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CINETISMO
È una corrente artistica nata negli anni 20 e sviluppatasi negli anni 50 e 60,
introduce il movimento nell’opera artistica; il movimento può essere fisico
oppure virtuale.
L’origine di questo movimento deriva dall’esaurirsi delle esperienze attratte ed
ha come premessa l’azzeramento operato dagli artisti di Azimuth: Piero
Manzoni, Bonalumi e Castellani.
I più grandi successi si ebbero nelle mostre organizzate a Zagabria chiamate
Nuova Tendenza, nella mostra presso l’Olivetti a Milano fino ad arrivare
all’apice della popolarità con la mostra “The Responsive Eye” al MoMa di New
York.
Gli artisti italiani che sono stati protagonisti dell’arte cinetica oltre a Munari
sono: Biasi, Colombo,
Alberto Biasi
È stato un artista con un rigoroso studio delle illusioni ottiche applicate all’arte
ed anche animatore di gruppi sperimentali e di esposizioni innovative come
quelle lanciate dal Gruppo N.
Il suo nome è legato all’arte ottico-cinetica, grazie alle sue creazioni artistiche
costruite sulla base di illusioni ottiche, i suoi quadri presentano superfici che
cambiano aspetto a seconda dell’angolo di osservazione, dando la
sensazione illusoria del movimento.
Ha partecipato alla Nuova Tendenza di Zagabria e a The Responsive Eye al
MoMa.
Gianni Colombo
È un grande sperimentatore delle percezioni spaziale, di cui si ricordano
“ambienti” nei quali con ingegnosi artifici venivano modificate le prospettive.
È stato esponente del Gruppo T (Ancheschi, Boriani, Colombo, Devecchi,
Varisco).
Sperimenta nuove strutture percettive attraverso giochi di luce realizzando
opere mediante plexiglas, proiezioni di luce su specchi posti in vibrazione,
forme e movimenti virtuali apparenti con strutture a movimento rapido, opere
in movimento per internvendo dello spettatore o con animazione
elettromeccanica; l’artista sperimenta questi equilibri per modificare le
sensazioni dello spettatore.
Le Mouvement, Galerie Denise René, Paris 1955, manifesto giallo per una
mostra, all’interno c’era un manifesto firmato da Victor Basarely (artista
ungherese) e si parlava di una nuova percezione dell’arte.
Piero Manzoni
Achromes (1957-1963) sono una seria di opere incentrate sullo studio
dell’assenza di colore, le opere più rilevanti sono realizzate con tele grinzate e
altre con fibre di vetro, l’artista voleva sottolineare l’assenza di colori cercando
di realizzare effetti particolare con le superfici.
Nel 1959 entra in contatto con il Gruppo Zero e oltre a continuare la ricerca
sugli Achrome inizia a creare oggetti concettuali come “linee” e progetta di
firmare corpi viventi come se fossero opere d’arte e gli rilasciava anche un
certificato.
Un evento decisivo avviene quando Marcel Broodthaers lo incontra durante
un’esposizione alla Galleria Aujurd’hui a Bruxelles e lo aveva firmato come
Scultura Vivente, gli dette un certificato d’autenticità in cui dichiarava che da
quel momento sarebbe stato considerato un’opera d’arte.
Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte (1960) firma con
l’impronta del pollice alcune uova sode, che vengono distribuite al pubblico
per essere mangiate; lui stesso ne mangia una, attraverso l’uovo-reliquia
consacrato dal contatto dell’artista, il pubblico partecipa entrando in
comunione con la fisicità dell’artista.
Merde d’artista (1961) sono 90 scatole da 30 gr. contenenti le feci dell’artista,
li mise in vendita al presso corrispondente per 30 grammi d’oro (poteva
vendere al valore dell’oro una parte di sé stesso), sulla parte superiore c’è
scritto un numero da 1 a 90 con la sua firma, questa opera voleva svelare i
meccanismi e le contraddizione del sistema dell’arte contemporanea; l’opera
risulta influenzata dai ready-made di Duchamp.
Lucio Fontana
Formulazione del concetto spazio che urtavo contro la bidimensionalità del
quadro e lo aveva portato all’uso di buchi, tagli, pietre e crateri sulle sue
opere.
Gruppo T (1959-1964)
Gli artisti che ne fanno parte sono: Anceschi, Boriani, De Vecchi, Colombo e
Varisco.
Nasce a Milano nel 1959 e si sviluppa in Italia alle origini dell’Arte Interattiva,
fu uno tra i più importanti gruppi di Arte Cinetica e Programmata in Italia, gli
artisti realizzarono esperimenti percettivi di ambiente interattivi finalizzati a
sollecitare e ricreare reazioni diverse nello spettatore.
Si definisce Gruppo T, riferendosi al concetto di tempo.
È possibile identificare due diversi percorsi della sperimentazione artistica:
una fase iniziale contrassegnata dall’ideazione di lavori cinetici e programmati,
ed una successiva attraverso la riproduzione di ambienti immersivi e
interattivi, le prime esperienze del Gruppo T sono riconducibili alla prima
mostra Miriorama (a cui seguirono 12 edizioni) durante la quale furono resi
pubblici gli esiti della ricerca condotta; qualche anno dopo parteciparono alla
mostra Arte Programmata con altri gruppi, per confrontare la loro produzione
con le opere presentate da movimenti analoghi.
