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Il ruolo della Chiesa nell'Alto Medioevo
L'affermarsi del cristianesimo nel corso degli ultimi secoli del mondo antico costituì un evento religioso di straordinaria importanza per l'Impero Romano anche dal punto di vista giuridico. La religione cristiana nacque come rapporto tra uomo e Dio, ma in realtà finì col condizionare notevolmente la vita dei fedeli, poiché i precetti dettati dall'annuncio evangelico assunsero valore di "leggi" per essi e di conseguenza interferivano sulla realtà sociale, sulle relazioni tra gli uomini, sui rapporti tra i singoli e sulle relazioni con le istituzioni secolari.
Se è vero che sulla carta non vi era un conflitto tra norme imperiali e norme religiose, è anche vero che di fatto quest'ultime, condizionando la vita dei fedeli, inevitabilmente influivano sulla realtà sociale e quindi sulle leggi secolari. Precetti come...
L'indissolubilità del vincolo coniugale, il comandamento dell'amore del prossimo e il rispetto della persona umana implicavano necessariamente un ribaltamento delle consuetudini, di istituti e di precetti millenari.
Un aspetto essenziale del cristianesimo sta nella presenza di un testo sacro, Sacre Scritture, canonizzato e reso pubblico in forma scritta (noto quindi a tutti e non solo ai sacerdoti) all'interno del quale i precetti della rivelazione sono espressi in forma definitiva e non modificabile. (Ad ogni modo, nonostante il complesso della Scrittura rappresentasse per i Padri della Chiesa un tutt'unico, un insieme coerente perché proveniva dalla rivelazione dell'unico Dio, vi erano non pochi problemi di raccordo; è possibile infatti che chi si è occupato di tradurre la Scrittura abbia in un certo senso manipolato il materiale di cui disponeva narrando le vicende e i fatti in modo diverso da come realmente si sono verificati.)
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Altre fonti, documenti che iniziarono a costituire il diritto della Chiesa sono i Concili Ecumenici, deliberazioni (che assumono una certa rilevanza di "legge"; si tratta tuttavia di decisioni dettate direttamente da Dio e filtrate dai vescovi, questi creano appunto un collegamento tra Dio e i fedeli) dei vescovi riuniti in concilio circa dei problemi di natura religiosa e teologica oppure, per le questioni di portata più circoscritta, i sinodi locali, riunioni di vescovi di singole regioni circa problemi che riguardavano la realtà locale.
La Chiesa inoltre creò delle istituzioni, ad esempio quella del vescovo, stabilendo tra di essi un rapporto gerarchico, conferendo ad ognuno un compito e un ruolo preciso (aspetti che il messaggio di Cristo non prevedeva naturalmente ma che è stata proprio la Chiesa a costituire).
All'inizio del IV sec il rapporto dei cristiani con le istituzioni secolari aveva subito una trasformazione radicale: dopo che
furono ferocemente perseguitati, nell'arco di meno di un secolo la religione cristiana venne dapprima tollerata, poi riconosciuta con l'Editto di Milano nel 313 d.C emanato da Costantino e addirittura nel 380 d.C fu dichiarata da Teodosio, con l'Editto di Tessalonica, la sola religione riconosciuta e ammessa nell'Impero. Comunque, tra le forze spirituali che hanno esercitato una certa influenza sulla società e sul diritto, vi è senza dubbio il monachesimo: nato in Egitto nel III sec si diffuse in Europa occidentale grazie all'attività dei monaci provenienti da ogni parte del mondo. In particolare nel 529 un cenobio monastico sorse a Cassino per opera di un monaco nativo di Norcia, Benedetto. La regola da lui dettata assunse un ruolo preminente così da dare il via ad una straordinaria moltiplicazione di monasteri nei secoli successivi. Tale regola scandisce la giornata tipo e in generale la vita di ogni monaco costituita esclusivamente dalla.preghiera e dal lavoro (ora et labora); principi fondamentali sono appunto l'obbedienza, la povertà e la castità. Anche il monachesimo irlandese ha svolto in questi secoli un ruolo importante: i seguaci di San Colombano provenienti dall'Irlanda avevano fondato numerosi monasteri in tutto il continente. Essi svilupparono inoltre sin dal IV sec un particolare genere letterario: il penitenziale che consisteva in una raccolta di testi che elencavano i comportamenti illeciti o non rispettosi della religione cristiana con le relative penitenze attentamente graduate in base alla gravità del peccato commesso (per es. digiuno, castità, composizioni pecuniarie..). (È un meccanismo sanzionatorio, lo stesso che caratterizza qualsiasi ordinamento giuridico; la religione quindi stabiliva cosa era giusto e cosa era sbagliato, punendo anche chi andava contro questi precetti e questo è senza dubbio un esempio di come la religione condizionava la
All'impero d'oriente che rappresentavano il cosiddetto "Pentagono": Rimini, Pesaro, Ravenna, Parma, Ancona. (affacciandosi sul mare rappresentano anche uno sbocco commerciale per l'impero d'oriente). Altre terre bizantine in Italia erano: la Calabria, la Lucania, la Puglia meridionale e parte della Sicilia (fino alla dominazione araba nel IX sec.). Vi era poi Istria, che fino al VII/VIII sec dipenderà dalla Chiesa; Venezia e la laguna che crearono delle strutture amministrative proprie, diverse, autonome (dogi) e ancora la Sardegna che si distaccò dal punto di vista culturale e commerciale dalla realtà esterna, soprattutto per la sua posizione geografica. (chiusura che da un lato le permettere di rivendicare una propria autonomia ma dall'altro comporta impoverimento ed irrigidimento dei costumi) Infine vi sono delle realtà autoreferenziali come Napoli, Gaeta e Amalfi ognuna con strutture e regole sociali proprie.
