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ELEMENTI ESSENZIALI CHE CI PERMETTONO DI DEFINIRE UN QUALCOSA
COME TOTALITARISMO:
Dove si da una dimensione totalizzante: un'ideologia che rifiutando l'oggettivita` della realta`,
1. ne proclama l'assoluta trasformabilita` proponendosi cosi` di rifare l'uomo e il mondo”. Quindi la
realta` non e` oggettiva, non e` data una volta per tutte . L'uomo e` sempre rivolto al futuro. (Se
questo era facile da capire per il socialismo, era invece meno facile per il nazismo, in quanto il
nazismo prevedeva spesso dei ritorni e richiami all'antichita`).
Partito unico che si sostituisce allo Stato come vero centro del potere e come detentore del
2. monopolio e della violenza.
Presenza attiva di un capo carismatico in rapporto diretto con le masse.
3. Uso discrezionale e non legale del potere politico, e un uso terroristico del potere dello Stato e
4. del partito contro la societa`, che viene disarticolata per realizzare la distruzione di intere classi,
razze o gruppi umani .
Annullamento dei limiti e dei confini tra Stato, societa` e individuo come risposta all'ingresso
5. sulla scena politica di una societa` di massa.
Controllo totale da parte del potere politico su comunicazione ed economia.
6. Istituzionalizzazione del nemico interno come:
7.
-Nemico reale: (Va individuato un nemico interno come nemico reale per esempio: l'avversario
politico)
-Nemico potenziale: (nominato, ma che potrebbe esplodere da un momento all'altro)
-Nemico oggettivo: (individuato sulle esigenze del momento, nel momento in cui viene usato questo
nemico sono funzionali a cui che detiene il potere)
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-Nemico biologico (gli Ebrei e` un nemico biologico, il cui sterminio e` la ragione stessa. Per Hitler
la razza ebraica non e` solo una razza inferiore, ma e` "una razza non umana e da eliminare perche`
pericolosissima, l'unica che gli ariani devono temere perche` contende loro il dominio del mondo
con subdolo avvelenamento del sangue e della loro forza vitale, i veicoli di questo avvelenamento
sono le ideologie universalistiche"
Queste ideologie universalistiche sono quelle liberali, socialiste, razionaliste e pacifiste che
indeboliscono la superiore razza ariana ).
Se una forma politica non risponde a tutti questi requisiti estremi, essa potra` essere definita come
autoritaria, ma non come totalitaria.
In una prima fase il fascismo sembrerebbe ricadere in una dimensione autoritaria, ma con una serie
di componenti non marginali di carattere totalitario.
La prima divisione concettuale e` tra:
Totalitarismo di destra: fascismo, nazismo
Totalitrismo di sinistra: stalinismo
Tutti e tre collocati nell'epoca della Prima Guerra Mondiale perche` e` l'esperienza che crea
all'interno delle societa` russa, italiana e tedesca l'atomizzazione degli individui, si passa da una
societa` di classe ad una societa` di individui isolati. Pero` dice Hannah Arendt mentre nel fascismo
e nel nazismo questa automutilazione era avvenuta per ragioni storiche a causa delle sconfitte della
Prima Guerra Mondiale, in Russia invece Stalin ha volontarialmente tentato di distruggere quello
che Lenin aveva costruito con la sua rivoluzione, per creare invece una societa` di individui isolati e
quindi maggiormente modellabili dal leader carismatico.
Il totalitarismo di destra si contrappongono ai valori della Rivoluzione Francese e ai i valori del
• secolo dei lumi, invece nei totalitarismi di sinistra i valori rivoluzionari sono visti come qualcosa
di positivo, anzi il sistema totalitario stalinista intende portare alle estreme conseguenze quelli
che sono i valori della Rivoluzione Francese, salvo poi cadere in qualcosa che e` completamente
opposto alla Rivoluzione Francese, lo Stalinismo utilizza i valori dei lumi per falsificarli.
Un elemento in comune in tutti e tre i tipi di totalitarismi e` la necessita di avere delle masse,
• modellabili e quindi utilizzabili dal leader carismatico, questo perche` tutti i totalitarismi si
fondano sulla societa` industriale, quindi fanno un buon uso delle tecniche tipiche dell'industria,
della tecnologia per modellare le masse e quind nazionalizzarle. E nel momento stesso in cui il
leader mobilita le masse le sta gia` sottomottendo.
Nei totalitarismi di destra in particolare abbiamo il concetto di popolo. Mentre invece ci si rifa`
• alla romanita` nel fascismo italiano. Il concetto di mito e` importante per tutti i tipi di
totalitarismo, ma sopprattutto per il totalitsmo di destra. Il simbolo e` anche molto importante,
miti e simboli concorrono ad aumentare una certa liturgia come la svastica per il nazismo. I
totalitarismi di destra si rappresentano come una comunita` laica poiche` la comunita` e`
fortemente coesa, ha una religione unica e un capo a cui ispirarsi.
Il capo non si configura mai come un capo conservatore, non si presenta mai come un individuo
• nobile, invece rappresenta un individuo che arriva dal popolo.
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I campi di concentramento: l'idea di fabbrica, l'idea di un organizzazione fordista del lavoro
• applicata pero` sugli uomini, dispositivi coercitivi tipici della società industriale.
Talmon nel 1952 pubblica la sua opera : ''le origine della democrazia totalitaria''. Talmon parla dello
Stalinismo come emblema della società totalitaria proprio perché crea una continuità tra Rousseau
come un anticipatore del totalitarismo, passando poi con i giacobini fino allo stalinismo cioè il
totalitarismo in se`.
