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E.T.
Inizio anni 80:
The Day After fa vedere cosa succede il giorno dopo lo scoppio di una bomba
atomica, in una cittadina degli Stati Uniti.
Blade Runner.
Negli anni 90 e 2000, cominciano gli effetti speciali e dominano la
fantascienza, diventa il genere più redditizio.
Jurassic Park.
Indipendece Day.
Terminator.
Metropolis (1927) Lang
È il primo film di fantascienza, ambientato nel futuro.
È l’ultimo film dell’espressionismo.
Parla di una società del futuro divisa in due classi, c’è chi sta sopra come gli
aristocratici e chi sta sotto con la vita degli operai e l’annullamento della
personalità, poi verrano a contatto con il personaggio di Maria che vuole
portare un’uguaglianza sociale.
Gli operai che stanno entrando in miniera sono vestiti uguali e si muovono in
modo meccanico, danno l’idea della spersonalizzazione, non c’è nessun
primo piano perché sono tutti uguali.
Le case dove i personaggi vanno a lavorare sono dei cubi asettici con forme
razionali e nulla è creativo; le finestre buie non hanno segno di vita.
Scenografie: sono enormi, sembrano finte e disegnate e gli uomini sono dei
piccoli dettagli.
Contrapposto al mondo degli altri predomina la luce e fa pensare alle persone
che vivono in uno strato superiore del pianeta, le riprese sono fatte con la
camera car.
Scenografie: sono l’espressione della potenza degli uomini, vivono in giardini
meravigliosi in un luogo che non ha nulla di realistico.
Si vede una sfocatura ai lati quando arriva Maria che arriva dal basso.
Cantando sotto la pioggia (1952) Gene Kelly e Donen
È un musical e un metafilm, si passa dal cinema muto al cinema parlato.
Il problema è la registrazione del suono perché l’attrice non riesce a parlare
nel microfono, la voce di Lina che è stridula, la sincronizzazione tra suono e
immagini, hanno bisogno di un copione.
Il doppiaggio viene fatto in post produzione.
Chaplin era contrario al sonoro e fino agli anni 30 continua a fare film muti
perché ritiene che sia una sporcatura; in Tempi moderni mette solo la musica
ed il resto è muto.
Hitchcock era contrario perché il cinema per lui era immagine.
Quando Don canta “Singing in the rain” viene usato il dolly su un carrellino ed
è girato in studio (le luci sono finte).
Il primo film sonoro italiano del 1930 La canzone dell’amore con Vittorio De
Sica.
Il musical è un genere americano.
Negli anni 30 ci sono musical con tante ballerine e tante scenografie.
Uno degli esempi più famosi di musical è Il mago di Oz.
I musical hanno ambientazioni diverse, dalla montagna alla piscina.
Negli anni 50:
Spettacolo di varietà.
Un americano a Parigi.
Negli anni 70:
Rocky Horror Picture Show è un horror musical pop.
Negli ultimi anni:
Grease.
Cats.
Hair.
Gesus hair superstar.
Genere cinematografico
noir (thriller, spice story, gangster film, detective story)
horror
azione
drammatico
comico
fantascentifico
musical
fantasy
romantico
animazione
I generi nascono nel cinema Hollywoodiano; un genere si nota nella storia, nel
modo di affrontarla e nell’ambientazione.
I generi del cinema italiano: comico, commedia, drammatico.
Il grottesco è l’esasperazione e l’eccesso che porta al capovolgimento della
realtà, come la Famiglia Addams, Almodovar.
Titanic
Drammatico, storico, romantico, kolossal; si ha una mescolanza di generi.
Frankenstein Junior
E’ una parodia del genere horror.
Rewind
Parla di una videoteca dove rubano i film e li ricostruiscono, è un grottesco.
Amore Molesto (1995) Mario Martone
È un film melodrammatico; il genere di capisce anche dalla fotografia.
Una caratteristica è la napoletaneità nell’espressione linguistica e nella
presenza della città (colori, suoni).
In certi punti il sonoro è reso incomprensibile dai rumori della città, e ci vuole
raccontare della sua presenza e invadenza.
I flashback sono segnalati con una scelta di colore monocromatico, spesso
sono annunciati da un primo piano, a volte con lo sguardo volto nella
macchina da presa, a volte con uno sguardo perso.
In certi punti c’è un dialogo teatrale (a mezzo busto) e spesso sono dei
monologhi.
Ci sono riprese girate con la macchina a mano e altre con la steadycam.
Fotografia: i colori della città sono luminosi e ci vogliono trasmettere la vita.
Noi Credevamo Mario Martone
Inquadrature con forte valenza simbolica (come quello che ha fatto il gesto di
sparare).
C’è una voce fuori campo, che sono i suoi pensieri.
Cinema classico americano dagli anni 20 fino alla fine degli anni 50; poi
cambierà perché cambia la società e nasce la televisione.
Vengono usate delle star amate dal pubblico e i personaggi sono stereotipati.
Casablanca (1942) Michael Curtiz
È un esempio di cinema classico americano, si svolge in un unico luogo che è
il bar.
È girato in studio e gli unici esterni sono all’inizio quando si vede Casablanca
per far vedere cosa sta succedendo nella città.
Il genere è drammatico e romantico.
