Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Storia contemporanea - l'ideologia marxista Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Friederich Engels (1820-1895)

(figlio di un ricco industriale) tra gli anni Quaranta e Settanta dell'Ottocento. Il Manifesto del Partito Comunista era destinato a costituire la prima esposizione teorica, completa e unitaria, di un programma e di una strategia politica che indicano, quale compito decisivo dei comunisti, la costruzione di una nuova società senza classi. Ai principi del razionalismo settecentesco e alla concezione filosofica dell'idealismo (soprattutto hegeliano), Marx contrappone una "filosofia della prassi", volta a considerare ogni aspetto dell'attività umana come un fenomeno sociale, che si svolge all'insegna di un continuo movimento dialettico e trova nella rivoluzione ("forza motrice della storia") lo strumento per superare le contraddizioni esistenti e inaugurare un nuovo sistema di rapporti individuali e collettivi. Le tappe per raggiungere il traguardo finale comportano tre fasi distinte: anzitutto il proletariato.

deve prendere coscienza del suo ruolo di classe oppressa e, attraverso la rottura rivoluzionaria dell'ordine costituito, deve distruggere lo Stato borghese; una volta conquistato il potere politico attraverso la formula della "dittatura del proletariato", deve provvedere a socializzare i mezzi di produzione, eliminando i residui della vinta borghesia; infine, quando i rapporti economici avranno permesso di eliminare "ogni forma di sfruttamento dell'uomo sull'uomo", prenderà il via la società senza classi, col trionfo completo del comunismo. Economia "base reale" della società Nella sua opera maggiore, Il Capitale, Marx osserva che in ogni società i rapporti di produzione ne costituiscono la struttura economica, la "base reale" che determina ciò che gli individui sono e sulla quale viene costruita la sovrastruttura politica, morale e religiosa. La storica sottomissione degli individui ad un potere a

loro estraneo (si tratti dello Stato, delfeudalesimo o della borghesia), può essere smantellata solo agendo sulla "base reale", ossia sovvertendo la struttura economica della società. In ciò consiste il potenziale rivoluzionario del pensiero marxista e del comunismo, che egli definisce movimento reale ed inevitabile, percorso naturale della storia che, rimovendo la contraddizione della società borghese, porta al superamento del capitalismo. Il comunismo è dunque la sintesi suprema in cui, rimossa ogni contraddizione sociale, si realizza la liberazione dell'individuo umano.

Analisi economica del capitalismo

Marx si propone di definire il rapporto tra capitale e lavoro, individuando il meccanismo secondo il quale "il lavoratore salariato non riceve l'intero valore prodotto dal suo lavoro, ma deve cederne una parte al capitalista". Il capitalista possiede i mezzi di produzione, mentre i proletari detengono solo la loro

forza-lavoro e devono venderla incambio dei mezzi di sussistenza. Il proletario però non produce giornalmente soltanto il valore corrispondente a quanto gli è necessario per sopravvivere, ma produce un plusvalore che costituisce il profitto del capitalista (“appropriazione dilavoro non pagato”, Engels). Prima della rivoluzione industriale il plusvalore non esisteva, perché l’artigiano possedeva imezzi di produzione e trasformava la materia prima in prodotto finito, ricavandone il proprio utile.

Da analisi economica a ideologia

Da questa analisi economica e da questa lettura della storia come conflitto per il possesso dei mezzi di produzione, il marxismo si è delineato come ideologia, che assegna la direzione storica alla “comunità”, come unica forma in grado di abolire ogni alienazione che sottometta l’individuo ad un potere estraneo. Il comunismo si propone di instaurare una società nella quale il lavoro

dell'uomo e le ricchezze non siano più proprietà privata o merce di una classe egemone, ma vengano prodotte e distribuite secondo il principio "da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni".

Il proletario, unendosi ai suoi "compagni" vicini e lontani nel mondo ("Proletari di tutto il mondo, unitevi!" è il grido con cui si chiude il Manifesto del partito comunista, 1848), deve denunciare l'alienazione economica, culturale e politica cui il capitalismo lo ha condannato.

La "dittatura del proletariato"

Per consolidare la nuova fase, il proletariato dovrà attuare una dittatura transitoria, destinata a scomparire quando il capitalismo sarà definitivamente spodestato e si sarà realizzata una società senza classi. Il processo storico sarà compiuto nel regno finale della libertà per tutti, teoria che ha riscaldato i cuori di milioni di uomini. Tuttavia,

dopo la sconfitta della Comune (esperienza di governo rivoluzionario popolare che si realizzò a Parigi tra marzo e il maggio 1871 dopo la sconfitta nella guerra franco-prussiana), che doveva costituire il primo esempio storico di governo proletario dichiaratamente antiborghese, all'interno del movimento rivoluzionario europeo, che si richiama al programma di Marx, si formano due correnti, destinate a contrapporsi nella scelta delle tattiche da seguire per edificare la società del futuro. A destra, dopo la nascita della socialdemocrazia tedesca e lo sviluppo della II Internazionale, fondata a Parigi nel 1889, prevalgono i gruppi riformisti, convinti che la violenza rivoluzionaria non sempre è indispensabile, e che l'allargamento del suffragio elettorale e il diffondersi dei movimenti sindacali rappresentano i mezzi più efficaci per far sentire la presenza determinante delle forze operaie nella vita politica. Ma contro questa interpretazione, cheIl testo formattato con i tag HTML corretti sarebbe il seguente:

Assorbe i principi del revisionismo e reputa possibile (e preferibile) la "via parlamentare" per raggiungere la società senza classi, dai primi del Novecento, soprattutto attraverso Lenin ed esponenti bolscevichi del Partito socialdemocratico operaio russo, a sinistra si affermano i gruppi del comunismo contemporaneo, decisi a respingere qualunque compromesso coi nuclei borghesi e pronti a utilizzare il conflitto mondiale, per trasformarlo in una gigantesca guerra civile, con cui portare alla vittoria il proletariato internazionale.

