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509 A.C. PASSAGGIO DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA

Il passaggio dalla monarchia alla repubblica è convenzionalmente indicato nel 509 a.C. ed è stato un'economia il prodotto della ripresa del potere da parte della gentes che consiste nel ritorno prevalentemente agricola.

Dopo la sconfitta degli etruschi nella battaglia di Ariccia, la dinastia dei Tarquini termina. Porsenna tenta di ristabilire al potere gli etruschi ma fallisce.

La leggenda che gira intorno alla fine della monarchia (Sesto Tarquinio usò la violenza nei confronti di Lucrezia, matrona romana, che si uccise per vergogna) è giudicata inattendibile.

Per ricostruire tale passaggio, alcuni studiosi hanno elaborato delle teorie:

  • Arangio Ruiz: fa una critica verso il racconto leggendario, ritiene che un rex sacrificulus che diventava una magistratura dai connotati religiosi, così da far spazio alle magistrature (consoli).

Quindi, pensa che la monarchia non sia mai stata abolita ma...

sotto il potere di Tarquinio il Superbo è stato oggetto di diverse interpretazioni da parte degli studiosi. Alcuni sostengono che la caduta della monarchia sia stata causata da una rivolta popolare, mentre altri ipotizzano che sia stata una cospirazione delle magistrature che hanno preso il potere. Questa teoria è stata ripresa anche da Giuseppe Grosso e Kunkel. Teodoro Mommsen, invece, depura la tradizione della cacciata dei Tarquini a causa della violenza del figlio del re su una matrona romana. Egli collega questo evento alla sconfitta degli etruschi nella battaglia di Ariccia nel 529 a.C. e alla guerra contro Cartagine. Secondo Mommsen, l'elemento gentilizio riprende quindi il potere, che sotto la monarchia etrusca era legato al potere del rex. La sconfitta del potere monarchico porta quindi grandi conseguenze anche per coloro che non appartenevano ad alcuna gens. Petrucci riporta tre ipotesi sul passaggio di potere: l'esistenza di un rex sacrificus e magister populi (dittatore) una volta cacciato, l'esistenza di due magister populi e magister equom (due magistrature uguali), e la possibilità dell'esistenza di due magistrati colleghi e di un pretore. Come diceva anche il professor Venturini, il problema della caduta della monarchia sotto il potere di Tarquinio il Superbo è stato oggetto di diverse interpretazioni da parte degli studiosi.

A Roma è diventato un problema più per gli studiosi moderni che per le fonti, a cominciare da Teodoro "Diritto" Mommsen che dal suo pubblico Romano tendeva a un trattamento scientifico dei poteri e delle funzioni dello stato: inquadrava su un piano teorico le varie funzioni pubbliche perché secondo lui il diritto pubblico come quello privato si costruisce su categorie concettuali fitte; dice che come nel diritto privato si riesce a dare il concetto di contratto, obbligazione, etc.; dobbiamo fare altrettanto all'idea di magistratura perché solo così diamo dignità al diritto pubblico romano. Queste teorie hanno poi influenzato tutte le teorie successive sul diritto pubblico romano, tutta la storia costituzionale romana studiata nell'800 e nel '900. Mommsen risente del pensiero di Hegel ed è estremamente critico nella divisione dei poteri. Le funzioni pubbliche di queste magistrature sono collegate a quella

primitiva struttura statale configurabile come più antica del popolo che era la monarchia, dice Mommsen: perché crea l'idea della critica della sovranità popolare del popolo stesso; questo ci dà Rivoluzione francese, la sua teoria combatte molto le idee rivoluzionarie. Il problema della caduta dalla monarchia alla repubblica interessa più gli storici moderni che le fonti perché Livio e Dionigi ci parlano esclusivamente di questa violenza e dei tentativi di restaurazione (re etrusco), questi tentativi fallirono per l'eroismo del popolo sul trono condotti da Porsenna romano. Le fonti ci dicono che Bruto fu uno dei primi consoli ovvero uno tra i magistrati supremi incaricati di sostituire il re; i magistrati supremi sono due effetto della rivolta avvenuta nei confronti degli etruschi di un potere monarchico. "consoli" Si passa quindi ad una magistratura collettiva.

