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-1590, ORTOLANO/NATURA MORTA, CREMONA MUSEO CIVICO ALA PONZONE
L immagine, se vista da un lato sembra una ciotola piena di frutta secca e ortaggi appoggiati in una ciotola che sembra
appoggiata nel vuoto mentre se l immagine viene girata di 180^ troviamo un viso coronato da un cappello. La luce in
caso di natura morta proviene dal basso, mentre nel caso del viso dall alto. Il tutto ha un aspetto grottesco, simili
immagini dovevano attrarre per la perizia tecnica e sopratutto destare meraviglia nello spettatore che si trovava
davano all artificio dell illusione.
BS, già sotto la Serenissima dal 1454, da sempre ha gravitato attorno al Veneto per quanto riguarda la cultura. A
costituire un capitolo di riguardo è l esperienza di Tiziano che nel 1522 invia per la chiesa dei santi Nazaro e Celso un
articolato polittico, commissionatogli da Altobello Alveroldi.
Pittori di rilievo del panorama bresciano sono: GIOVAN GEROLAMO SAVOLDO(1480-1548), dopo un iniziale
apprendistato con Foppa si misura con le esperienze lagunari, prima di tutte la pittura tonale giorgionesca.
Questa prima educazione giorgionesca con influssi nordici mutuati dalla conoscenza diretta del Durer traslare dal:
-L’ARCANGELO RAFFAELE E TOBIOLO
Domina l’ampia inquadratura paesaggistica caratterizzata da forti contrasti luminosi che producono un pieno
controluce sul volto del protagonista.
L’esito più eclatante di questa attenzione al dato atmosferico è fornito da:
-1532 MADDALENA LONDRA
La giovane viene colta quasi di sorpresa in uno sguardo conturbante e avvolta da un panno avvolgente.
ROMANINO(1584-87/1562)
Gerolamo Romani dimostra fin dall esordio una componente eccentrica rispetto agli altri bresciani. Segue, oltre all
novità di Giorgione e Tiziano, anche quelle del Durer, del Lotto e come è visibile sopratutto negli esordi la vena
grottesca di Altobello Melone.
-1513 PALA S GIUSTINA, PADOVA
Lavoro che esprime appieno la maturazione della parabola tizianesca.
Entro il 1524 completa la decorazione della cappella de SS sacramento, in S. Giovanni Evangelista a BS in cui collabora
con giovane Moretto.
-1521-24, S MATTEO E L ANGELO, CHIESA DI S GIOVANNI EVANGELISTA, CAPPELLA DEL SACRAMENTO
Collocato sulla parete sinistra della cappella, mostra un ardita ambientazione a lume notturno, dove il vibrare della
fiamma della candela contribuisce a creare un effetto deformante sui volti dei due protagonisti. 68
MORETTO(1492-95/1554)
terzo grande protagonista di questa stagione BS. ALESSANDRO BONVICINO, figlio d arte, già nel 1515 riceve la
prestigiosa commissione delle ante d organo del Duomo Vecchio di BS ora a Lovere.
A una prima fase stilistica in cui guarda a Romanino segue l elaborazione da parte del Moretto di un linguaggio
raffinato e classicista evidente in opere della maturità estrema come:
-1521-24,DECORAZIONE DELLA CAPPELLA DEL SACRAMENTO IN S GIOVANNI
Nel 1529 va a lavorare al coro d S. Maria Maggiore a BG
-1550 CRISTO CON L ANGELO, PINACOTECA TOSIO MARTINENGO
Originariamente nel Duomo vecchio della cittàLa composizione è giocata sullo sviluppo verticale della tela e i toni
grigi-argentei portano la scena ad un effetto di essenzialità quasi ascetica dove nemmeno il viso dell angelo che piange
sembra intaccare l algido classicismo nelle quali il colorismo veneto si è rarefatto nei grigi tipici del foppa.
Tra fine 400 e inizio 500 a Varallo Sesia vengono realizzate alcune cappelle con la vita del Cristo. usta prima impresa da
il via a una serie di complessi analoghi che segnano durante la Controriforma un ideale sbarramento al
protestantesimo.