C'è anche chi ha parlato di democrazia totalitaria anche per quanto riguarda il nazismo, dove non
c'era questa componente che si richiamava alla Rivoluzione Francese, però c'è ovviamente il fattore
del consenso. Hitler cerco` di mantenere una forma di democrazia attraverso una sorta di plebiscito
dove il popolo era chiamato ad esprimere la propria opinione su questioni in realtra` gia` decise.
!
! La Scuola Austriaca
(nata a Vienna, affonda le sue radici già nell'800, ma si svilupperà soprattutto nei primi decenni del
'900 anni 20 e 30, e proseguirà nella seconda metà del '900). Questa più che una scuola vera e
propria s'intende un modo di approcciarsi alle discipline politiche ed economiche. (Da non
confondere con il Circolo di Vienna che è una scuola filosofica, che però ha una forte valenza
politica, in cui come continuazione si inserisce Karl Popper.
!
! Carl Menger (Nowy Saçz, 1840 - Vienna, 1921)
Fu il primo a criticare Marx sotto l'aspetto economico. La scuola austriaca ha un approccio
razionalistico ai problemi politici, sociali ed economici, però prende le distanze sia da Hegel sia da
Marx.
L'approccio di questo scuola e` un approccio prasseologico. La prasseologia è la teoria che si
occupa dell'agire umano dal punto di vista della sua efficacia e della sua utilità anche se non ha
niente a che vedere con l'utilitarismo quindi più che dell'utilita` si parla di efficacia.
La maggior parte di coloro che faranno parte della scuola austriaca saranno poi costretti ad emigrare
in America.
!
! Ludwig von Mises (Lemberg, 1881 - New York, 1973)
E` considerato l'autore di riferimento di questa scuola, nasce nel 1881ed e` di origine ebraica. Prima
di fuggire in America nel 1940 restera` 6 anni in Svizzera. Dal 1940 al 1969 verra` finanziato come
imprenditore da fondi privati. Mises e` un economista ed intende mettere a punto una nuova teoria
del ciclo economico differente da quella messa a punto dagli economisti classici (Smith, Ricardo
ecc). L'opera di Mises parte da basi economici per poi investire l'ambito sociale, la politica
configurandosi con una teoria dello sviluppo della societa`. Gia` nel 1920 aveva pubblicato un
opera molto importante: "Il calcolo economico in un economia socialista " --> Mises intendeva
dimostrare l'impossibilita` di creare un sistema di prezzi in assenza di libero mercato, Mises e`
convinto che siano i prezzi a guidare le scelte razionali di un individuo, ovviamente se non si forma
un sistema di prezzi e` impossibile far funzionare un economia, quindi un economia in cui il
capitale e` in mano dello Stato e` per Mises un qualcosa di inefficace) --->Critica al socialismo:
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Il socialismo e` impossibilitato a gestire un economia complessa ed a produrre beni e servizi per le
masse.
Nell'opera pubblicata nel 1949 s'intitolata "L'azione umana", sistematizza la sua teoria economica e
sviluppa compiutamente una teoria dell'azione umana intesa come un comportamento puramente
individuale, razionale e volontario, finalizzato a produrre effetti, quindi siamo all'interno
dell'individualismo e soggettivista: (il soggetto come elemento essenziale. Mises e` convinto che le
stesse teorie sull'azione umana applicate all'economia si possono applicare anche sul piano sociale e
politico. Per Mises e` l'uomo che agisce in vista di determinati fini, impiega certi mezzi e decide
sulla base delle proprie conoscenze quale condotta seguire anche sulla base dell'ambiente in cui
vive. Bisogna chiedersi perché agisce un individuo? "Per ottenere un miglioramento della propria
situazione, tenendo pero` conto della scarsità dei mezzi”. Questo quindi prevede una scelta cioè una
selezione dei fini da realizzare e dei mezzi da adottare. --> Questa e` una chiara critica alle teorie
collettivistiche, all'interno delle quali il soggetto agente non e` l'individuo, ma sono le classi, le
nazioni e altre entità astratte. Per Mises le entità collettive non sono in grado di darsi degli
obbiettivi, perché: "solo l'individuo pensa, solo l'individuo ragiona' solo l'individuo agisce". <--
(Questa e` anche una critica all'economia classica e all'utilitarismo, che riducevano l'individuo ad
un modello, che agisce sempre attraverso gli stessi parametri). Per Mises invece non e` possibile
prevedere le azioni individuali, l'azione umana ha una sua logica, ma non e` possibile capire alla
fine come gli individui si comporteranno. Ecco perché il valore di una merce secondo Mises e`
soggettivo perché dipende dalla convinzione che un individuo ha su un determinato oggetto, cioè`
se ritiene che quel oggetto sia utile o meno.
!
! Friedrich von Hayek (Vienna, 1899 - Friburgo, 1992)
Von Hayek nato nel 1899 ed e` considerato uno fra i più grandi economisti del '900. Studia a Vienna
e a New York. Una volta preso il potere Hitler si trasferirà prima a Londra e poi a Chicago, cittaà
dove si svilupperà molto il pensiero della scuola austriaca. Le sue teorie economiche si oppongono
alle teorie Kennesiane e soprattuto alle economie pianificate.
La sua prima opera importante : "Verso la schiavitù`": dove viene criticato il socialismo non solo
per la sua impraticabilità, ma anche perché dice Hayek: "il social