Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
Storia del Vicino Oriente Antico Pag. 1 Storia del Vicino Oriente Antico Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del Vicino Oriente Antico Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del Vicino Oriente Antico Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del Vicino Oriente Antico Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del Vicino Oriente Antico Pag. 21
1 su 21
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

NETUFIANO

Il processo di neolitizzazione riprende dagli sviluppi avvenuti nel netufiano (1200-9600 a.C.). E’

infatti in questo periodo che le comunità nomadi iniziano una sedenterizzazione precedente al

processo di agricoltura e allevamento. Abbiamo infatti la costruzione di case circolari seminterrate,

con dei pali a sostenere il tetto e le pareti rinforzate da muretti a secco. Nelle abitazioni vi era uno

o due focolari. Le sepolture erano collocate, singole o multiple, sotto le case stesse o in una zona

adiacente ad esse. Nonostante questa sedentarietà non abbiamo testimonianze di allevamento o

agricoltura. L’unico animale domestico era il cane, che veniva sepolto insieme agli uomini. Si tratta

di una economia detta “ad ampio spettro”, cioè in grado si sfruttare un insieme vario di risorse

alimentari: si cacciavano gli animali disponibili in un area relativamente lontana dal sito e lo stesso

avveniva per la raccolta della piante. Dai ritrovamenti sappiamo che venivano utilizzate

attrezzature di uso quotidiano, quali macine, mortai e pestelli, usati per macinare le piante raccolte

o i minerali per ottenere il colorante, e poi microclimi geometrici a forma di mezzaluna, usati per la

caccia, la pesca e la raccolta di piante, e ancora oggetti in osso e pietra levigata.

NEOLITICO ACERAMICO

Con il Neolitico, per la prima volta, le comunità di cacciatori e raccoglitori non produttori di cibo si

trasformano in società maggiormente stabili praticanti l’agricoltura e l’allevamento. Si parla di vera

e propria rivoluzione neolitica, ma non si tratta di un cambiamento repentino, ma di una

trasformazione lenta e radicale. Esso si sviluppa in un periodo di cambiamento climatico, in cui il

clima diviene più mite, le piogge si distribuiscono in maniera regolare durante l’anno e gli inverni si

fanno più temperati. Nascono in questo periodo le prime forme di agricoltura, che comportano

anche un’innovazione tecnologica e culturale. La selezione avviene tra le piante disponibili sul

territorio in forma selvatica, che vengono domesticate, come farro, farricello, cece, orzo, lenticchia

e pisello. Queste piante nascevano spontaneamente nel territorio definito mezzaluna fertile,

1

termine coniato negli anni Venti dall’egittologo e storico americano James Henry Breasted. Tale

zona si estendeva dalla valle del Nilo fino alla costa orientale del Mediterraneo, includendo, quindi,

la Mesopotamia settentrionale, le valli di Eufrate e Tigri fino ai monti Zagros (attuali territori di

Egitto, Libano, Giordania, Israele, Turchia, Siria, Iran ed Iraq). La bassa Mesopotamia era invece

territorio di bassa piovosità e poco favorevole alla crescita di queste piante spontanee.

Col neolitico abbiamo, quindi, la selezione di piante locali a ciclo annuale, l’allestimento di strutture

per lo stoccaggio del raccolto e la sua trasformazione, l’utilizzo di animali gregari e l’allevamento di

quelli più facilmente gestibili cattività, quali pecore, capre, bovini e suini. Abbiamo inoltre la

cosiddetta rivoluzione dei simboli, cioè una trasformazione nell’ambito della religione, della

ideologia e di tutta la sfera psico-culturale.

Possiamo distinguere il neolitico aceramico in due fasi, come indica lo schema cronologico

introdotto da Kathleen Kenyon: Neolitico Preceramico A, o PPNA, (9600-8500) e Neolitico

Preceramico B, o PPNB, (8500-7000).