Il Gruppo anticipò la pratica interattiva e immersiva attraverso l’ideazione di
opere attuabili attraverso il dispositivo-corpo dell’osservatore che attirerà
l’interesse di altri gruppi come Gruppo N.
Si differenzia dagli altri gruppi per l’instabilità e la volubilità dell’opera, resa
accessibile attraverso interpretazioni relativistiche, la cui rappresentazione è
in continuo divenire.
Gruppo Zero
Ne fanno parte: Piene, Mack, Klein, Manzoni, Fontana, Beuys; l’idea era di
trovare uno spazio comunicativo libero che permettesse agli artisti da
ricominciare da zero, sperimentare nuovi materiali e nuove procedure
espressive, attraverso l’applicazione della scienza, della tecnica e creando
quadri-oggetto dalle caratteristiche vibranti, riflettenti e dinamiche.
Nuova Tendenza di Zagabria
Ne fanno parte il Gruppo N, Castellani, Manzoni.
SITUAZIONISMO
Nel 1957 c’è la nascita di un movimento chiamato situazionismo a Cosio di
Arroscia in provincia di Imperia; dalla fusione dell’Internazionale lettrista, del
movimento internazionale per una bauhaus immaginista e del comitato
psicogeografico di Londra; dura tutti gli anni Sessanta ma termina nel 1972.
Fu un movimento rivoluzionario in campo politico e artistico, con radici nel
marxismo, anarchismo e nelle avanguardie artistiche dell’inizio del Novecento.
Lo scopo è di creare situazioni, definite come momenti di vita concretamente
costruiti mediante l’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un
gioco di eventi; le situazioni vanno create tramite l’Urbanismo Unitario, un
ambiente dove l’arte integrale e una nuova architettura possano realizzarsi; i
situazionisti si propongono di inventare giochi di una nuova essenza,
ampliando la parte non-mediocre della vita, diminuendone i momenti nulli.
Unisce una serie di movimenti artistici europei in una critica radicale della
società capitalistica e dell’industria culturale; gli strumenti individuati per
superare l’arte borghese sono quelli della psicogeografia, dell’urbanesimo
unitario e del détournement.
Alcuni fondatori di questo movimento sono: Gallizio e Debord.
Gallizio realizza una tela di 67 metri con la colatura lui la chiamò Pittura
Industriale.
Nel 1957-61 rappresenta un’avanguardia estetica.
Dal 1961-72 rappresenta un’avanguardia politica.
Guy Debord è direttore cinematografico e nasce nel surrealismo, nel 52
aderirà a un altro movimento francese il lettrismo (Internazionale lettrista), per
poi passare al situazionismo (Internazionale situazionista).
Nel 67 scrive il suo saggio più celebre, La società dello spettacolo, che
denuncia il processo di trasformazione dei lavoratori in consumatori nel
sistema economico capitalista.
Per lui, l’arte ha il compito di sottrarre al tempo e rendere eterne le esperienze
vissute, si contrappone alla vita perché immobilizza e riduce a cosa
l’esistenza soggettiva del singolo; inoltre è una forma di pseudo-
comunicazione che ostacola la comunicazione diretta tra individui.
Nel 1952 realizza il film Hurlements en faveur de Sade; venne mostrato senza
successo al ciné-club d’Avant Garde di Parigi, la prima proiezione fu interrotta
volutamente a causa della brusca reazione del pubblico, si tratta di una
pellicola che consiste nell’alternanza tra schermo nero muto e schermo bianco
accompagnato da voce fuori campo.
Per mostrare l’essenza del film utilizzò le tecniche del cinema sperimentale.
Questo film è un taglio netto coi giochi illusionistici del cinema che non ha mai
smesso di distrarre lo spettatore nella contemplazione passiva delle situazioni
dinamiche.
Con questo film l’intervallo tra le immagini si dilato fino alla saturazione e
l’immagine si restringe fino al suo annullamento, per implodere in un punto
che è la morte del tempo e del linguaggio.
Un film sull’impossibilità di fare film nasce dall’impossibilità di narrare
qualcosa.
I suoi film si avvalgono del détournement che consiste nell’accostare pezzi di
film, documentari e vignette e a sovrapporgli una voce fuori campo.
Successivamente girerà dei film.
La psicogeografia è lo studio degli effetti che l’ambiente geografico esercita
sul comportamento umano; è stata creata negli anni 50 dal movimento
lettrista.
La sua idea è di deostruire gli spazi urbani e di costruirne di nuovi, le cui
caratteristiche principali siano la breve durata, mutazione permanente e
mobilità, in quanti gli spazi urbani vengono considerati una forma di
coercizione nei confronti dei cittadini.
Psicogeografia di Parigi ricorda una mappa turistica, ma è una mappa che
invita a perdersi, aprendola si vede una Parigi divisa in tanti pezzi, una città la
cui unità è distrutta, in cui si riconoscono solo i frammenti del centro storico;
l’ipotetico turista è tenuto a seguire le frecce rosse che indicano le direzioni
d’ingresso ai quartieri e che collegano tra loro le Unità di Ambiente.
La città nuda illustrazione dell’ipotesi di placche girevoli in psicogeografia; la
pianta di base è una normale carta stradale e molte unità di ambiente sono
state soppresse o spostate.
La tecnica di esplorazione psicogeografica è la deriva che indica un
passaggio improvviso attraverso ambienti diversi.
Il détournement è la riappropriazione di un testo, una citazione. Quello
artistico c