vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Nel primo anno circa 250mila aste, nel secondo anno circa 24 milioni. Circa 800mila aste al giorno.
Nel 1996 Auction Web introduce un forum in cui gli utenti possono lasciare valutazioni sui venditori
e i compratori. Si iniziò a vendere di tutto. Nel 1997 cambia nome in Ebay e riceve un
finanziamento da un capitalista. Nel 1998 lanciò un ipo in borsa è diventò ricchissimo. 22 milioni di
utenti registrati.
Anche Ebay come Yahoo segue la strategie di comprare acquisizioni. Compra quindi PayPal per
1,5 miliardi di dollari nel 2002. Oggi il fatturato di PayPal è circa il 40% di Ebay. Poi compra Skype
nel 2005 a 2,6 milioni di dollari (oggi invece appartiene a Microsoft).
eBay è una delle aziende che non ha sofferto con lo scoppio della bolla della new economy del
200.
Oggi eBay ha 60 miliardi di transazioni, non di fatturato. Oggi unisce ancora i privati, ma è una
cerchia ridotta rispetto ai negozi che decidono di vendere online.
Depop è oggi l’evoluzione massima di Ebay.
Il concetto alla base di Ebay è la possibilità di avere un servizio privato in cui gli utenti inseriscono i
loro prodotti usati ad un prezzo iniziale. Le persone interessate concorrono all’asta finché una
persona sola ottiene l’oggetto.
UGC: user generated content. Wikipedia è il primo sito con contenuti generati dagli utenti. Chi
naviga è chi lo scrive. Anche Facebook, Twitter, YouTube sono ugc. Ebay. pure.
La differenza principale tra Ebay e Amazon è proprio ii modello di business. Amazon mette in
vendita prodotti acquistati da fornitori. Ebay invece mette in collegamento compratori e venditori.
Non ha bisogno di un magazzino. Ebay da C2C è arrivato oggi ad essere un B2C. Amazon da B2B
è diventata un C2C.
Alla base di eBay c’è semplicità (idea semplice di domanda e offerta), internetizzazione
(struttamento del web per agevolare la risoluzione del problema), fiducia (acquirenti che comprano
senza vedere il prodotto), magazzini vuoti (il gudagno è puro), rating (affidabilità del venditore).
La possibilità di vendere all’esterno, venire riconosciuti come venditori con affidabilità top. Vendere
su Ebay può diventare un lavoro.
Omidyar, ormai miliardario, vuole fare altro. Nel 2010 apre un servizio di news investigativo
Honolulu Civil Beat che si occupa di affari interni alle Hawaii. Poi prenderà il nome di HuppPost
Hawaii. 3 anni dopo, Bezos inventore di Amazon compra il Washington Post, per non essere da
meno. Entrambi acquistano un giornale.
Amazon: nasce come negozio di vendita di libri Nasce nel 1995 (stesso anno di Ebay) da Jeff
Bezos. Studiava economia e non ingegneria come tutti gli altri inventori famosi.
L’idea di Bezos viene ideata nel 1994 con la fondazione di Cadabra che diventerà poi Amazon
l’anno successivo. Nasce come sito beta per la vendita di libri.
Tante aziende nate sul web, che ora vendono anche in negozi monomarca, l’hanno fatto solo per
la visibilità, non per la vendita ma per la visibilità. Per avere Brand Awareness.
Anche Amazon ha aperto un negozio monomarca a Seattle.
Fra tutti i prodotti che poteva scegliere di vendere, scelse i libri, perché interessanti, a poco prezzo,
che non sarebbero stati danneggiati nelle spedizioni, fruibili universalmente da tantissime persone.
Gli americani in quegli anni compravano tantissimi libri, il catalogo era immenso e il costo
accessibile a tutti.
Con Amazon nasce inconsapevolmente il concetto della Long Tail.
Teoria di Paledro: l’80% del fatturato di un’azienda viene fatto con il 20% dei clienti e viceversa.