Il sacro Monte di varallo, voluto da padre Bernardino Caimi, si avvale della personalità di GAUDENZIO FERRARI che nel
giro di pochi anni completa una serie di cappelle la più importante delle quali è dedicata alla croifissione(1528), dove
vengono realizzati affreschi e statue in terracotta. L’idea di creare una continuità figurativa fra statue dipinte e
affreschi porta a una forte componente illusionistica teatrale.
Il punto di partenza di questo impianto scenografico sono piccoli elementi che rimandano alla verità della vicenda di
cristo, Nel corso dei secoli le cappelle inizialmente disseminate lungo il percorso del Monte si sviluppano mantenendo
l idea di imitare i Luoghi Santi.
Nasce così il complesso del palazzo di Pilato(1608-27) dove i due scali dell edificio sono raccordati dalla scala del
pretorio di Gerusalemme. Le cappelle sono opera di: PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI/MORAZZONE(1573-62) che
collabora a più riprese con il plasticatore GIOVANNI D ENRICO(1559-1644) fratello di MELCHIORRE(1570-1640) e di
TANZIO(1560-1635)-
Tanzio al Sacro monte esordisce realizzando gli affreschi della 27settesima cappella raffigurante cristo davanti al
tribunale di Pilato le cui statue sono fatte dal fratello Giovanni.
Su questa come sulle successive(Pilato si lava le mani, Cristo al tribunale di Erode) il pittore da vita ad un umanità colta
in atteggiamenti naturali, accompagnati da un indagine realistica dei volti.
L’effetto unitario si registra nella forte coesione fra affreschi parietali e gruppo plastico. Tanzio sa imprimere ai
personaggi un senso di forte realtà che coglie appieno l intento di persuasione e teatralità che sta alla base
dell’edificazione del sacro monte. I protagonisti delle scene sacre sono i compaesani di Tanzio rappresentati senza
nessun compiacimento ma in tutta la loro carica umana che concretizza il messaggio divino.
La Serenissima dopo la pace di Cateau Cambresis(1559) riesce a mantenere i suoi possessi in terraferma e il controllo
sul mare orientale. Tutto ciò favorisce il fiorire di importanti commissioni artistiche in città.
L impresa di maggior rilievo iniziata dal 1537 riguarda la sistemazione della piazza di S. Marco affidata a JACOPO
TATTI/SANSOVINO(1486-1570) fiorentino attivo sopratutto a Roma.
I lavori iniziano con la soggetta del campanile pensata come un ampio basamento strutturato su archi trionfali che si
combinano ad elementi architettonici dall effetto più pittorico.. La balaustra composta da riquadri con bassorilievi che
contribuiscono ad armonizzare la struttura svettante del campanile con la piazza. Gli elementi compositivi della
soggetta trovano riscontro in quelli della libreria marciana del Sansovino, posta davanti a palazzo ducale.
La struttura è interpretata come sorretta da un grande quadriportico che rimanda agli esempi antichi e con una base
simile a quella della zona inferiore della loggetta.Sansovino è anche architetto delle Procuratie Nuove e della Zecca
facendo proseguire la struttura sulla altro lato della piazza e arretrando l edificio per metterlo in asse con il campanile
creando un inquadratura ottica che porta lo sguardo alla basilica di S. Marco.
Nelle sculture della porta bronzea della sacristia di S. Marco Sansovino evidenzia un impronta manieristica che
traspare dagli allungamenti delle anatomie colte in pose disarticolate. L adesione alla maniera emerge anche nelle
statue di Mercurio e Nettuno che inquadrano la scala dei giganti nel cortile di Palazzo Ducale.
VERONESE/PAOLO CALIARI(1528-88)
Nasce a verone nel 1528 e sembra che il padre gli insegnò a modellare mentre Antonio Badile a pitturare, anche se
probabilmente guardò anche all opera di GIULIO ROMANO attivo nella vicina Mantova e forse a quella protobarocca di
CORREGGIO e alla variante manierista di PARMIGIANINO.
