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Estratto del documento

ROMA

[Non si interrompe la continuità con la tradizione dell’architettura cristiana tardo-antica, spingendosi anche oltre,

assumendo caratteri molto più consapevoli es:]

Basilica di San Crisogono Santa Maria in Trastevere

 “ e ” XII (rifacimento) (fig.265)

 Pianta = a croce latina con tre navate

 Interno = navate separate da due file di colonne ioniche lisce e la Novità sta nel recupero del motivo classico

dei colonnati architravati. Poi troviamo il classico soffitto ligneo e l’arco trasversale che separa la navata dal

presbiterio

MILANO E MODENA

[In queste città si affermano dei diretti e riconoscibili punti di contatto con i monumenti oltremontani]

Sant’Ambrogio

 “ ” fine XI secolo, con il vescovo Anselmo

 La basilica ha preso il definitivo aspetto tra il 1088 e il 1099, quando, sulla spinta del vescovo

Anselmo, venne radicalmente ricostruita secondo schemi dell'architettura romanica. Venne

mantenuto l'impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico

(spazio aperto, circondato sui quattro lati da portici), anche se ormai non serviva più a ospitare i

catecumeni, ma come luogo di riunione.

 Pianta (fig.266) Vedi pag.6

 Interno (fig.267) Vedi pag.6

 Facciata = è scandita da due ordini di arcate : quelle inferiori strettamente collegate agli altri tre lati del

quadriportico, mentre quelle dell’ordine superiore hanno delle aperture decrescenti (fig.268)

 Atrio = concepito non più come spazio per i catecumeni ma come luogo di riunione

 Campanile dei canonici (sinistro)= Si tratta di un campanile eretto tra il 1128 ed 1144 in eleganti forme

romaniche, con cornici marcapiano ad archetti pensili e semicolonne che dividono i piani in sezioni verticali. I

due piani più alti sono stati costruiti nel 1883. Il campanile invece che sorge sulla destra “Campanile dei

monaci” è stato elevato nell’ VIII-IX per esigenze della comunità monastica

Duomo di Modena

 “ ” XI

 Ubicazione = la cattedrale sta al centro della città ma vedendola dall’alto si nota la particolarità di questa

cattedrale: è assolutamente isolata dal tessuto urbano, nonostante essa sorge su una cattedrale precedente

(quindi su influsso sicuramente del duomo di Pisa) ed è isolata su uno zoccolo di marmo che costituisce anche

la base di un ordine architettonico (infatti le colonne poggiano su di esso)

 Pianta = è a tre navate priva di transetto, con presbiterio sopraelevato, perché

sotto vi è la cripta. A ogni navata corrisponde un abside. La navata centrale è

suddivisa in 4 grandi campate, ad ognuna delle quali ne corrispondono due delle

navate laterali che quindi sono 8

 Committenza = fu voluta da tutto il popolo (e non solo dagli ecclesiastici) con

l’appoggio della Contessa Matilde di Canossa,

feudataria della regione

 Matilde di Canossa = La troviamo anche in alcune

miniature che rappresentano la costruzione duomo di

Modena in due fasi: Fase 1 e Fase 2. Compare anche

Lanfranco, ideatore e costruttore del Duomo, in

queste miniature ma anche in una iscrizione/epigrafe sulla finestra centrale dell’’abside

esterna troviamo il suo nome.

 Lanfranco = è architetto del Duomo di Modena ma arriva qui già con un bagaglio

importante, nell’epigrafe scritta in caratteri compositi il primo verso dice : <<questa

casa (Di Dio) splende di marmi scolpiti>> volta a sottolineare l’importanza preminente

del marmo , troviamo poi la data 1099. In un altro verso si trova una citazione di

Lanfranco : << Lanfranco, illustre per ingegno, dotto e capace è il protomaestro e il

direttore dell'edificio >>. Lui cerca di dare interezza e unitarietà all’opera sfruttando lo

stile architettonico ( archeggiatura sostenuta da semi colonne, mascherando i

contrafforti angolari con colonne), immagine non si trovano spigoli. La sua particolarità

è anche li fatto che lui ha portato all’esterno un motivo che solitamente si trovava all’interno, ovvero la

trifora con l’arcata sopraciliare; in più anche in modo in cui sfrutta il tema della galleria nana reinventandolo.

è più vicina alla cultura nordica internazionale

 Facciata =

ma riesce a dare una interpretazione personale , basata sia

sulla tradizione classica, sia sul modello del duomo di Pisa ( unitarietà); però

ha subito diverse variazioni e goticizzato ( aggiunti il rosone, le due torrette di

facciata, e la guglia sulla torre campanaria per renderla più slanciata). Anche

le due porte laterali non esistevano e le sculture appiccicate sopra il rosone.

