esperienza di tipo soggettivo, capace di sottrarre il soggetto ai
riferimenti significativi del mondo di cui è parte perché estraneo alle pratiche quotidiane.
Gadamer si riferisce ad un processo culturale. Ricostruisce l’idea di una cultura estetica
affermatasi dal Settecento in poi, trova in Kant un’ambivalenza che poi i suoi successori (Schiller,
Fichte, Hegel) incanaleranno verso una direzione.
Cultura estetica fondamentale per coscienza estetica. Se esperienza estetica è autonoma,
riferimenti significativi come VERO/FALSO, GIUSTO/SBAGLIATO, UTILE/INUTILE, necessari in
altre pratiche, diventano superflui. Cultura estetica trova all’interno di sé i fondamenti dei propri
giudizi ruolo formidabile, soggetto estetico diventa unico detentore dei principi di legittimazione
del giudizio stesso, in assenza di altri riferimenti significativi in altre pratiche del mondo.
Principio soggettivistico come unico detentore della possibilità di giudicare un’opera d’arte e di
legittimarne il giudizio COSCIENZA ESTETICA.
Differenziazione estetica è astrazione dell’esperienza estetica dell’opera a tutta una serie di
pratiche del mondo, dal contesto in cui nasce.
Gadamer deve contestare questo tipo di esperienza estetico non è estraneo ad istanze
conoscitive, pratiche, politiche, morali, etc.
Per Gadamer la cultura estetica è un quadro complessivo nel quale si creano le SEDI della
SIMULTANEITÀ. Nei musei, nelle biblioteche nazionali i riferimenti al contesto, in cui l’opera è
stata creata e veniva fruita, viene perduto diventa significativo solo l’opera rapportata alle altre
opere. Esperienza estetica limitata che non permette al soggetto di comprendere l’opera e
impossibilita l’opera stessa a farsi capire. Gadamer problematizza l’istituto del museo, del luogo
dove le opere sono esposte.
Gadamer coglie una realtà da cui oggi siamo ancora influenzati. Separazione tra la bellezza e il
conoscere, la cui idea è basata su concetti tutto il peso viene riversato sulla soggettività,
coscienza estetica è unica detentrice della possibilità di giudizio. Si può applicare a tutto, se il tutto
è considerato solo dal punto di vista formale e prescinde da ogni qualsiasi legame con il mondo.
Manca ogni criterio oggettivo.
Hamann: estetica ha un significato proprio, rispetto alle altre attività del mondo Gadamer parla
dell’esperienza in generale e sostiene che già la percezione non è estranea al significato ed è
sempre intrisa di significato.
Gadamer cita Aristotele per dire che il sentire è un mettere in relazione qualcosa di individuale con
qualcosa di più ampio percepire è già pregno di significato, non è mera registrazione di un dato
sensoriale, è già orientato in un certo modo.
A livello estetico si indugia di più sul livello formale, ma non vuol dire prescindere dal concetto.
GESTALPSYCHOLOGIE: psicologia incentrata sull’idea che un’esperienza complessa deve
essere concepita come assemblaggio di nuclei primari, base allo stimolo. Prima era basato sulla
relazione STIMOLO-RISPOSTA.
Idea della percezione pura è un’astrazione che può costituire un’idea relativa che non va assunta
come primum per spiegare la complessità dell’esperienza, altrimenti si cade nel DOGMATISMO
riconduzione del complesso al semplice.
La visione non è mai mera visione ma è pratica interna complessa attraverso cui la relazione
dell’oggetto con altro da sé è centrale implicitamente si opera una scelta, PERCEZIONE è
SELETTIVA, CONTESTUALE, e seleziona l’oggetto PRAGMATICAMENTE = è percezione
ATTIVA.
Percezione non è mai mero rispecchiamento ma rielaborazione perché è pregna di significato.
Gadamer delinea l’esperienza estetica come modalità di comprensione del mondo che circonda il
soggetto. Opera può far vedere il mondo a cui si appartiene e che non si riesce a percepire come
tale perché impregnati nel problemi e deliberazioni pratiche.
Conoscenza è forma di comprensione più ampia del mondo, è idea partecipata e condivisa e che
retroagisce su chi compie l’esperienza modificandola. Opera d’arte autentica è quella che nel
momento della fruizione contribuisce a modificare la soggettività che ne sta facendo
esperienza soggetto è messo in questione dall’opera d’arte stessa. Gadamer riprende la
categoria del GIOCO mettere in questione soggettivismo radicale, gioco mostra una situazione
in cui opposizione tra soggetto e oggetto è inadeguata, soggetto subisce le regole che il gioco
detta, il gioco è il vero soggetto. Chi produce e chi fruisce dell’opera d’arte è partecipante al gioco,
contribuisce a definire gioco stesso ma deve stare alle regolo che il gioco impone esperienza
artistica mette in questione dualismo soggetto/oggetto.
Esperienza dell’arte:
- Modalità di comprensione del mondo,
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.canella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Ca' Foscari Venezia - Unive o del prof Dreon Roberta.
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