Nel 1531 è chiamato a decorare la villa di Soranzo a Castelfranco. 69
Nel 1553 viene introdotto nell ambiente artistico veneziano da Ponchino da castelfranco che gli affida le decorazioni
a palazzo ducale. Comincia la decorazione del palazzo dalla sala del consiglio dei dieci dove i riquadri sono pensati per
una visione dal basso in alto e illustrano temi allegorici.
-1553-56 GIUNONE VERSA I SUOI DONI SU VENEZIA, SALA DEL CONSIGLIO DEI DIECI
Fin da questa prima prova in laguna è chiaro l interesse del veronese per gli scorci complicati, come quello di giunone,
e per una nitida definizione della forma e unatrattazione del colore non allineata del tutto al tonalismo veneto.
In questo periodo alterna soggiorni veronesi a alte veneziani
1555-1565 AFFRESCHI SAGRESTIA SAN SEBASTIANO A VENEZIA:
-1555-56, TRIONFO DI MARDOCHEO, CHIESA D S SEBASTIANO
La tela è impostata con attenzione per gli scorci prospettici che interessano qui sia animali che uomini affacciati al
limite del piano d appoggio.
Nel 1560 va a Roma dove vede i laori di Raffaelo e Michelangelo al ritorno decora la villa di MarcAntonio Barbaro
progettata dal Palladio
-1562 CENACOLO FRATI DI S GIORGIO MAGGIORE, LOUVRE
-1571-73 CENA IN CAS ALEVI/CENACOLO CONVENTO SS GIOVANNI E PAOLO
In veronese l arditezza compositiva si unisce ala capacità d invenzione sopratutto nei soggetti di largo impegno perciò
l artista si trova coinvolto in un processo dell Inquisizione di Venezia. Il punto della disputa era capire perché il
Veronese avesse relegato a un ruolo marginale la scena sacra dando spazio invece a buffoni, nani e scurrilità. per tutta
risposta il pittore si appellò alla licenza di memoria vasariana aggiungendo inoltre che la varietà d figure erano date
dal fatto che, dopo aver finito la scena sacra, si era ritrovato connoto spazio vuoto da riempire: si intravede la
consapevolezza della propria autonomia creativa di stampo manierista.
Il processo si concluse con la condanna per il pittore di cambiare, a proprie spese le parti contestate, ma di tutta
risposta quello che fece veronese fu semplicemente di cambiare il titol intitolandola: “cena in casa levi” Muore nel
1588.
PALLADIO/ANDREA DI PIETRO DELLA GONDOLA(1508-80)
Nativo di Padiva lavora inizialmente come manovale a vicenza dove conosce Gian Giorgio Trissino che lo porta nel
1541 a Roma e gli suggerisce il soprannome classicheggiante con cui è più noto. Il soggiorno romano è fondamentale
per la sua formazione infatti è qui che apprende le lezioni architettoniche di Michelangelo e Raffaello e studia i
monumenti antichi.
La prima commissione di prestigio riguarda la BASILICA DI VICENZA, vince il concorso contro GIULIO ROMANO e
SANSOVINO e SANMICHELI.
La soluzione Palladiana prevede di rivestire la struttura presistente con un ampio loggiato di serliane distribuito su
due ordini il secondo dei quali decorato con con una balaustra alternata a statue. Il tutto restituisce l idea di una
scansine chiaroscurale ripresa dalle opere di Sansovino. In poco tempo l architetto si trova proiettato in un circuito di
committenza privata.
Alcuni dei nobili che commissionano i palazzi cittadini a Palladio si rivolgono ancora a lui per la realizzazione di ville
suburbane.
La cultura della villa nel 500 diventa un elemento distintivo nel veneto: ai piaceri della compagna si coniuga la
funzionalità dell edificio, questo può essere esemplificato pensando l edificio come un semplice luogo di svago privo di
funzioni legate alla masserizie.
A questa tipologia appartiene la VIL