Neolitico Preceramico A

I siti del PPNA si concentrano soprattutto intorno alla valle del Giordano e possiamo trovare sul

Mar Morto la facies culturale del Khiamiano, mentre nel Levante meridionale il Sultaniano.

L’architettura levantina è tutta di tipo domestico. Le case sono circolari, con un diametro che varia

dai 3 agli 8 metri. Sono incassate nel terreno, una distaccata dall’altra, con fondamenta in pietra e

uno spiccato in argilla pressata o mattone crudo. Sono formate da un’unica stanza con all’interno

un focolare, dei rossetti e della macine fisse. Le varie case sono costruite senza una regolare

disposizione, intorno ad un’area aperta con al centro sili e focolari. Nel caso di Gerico è stata

rinvenuta anche una struttura che si ritiene abbia avuto funzioni pubbliche. Si tratta di una torre

inserita in uno spesso muro, con all’interno una scala per raggiungerne la sommità. Certamente

questa torre aveva significato simbolico, in quanto sono stati ritrovati in una cavità nel muro ben 20

scheletri di adulto, ma si ritiene che il muro avesse anche funzione di protezione dalle esondazioni

del fiume.

In questo periodo abbiamo la dometiscazione di farro, piccolo farro, orso e grano, piselli e

lenticchie, anche se in realtà l’agricoltura è un’attività ancora marginale. Le comunità continuano,

infatti, con la raccolta di piante selvatiche e la caccia alle gazzelle, a pecore, cinghiali, capre

selvatiche, cervi, uri e lepri, uccelli e volpi.

Dal punto di vista religioso, sono poche le testimonianze: abbiamo figurine zoomorfe e umane che

potrebbero simboleggiare divinità, mentre le sepolture hanno certamente un significato simbolico

dovuto al fatto che i corpi venivano sepolti in fosse semplici, ma essi venivano inseguito riesumati

e privato del capo, che veniva poi conservato in edifici specifici. Non esiste però un corredo

funebre. I bambini veniva invece sepolti sotto le fondazioni dei muri o sotto le case. Viene

suggerito così il culto degli antenati.

Si tratta di comunità a carattere egalitario.

L’industria litica è costituita soprattutto da punte, lame di falcetto, bulini, asce e accette, costruiti in

ossidiana proveniente dall’Anatolia. Ciò ci fa quindi capire come fosse già presente una specie di

scambio a lunga distanza. Dalle zone limitrofe venivano prese conchiglie dal Mediterraneo e dal

Mar Rosso e bitume dal Mar Morto. 2

Neolitico Preceramico B

Con l’inizio di questo periodo, nel 8500 circa, abbiano la creazione di piccoli siti agricoli di un

massimo di ettari nel Levante centrale e cacciatori-raccoglitori nelle zone aride orientali e

meridionali.

Le case assumono forma rettangolare e sono costruite in pietra e mattone crudo, Queste case

sono definite pier houses, in quanto i muri interni possiedono dei setti murari che permettono il

passaggio da un ambiente all’altro. Queste casi comprano tra i 20 e i 30 metri quadrati e sono

destinate a singoli nuclei familiari. Solo nel tardo PPNB avremo delle ampie costruzioni in pietra al

centro dei villaggi, destinate al pubblico con lo scopo di stimolare la coesione del gruppo.

La tradizione funeraria del PPNA continua, ma ora i crani sono trattati con argille e gesso, i dettagli

ne vengono ricostruiti attraverso conchiglie e pittura. Ai crani su aggiungono poi busti e vere e

proprie statue di forma umana. Abbiamo quindi un culto per gli antenati molto radicato.

Durante questo periodo le comunità divengono sempre più dipendenti dalla produzione di cibo,

tanto che alla fine di esso pecore, capre e bovini sono totalmente addomesticati. Cereali e legumi

possiedono un ruolo fondamentale per la sussistenza e perciò vengono sempre più coltivati.