Con il web emergono le vendite di prodotti di nicchia. Amazon mette a disposizione una serie di
titoli fuori catalogo o poco ricercati. Tantissimi prodotti di nicchia vendono più che pochi prodotti
ricercatissimi.
3 regole fondamentali per il successo dell’e-commerce: rendere disponibile tutto, tenere il prezzo
più basso possibile e aiutare il cliente a trovare ciò che vuole.
Con Amazon vennero introdotti due fattori fondamentali, poi usati in tutti i siti ecommerce: peer
review (recensioni e commenti degli utenti) e consigli (si misura in base alla tua esperienza su
Amazon e a quella dei profili simili al tuo, ma non al di fuori di Amazon, altrimenti sarebbe illegale).
Bezos per molti anni non ha voluto dividere il suo guadagno con gli azionisti e quindi ha rinunciato
ai profitti. Insisteva sempre sul fatto che tutto il guadagno doveva essere reinvestito per ulteriori
servizi.
Nel 1997 entra in borsa con una ipo e guadagna milioni.
La storia di Amazon è storia d’innovazione. Recensioni, commenti, consigli, newsletter, anteprime
libri.
L’idea vincente le permise di non cadere alla bolla della new economy.
Innovazioni di Amazon: one click shop: esperienza d’acquisto veloce, in un click, accessibile per
tutti.
Programma fedeltà, spedizione gratuita sopra i 100 dollari, toolbar per browser, Amazon Prime,
servizio di storage, mp3 e Kindle. Il cliente viene prima di tutto, deve essere tutelato e aiutato.
Acquisizioni di Amazon: cd Now; IMdb, Buy Vip.
Oggi Amazon ha in mano il 10% del mercato online; un altro 10% lo possiedono molte altre
aziende tutte insieme. Nel 2011 è stato aperto il sito italiano amazon.it
Requisiti minimi per aprire un sito e-commerce:
database il più completo possibile
✓ schede prodotto molto dettagliate
✓ indice rating del prodotto
✓ apparato audio/video buono
✓ link a pagine classiche, login, legal, far, help, assistenza
✓ carrello
✓ suggerimenti
✓ LEZIONE 6
Bolla della Dot Com e new economy
A cavallo degli anni 2000 si è sviluppato il fenomeno del Boom della new economy.
scoppio della bolla della dot com ovvero di tutte le aziende che lavoravano con internet. questo
settore merceologico era stato sopravvalutato, la gente pensava che bastasse aggiungere .com al
nome dell’azienda per avere successo, ma non era così.
http://blog.tagliaerbe.com/2010/03/ricordando-la-dot-com-bubble.html
Ascesa incontrollata delle .com che ha portato ad una strage. Era un mercato nuovo, si
esploravano terre inesplorate. Ricercava di capire come potesse funzionare un modello di
business basato sui servizi web. Era una cosa nuova per tutti, che nessuno conosceva. Si è
rivelato un flop.
Lo scoppio della bolla non è dovuto ad un mercato che non avesse basi solide (se aziende come
Google, Ebay, Yahoo, Amazon esistono ancora oggi significa che il loro modello di business
funziona bene). tutte le altre aziende dovettero mandare a casa milioni di persone (i soldi erano
talmente tanti che nessuno si poneva il dubbio di licenziare ma anzi, si assumeva).
Ho una buona idea, fondo un’azienda, cerco un major capitalist che promuova e finanzi la mia
azienda, dopo circa un anno entro in borsa, ovvero mi propongo ad investitori privati attraverso dei
broker, faccio un’IPO pubblica offerta d’acquisto,
in quel periodo si investiva sempre su aziende tecnologiche pensando che sarebbe sempre stato
un successo.
