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Ordinamento e tipo di normazione nell'impero carolingio

Esisteva nell'impero carolingio un tipo di normazione definita come espressione nuova rispetto alle norme provenienti dai re e che si chiamavano in vari modi: editti, decreti, ecc. Queste norme carolingie, che provenivano dal re e quindi erano espressione del cosiddetto banno regio (potere regale), prendevano il nome di capitolari (capitolare al singolare, capitularia al plurale).

Questo nome era dovuto al fatto che normalmente queste leggi erano riunite tra di loro e divise in capitoli. Già in precedenza erano divise in capitoli, ma questa denominazione diventò tecnica per indicare le norme provenienti dai sovrani carolingi.

Tuttavia, le norme provenienti dai sovrani non esaurivano le norme del diritto all'interno dell'ordinamento, poiché era anche forte l'influsso delle consuetudini delle singole popolazioni germaniche. Queste consuetudini, una volta raccolte, prendevano il nome di leges.

In linea generale, nel medioevo più maturo, quando...

Si parla di leges si intendono le leggi romane, in questo caso invece si intende neanche la singola legge ma lex è il complesso normativo di un certo popolo, nell'edizione moderna di questi testi il titolo che viene dato a queste opere è leges nationes germanicorum, legge della stirpe dei popoli germanici. I capitolari potevano essere di tipi diversi però ed esisteva principalmente una suddivisione che avevano effettivamente operato, però a noi proviene da una raccolta che fu fatta nel 9 secolo da un privato che era un abate franco che si chiamava Anselgildo, il quale cominciò privatamente a raccogliere i capitolari di Carlo Magno e poi del figlio che man mano aumentavano e alla fine questa diviene una raccolta di 4 libri di cui 2 erano di capitularia mundana e 2 erano di capitularia ecclesiastica. Oltre ai capitularia mundana ed ecclesiastica esisteva una categoria che non si riusciva bene a definire se fossero mundana o ecclesiastica che venne definita

capitularia mixti. La differenza tra capitularia mundana ed ecclesiastica è nel fatto che nella mundana sono delle norme laiche, che riguardano l'ordinamento carolingio e i suoi effetti, invece le capitularia ecclesiastica avevano come oggetto cose che riguardavano la chiesa, ma non problematiche esterne come quelle del diritto ecclesiastico = norme di diritto pubblico dello stato che riguardano i rapporti i religiosi; ma riguardava riforme interne alla chiesa, al diritto canonico. La chiesa non sembra avere gradito tantissimo questi interventi cesaropapismi = l'imperatore cerca di disciplinare la chiesa; in realtà in questa fase storica la chiesa accetta e favorisce questo atteggiamento perché Carlo Magno interpreta l'impero concessogli dal papa con una funzione religiosa, di protezione della chiesa. Per capire come si è arrivati a questo bisogna tornare indietro a Diocleziano dove i cristiani venivano perseguitati, questo cambia con Costantino nel

313con l'editto di Milano diede la libertà religiosa e fece cessare le persecuzioni nei confronti dei cristiani, e fece anche una serie di provvedimenti nei confronti dei cristiani come per esempio gli restituì dei beni che erano stati loro tolti ed evase alcuni istituti già presenti nel diritto romano che potevano essere eseguiti anche dai cristiani come le piscopalis audentia, una sorta di arbitrato consentito tra cristiani che veniva regolato dal vescovo, che potevano risolvere delle controversie che non erano di diritto penale, questo sta ora alla base della giurisdizione ecclesiastica del foro ecclesiastico. Gli atteggiamenti di Costantino nei confronti della chiesa si erano uniti ad atteggiamenti più evasivi, come per esempio il fatto che i concili venivano convocati dall'imperatore invece che dal papa crearono vari problemi e questi atteggiamenti diventarono complessi da controllare per la chiesa. Verso la fine del 5 secolo il papa Gelazioprimo espresse ilsuo pensiero su questo argomento, questa lettera è diventata una caposaldo dei rapporti tra impero e chiesa perché contiene il principio Gelaziano. In questa lettera Gelazio diceva che esistevano due autorità che reggono il mondo: 1 si dedica alla salvezza delle anime, l'altra si dedica alladisciplina delle doti regolari. Queste due autorità si compenetrano per cui il sacerdote come cittadino è parte dell'impero e l'imperatore come cristiano è sottoposto al papa. Quindi indicava queste due autorità come l'autorità sacra dei pontefici e l'autorità regale, questo principio regolava da un alto i confini e dall'altro riconosceva l'autorità dell'imperatore. Questo principio Gelaziano regge i rapporti, in teoria, tra impero e chiesa per tutto il medioevo, a questo principio veniva continuamente richiamato anche per affermare una superiorità del pontefice nei.confronti dell'imperatore. All'epoca di Carlo Magno ci si continua a rifare al principio Gelasiano però viene tirato fuori in un contesto differente cioè gli sconfinamenti dell'imperatore vengono visti come collaborazione e non come ingerenze. Per questa ragione i capitularia ecclesiastica non incontrano nessuna reazione negativa da parte della chiesa e Carlo Magno ne produce una quantità tale che quando Anselgido mette insieme questi con i capitularia laici sono quasi di pari numero. I capitularia mundana, i capitolari laici, erano di tipi diversi: i capitularia per se scribenda sono norme normali, scritte per regolare una determinata fattispecie, i capitularia nixorum sono una sorta di istruzioni date a dei ufficiali del sovrano che sono i missi dominici, che erano dei funzionari mandati da Carlo Magno nelle varie parti dell'impero a fare delle inchieste per verificare se la giustizia fosse correttamente amministrata, i missi dominici non erano.

