vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Pisa ‘’Battistero’’
da 1260?
Terzo ordine
Perugia
‘’Fontana di Piazza’’
1275-78 con il padre (v. sopra)
Accanto alla raffigurazione dei lavoratori cominciano a comparire figurazioni ispirate alla
borghesia contemporanea e alla nobilitazione della figura femminile. Abiti classici. Poi
caccia con il falcone. Nuova aristocrazia che man mano si va affermando. Poi abbiamo il
Grifo e il Leone. Poi raffigurazione delle arti liberali. Nuovi valori. Grammatica e dialettica,
retorica e aritmetica. Geometrica e musica, astrologia e filosofia. E poi alcuni fatti religiosi ma
più in senso generale. Adamo ed Eva. Esaltazione della bellezza del corpo, esaltazione
della matrice classica ma dolcezza, morbidezza che non è più quella di Nicola. Poi Davide e
Golia. C'è già una sorta di preumanesimo. Poi racconti epici. E poi ci sono le radici della
città. Romolo e Remo. Tutte le città soprattutto guelfe cercano di rivendicare una origine
romana. Rappresentati come aristocratici perugini. Nella seconda vasca c'è sempre il gioco
di colori come nel battistero di Pisa. Ci sono delle figure centrali che sono Salomone rivolto
verso est, Roma verso ovest. Poi la personificazione di Augusta Perugia rivolta a sud. A nord
Euliste, il Fondatore mitico di Perugia. Ci sono poi anche i personaggi politici contemporanei
che vengono eternati nella Fontana. Cosa nuova. La dimensione religiosa è in chiave laica
per il benessere della città.
Siena ‘’Duomo’’
una campata
aggiunta 1284-98
Facciata parte inferiore
1284-97
Ghimberghe gotiche ma appoggiate su archi a tutto sesto. I due laterali sono
lievemente a sesto acuto. Comunque sequenza di elementi orizzontali che tendono ad
attenuare la verticalità gotica. Il rosone così centrale è sia modello francese sia locale
perché era presente anche nelle chiese locali. In basso ci sono i vegliardi dell'apocalisse
che hanno la stessa funzione di quelli nelle cattedrali francesi. Galleria dei re. Le torri
svettanti francesi qui sono i contrafforti angolari diventati torri.
Tutte le statue originali sono nel museo dell'opera
del duomo. Sulla facciata ci sono copie. Si muovono
completamente svincolate dall’architettura,
libere,
naturali e inquiete. Giovanni spezza il legame fra
scultura e architettura privilegiato invece da Arnolfo e
assegna il primato alla prima. L’architettura diviene un
mero formale per l’autonomo affermarsi della
decorazione plastica. Quelle a figura umana sono in
totale quattordici, di cui otto in facciata, tre sul lato
sinistro della facciata e tre su quello destro. Queste
hanno come soggetto Profeti, Patriarchi, Filosofi
pagani e Profetesse e rappresenta un unicum nella
scultura gotica italiana in quanto hanno un programma
iconografico preciso dove tutte le figure,
volontariamente o involontariamente, annunciano
la Venuta di Cristo. In facciata troviamo, da sinistra a
Filosofo Platone Profeta Abacuc
destra, il , il ,
Sibilla Re David Re Salomone Mosè Gesù
una , , , e
di Sirach Profeta Isaia
. Sul lato sinistro troviamo una figura non ben identificabile, il , e
l'Indovino Balaam Simeone
(e profeta involontario) . Sul lato destro troviamo infine ,
Profetessa Maria di Mosè Filosofo Aristotele
la e il . Vediamo Platone, (a notre
Dame c'è Aristotele), ma non è la stessa cosa. Le cattedrali francesi hanno l'intento di
mostrare la summa delle conoscenze. Il tema gotico e in parte già acquisito dal padre
viene preso da Giovanni. Quindi monumentalizza la figura del filosofo facendone
proprio una statua (a notre dame c'era solo una formella). Panneggio che è di uno che
ha studiato bene la statuaria classica. Però non è come il padre che si atteneva a
formule classiche, ma c'è un Platone che fa l'anchement. Dinamismo gotico che
Giovanni conosce ma che reinterpreta su una base classicista. Si sta girando e ha il
bacino più in avanti, le spalle più indietro, è raffigurato un attimo del movimento,
l'opposto della statuaria classica che fissava un momento aulico. Platone ci guarda con
un'espressione che ci coinvolge, come la sua attività di filosofo (dialoghi). Non è una
foto in posa ma è una istantanea fotografica. (Arnolfo invece tende a privilegiare una
visione frontale. La soluzione di Arnolfo per Firenze è più architettonica, in cui il ruolo
della scultura non è così primario. La scultura si inserisce con un punto di
visione prevalente perché subalterna all'architettura). Vediamo Isaia.
Simile a Platone. C'è equivalenza tra i due, tra voce religiosa e del
sapere. Stessa importanza di un filosofo e di un profeta. Anche grande
novità per l'abbigliamento. Isaia non è rappresentato ispirato, ma è girato
in modo quotidiano, colto in un atteggiamento dinamico, un attimo in
mezzo a un movimento. In un dialogo. Nuovo naturalismo. Ricerca della
naturalezza. animali
Al di sotto di queste statue troviamo figure di , mentre più in alto,
Madonna e gli Angeli
tra la e appoggiate sull'architrave, troviamo le
Quattro Evangelisti
rappresentazioni antropomorfe dei .