Nel 1995 Netscape creata da Mac Andreessen e Clark, fanno una IPO, quotando in borsa
per la prima volta un’internet company. Netscape viene ricordata per essere stata la prima
azienda internet a quotarsi in borsa. Il termine bolla viene ripreso da un fenomeno analogo
avvenuto in Olanda nel 1634-37 che ha fatto lievitare i prezzi dei Tulipani. Quando c’è
domanda altissima e offerta bassa, il prezzo del prodotto sale. Tulipomania. Poi bolla della
new economy.
Dal 1995 al 1999 iniziano a nascere milioni di aziende internet e tutto va a rose e fiori. Tutti
investono in borsa. È in questo periodo che nasce l’Home banking per permette a tutti di
giocare in borsa in tempo reale al pc.
Nel 1999 scoppia la bolla. La dotcom bubble.
Nel 2000 Cisco Systems (azienda non precisamente dot.com ma comunque legata al
mondo del web) si classifica al terzo posto per capitalizzazione, dopo Esso e General
Electric. Tra le aziende italiane troviamo Tiscali entrata in borsa con 46 euro, ha avuto il
picco con 1197 euro e poi è caduto in discesa libera, adesso non arriva nemmeno a 50
centesimi.
La bolla fini a novembre 2000 quando vennero calcolati 1,7 trilioni di dollari di crollo, 9 mesi
dopo il picco storico del Nasdaq. Non solo le piccole dotcom fallirono ma anche le grandi
aziende vennero ridimensionate.
Ebay, con un modello sensato, durante il boom ha avuto si problemi, ma non è crollata,
perché l’idea era vincente, forte e solida. È resistita al boom come Google, Yahoo, Amazon.
Tutte queste avevano un modello di business forse e resistente.
Dopo il 2000, internet apre nuovi scenari: si annulla la legge di Darwin pe le aziende poiché
internet da una chance a tutti; inoltre l’incertezza era ancora molta, non tutti avevano chiaro come
funzionasse internet.
Cambiò anche l’indice di valutazione: non contava più il fatturato, ma l’idea e a velocità che si
aveva nel realizzarla. La redditività poteva arrivare anche dopo anni, ma prima doveva esserci
l’acquisizione di clienti.
L’ecommerce apriva nuove possibilità ma non cambiava le regole: chi infatti osava cambiare regole
non aveva successo, perché non veniva recepito dalle persone.
Un fenomeno simile alla bolla può verificarsi anche oggi. Gli unicorni sono tute quelle start-up di
oggi che hanno ricevuto almeno 1 milione di dollari di foundrasing. Se si pensa che una start-up
possa avere un futuro, gli investitori devono sbrigarsi a proporgli un finanziamento prima che arrivi
qualcun altro.
Le start-up vengono sopravvalutate e c’è il richiedi trovarsi di nuovo di fronte ad una nuova bolla.
Start-up come Uber (taxi sharing) che ha ricevuto 51 miliardi di dollari come finanziamento. Xiaomi,
46 miliardi, produce smartphone e tablet, smarthwatch. ha basato tutta la sua comunicazione sul
passaparola, non ha speso nulla per pubblicità e marketing. è la Apple Cinese. Airbnb, 25 miliardi,
Snapchat
LEZIONE 7
Il web 2.0
Google è l’esempio lampante di web 2.0. Fa i soldi con il nostro contributo, mentre Yahoo no.
Anche eBay è web 2.0. I blog esprimono l’eccellenza del 2.0. Amazon introdusse la peer review,
poter dare recensioni sui prodotti. L’unica cosa che distingueva lo scritto in un libro e lo scritto in
una pagina web era la possibilità di inserire dei link. L’introduzione dell’html e dell’hypertext ci ha
portato questa possibilità. Il web si basa sugli hyperlink. Nelson conia il termine hyperlink dicendo
che è un’altra imitazione della carta.
Da web 1.0 a web 2.0, si passa dal software di servizio, a piattaforma, da Netscape a Google. Chi
sopravvisse allo scoppio della bolla, aveva già intrinseche le basi per diventare 2.0
Il web 1.0 aveva per&