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Come vede Tacito il cristianesimo?
Lo vede come una superstitio, l'atteggiamento superstizioso nella lingua latina è un eccessivo e patologico timore degli dei, l'infiltrazione della religione in ambiti su cui spesso questa non entra, (punto di vista di un romano del II secolo).
Seconda accusa: odio per il genere umano, bisogna capire che siamo di fronte ad un'immagine opposta a quelle di Giustino che sostiene che i cristiani sono buoni cittadini, siamo davanti a due mondi che sembrano separati tenendo conto del fatto che Tacito era 50 anni prima di Giustino ma sempre in ambito romano.
L'accusa dell'odio del genere umano è una cosa molto antica che i pagani prima di rivolgere ai cristiani l'avevano rivolto agli ebrei, questa accusa vuole sottolineare il ritirarsi dei cristiani dalla vita civica, sottraendo il loro contributo al culto degli dei; in secondo luogo in questo passo vediamo la descrizione di quello che avvenne sotto Nerone.
Quel tipo di persecuzione che normalmente si mette in relazione con il martirio di Pietro e Paolo. Sempre all'inizio del secondo secolo troviamo un altro documento molto noto e importante, ed è la lettera di Plinio a Traiano (311), è praticamente contemporanea alla stesura degli annales di Tacito, fa parte di un epistolario molto ricco scritto da Plinio, una persona molto colta che aveva una formazione di tipo filosofico e scientifico. La lettera si riferisce al periodo in cui Plinio era propretore in Bitinia (collocata nell'odierna Turchia), un epistolario in 10 libri, in questa lettera si rivolge all'imperatore Traiano per sapere come comportarsi con i cristiani (lettura). Plinio enuncia a Traiano le principali difficoltà giuridiche che egli incontra nella sua sfera di governo a proposito dei cristiani, i suoi dubbi sono: se i bambini devono essere trattati come gli adulti, se una volta pentiti i cristiani, si possono rilasciare, se vada punito il nome o
Il crimine commesso da tale nome. La questione del nome che abbiamo visto emergere in Giustino (50 anni dopo), è una questione che sollecita molti dubbi nei funzionari romani; il cristianesimo agli occhi di un romano aveva un che di incomprensibile perché non la percepiva come una religione come le altre. Il fatto che si rifiutassero di pentirsi, agli occhi del funzionario romano era comunque un crimine, passabile a pena capitale; c'è una descrizione, Plinio scrive cosa è riuscito a sapere tramite questi interrogatori e vediamo che è un quadro che ritroviamo nello stesso Giustino: inni, preghiere, impegno morale chiesto a chi voleva entrare nei gruppi cristiani.
Cenno importante: "Avevo proibito l'esistenza di sodalizi"; l'unico strumento giuridico che Plinio aveva era quello che secondo il diritto romano erano possibili associazioni, sodalizi di vario genere (ex. confraternite) però dovevano essere consentiti.
dall'autorità romana, Plinio ha provato a considerare sodalizi questi gruppi cristiani e ha provato a proibirli, dice di aver interrogato sotto tortura due donne di natura servile, venivano chiamate "ministre" quindi notiamo che in questa area geografica all'inizio del II secolo le donne potevano rivestire delle cariche istituzionali all'interno di questi gruppi; nella diffusione del cristianesimo le donne ebbero una particolare rilevanza, tanto è vero che i pagani utilizzarono questo fatto per insultare i cristiani dicendo che raccoglievano "donnette" ma la presenza delle donne non si limitò a dar numero quanto piuttosto a ricoprire dei ruoli importanti come ministre e profetesse, fu un elemento che venne meno nei secoli successivi e a volte un coinvolgimento troppo evidente delle donne fu ritenuto uno stigma di eresia. Quindi le donne furono importanti in una prima fase ma poi con la diffusione del cristianesimo vennero di nuovorelegate a quella marginalità che era più omogenea al clima culturale del tempo.
Lettera di Traiano(Lettura)
Siamo in una fase dove non è l'imperatore che prende delle iniziative contro i cristiani, Traiano non risponde sulla questione fondamentale che è quella del nome lui dice solo: "È giusto punirli quando sono riconosciuti colpevoli" ma colpevoli di cosa? Di essere cristiani? Di aver commesso altri crimini? Qui sembrerebbe che Traiano si riferisca al fatto di essere cristiani perché più avanti dice: "in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo le suppliche ai nostri dei, ottenendo il perdono per il suo ravvedimento".
Alla fine pur non rispondendo direttamente alla questione del nome, fa intendere a Plinio che una volta ricevuta una denuncia anonima, si interroga dando l'occasione di abiurare la propria fede. Queste poche
Righe di Traiano costituiscono uno dei pochissimi documenti che offra una qualche base per la persecuzione dei cristiani, fino all'età del terzo secolo non ci fu da parte degli imperatori nessuna iniziativa, a parte quella di Nerone (Più o meno), contro i cristiani; ci furono delle persecuzioni locali in parte suscitate dalle stesse popolazioni a esempio nel caso di una carestia o pestilenza, per deviare il disagio del popolo dalla responsabilità di chi comandava, era quello di individuare dei capi espiatori, i cristiani rifiutando il Culto agli dei erano i più presi di mira.
