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URBINO E L’ITALIA CENTRALE

Città ideale anonimo fiorentino 1480­90 veduta prospettica, le geometrie scandiscono

spazi rigorosi.

Ascesa di Urbino grazie a Federico da Montefeltro succede al fratello nel 1444. Fu

abile capitano di ventura e aveva grande preparazione umanistica. Abbiamo un suo

Pedro Berruguete

ritratto di 1476­77 studia un codice ancora rivestito della

corazza coperta da un manto di ermellino, è circondato dai simboli della sua funzione e

del suo rango (spada, onorificenze, bastone del comando), incarnazione tra vita attiva

ed otium. Fu educato da Vittorino da Feltre a Mantova amore per la matematica. Alla

sua corte troviamo Alberti, Laurana, Piero della Francesca.

Aveva molti interessi cura della biblioteca con molti codici, d à spinta ad interesse per

Giusto di Gand Pedro Berruguete

fiamminghi 1472­73 chiama a corte e favorendo

La comunione degli

unificazione linguaggio fiammingo e spagnolo Giusto di Gand:

apostoli 1472­74 prima soluzione ancora poco meditata da cui poi per ò si arriva a

Uomini illustri Arti liberali.

serie degli (enfasi spaziale e cura dei dettagli) e

27

Piero della Francesca 1415/20 – 92

Nato a Borgo San Sepolcro, ha svolto la sua formazione prima a Firenze (Domenico

Veneziano, Beato Angelico) e in vari viaggi ed è promotore e protagonista del clima

intellettuale urbinate. Tratti fondamentali della sua opera:

­ organizzazione prospettica e ritmica

­ semplificazione geometrica che investe anche le singole figure

­ accordo tra immobilità cerimoniale e verità umana

­ luce altissima che schiarisce le ombre e intride i colori

La Maddalena La resurrezione

es.: 1460; 1463­65 punto di vista ribassato

all’orlo del sepolcro ma è mantenuta frontalità bizantina al volto e al corpo di

Gesù la cui figura è immota. Aspetto quotidiano di Cristo, atteggiamento delle

guardie e paesaggio semplificato non concedono nulla a miracoloso e solo lo

Madonna del parto

sfondo luminoso allude al miracolo; 1460­70, naturalezza e

solennità, la Vergine non ha attributi regali ed è colta nel gesto molto umano di

posare la mano sul ventre, la sua sacralità è data dalla frontalità e dalla

specularità tra gli angeli che sono ricavati da stesso cartone capovolto.

De perspectiva pingendi scritto a Urbino, considera la prospettiva, oltre al disegno e al

colorire una delle parti costitutive della pittura fino a promuoverla a ossatura portante

del dipingere.

Nelle sue opere la pittura diviene scienza che rivela ordine della realtà, i dati sensibili

si materializzano in corpi geometrizzati governati da precise proporzioni traducendo in

termini razionali l’armonioso legame in natura all’interno delle singole forme e tra

forme e spazio.

Battesimo di Cristo 1448­50, in origine era parte centrale di un trittico, vediamo qui

la sua formazione fiorentina solidit à plastica di Masaccio, colore luminoso

dell’Angelico e di Domenico Veneziano. Già a partire dalla forma della tavola c’è

grande rigore: 2 quadrati sovrapposti sormontati da semicerchio il cui centro

prospettico è occupato dalla colomba. La figura di Cristo è immobile e allineata alla

coppa sostenuta da Battista e a colomba partizione calibrata ma non rigidamente

prospettica infatti l’albero che divide la tavola in 2 parti ha forte valore di cesura.

Chiaro rapporto coloristico: le tinte si contrappongono e riprendono bilanciandosi,

moltiplicate in grande gamma di colori, la luce zenitale annulla ombre e contorni

saldando figure e paesaggio.

Flagellazione 1450­60, è divisa in due parti una occupata da spazio aperto e l’altra

da una loggia. L’architettura distingue e coordina i due gruppi di figure che in

apparenza sono estranei tra loro. C’è armonia proporzionale e la luminosità permea le

tinte accostate ed esaltate per similitudine o contrasto (grande varietà di bianchi –

risalto giovane biondo contro foglie verdi) e valorizzate da uso di diverse fonti di luce

una generale da sinistra e un’altra intensa da destra che illumina il riquadro del

soffitto sotto cui c’è Cristo. C’è senso di fissità accresciuto da elementi iconografici

insoliti densi di simbologie teologiche o d’attualità ma i significati restano sfuggenti.

28 Storie della croce

Ciclo con le per la chiesa di San Francesco ad Arezzo 1452­59.

Affreschi su tre registri, più attenzione a simmetria che a reale andamento cronologico

delle vicende così che ogni parete ha una battaglia, una scena di corte, un episodio

Leggenda Aurea.

all’aperto. La fonte principale della narrazione è la

Incontro tra Salomone e la regina di Saba scena sottolineata per le sue valenze

simboliche, ritmo lento, c’è assoluta perfezione e immobilità delle forme e concordanza

di gesti e spazi che danno nobiltà anche a gesti semplici, i personaggi non hanno carica

emotiva infatti anche azioni drammatiche e potenzialmente dinamiche come la

Battaglia tra Costantino e Massenzio non sono partecipate dai protagonisti i vincitori

avanzano con calma accanto a Costantino che tiene tra le dita minuscola croce.

