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MIDWAY-EL ALAMEIN-STALINGRADO: LE SVOLTE MILITARI DELLA GUERRA MONDIALE
Hitler aveva previsto che gli stati uniti avrebbero impiegato cinque anni per costruire un'economia di guerra: in realtà gli stati uniti nel 1944, arrivarono a produrre il 40% del materiale bellico mondiale, nettamente superiore sia in qualità che in contenuto tecnologico.
Le potenze 'dell'asse' non considerarono la potenza industriale e tecnologica dell'industria americana: dopo l'attacco su pearl harbor, il tripartito avrebbe dovuto compensare lo svantaggio strutturale determinato dall'ingresso sulla scena bellica della superpotenza americana coordinando le rispettive strategie.
Continuare a combattere guerre 'separate', implicava avviarsi a perdere ciascuno nei rispettivi scacchieri, oppure optare per una pace separata, con una o l'altra potenza nemica.
Già nel gennaio del 1942, Berlino attivò un alleanza politico-diplomatica, per...
convincere i giapponesi a impegnarsi in una strategia comune. Facendo leva sui nazionalismi locali, tedeschi e giapponesi, avrebbero cacciato gli inglesi dal sub continente indiano e provocato il collasso dell'impero di Giorgio VI: unione sovietica circondata e isolata. Hitler non aveva idea su come sconfiggere gli stati uniti: si illudeva che liquidato l'alleato britannico e l'urss, roosvelt avrebbe ripiegato, accontentandosi di mantenere il controllo nel suo continente. I giapponesi esitavano: i vertici militari erano divisi sul dopo pearl Harbor. Dopo l'occupazione della Birmania e delle indie olandesi, a inizio 1942, l'ammiragliato propendeva nello sfidare gli stati uniti e l'impero britannico nell'oceano pacifico, puntando su Midway e di là verso le Hawaii, salvo sbarcare contemporaneamente in Australia. Altri suggerivano una postura difensiva, considerando anche l'impegno sul vasto fronte cinese. Per sconfiggere la gran bretagna, hitlerpensò anche di far leva suimovimenti nazionalisti indiani con a capo Ghandi, tant’è che poil’inghilterra, dovette concedere loro l’indipendenza; ma tokyo capì benpresto che la germania, non considerava gli altri popoli degni dicoesistere nella stessa famiglia.Li considerava semmai in posizione, variamente subordinata, sotto ildominio germanico, dopo aver liquidato gli ebrei e altri elementi inferiori.Nel Giappone: anche il popolo giapponese era razzista, fecero diverseviolenze nei confronti della popolazione anche cinese, il giappone provòad articolare compiutamente il progetto di una comunità di stati asiatici aegemonia nipponica, la priorità era di liberare il continente dai bianchi.Linea che si affermò soprattutto a partire dal 1943, per ispirazione delnuovo ministri degli esteri Shigemitsu, noto per essersi opposto allaguerra contro gli stati uniti, inoltre, così si spiegano le priorità dichiaratenel
voler liberare il continente dai 'bianchi', e la concessione dell'indipendenza alla Birmania, alle Filippine, all'Indonesia, e il riconoscimento di un governo cinese 'amico' a Nanchino, sotto Wangjingwei, che si dedicò a smantellare i possedimenti europei sulla costa orientale, da Tianjin a Shanghai. Nonostante la prima impressione di governo basato sul 'nazionalismo', si trattava in ogni caso di una comune avversione al nazionalismo bianco, es' incontrava inoltre con la pulsione anticolonialista che agitava gran parte del continente, dove movimenti nazionalisti armati erano decisi a utilizzare la guerra come levatrice delle rispettive indipendenze dal gioco europeo. Questo progetto geopolitico, fu incentivato dalla crisi della sua strategia militare: l'ammiraglio Yamamoto, aveva profetizzato, dopo Pear Harbor, che dopo sei mesi, massimo un anno, gli Stati Uniti, avrebbero preso in mano le redini del conflitto. Giugno del 1942: primoarresto del Sol levante, nella battaglia delMidway, la marina nipponica, perse quattro delle sue migliori portaerei.Gli americani insieme con gli inglesi e altri alleati, inflissero un’altrasevera sconfitta ai giapponesi nella campagna di Guadalcanal, nelle isoleSalomone.Da lì la sconfitta del Giappone era questione di tempo: il voler radunareattorno a sé gli anticolonialismi asiatici, non poteva certo compensarel’inferiorità strategica di Tokyo, anche se contribuì a segnare l’inizio dellafine delle potenze coloniali europee e britanniche.Autunno del 1942: fine dell’illusione di prevalere in una sequenza diguerre-lampo.Contemporaneamente Hitler doveva acconciarsi a perdere l’iniziativa e acombattere le campagne scelte dal nemico, o peggio dal suo alleatoitaliano (afrika korps del federalmaresciallo Rommel).3 luglio del 1942, le truppe tedesche e italiane erano giunte ad ElAlamein, a novanta chilometri da Alessandria.Ma i britannici,