Nonostante ciò questo non implica l’abbandono della caccia e della raccolta, che rimangono

comunque risorse importanti.

Diversa è invece la situazione nell’area dei monti del Tauro. L’architettura domestica è di tipo

rettangolare isolata e le case sono molto standardizzate. Questa case sono dette grill houses, in

quanto sono costruite su una superficie pavimentale rialzata su dei muretti disposti a graticola. In

questo modo il pavimento rimane ventilato e asciutto. La suddivisione interna di queste case è

formata da piccoli ambienti minori che fungevano da deposito, solo verso la fine del PPNB si

abbandona la spartizione per favorire un unico grande ambiente. Abbiamo inoltre grandi edifici

dedicati al culto.

Vi sono sculture a bassorilievi che rappresentano animali e demoni, vi è inoltre il culto di una

divinità maschile e di una femminile, in genere rappresentata in relazione a volatili o serpenti.

NEOLITICO CERAMICO

Intorno al 7000 a.C., in un periodo piuttosto breve, i siti del Neolitico Preceramico vengono

abbandonati e nascono nuovi insediamenti. Si crede tal discontinuità sia dovuta a un

deterioramento climatico e ambientale e ad una crescita demografica che causò tensioni sociali.

Agricoltura e allevamento divennero sempre più importanti e la produzione della ceramica sempre

più di uso comune e diviene elaborata e decorata. Gli insediamenti del Levante sono simili a quelli

lungo il medio Eufrate e sono meno standardizzati: abbiamo edifici circolari e rettangolari, alcune

con presente una specie di abside. In questo periodo definito come Neolitico Ceramico abbiamo la

comparsa di tre facies: le culture Hassuna, Samarra e Halaf.

Cultura Hassuna

La popolazione Hassuna è la prima vera e propria cultura contadina. Viveva in piccoli villaggi di

non più di tre ettari e le case erano costruite in fango pressato a pianta rettangolare con

suddivisione di ambienti interni e intorno a dei cortili con focolari esterni. Iniziano inoltre ad esserci

delle forme di immagazzinamento comunitario, per proteggere i beni destinati allo scambio o al

consumo. Per assicurare un controllo su eventuali effrazioni dei beni immagazzinati vennero creati

dei sigilli, chiamati cretulae, che erano dei grumi di argilla con da un lato l’impronta degli oggetti su

cui erano applicati, e dall’altro l’impronta di un sigillo.

La società Hassuna coltivava grano e orzo e cacciava onagro e gazzella. Le comunità erano quindi

solo parzialmente insediate. La ceramica prodotta era color crema, dipinta di rosso con motivi

lineari e geometrici e con decorazioni applicate come occhi, orecchi e teste animali. 3

Cultura Samarra

I suoi insediamenti avvenivano lungo i depositi alluvionali, alluvium, e sfruttavano, per la prima

volta, l’agricoltura irrigua. Ciò favorì l’impegno di questi gruppi nella terra e nella coltivazione e

quindi l’insediamenti più stabili e un’economia di sussistenza sempre meno dipendente dalla

caccia. Agricoltura e allevamento divengono le attività dominanti della società e con l’introduzione

dell’irrigazione le energie e il tempo possono essere impiegati in altre attività, quali il miglioramento

e il controllo della produzione. Abbiamo inoltre cinte murarie perimetrali intorno agli insediamenti,

mentre le case prendono forma di T.

I gruppi di Samarra mantengono sì una forma egalitaria, ma rivelano la crescita all’interno della

società di nuclei famigliari o individui con ruoli più importanti.

Le ceramiche di Samarra sono fini e dipinte e decorate su un fondo marrone con motivi geometrici,

figure umane e uccelli. Essa veniva usata per degli scambi, come testimoniano anche oggetti in

ossidiana, t

Dettagli
A.A. 2017-2018
21 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/01 Storia del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nontiscordardimepm2096 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del Vicino Oriente Antico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof De Vecchi Elena.