Unione Sovietica: La teorica "dittatura del proletariato" si trasformò in Russia nella spietata dittatura di Stalin (1879-1953), che una volta al potere, pianificò con vari piani quinquennali l'industrializzazione del Paese in senso socialista, non esitando a liquidare tra il 1929 e il 1930 milioni di persone della classe sociale kulaki, contadini agiati che si opponevano alla collettivizzazione della terra. Ogni

resistenza alla realizzazione dei kolchoz fu piegata con arresti, deportazioni, fucilazioni, nelle tristemente famose "purghe staliniane". Almeno fino alla II guerra mondiale, lo sforzo per il consolidamento del comunismo sovietico si accompagna alla lotta contro il nazifascismo, che condiziona la strategia di ogni partito comunista, imponendogli la politica di alleanza coi partiti socialisti e coi gruppi più avanzati della borghesia (i cosiddetti "fronti popolari"). Ma, dopo la fine del conflitto, col processo di decolonizzazione nei Paesi afroasiatici e coi nuovi rapporti di equilibrio internazionale, l'Unione Sovietica, che pure aveva contribuito massicciamente a portare al potere i partiti comunisti nell'Europa orient. (DDR, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia), comincia a veder criticato e respinto il ruolo di Stato-guida; e la vittoria di Mao Tse-tung che proclama la Repubblica Popolare Cinese (1949) serve di inizio a un "nuovo corso" nelle

Vicende del comunismo mondiale, che, dopo il XX Congresso del Partito comunista sovietico e la famosa destalinizzazione (1956), cerca di affermarsi e consolidarsi all'insegna delle "vie nazionali".

Cina

Il dissidio russo-cinese, iniziato nel 1955, diventa rivelatore per cogliere le due strategie che, a partire dagli anni Sessanta, dividono i partiti comunisti. Da un lato stanno i partiti (in prevalenza europei) che rimangono fedeli a Mosca e considerano la coesistenza pacifica l'unica possibilità efficace per rispondere alla sfida del capitalismo; dall'altro lato stanno i partiti comunisti (soprattutto quelli del Terzo Mondo) che si richiamano al comunismo cinese e perseguono un programma di "rivoluzione ininterrotta" trotskiana per ottenere il trionfo del comunismo nel mondo.

Dopo la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1° ottobre 1949, Mao definì il nuovo regime "dittatura democratica popolare", specificando che

“La classe operaia e i contadini esercitano la dittatura nei confronti dei proprietari fondiari e della borghesia”. Democrazia per il popolo e dittatura sui reazionari. La Cina si ritenne inoltre unica interprete del pensiero marxista, considerando la Russia, dopo la morte di Stalin e il rapporto Kruscev al Congresso del 1956, in preda al revisionismo dei “traditori” del comunismo.. Quest'ultima posizione peraltro perse sempre più terreno e la morte di Mao (1976) le fu fatale. Oggi nella Cina, nonostante il crollo del comunismo, continua a vivere un regime totalitario in cui vige la repressione del dissenso politico e un ferreo controllo dell’attività artistico-culturale. L’isolamento seguito alla strage di Tien-an-Men (1989) è già un ricordo né si levano più proteste significative alle notizie degli arresti, dei processi e delle condanne con cui il regime continua imperterrito a soffocare ogni avvisaglia.

dalla mancanza di aiuti economici da parte degli Stati Uniti, Cuba si è rivolta all'Unione Sovietica, diventando un alleato strategico nel contesto della Guerra Fredda. Durante gli anni '60, Cuba ha sperimentato una serie di riforme socialiste, tra cui la nazionalizzazione delle industrie, la collettivizzazione dell'agricoltura e l'istituzione di un sistema di assistenza sanitaria e di istruzione pubblica gratuita. Nonostante l'embargo economico imposto dagli Stati Uniti, Cuba è riuscita a mantenere una certa stabilità economica e sociale, anche se con alcuni problemi legati alla scarsità di beni di consumo e alla limitata libertà politica. Negli ultimi anni, con l'apertura al turismo internazionale e l'implementazione di alcune riforme economiche, Cuba ha cercato di rilanciare la propria economia e di migliorare le condizioni di vita della popolazione.dall'embargo americano, Castro strinse accordi con l'Unione Sovietica e non esitò a adoperare i mezzi più brutali per soffocare ogni dissenso. Conclusioni Il comunismo, come dottrina o sistema politico fondati sull'uguaglianza e l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, era già s
Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lupo Salvatore.