Pisa ‘’Statua eburnea, Madonna con bambino’’
Duomo
per 1298
Vediamo eleganza formale gotica ma anche interesse per l'interiorità delle
figure. Dialogo tra madre e figlio. Comunque conserva la maestà classica di
una madonna Regina. Ha assimilato la capacità di dare specificità
all'immagine mantenendo dignità. Foto
Pistoia
‘’Pulpito per S. Andrea’’
1298-1301 (fig.120)
Modello desunto dal padre. Ma con novità. È esagonale come quello pisano,
e i rilievi del parapetto sono separati da grandi figure come a Siena. Ma è più
slanciato in verticale tramite il rialzo degli archi trilobati. Le modifiche più appariscenti sono
però di ordine figurativo:
leoni
Primo livello = i due girano in senso orario, sono veementi figure. A sostenere le
colonne esterne oltre ai leoni c’è anche Atlante , una figura di un vecchio barbuto, vestito
alla maniera classica, con barba e capelli lunghi. Molto mossa, il panneggio descrive il corpo,
profondo patetismo, sofferenza per la fatica. È la dimensione dell'intelletto. Alla forza bruta
si oppone l'intelligenza che riesce a fermare la rotazione. Altra novità è il gruppo centrale. Qui
aquile
la colonna centrale posa in maniera instabile sulle ali di . Leggerezza, mobilità.
virtú profeti Sibille
Secondo livello = Gli archi non sono più a tutto sesto. Ci sono e . E .
Una di queste (fig.121) reagisce quasi con spavento, volgendo di scatto il volto turbato
all’angelo che da dietro le spalle le suggerisce le rivelazioni profetiche. Non sono fissi, ma si
muovono, si spostano, si girano. Anchement. Oppure sono di un'eleganza Parigina.
Essenzialità nordica del panneggio, si è liberato del classicismo. Panni poco piegati,
saranno quelli di Giotto. E poi sono ritratti. Le figure di Giovanni sembrano nascere di getto,
mantenendo nel passaggio dalla mente alla pietra l’incandescente carica emotiva. Capitelli
a crochet.
Terzo livello = Scene con tutto più mosso. Giovanni scava la pietra con suprema libertà,
determinando lampeggianti contrasti tra ombre e luci: compone le affollate scene con ritmi
trapassando dall’alto al bassorilievo; a figure minuziosamente caratterizzate
vorticanti,
accosta volti o corpi sommariamente sbozzati, di fortissimo valore espressivo. Brani di
verità naturalistica sono a stretto contatto con acri deformazioni espressionistiche,
momentanee pause liriche o patetiche con brucianti accelerazioni ritmiche.
Annunciazione e Natività . San Giuseppe pensoso.
Madonna che si ritrae. Poi alza la copertina nella culla. Lo
schema compositivo è quello del padre ma molto più
moderno.
Stessa cosa
Adorazione dei
Magi . Madre che
partecipa al
divertimento del
bambino. Citazione
dei cavalli.
Strage degli
Innocenti. Foga
espressiva si
traduce in un
veemente
ondeggiare e
ritirarsi delle figure
dall’angolo superiore
destro: una cascata obliqua generata dal braccio di Erode.
Risaltano in quel gorgo i volti piangenti delle donne coi bimbi
in braccio minacciati dai soldati e in basso i patetici compianti
sui cadaveri. Mai la scultura medievale è apparsa tanto
drammatica. Giovanni si è ispirato a modelli tedeschi ma
anche, risalendo a fonti classiche, a certi brani tocanti della
Colonna Traiana.
Crocifissione.
Giudizio
Universale.
Pisa ‘’Pulpito per il Duomo’’
1301-10 (fig.123)
Già c'era un pulpito del maestro Guglielmo. Questo viene poi mandato nel duomo di Cagliari.
Il punto non era solo lo stile, ma l'oggetto pulpito ha assunto ormai una forma completamente
nuova. Lavoro enorme di Giovanni che intende fare una summa della conoscenza e della sua
cultura. Con l'epigrafe di Borgogno di Tado abbiamo le date. Tende sempre di più al cerchio.
È ottagonale ma con le lastre incurvate, lievemente convesse. Impostazione iconografica del
padre anche qui con i vari livelli man mano che si sale.
Primo e secondo livello = il posto di alcune colonne preso da figure-cariatide, così come
quello della colonna centrale sostituita da un gruppo statuario. Non ci sono più gli archetti
trilobi, gli archi di sostegno sono sostituiti da mensole a volute. Le desume dall'antico più
che dai prototipi francesi. Complessità iconografica molto allargata. Dipende dal diffondersi
leoni
della cultura gotica. Il patetismo dei li coglie in un momento, non in una
monumentalità ieratica. Parlano da tutti i lati, qui il leone abbatte un cavallo. Ci si può girare
Cristo
intorno. Al centro la base è circondata da altre quattro statue. Abbiamo , sostenuto da
San Luca San Matteo committente
due evangelisti, e , poi c'è un . Quindi Giovanni è
San Marco San
anche abbastanza borghese, esalta i valori della nuova società. Poi e
Giovanni committente virtù
con un altro . Le sono figure femminili tratte dall'antico ma
rivisitate. Carità che allatta due bambini, sorretta da altre due virtù, la fortezza e la prudenza.
C'è una donna nuda. L'immagine nuda ricorda la Venere classica, ad esempio quella
capitolina. Giovanni impone questi come valori culturali. Poi sono figure contemporanee, si
Aquila giustizia San Mi