assimilabili ai duchilongobardi ma erano dei funzionari perché l'ordinamento carolingio al posto dei duchi aveva iconti che erano dei capi militari fondamentalmente, infatti secondo qualcun il potere del conte era dato da un gruppo di persone che rappresentavano il suo comitatus, erano sparsi per l'impero e necuravano l'amministrazione però non erano strettamente legati al sovrano, non erano agenti regi o agenti imperiali. I capitularia nixtorum erano le istruzioni che venivano date dai sovrani ai missidominici affinché potessero svolgere le proprie funzioni uniformandosi alle decisioni che erano state prese preventivamente. I capitularia legibus addenda sono quelli che si devono aggiungere alle leggi, dove per leges si intendono le consuetudini del popolo germanico, infatti i franchi erano stati gli unici che avevano applicato pienamente il principio della personalità del diritto. Carlo Magno continua a osservare questo principio e nel 802

convoca un'assemblea dei rappresentanti più autorevoli dei regni che fanno parte dell'impero e che abbia fatto leggere, emendare e redigere le consuetudini dei singoli popoli. Carlo Magno non voleva lasciare le consuetudini dei popoli locali stabili senza intervenire, infatti lui interviene però le consuetudini vengono mantenute tranne in qualche caso in cui bisognava correggere per un'omologazione delle varie consuetudini e fa mettere per iscritto per la prima volta le norme germaniche. Quindi i capitulari rappresentavano il diritto nuovo dell'impero, anche quando erano legibus addenda, riferite cioè ad altri popoli, dall'altro lato queste leges rappresentavano il diritto più antico che faceva da substrato alle nuove norme, quindi i capitulari sono lo ius novus e le consuetudini sono lo ius vetus. I capitolari si possono distinguere anche per essere capitolari speciali o capitolari generali, i primi sono rivolti a una determinata parte.

Dell'impero come per esempio i capitularia legibus addenda, gli altri sono quelli che venivano dettati per tutto l'impero e avevano carattere territoriale cioè dovevano trovare applicazione su tutto il territorio dell'impero. Le leggi franche originarie avevano preso il nome di factus, in modo un po' sgrammaticato, e se n'era dedotta una visione consensuale della formazione delle norme, cioè se la raccolta viene chiamata fatto era un fatto tra qualcuno quindi non si tratta di norme rege ma di norme che venivano approvate. I capitularia legibus addenda sono gli unici nei quali compara l'idea di un consenso nel senso in cui c'erano delle modifiche che venivano operate nei confronti di un popolo i maggiorenni di quel popolo venivano chiamati a esprimere un consenso, ma mediamente le norme venivano presentate e pubblicate nelle diete o nei placidi. I placidi erano delle assemblee in cui era presente la nobiltà e l'autorità.

ecclesiastiche e le norme venivano presentate qua, i placidi servivano anche come corte di giustizia e il verbale del giudizio veniva a sua volta chiamato placido, per cui placido è sia l'assemblea sia la decisione messa per iscritto. La prestazione del consenso aumenta con la crisi della dinastia carolingia perché si sviluppa un'archia feudale dove i nobili prendono maggior potere e quindi più facilmente viene richiesto il consenso per certe deliberazioni. Le diete sono le assemblee dei nobili e dei maggiorenni. Carlo Magno nel 774 vinse i longobardi e il regno longobardo passa nelle mani dei franchi quasi interamente e i franchi non mandano all'aria tutto quello dei longobardi, ma rispettano le norme longobarde continuandole a tenere in vita. Nel 781 fa diventare re il figlio Pipino del regnum Italiae, esiste però per il regno d'Italia una normazione franca fatta di capitolari speciali indirizzati al regno d'Italia, e la raccolta di

Queste norme, fatte da un privato, prendono il nome di Capitolare Italicum e le norme di questo avevano valore territoriale per il Regno d'Italia. Vengono però considerate un tutt'uno con gli editti precedenti, tanto che vengono aggiunte. Dopo il 1000 saranno aggiunte alle raccolte degli editti longobardi in una raccolta che assume due denominazioni: il Liber Papientis, che contiene in senso temporale prima gli editti e poi i capitolari franchi, una redazione cronologica, contiene però anche una redazione sistematica, cioè per argomento, che prende il nome di Lonbarda. Nel complesso, l'ordinamento carolingio è molto complesso ed è rappresentativo del caos degli ordinamenti medievali. Infatti, la pluralità delle norme risponde ad ordinamenti diversi che sono in rapporto tra loro e non ad un unico ordinamento. Ogni regno che è presente all'interno dell'impero ha le proprie leggi e sono collegate tra i vari.

Regni attraverso dei collegamenti emanati dall'imperatore. Più avanti gli ordinamenti si ampliano, nel basso medioevo, e sovraordinato a questi ordinamenti ci sarà quello dell'impero che sarà costituito dal diritto romano.

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Publisher
A.A. 2007-2008
4 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof De Giudici Giuseppina.