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Guardare pagine libro pag. 211-227
7414/05/2019 Bull aveva dichiarato che i fattori racchiusi nei diritti umani avrebbero rappresentato una profonda lacerazione nel sistema degli stati che, dal suo punto di vista, dovevano entrare in cooperazione fra di loro; la presenza di una dichiarazione universale non teneva in conto delle differenze culturali che spesso caratterizzano la vicenda storica di questo tema.
Sulla base delle riflessioni di Grozio, in relazione alla guerra giusta o ingiusta, si era giustificato l'intervento umanitario nei casi in cui le guerre potevano apparire giuste; questa visione generava non pochi problemi. In una società di stati sovrani, il diritto cosmopolitico non può giungere fino alle estreme conseguenze. Inoltre, Bull rifletteva sulla tradizione costituzionale occidentale e sulle sue differenze con le altre tradizioni presenti nella realtà mondiale. I diritti umani, nella nostra visione, hanno una prospettiva fortemente individualista.
mentre le visioni altre, più che guardare ai diritti dell'uomo come soggetto guardano più ai diritti collettivi, ad esempio i diritti dei popoli di essere liberati dal neocolonialismo. Nella Carta dei diritti economici e sociali approvata dall'ONU non si parla mai dei diritti soggettivi, ma di una ridistribuzione della ricchezza e una redistribuzione del potere tra paesi ricchi e poveri. I diritti sono dei paesi in via di sviluppo e i paesi ricchi che hanno dei doveri nei confronti dei paesi poveri. Ci sono differenze valoriali all'interno del mondo. I punti nodali che individuo sono: la necessità della redistribuzione della ricchezza e la necessità che si formino delle federazioni regionali di stati che si realizzino sulla base della complementarietà geografica, delle risorse e dell'economia. Il problema sostanziale è qual è il percorso che l'umanità vuole intraprendere, se quello della rivendicazione.continua dello statonazione o quello di una collaborazione sempre più forte. Bull, alla fine degli anni '70, auspicava una collaborazione anche tenendo in gran conto le differenze culturali presenti. Nella tradizione occidentale dei diritti umani il punto centrale è tra il XVI e il XVII secolo. La storia dei diritti umani è una storia tormentata e ha radici risalenti nel tempo che malgrado ciò sono fragili perché, come la storia dimostra, è stato facile sradicarli nella pratica e anche nelle coscienze. La lunga storia dei diritti umani comincia con l'idea di libertà e si afferma con l'idea di uguaglianza. Le rivendicazioni dei diritti di libertà sono molto risalenti, per esempio le lotte per la libertà religiosa. Gentili diceva che grazie alla religione siamo debitori alla libertà, perché la religione costringe ad avere delle norme, ma è una scelta del tutto personale. È proprio il mondo
protestante dell'età moderna che rivendica la libertà religiosa che non è un problema filosofico o teologico, ma giuridico. Da un punto di vista teologico, la federeligiosa vera è quella individuale, ma la relazione con chi ha una fede diversa si sostanzia nel rispetto reciproco e nella libertà di ciascuno di poter esercitare il proprio credo liberamente. In caso contrario non può esserci dialogo, è un problema giuridico perché è un problema di regolazione dei rapporti; per Gentili la religione riguardava i rapporti fra l'uomo e Dio. C'è sempre la lotta per la libertà e c'è una lotta contro gli autoritarismi che tendono ad accentrare i poteri; i riferimenti tradizionali si trovano nella Magna Charta che enuncia il principio dell'habeas corpus, nel Bill of Rights, frutto delle lotte civili, ma queste carte non avevano pretese universalistiche, si fondavano su una tradizione inglese.
che si era a lungo consolidata. Nel moderno giusnaturalismo si afferma l'idea dei diritti umani fondata sul presupposto dell'uguaglianza naturale dell'uomo secondo dottrine che svincolano il diritto naturale dalla dottrina religiosa, viene fuori un diritto naturale razionale che si lega a presupposti individualistici e razionalistici. Queste idee dei diritti vengono fuori nelle teorie di personaggi tra i quali Vitoria, Grozio, Puffendorf e Hobbes, filosofi che ritenevano che il potere politico del sovrano si legittimasse nell'impegno a garantire i diritti che l'uomo ha per sua natura: il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà privata. Sono principi cardine della nostra convivenza civile, di una tradizione giuridica occidentale. Nell'illuminismo l'idea dei diritti umani non solo viene approfondita, ma si cerca di realizzarla anche attraverso riforme concrete. Beccaria voleva abolire la pena di morte perché la penaIl tuo compito è formattare il testo fornito utilizzando tag html.
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deve75tendere alla rieducazione del condannato; nel medioevo di fatto il carcere non c'era, icolpevoli venivano puniti con sanzioni corporali. Queste riforme vengono fatte dasovrani illuministi. Alla fine del '700, i diritti umani vengono affermati come universaliin due dichiarazioni:
La dichiarazione di indipendenza degli USA del 1776;
La dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, approvata dall'assemblea nazionale francese nel 1789.
Cominciano anche ad apparire le prime rivendicazione dei diritti delle donne cheresteranno una lettera morta in relazione alle pretese universalistiche che avevano esi tradurranno solo parzialmente in diritto vigente limitato ai diritti civili e politici deicittadini di sesso maschile.
L'800 è l'epoca in cui si afferma la sovranità esclusiva dello stato nazione che è un legislatore onnipotente, l'unica fonte di produzione del diritto che garantisce alcune prerogative ai cittadini.
Fu John Stuart Mill che diede nuovo vigore alla battaglia per l'uguaglianza uomo-donna, non solo come uguaglianza giuridica, ma come diritto delle donne anche all'indipendenza economica e sociale. Il pensiero liberale dell'800 richiede una serie di specifiche libertà degli individui, soprattutto quando sono minacciate sia dai poteri dello stato che dai privati. La nascente visione marxista critica l'ideologia dei diritti dell'uomo perché li vede come una visione borghese, quella critica contribuirà alla creazione dei diritti sociali che già Bismarck aveva previsto e promulgato a tutela dei lavoratori.
Le dittature che si instaurano in Europa dopo la Prima guerra mondiale travolgono la cultura dei diritti, la Seconda guerra mondiale travolge di fatto l'Europa intera e sconvolge il mondo. Nel secondo dopoguerra c'era un'idea dell'identificazione del diritto con la legge, la potestà legislativa racchiudeva in sé il potere di definire i diritti e le libertà dei cittadini.