La novità della facciata ( unica in tutta l’europa) è la struttura enfatizzante

della porta: il protiro (fig.274). Sulla sinistra di quest’ultimo troviamo

un’epigrafe (fig.276)dove troviamo il completamento dei lavori ma se si guarda

attentamente la prima parte è a caratteri grandi (dove viene certificata la data del

completamento 1099) mentre la parte finale è scritta in lettere più piccole: si vede

celebrazione dell’artista

già che la lingua non è colta e si trova una

Wiligelmo . Egli non solo propone la scultura in facciata, ma propone anche una

sequenza di lastre, questo perché vuole reinventare la facciata anche se l’ispirazione

sembra essere sempre la stessa: la scultura classica e quindi l’Arco di Trionfo infatti,

troviamo anche 2 leoni di reimpiego, sono due leoni classici ma riutilizzati. Troviamo

anche due putti con una fiaccola in mano ma con capelli e volto diversi dalla

tradizione classica, ma il putto con la corona in mano è anche accompagnato da un

uccello che nella cultura medievale è simbolo di brutti presagi ( a quanto pare

Wiligelmo ha preso spunto da alcune lastre funerarie classiche accompagnate da

putti, trovate nelle zone ). Rosone è stato realizzato molto dopo, e sopra di esso

troviamo delle sculture del Tetramorfo (Raffigurazione iconografica dei quattro

animali dell'Apocalisse, leone, toro, aquila e uomo ) al centro vi è l’immagine di dio

inserito dentro una mandorla che è una scultura più realistica e quindi non ha a che fare con Wiligelmo. Sulla

destra troviamo un’altra scultura che raffigura Sansone (è il corrispettivo cristiano di

Ercole, che tradizionalmente è descritto nudo e forzuto mentre sloga la mascella di

un leone, questa sua azione è un’azione spirituale/etico.

Maestro delle Metope

o = attivo qui nella prima metà del XII,

realizzò una serie di metope scolpite per decorare i contrafforti esterni della

cattedrale (fig.320-1). Troviamo delle figure in atteggiamenti inconsueti,

come degli acrobati .

 interno (fig.271)= c’è il matroneo anzi

meglio dire “sembra che ci sia” questo

perché in realtà se ci si sposta nelle

navate laterali manca il pavimento e

quindi il matroneo è solo un elemento

formale ( reinvenzione del romanico) si

tratta di un loggiato con trifore entro

archi; più in alto troviamo, c’è il

dislivello tra navata e presbiterio

(reivenzione del romanico). La navata

centrale è divisa da archi trasversali i

quali poggiano su pilastri compositi

alternati da colonne (= scansione

spaziale)

 la novità di Wiligelmo qui è più evidente

capitelli = : abbiamo sia capitelli per grandi

arcate sia per le piccole arcate, nessun intento naturalistico ma il tentativo di modernizzare

il capitello. Qui troviamo anche questo suo tema originale della figura umana rannicchiata

quasi schiacciato.

[Le porte sono importanti perché in esse troviamo il nuovo linguaggio di immediata

comunicatività che Wiligelmo rappresenta]

 Porta dei principi (lato meridionale)= viene fatta dopo perché il successo avuto dal protiro

d’ingresso porta a realizzare un secondo protiro anche negli accessi laterali, il modello

Wiligelmo è ripreso : lo si vede dalla decorazione dello stipite anche se è più evoluta,

dall’uso dei leoni che sostengono le colonne. Negli stipiti troviamo dei santi mentre

nell’architrave troviamo storie della vita di San Gimignano. Sulla destra troviamo una lastra

(forse dello stesso maestro del Sansone) che raffigura la verità che strappa la lingua alla

frode(fig.319). (fig.315-16)

 Porta Regia = qui il protiro si è europeizzato, infatti è strombato ma in maniera europea e

quindi una strombatura accennata, i leoni ovviamente sono romanici. Qui troviamo

decorazioni con tralci vegetali abitati da animali.

 Porta della pescheria (lato settentrionale) = Questa porta è stata realizzata da un allievo di

Wiligelmo. siccome qui l’accesso è stretto il protiro è molto schiacciato, con porta

architravata e lunetta su modello Wiligelmo, ma nell’architrave l’ispirazione non è più religiosa ma profana

perché anche gli eroi profani portavano un messaggio etico. Nell’archivolto troviamo una delle prime

rappresentazioni del ciclo arturiano, nell’architrave troviamo favole di animali (fig.317-18)

 Portale Maggiore con rosone (fig.274) =

o Affinità con l’antico = non è strombato ma architravato e molto vicino al modello classico, i leoni di

reimpiego, la decorazione di matrice antica con queste foglie d’acanto (con ovviamente una

reinvenzione es: i pappagalli), anche il soffitto del portale a cassettoni è tipico dell’arte antica ed al

di sotto il tema della doppiapelta.

o Nella decorazione della facciata del portale = troviamo il motivo dell’intreccio vegetale perché

simbolo del travaglio dell’uomo,infatti si trovano in mezzo: dei personaggi, momenti quotidiani

(uomo che raccoglie l’uva) , mostri (che rappresentano le difficoltà dell’uomo) ; questo intreccio si

conclude in alto con una sorta di mostro con due teste (= Giano), importante nella cultura classica

quindi è chiarissima l’importanza

perché impersonifica il Tempo ;

che ha la decorazione del portale = il senso della nostra vita. Tutto

questo intreccio inizia da un telamone che sorregge una mensa (come

nella lastra) ma qui troviamo una sorta di accentuazione delle

espressioni di queste figure e lo stesso modo di realizzare la sofferenza

lo troviamo nei capitelli del protiro.

o Nello stipite interno = troviamo varie figure sovrapposte ed ognuna

inserita all’interno di una abside “edicola”, ed essi sono i 12 profeti ,

Wiligelmo voleva rendere umani coloro i quali hanno aperto la strada al

Cristo ed adesso devono aprire la strada per il tempio ai fedeli; non sono

frontali ma rappresentati nel momento in cui

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Publisher
A.A. 2016-2017
35 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simontrapp di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Guastella Claudia.