È anche un film di propaganda politica, per far valutare in maniera positiva
l’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Il personaggio di Rick, è innamorato di una persona che non potrà mai avere,
si presenta come un duro, silenzioso, cinico ma nasconde una profonda
umanità e questo lo rende affascinante.
Il personaggio di Elsa, rappresenta l’amore, come moglie o amante di Rick ed
è una caratteristica del cinema classico.
Non sono approfonditi psicologicamente, sono dei personaggi stereotipati e
incarnano un modello; Rick incarna l’uomo cinico ma buono e Elsa la donna
innamorata.
Titoli di testa: mostrano l’area geografica con la cartina, tutti i partecipanti al
film, il sonoro è fatto da musica araba, si vede il mondo che si gira fino ad
arrivare al Casablanca, perché molta gente non sapeva dov’era il Marocco.
Prima inquadratura: ci fa vedere che siamo dentro a una finzione, con un
fondale dipinto.
Finale: Rick che parte per Lisbona con l’aereo e Elsa che va via col marito,
finisce così perché esisteva un codice di auto censura HYS e prevedeva che
nel film c’erano delle etiche morali e comportamentali da rispettare, in questo
caso la famiglia prevale su tutto; non si devono vedere scene di sesso, i baci
sono finti, non esisteva l’omosessualità, non esistevano le perversioni, non si
potevano far vedere esperienze positive legate all’alcool (era la perdizione
satanica), non si poteva parlare di religione, non si poteva parlare male della
patria.
Montaggio: non si sente perché è invisibile e segue l’andamento dell’azione,
perché rende la storia veloce e credibile.
Fotografia: luce diffusa, una luce di taglio.
Regia: è descrittiva perché descrive una storia e un personaggio, non è
invadente e non ci sono inquadrature simboliche, l’obiettivo utilizzato è il
50mm, c’è una lunga profondità di campo, la macchina da presa fa vedere la
centralità dei personaggi e sta alla loro altezza, non ci sono inquadrature da
punti di vista strani e ricorda un punto di vista teatrale.
Per rendere i visi più belli e per togliere le imperfezioni, mettevano davanti alla
macchina da presa una calza o una garza; per far vedere la luce nelle pupille
degli occhi, facevano dei buchi.
Ci sono tre modi per illuminare: luce di taglio (laterale) permette di avere una
luce drammatica; luce diffusa si usa nelle commedie e negli studi televisivi e
illumina tutto; controluce fa vedere una sagoma.
Obiettivi della macchina da presa: 50mm; teleobiettivo (zoom) va dai 60mm in
su, serve a riprendere un particolare lontano schiaccia i piani e tutto quello
che è dietro rimane sfocato; grandangolo amplia gli spazi è ricurvo ai lati e
serve per riprendere un luogo molto grande; fisheye usato nei film di
fantascienza.
La profondità di campo è tutto ciò che viene messo a fuoco nell’inquadratura,
può essere corta o lunga.
La soggettiva è un’inquadratura dal punto di vista del personaggio e ce ne
vogliono almeno due.
Il campo indica l’ampiezza dell’ambiente inquadrato.
Il contro-campo si ha nel dialogo, mostra il primo e il secondo soggetto mentre
parlano e ad ogni risposta corrispondono le inquadrature dell’uno o dell’altro,
nel cinema classico è di tre quarti.
Il piano sequenza è un’inquadratura senza stacchi di montaggio con spazio e
tempi reali (Kubrik, Hitchcock, Welles).
Fino all’ultimo respiro (1960) Jean-Luc Godard
È un film francese, drammatico di low budget.
È girato a Parigi.
Regia: viene usata la macchina a mano, non vengono usati cavalletti o carrelli
perché il regista prendeva decisioni di giorno in giorno.
È una rivisitazione un po’ parodistica dei film noir.
È una trasgressione del cinema americano classico.
Fa la parodia di Bogart, ha una finta durezza.
Si vede che siamo in un film perché Michel si volta verso la macchina da
presa e si rivolge direttamente allo spettatore.
Hitchcock nasce a Londra nel 1899 studia dai gesuiti, aveva dei problemi
legati al sesso, perché aveva una mentalità rigida a causa dell’istruzione
religiosa.
Studia ingegneria, ma all’inizio degli anni 20 inizia a lavorare negli studi di
Londra come disegnatore dei titoli di testa, come aiuto regista.
Il suo primo film è The Lodger parla di Jack lo squartatore riportato a Londra,
ai suoi tempi.
Gira thriller, commedie, drammatici, gira 53 film.
Con l’avvento del sonoro diventa il regista dei gialli (thriller o noir in italiano), si
specializza in questo genere.
Viene chiamato ad Hollywood e si trasferisce, è il periodo più maturo del suo
cinema, gira i “capolavori” Psycho, La donna che visse due volte, Intrigo
internazionale, Gli uccelli, L’uomo che sapeva troppo, La finestra sul cortile,
Noturius.
Si occupa anche di televisione, negli anni 50 supervisiona la fiction Hitchcock
Presenta.
Alla fine degli anni 60 ci fu un periodo di crisi, ne gira pochi e spesso sono
insuccessi Topas, Frenzie, Il complotto di famiglia perché in quegli anni era
cambiato tutto, si gira in strada, non richiedono più scenografie ricostruite in
studio, ci sono nuove generazioni, gli hippie, studenti che si ribellavano, la
società, nelle prime di alcuni film il pubblico giovane durante le scene di
suspance ridev