sotto il nuovo comandante, Bernard Montgomery, riuscirono a raggruppare forze di almeno il doppio superiori a quelle italo-germaniche. Il 5 novembre, l'VII armata britannica, sfondò le linee nemiche mentre Rommel, contravvenendo agli ordini di Hitler, batteva in ritirata. Le truppe italo-tedesche si fermarono solo dopo 1600 chilometri in Tunisia, dove nel maggio del 1943 dovettero cedere le armi: gli angloamericani sigillarono la sconfitta dell'asse nel Nordafrica. La perdita della Libia e l'invasione dell'Africa francese suonavano le campane a morte per l'Italia fascista: Mussolini tentò di convincere Hitler a concentrare le sue truppe sullo scacchiere mediterraneo. Gennaio 1943, mentre le divisioni americane e inglesi attaccavano i resti delle armate italo-tedesche in Tunisia, Roosevelt e Churchill si incontravano alla Casa Bianca. Stalin aveva rifiutato l'invito: decisione presa chiamata 'formula incondizionata'. Churchill e Rooseveltvollero rassicurare stalin, che la loro era una pace separata con la Germania. Il presidente americano Roosvelt voleva assicurarsi le 'mani libere' per il futuro assetto postbellico del pianeta. Roosvelt non intendeva ripetere l'errore di Wilson, che con i suoi 14 punti aveva offerto al reich un riferimento utile per aprire spazi di divisione nel fronte alleato. L'armata rossa nel contempo, stringeva sulla morsa della VI armata tedesca, nella fatidica battaglia di Stalingrado, sul Volga. La presa di quell'importante centro industriale, doveva servire, nei piani di Hitler, ad aprire la strada verso il Caucaso e il petrolio del Caspio. Il carburante scarseggiava in Germania, ma la resistenza di Stalingrado superò le aspettative, dei tedeschi e i loro alleati romeni, ungheresi e italiani che li affiancavano nell'impresa. La battaglia per la città iniziata nel '42, si concluse nel febbraio del '43 con la resa dei superstiti della VI armata, cui pure.Hitler aveva proibito di cedere le armi, dopo averne impedito la ritirata. In questa battaglia si manifestarono, per la prima volta, nettamente contrasti fra le alte gerarchie militari e il dittatore, malato e ossessionato dai suoi fantasmi psico-ideologici. Stalingrado divenne subito un simbolo: si trattava della prima grande vittoria, nella città eponima del loro capo, mentre per i tedeschi si trattava della fine del mito della loro imbattibilità sul campo. Dopo quella carneficina anche i generali tedeschi si domandavano quale fosse il senso di continuare quella guerra. L'Italia fascista fu il primo paese dell'asse a crollare: cadde dall'interno, prima che sul campo di battaglia. Il fronte interno italiano cominciò a sfaldarsi dopo i rovesci militari del 1942: la guerra aveva messo a nudo le fragilità del dualismo fascio-monarchico. Vi era il duce al comando di un regime che non aveva voluto abolire lo statuto albertino di fatto stracciato, e delSentimento nazionale. Ancora al momento dell'entrata in guerra, il consenso per il fascismo era robusto: ma due anni e mezzo dopo, le disfatte subite nei Balcani, nelle campagne d'Africa e di Russia, avevano suscitato un senso di rassegnazione nei soldati mandati sul fronte. Ci si batteva per sopravvivere come singoli, più che per vincere insieme da italiani.
Bombardamenti angloamericani: estesi dall'inverno del 1942-43 ai principali centri della penisola, minarono la coesione sociale e delegittimarono il potere.
Nei mesi della perdita della Libia e della ritirata dalla Russia, la funzione carismatica del capo del fascismo cessò. Ai vertici dello stato, Vittorio Emanuele III fin da febbraio del 1943 si tentava di allacciare discreti contatti con gli alleati, usando anche i canali vaticani.
Finito il fascismo, gli esponenti del regime temevano un ritorno verso la rivoluzione comunista: tumulti cittadini. Sciopero della Fiat, nascita di nuovi movimenti antifascisti, comunisti, socialisti.
cattolici democratici, liberali, repubblicani. Il sentimento popolare nel sud oscillava tra disperazione e rassegnazione: non si capiva più per cosa si stesse combattendo. Per gli oltre due milioni di soldati italiani schierati tra il baltico e il mediterraneo, russia e tunisia, si trattava di una guerra di sopravvivenza: il nemico era diventato il governo che irresponsabilmente aveva creato un secondo conflitto di portata mondiale. Sbarco in sicilia 1943: segnale della fine del fascismo Entro metà agosto, italiani e tedeschi, dovettero cedere pezzo per pezzo il controllo dell'isola. Mano a mano che gli alleati, sgombravano una località, vi si insediavano in veste di amministratori, mafiosi locali: gli italiani accoglievano gli americani come liberatori, non tanto dal regime quanto dalla guerra. Mussolini si rese conto che la sua ultima carta vincente, poteva essere dividere le sorti italiane da quelle tedesche. 19 luglio, durante i bombardamenti su roma, era a feltre per.Tentare di spiegare ad Hitler che senza corposi rinforzi l'Italia sarebbe dovuta ritirarsi dalla lotta. Il duce sperava che il furher rifiutasse la spedizione di aiuti e conseguenzialmente lasciasse libera la patria italiana: così non fu, in quanto il furher ammonì il duce e lo minacciò. Contemporaneamente le truppe tedesche affluivano dal Brennero verso l'interno della penisola. Proprio in quei giorni venne infatti a maturazione il colpo di stato che, nelle intenzioni di alcuni gerarchi fascisti, avrebbe dovuto sacrificare Mussolini per salvare loro stessi e forse il regime: operazione avallata dal re, la corte e i vertici militari erano decisi a impedire che dall'imminente crollo del fascismo ne scaturisse un'onda rossa. Il colpo si consumò nella notte tra il 24 e il 25 luglio.