Prima di Urbino sicuramente aveva studiato opere fiamminghe a Firenze nel 1450, a

Ferrara e a Roma dove probabilmente nel 1459 incontrò Antonello da Messina. Il

frutto di ciò matura intorno al 1465 fase pi ù tarda del suo lavoro mostra adesione ad

Ritratti di Federico

analisi fiamminga, a effetti di luce modulati su colori e materiali

e della moglie Battista Sforza 1465. I profili erano originariamente collegati da unica

cornice e sono esaltati dal paesaggio e dalla luce che piove alle spalle di Federico e

sbianca il volto di Battista; vediamo modello fiammingo nel paesaggio come il fiume

con le barche e nella compresenza di lontano e vicino entrambi bene indagati nel

dettaglio: troviamo questo rigore anche nelle composizioni allegoriche sul verso. I

dettagli si fondono in unità luminosa, le teste mantengono senso del volume e hanno

incombenza sullo spettatore, in particolare quella di Federico effetto di massa

accresciuto da calotta dei capelli e dal girale del copricapo che isola il profilo.

Madonna di Senigallia 1470, incontro tra luce e chiarezza compositiva. Il gruppo è

immobile ed equilibrato senza essere perfettamente simmetrico, il vano è ispirato agli

interni di Urbino ma la stanza si apre su un’altra stanzetta inondata da un raggio di

sole.

La sacra conversazione 1472. Probabilmente per celebrare la nascita di Guidobaldo.

Rinnova lo schema della ‘sacra conversazione’ ponendo le sue figure in un’architettura

solenne collegata sia ai personaggi che ai ritmi compositivi della chiesa urbinate dei

San Bernardino nella cui abside era posta ma la pala è stata decurtata ai lati e in alto

diminuendo così la sua suggestione spaziale. Secondo una ricostruzione doveva essere

incorniciata in primo piano da pilastri laterali e da un arcone in controluce. In questo

modo lo spazio del coro in cui si trovano i santi si sarebbe aperto verso i lati e verso lo

spettatore secondo processo fiammingo. Sarebbe inoltre stato diverso il rapporto tra

figure e ambiente e l’uovo di struzzo, molto simbolico e legato al concetto di

generazione e redenzione, avrebbe coinciso con l’asse a con il centro geometrico della

composizione. La proporzione governa tutta l’opera e l’uovo è il medio proporzionale tra

l’ovale del volto di Maria e la circolarità dell’abside dell’arco, inoltre richiama l’idea di

spazio centralizzato conchiuso e perfetto. La Vergine è collocato all’interno di una

chiesa iconografia fiamminga correlazione Vergine e Mater Ecclesiae oltre che

l’allusione alla maternità di Battista Sforza ripresa dalla presenza simbolica dell’uovo.

Piero della Francesca è morto nel 1492 dopo aver approfondito interessi teorici

De perspectiva pingendi, De quinque corporibus

nell’ultima parte della sua vita

regularibus De abacus.

e Le sue opere hanno grande rigore mentale difficile soluzione

diretta di stessa qualità.

29

Giovanni Santi Madonna col bambino, santi e donatore

padre di Raffaello. 1489,

Sacra

per la cappella Oliva nel convento di Montefiorentino, modello è la

conversazione assunta come schema iconografico ma viene ignorata la sintesi tra

spazialità e luminosità.

Bartolomeo della Gatta Assunzione

grande sperimentatore. 1470, complessit à

compositiva e gamma cromatica assimilazione lezione di Piero e tramite lui anche di

quella fiamminga.

Vera eredità di Piero nelle tematiche di Urbino e poi dell’Italia centrale legame tra

figure e paesaggio, cura per ritmi compositivi che alternano pieni e vuoti, scansioni

geometriche permeate da luce.

Federico da Montefeltro costruzione del Palazzo della citt à.

Metà ‘400 Urbino arroccata su due colli contigui, circondata da cinta muraria che

delimitava perimetro irregolare e allungato, asse viario principale lungo la sutura dei

colli. C’era un semplice palazzo sul collo meridionale per le fabbriche ducali.

1445 Federico fa congiungere i due edifici pi ù antichi con una costruzione a tre piani

il Palazzetto della Jole semplice, sobri accenti antichizzanti del decoro interno

Celebrazione d’Ercole

incentrato sulla e delle virtù belliche. Anni ’60 mutamento

perché si voleva rendere palazzo una sede amministrativa direzione dei lavori da

Luciano Laurana Francesco di Giorgio

a cui nel 1472 succede il progetto si

complica. Il cuore dell’organismo è un vasto cortile ben proporzionato con un portico a

piano terra a cui corrisponde un piano nobile spartito da lesene tra cui si inquadrano

finestre architravate. Da questo nucleo la fabbrica va sia verso la città che in direzione

opposta. La facciata ad ali si piega a L generando uno slargo poi chiuso da fianco del

duomo. Così il palazzo si inserisce bene nel paesaggio preesistente e diventa il centro

della città. Di Giorgio curò molto gli spazi privati. Facciata alta e stretta, serrata da

due torrioni cilindrici inquadranti tre logge sovrapposte prestigio ducale. Il corpo del

palazzo è ruotato verso ovest in asse con la strada per Roma e verso questa direzione si

sviluppa tutta la città. Palazzo espressione clima che si sviluppa con Federico.

Lo studiolo quasi intatto! È al piano nobile. C’erano molti elementi decorativi soffitto

Giusto

a cassettoni con imprese ducali, fregio con 28 uomini illustri su due registri di

di Gand Baccio Pontelli

e tarsie lignee. Il trompe l’oeil delle tarsie è di scambio

continuo tra realtà e finzione. Lo studiolo era la trasposiz

Dettagli
A.A. 2013-2014
170 pagine
35 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ilaria Ghiselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Villata Edoardo.