I POPOLI
GERMANICI I LONGOBARDI Dall'Europa centrale (dalla Pannonia, l'attuale Ungheria) i Longobardi nel 568 guidati dal re Alboino occuparono l'Italia (Pavia) estendendosi poi fino all'Italia settentrionale e centrale. Quello che però differenzia l'invasione di Odoacre da quella portata avanti dai Longobardi sta nel fatto che, il primo non aveva alcuna volontà di conquista, di costruzione di un apparato nuovo, di rivendicazione di un regno, che invece avevano i secondi. Tra i due eventi trascorrono tre secoli, si tratta di due momenti storici differenti ed è evidente il cambiamento di rapporto tra vincitori e vinti (soprattutto perché i vinti non sono più quella romanità dei fasti del III/IV sec, sono quello che ormai rimaneva nel VI sec): i Longobardi mettono a punto una strategia di conquista e l'approccio, l'impeto e la passione che mettono in campo per costruire un loro regno nella Penisola italica manca nelTutto nella politica di Odoacre. Si trattava comunque sempre di una popolazione nomade e guerriera che sopravvive grazie alle proprie tradizioni; l'esercito infatti costituiva la struttura pubblica unica e fondamentale. Con l'ingresso nell'esercito gli uomini raggiungevano lo stato di adulti e si sottraevano alla potestà paterna, diventavano uomini liberi (arimanni, status giuridico); acquistavano pertanto un peso giuridico, una loro dignità nella società longobarda. Essi infatti detenevano il potere (non c'era ancora l'esigenza di creare una scala gerarchica, sono tutti uomini liberi e con uguale dignità) perché partecipavano alle operazioni belliche e soprattutto erano gli unici legittimati a partecipare alle assemblee. Quest'ultime erano delle riunioni che non si tenevano in un luogo specifico nelle quali si assumevano decisioni - Pagina 6 di 31 gairenthix (riguardo ad es. le strategie politiche/ i rapporti con gli altri
popoli); queste si assumevano mediante un gesto rituale, sacramentale che era quello di battere le lance sugli scudi (avveniva quindi per acclamazione, grazie al rumore; si trattava degli unici strumenti con cui loro vivevano e grazie ai quali sopravvivevano)
Un altro importante istituto della società longobarda era la famiglia: fara che presenta un assetto completamente diverso da quello della famiglia romana o della famiglia moderna: si trattava di un aggregato di persone non necessariamente legate da un vincolo di sangue ma che si muovono insieme, in gruppi (è sempre un popolo nomade); vi era sì una gerarchia all'interno di essa ma era basata principalmente sulla forza, cioè sulla capacità di imporre la propria volontà utilizzando appunto la forza: a capo della fara stava quindi il più forte colui che si era guadagnato una posizione militare preminente all'interno della famiglia (si tratta quindi di una figura completamente diversa dal
Il pater familias romano, che rappresentava un vero status giuridico, era colui che quindi deteneva l'autorità militare e civile. La donna invece, posizione ben diversa da quella della donna romana, non era considerata soggetto di diritto, era piuttosto un oggetto di diritto che si trasferiva da famiglia a famiglia mediante l'istituto del matrimonio. Questo non deve essere concepito (almeno inizialmente) come il matrimonio romano e neanche come il nostro sacramento ma come un accordo stipulato tra lo sposo e i parenti della donna: una vera e propria compravendita il cui prezzo veniva denominato "meffio". Non appena lo sposo effettuava il pagamento, la donna usciva dalla famiglia di origine e ricadeva sotto la potestà dello sposo; quindi il matrimonio si realizzava mediante l'effettiva "traditio" della donna da una famiglia all'altra. (In ogni caso anche la donna longobarda ha un suo peso e un suo ruolo, ha anche un prezzo ma solo per)
L'acquisto tramite matrimonio, non ha un corrispettivo in denaro in caso di lesione; questo