vuol dire prendersi cura dello stato. Livio però aggiunge un altro particolare a questa lettura, dice che: i consoli assunsero in blocco tutto l'intero potere monarchico nell'anno dell'espulsione dei re, 509 a.C. ovvero si evitò così di avere magistrature monocratiche per evitare la tirannide di uno solo. I CONSOLI andavano ad esprimere un criterio maggiormente democratico perché due sono i magistrati supremi, stanno in carica un anno e la gratuità della magistratura conferiva ancora una volta la garanzia di evitare questa tirannide. Venivano eletti dai comizi centuriati (5 sono le classi del comizio, sono un'assemblea principalmente a scopo militare ma divisa dalle classi sulla base del censo quindi a criterio timocratico) e la votazione del comizio centuriato avviene per centurie: 18 centurie dei cavalieri, 40 centurie di juniores e 40 di seniors ovvero la prima classe, etc. Votando per centurie accadeva che si raggiungevala possibilità di appellarsi direttamente al popolo. Questo meccanismo di controllo reciproco tra i magistrati e il popolo è un elemento fondamentale del sistema politico della Repubblica Romana. Nel COMIZIO CENTURIATO, la popolazione romana era divisa in centurie, in base al censo. Ogni centuria aveva un voto, e la decisione finale veniva presa in base alla maggioranza delle centurie. Tuttavia, è importante sottolineare che la maggioranza non rappresentava necessariamente la maggioranza della popolazione, ma piuttosto la maggioranza dei ceti più abbienti. Le tre funzioni principali del COMIZIO CENTURIATO erano l'elezione dei magistrati maggiori, come i consoli e i pretori, la votazione delle leggi proposte dai magistrati e la funzione giurisdizionale, in cui si svolgevano i processi penali romani. È interessante notare che nelle fonti storiche tradizionali, come Livio, si evidenzia la continuità tra il potere monarchico e il potere dei consoli. Inoltre, si sottolinea la coincidenza tra la repubblica e la libertà, nonché il ruolo fondamentale del COMIZIO CENTURIATO nel sistema di garanzie costituzionali che garantiva ai cittadini romani il diritto di appellarsi direttamente al popolo.condannato a morte (che poteva anche coincidere con l'esilio) di cassare la sentenza del magistrato che ha la possibilità di chiedere al popolo condannato; essa rappresenta quindi una sorta di assoluzione per via di provocazione. Sono un'iscrizione dove abbiamo tutti i magistrati fino al 13 d.C., I fasti capitolini o i fasti consolari i primi anni dei fasti consolari sono un po' un'anticipazione storica: secondo Ettore Pais non sono attendibili perché nei primi anni della repubblica comparivano anche plebei. Feliciano Serrao scrisse che in realtà non dovrebbero destare molto sospetto i plebei nei primi anni dei fasti consolari proprio perché secondo Serrao negli ultimi anni della monarchia i patrizi e i plebei avevano un rapporto molto equilibrato dal punto di vista economico e sociale anche perché la monarchia è stata cacciata dall'unione del popolo. Poi, con la crisi commerciale i patrizi perdono potere e cisarà lo scontro tra i patrizi e i plebei. I consoli sono quindi al di là di tutto i magistrati supremi della repubblica, il racconto delle fonti in un certo senso ha una sua veridicità collocabile più o meno in questo periodo. Quindi, i consoli: ovvero che danno il nome all'anno- magistrati econimi- la carica dura un anno- due e possono reciprocamente porsi il veto quando la decisione di uno non collima con il pensiero dell'altro- muniti di imperium (potere consolare) che può essere: imperium milizie ovvero un comando militare dell'esercito soprattutto nelle spedizioni militari belliche e anche un imperium domi ovvero potere civile che coincideva con i poteri di polizia nel territorio cittadino, avevano poteri di carattere amministrativo e potere di carattere coercitivo- hanno il potere di convocare il comizio centuriato quando si doveva fare un processo penale o una legge; potere di riunire il senato.- se uno dei due abbandonava la carica

Prima della scadenza (per morte in battaglia, etc.), quello che rimaneva si chiamava console suffectus. Il dominio etrusco sull'Italia, Negli anni in cui cadono i re e cade ci troviamo di fronte agli eventi più sconvolgenti del mondo antico: Atene combatte contro l'impero persiano a- Dalla parte orientale Maratona, a Salamina e amassima orientale verso occidente, l'impero Platea. Siamo al momento dell'espansione persiano avanza verso l'Europa e si rischia l'invasione, fermata poi dalla Grecia. Dalla parte invece occidentale abbiamo l'affermarsi della potenza cartaginese sul mare, i- Tarquini (etruschi) vengono sconfitti dai cartaginesi. Il crollo della monarchia etrusca e l'inizio della repubblica, con questi due magistrati che sono i che è tornata un po' supremi magistrati della repubblica, hanno a che fare con questa società indietro essendo di tipo agricolo, con una popolazione fatta di clan gentilizi aristocratici e

clientes(plebei).I clientes, una volta che il commercio è venuto meno con la caduta della monarchia, non possono appoggiarsi a nessuno: non hanno una terra da coltivare perché erano commercianti e si trovano così senza alcun mezzo di sussistenza; nel 494 abbiamo dunque la PRIMA SECESSIONE PLEBEA: si ritirano sul monte sacro Aventino (probabilmente, le fonti cominciano a non essere particolarmente eterogenee) per far sì che i patrizi si sensibilizzino sulle loro esigenze.

Da questa prima secessione nascono le prime richieste plebee: basano attraverso un giuramento obbedienza fino alla morte alla legge che si sono dati ovvero la LEGGE SACRATA del 494 con la quale creano dei loro rappresentanti: i TRUBUNI DELLA PLEBE; chiunque attacchi un tribuno della plebe sarà sottoposto a sacertà (face resto).

È la prima volta che la parola lex significa elezione paritaria: i tribuni della plebe sono magistrati che si contrappongono ai consoli patrizi, entrambi

avranno più o meno le stesse funzioni. Questa secessione ha ripercussioni notevoli: i plebei costituiscono un parallelismo con i patrizi subase rivoluzionaria, la città adesso è unitaria. i patrizi non possono permettersi un'altra. Nel 492 si ha la SECONDA SECESSIONE PLEBEA: secessione perché indebolirebbe troppo la città, si vedono così costretti a concedergli le loro richieste. Con la seconda secessione ottengono la SECONDA LEGGE SACRATA: può essere messo a morte chiunque disturbi il CONCILIO DELLA PLEBE (assemblea popolare plebea). I plebei stanno costituendo una struttura parallela tale da mettere alle strette i patrizi, facendo sì che gli vengano concesse terre sulle quali abitare e leggi che li rappresentino; chiedono in modo rivoluzionario una parità a livello giuridico, economico e sociale. Si ha la secessione perché la maggior parte della popolazione si trova alla fame con il crollo dei traffici etruschi, senza.

Il possesso della terra

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
66 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher itssabree_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Terreni Claudia.