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Storia dell'educazione - Rousseau Pag. 1
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Estratto del documento

Parigi, dove collabora alla stesura dell’Enciclopèdie, collaborando al progetto

culturale illuminista. Qui incontra una donna di modeste origine Therèse

Levasseur, dalla quale ha 5 figli che però abbandona affidandoli al brefotrofio.

Questo episodio diventerà occasione di critiche da parte dei suoi nemici (in

particolare Voltère).

Nel 1749 partecipa ad un concorso e vince nel 1750 pubblicando il suo discorso

sulle scienze e sulle arti: la domanda del concorso era se il ristabilimento delle

scienze e delle arti fosse fonte del progresso dell’umanità; qui Rousseau

contrasta decisamente quelle che erano le idee puramente illuministiche sulla

validità del progresso, scrivendo che arti e scienze sono casomai la

degenerazione del processo storico delle società, poiché il progresso fino ad

allora raggiunto è solo la manifestazione di potere e di dominio di alcuni

uomini e della loro prevaricazione sugli altri e questo crea una disuguaglianza

tra uomini, mentre l’uomo non era così allo stato originario prima di questo

processo.

Questo concetto verrà approfondito nel 1855 con il Discorso sull’origine e i

fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini; secondo Rousseau non è vero che

l’uomo originario ha un diritto naturale alla libertà, alla proprietà e alla vita.

Viene visto invece come un essere vagante nelle foreste, animato solo dai

propri bisogni primarie dall’istinto di sopravvivenza, ma in questa condizione

di uomo selvaggio vive felice perché non ha nemici né conflittualità e che di

per sé non conosce il male. Il processo di degenerazione inizia con la proprietà

privata, quando un uomo cioè “delimita” la sua proprietà rivendicandone

l’appartenenza è nata la sopraffazione, l’alleanza, le guerre, le leggi, le

istituzioni che fanno nascere anche l’immoralità, le guerre di potere (è il germe

del socialismo). L’unica soluzione per uscire da questo stato è, secondo R. la

costruzione di una nuova società, quindi un uomo e una donna nuovi. Esporrà

questi pensieri nella stesura della sua autobiografia dove descrive anche la sua

storia personale dell’abbandono dei figli, motivato dal fatto che non era

spostato con Therese e che quindi doveva proteggerli.

1762 contratto sociale: R. rivendica il concetto di democrazia nella nuova

società.

1762 L’Emilio: in quest’opera R. rivendica il ruolo del padre (che lui non è

stato), dichiarando che chi non lo fa sarà destinato a versare lacrime amare.

EMILIO: opera scritta sotto forma di romanzo pedagogico a paradossi

volutamente provocatori. Emilio, bambino immaginario, incarna la figura

dell’uomo nuovo che, correttamente educato fuori dalla società e lontano dalla

corruzione cresce con quei princìpi di democrazia, libertà e giustizia immaginati

da Rousseau. Un’opera di filosofia dell’educazione.

Il luogo dove educare Emilio è la campagna, dove può crescere nel rispetto

della naturalità del suo sviluppo per poi essere reintrodotto in società e

cambiarla.

Rappresenta quindi una sorta di esperimento pedagogico e deve avere alcune

caratteristiche, deve quindi essere:

Di mente comune (non particolarmente intelligente e nemmeno stupido)

- Sano di corpo

- Proveniente da un clima temperato (R. pensa alla Francia)

- Di famiglia ricca, perché il povero non ha bisogno di questo tipo di

- educazione non essendo corrotto.

Orfano, perché dipenda solo dal precettore da cui sarà inseparabile in

- tutto il suo percorso.

E. inoltre rappresenta l’uomo in generale e non una figura in particolare (nobile,

magistrato ecc).

Tutto degenera nelle mani dell’uomo, l’uomo alla condizione primaria e

naturale è buono, questo è uno dei motivi cruciali per cui l’Emilio sarà oggetto

di critiche anche molto dure.

Il romanzo è articolato 5 volumi,corrispondenti alle 5 fasce di età che

corrispondono fasi dello sviluppo di Emilio (e quindi del bambino secondo

Rousseau).

Prima fase: età 0-3 anni: R. sottolinea in questa fase l’importanza della

presenza della madre e del padre; l’atteggiamento deve essere non troppo

indulgente e attento alla naturale inclinazione del bambino. Importante per

esempio è l’attenzione alla modulazione del pianto che può assumere diversi

significati. Il linguaggio usato con il bambino deve essere naturale, non forzato

o alterato. Sottolinea anche l’importanza dell’allattamento materno; inoltre il

corpo del bambino deve essere libero da fasciature e costrizioni, deve potersi

muovere ed esplorare per imparare a conoscere l’ambiente intorno a sé.

Seconda fase 3-12 anni - età dell’educazione sensoriale: importanza della

sensorialità e di imparare attraverso l’esperienza diretta e i propri sensi:

l’educatore è colui che trae lo spunto per l’insegnamento direttamente dalle

esperienze del bambino, ma attraverso un’educazione “indiretta”, perché

l’apprendimento vero avviene sempre attraverso la scoperta diretta del

bambino. L’educatore quindi deve rimanere sempre un passo indietro per

favorire la naturale scoperta e curiosità del bambino: Emilio deve imparare

anche attraverso le esperienze la conseguenza delle sue azioni; si parla

addirittura di educazione “negativa”, Emilio impara solo attraverso i sensi, la

ragione non è ancora in grado di discriminare ma passa solo attraverso le

esperienze sensoriali.

Terza fase 12-15 anni – età dell’esplosione della ragione: capacità di

discriminare e cogliere in maniera più raffinata. In questa fase l’educatore,

sempre in maniera indiretta, pone le basi per giungere alla storia, alla

geografia, lettura, scrittura, sempre attraverso la scoperta e le esperienze che

fa il bambino. Viene insegnato non a leggere e scrivere direttamente, ma si fa

scaturire la curiosità e la sua motivazione a voler apprendere.

Quarta fase 15-18 – età delle passioni: dimensione sociale, compassione verso

gli altri, il problema religioso, sessuale e affettivo, questioni che non possono

essere insegnate prima perché il bambino non le potrebbe comprendere. Per

esempio non serve insegnare il catechismo e la religione prima di questa età

perché è strettamente legata con i sentimenti.

Quinta fase 18-25 –educazione sociale: Emilio inizia a viaggiare e conosce usi e

abitudini di Stati diversi e questo crea l’occasione per R. di porre nuovi

problemi; paradossalmente non da risposte ma suscita sempre nuove

domande. E’ questa anche la fase dell’incontro di Emilio con Sofia, attraverso

la quale R. illustra la posizione della donna nella società: una donna passiva,

debole, creata per il piacere dell’uomo forte e attivo. Non la descrive in termini

di inferiorità, ma di una sostanziale differenza rispetto all’uomo; la donna non

deve essere troppo colta, ma solo la compagna discreta dell’uomo. Emerge la

questione dell’educazione di genere che riflette le grandi lotte dell’epoca per

l’emancipazione della donna (Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft).

Emilio e Sofia si spostano e vi è infine l’annuncio della maternità.

Con Rousseau si scopre l’infanzia attraverso le varie fasi dello sviluppo, che

devono essere rispettate nella loro naturalità. E’ una visione puericentrista

(puer=fanciullo). E’ necessario partire dagli interessi del bambino e dalla sua

naturale curiosità, salvaguardandone la centralità. L’educatore deve favorire

l’apprendimento, ma in maniera indiretta, addirittura “negativa”, ossia

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Niclabi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof D'Ascenzo Mirella.