La persecuzione di Diocleziano
Editto di Galerio
Galerio riconosce la bontà progetto politico di Diocleziano ma dovrà prendere atto che è fallito, l'idea era quella di ristabilire la tradizione, il tema dell'ostinazione e della follia agli occhi di un romano addestrato e cresciuto in un clima culturale in cui tutti gli dei erano uguali, questo radicalismo
cristiano appare incomprensibile, sono ostinati ad andare contro alla morte più di non adorare altri dei. Galerio parla in riferimento al fatto che il cristianesimo era doppiamente incomprensibile per un romano che già trovava difficoltà a comprendere il giudaismo però quest'ultimo entro certi limiti sembrava familiare intanto perché c'era sempre stato, quindi aveva lo stigma dell'antichità, i secoli di convivenza tra gli ebrei e i vari popoli, quello che i romani sentivano particolarmente familiare però è che il giudaismo era collegato ad un popolo particolare, abituati a rispettare i giudei di tutti i popoli gli ebrei rientravano in questo quadro. I Cristiani di fatto, pur riconoscendo lo stesso dio degli ebrei, avevano ripudiato gli ebrei quindi avevano, in pratica, ripudiato i fondatori stessi della loro religione. La persecuzione inaugurata da Diocleziano prendeva di mira i patrimoni delle chiese, l'imperatore.In cambio chiede ai cristiani un contributo unico rispettando quelli che sono i loro principi, che le preghiere siano esclusivamente indirizzate alla prosperità dello stato (come tutti gli altri culti); queste preghiere dei cristiani non ebbero molto successo perché lo stesso anno dell'editto Galerio morì e subito dopo c'è una nuova fiammata di persecuzione ad opera di Massimiano; nel 313 quando Licinio e Costantino si incontrano a Roma danno luogo a questi decreti d'istruzione, non c'è stato nessun editto (si pensava di Milano) ma solo un accordo, istruzioni precise inviate da Nicomedia ai governatori delle province.
Il cosiddetto editto di Milano, Lattanzio-De mortibus persecutorum. Lattanzio è stato il precettore dei figli di Costantino, un pretore cristiano, insegnante di retorica vissuto tra il 250 e il 317, un uomo molto importante. Scrive un'opera terrificante: "De mortibus persecutorum" sulla morte
Di coloro che hanno perseguitato i cristiani, è un'opera che spiega come l'ira divina si è abbattuta su tutti coloro che hanno perseguitato i cristiani, opera per certi versi raccapricciante in quanto non risparmia nessun dettaglio sulle varie malattie di cui sono morti i tiranni che avevano infierito sui cristiani. Costantino e Licinio si incontrano e parlano insieme per dare a tutti la possibilità di venerare i propri dei, 10 anni di persecuzione avevano lasciato una situazione patrimoniale delle chiese piuttosto complessa, alcune distrutte, acquisite da privati, messe in vendita ecc. Il seguito della lettera prende diversi provvedimenti: "Chi li ha ottenuti in dono li restituisca, chi li ha comprati li deve restituire senza indennizzo" e così via. Bisogna ricordare di non chiamarlo editto (poiché si tratta solo di un accordo) e di considerare Licinio oltre che Costantino, nonostante Costantino rimarrà alla fine l'unico.
imperatore cristiano. La questione costantiniana è molto complessa, Costantino non fu il primo imperatore cristiano come lo voleva interpretare Eusebio di Cesarea ma Costantino fino alla morte avvenuta nel 337 mantenne questo atteggiamento equilibrato fra le diverse religioni ma di fatto prese tutta una serie di provvedimenti a favore dei cristiani, fu parte attiva nella costruzione di nuove chiese, fu Costantino che lanciò l'idea dell'architettura della basilica come chiesa cristiana (prima era architettura civile) costruì importanti chiese a Roma, Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme, non tenne un comportamento proprio imparziale tra le religioni.
Lez 15 Problemi relativi all'interpretazione della scrittura La Bibbia un oggetto familiare eppure sconosciuto, presuppone un termine greco da "ta biblia" che significa "ilibri" la nostra percezione è quella di un libro unico ma in realtà è un insieme dei
testi all'interno dei quali noi distinguiamo secondo il modo più frequente, l'antico dal nuovo testamento. È importante capire il significato di questa espressione che può essere usata con la consapevolezza del suo significato, testamento viene dal greco e vuol dire "patto", riguardo ad un'alleanza che dio ha stretto con il popolo ebraico, un patto che richiede obbedienza alle leggi rivelate da dio e dall'altra parte la promessa di entrare nella terra promessa, arrivare ad una condizione di anatomia politica, abbondanza e giustizia. Perché parliamo di un antico e un nuovo testamento? Questo presuppone una presa di carattere teologico, quando abbiamo sviluppato il tema del rapporto tra giudei e cristiani si è fatto riferimento alla teoria della sostituzione che è uno degli aspetti principali dell'atteggiamento dei cristiani nei confronti degli ebrei, in cosa consiste questa teoria della sostituzione? Consistenell'affermare che gli ebrei nell'arco dei tempi non sono stati all'altezza di questo patto che il Signore ha stretto con loro, questa alleanza particolare è passata dagli ebrei ai cristiani è una visione che un ebreo non condividerebbe di certo ma che i cristiani hanno e possono sostenere.