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L'AFFICHE IN INGHILTERRA
I primi impulsi a una socializzazione dell'arte arrivano dall'Inghilterra che, avendo vissuto la
Rivoluzione Industriale, favorisce l'inserimento del prodotto estetico in una prospettiva sociale,
volta anche a un rinnovamento dello stile di vita, tesa al recupero del passato come condizione
ideale di produzione artistica, la cui naturale conseguenza è la rivalutazione della figura
dell'artigiano. Artigiano per eccellenza è il tipografo.
La volontà della Kelmscott è quella di non produrre semplici agglomerati di dorature e di
incrostazioni prive di significato, ma motivi che abbiano relazione con lo spirito del testo; le
rilegature presentano grande ricchezza di motivi ornamentali elaborati, colori visivi, dorature
materiali raffinati, secondo la lezione del movimento Arts and Crafts.
Con l'apparizione della rivista “The Studio”, che svolge la funzione di mediatrice tra l'arte della
stampa inglese e quella tedesca e viennese, nasce il Poster Mouvement. Già nei primi numeri
vengono pubblicati lavori di Aubrey Beardsley che, come i manifesti di Toulouse-Lautrec,
diventano ben presto simboli dell'arte grafica.
La prima grande mostra del manifesto, organizzata in Inghilterra al Royal Aquarium è del 1894.
Questa data può essere ritenuta l'anno di nascita del manifesto inglese. Ma i grafici inglese erano
sicuramente a conoscenza delle sperimentazioni di Chéret, che si era recato in Gran Bretagna nel
1856, per studiare i nuovi sistemi di riproduzione cromolitografica.
In Inghilterra la tecnica litografica, già avanzata, viene ulteriormente stimolata dall'esigenza di
ottenere esatte riproduzioni di grandi capolavori o documenti.
Il precursore del manifesto inglese è Frederick Walker che nel 1871 esegue The Woman in White per
una rappresentazione teatrale; in esso carattere artistico e carattere tipografico si uniscono e l'opera,
in bianco e nero, ottiene un successo tale da provocare la diffusione della moda di far realizzare le
locandine e manifesti a pittori di nota fama.
In Inghilterra, l'affermazione del movimento liberty influisce sulla grafica. I Brothers Beggarstaffs,
che avevano frequentato l'Académie Julian a Parigi, inventano figurine leggere, situate in un
ambiente senza profondità; solo le scritte, costruite in maniera elaborata, distorte a tal punto da
sembrare geroglifici, rimandano un lieve effetto prospettico. Il messaggio viene espresso per mezzo
di superfici positive e negative, il che costituisce una nuova forma di linguaggio espressivo, che
rende presto famosi i Brothers Beggarstaffs.
Il manifesto comincia a prendere le distanze dell'opera d'arte vera e propria e tende a una facile
presa sul consumatore, ottenuta mediante la semplicità del segno. Semplicità cui mira anche Aubrey
Beardsley, appassionato osservatore di Raffaello, Tiziano e Michelangelo e dell'arte medievale.
Alla fine del 1891 viene commissionata a Beardsley l'illustrazione della nuova edizione di Le Morte
Darthur, di Thomas Malory, opera per la quale realizza e consegna, nel 1892, The Achieving of the
Sangreal. Questo disegno, eseguito con inchiostro indiano acquarellato, rappresenta la visione del
Santo Graal. Si tratta di un'opera in cui domina il medievalismo, che risulta essere uno dei primi
sintomi di rivolta contro la convenzione vittoriana. L'artista rappresenta le figure femminili secondo
il canone preraffaellita; donne ideali che devono essere anche lo specchio dell'anima che le ritrae.
La donna rispecchia i canoni di bellezza dell'androgino, che Beardsley consacra a mitogramma,
tanto che risulta difficile discernere il sesso delle figure da lui rappresentate. I disegni sono quasi
sempre bidimensionali, e l'artista fa uso del bianco e del nero allo stato puro, senza sfumature
chiaroscurali, rappresentando masse e figurine bianche su fondo nero o, viceversa, nere su fondo
bianco, e spazi vuoti privi di qualunque decorazione o preziosità.
L'artista si appropria anche dei moduli stilistici ed estetici della grafica dell'oriente, in maniera però
del tutto diversa dagli altri appartenenti all'Art Noueveau: il suo orientalismo, oltre a essere
rielaborato fantasticamente, è libero da ogni implicazione ideologica perchè soltanto ciò che coglie
lo sguardo assume importanza ai suoi occhi.
Beardsley attribuisce un tale valore estetico alla grafica da farne il suo unico mezzo espressivo. Egli
realizza innumerevoli prove fino a che non si ritiene soddisfatto del risultato.
I lunghi steli dei fiori, carichi di simbologie, che appaiono nei suoi disegni, si diramano sovente
attorno al nucleo centrale, avvolgendolo in un movimento sinuoso. Gli elementi floreali hanno
spesso una linea morbida, ondeggiante e sensuale e gli steli si muovono all'unisono, attraversati da
foglie ampie, che danno la sensazione della piena sbocciatura.
La sua grafica avrà un poderoso sviluppo nei disegni per i Bon-Mots, costituiti da centinaia di
piccole straordinarie invenzioni: figure maschili e femminili, feti, fiori, animali, maschere, mostri
diventano immagini irreali, sconvolgenti, angoscianti, orribilmente fantastiche, nella cui
rappresentazione si avvicina al genere della grottesca, che gli consente una maggiore libertà
espressiva. Con queste immagini Beardsley riesce a meravigliare e scandalizzare la repressiva,
conformista e ipocrita società vittoriana e a creare un ironico distacco da essa. Il suo è un tentativo
di esorcizzare il male, non rimuovendolo né idealizzandolo, ma investendolo di spirito satirico.
Tra le illustrazioni più sconcertanti bisogna ricordare quella realizzata per la pagina ventisei, che
affronta la rappresentazione del feto; soggetto che si ripeterà anche in lavori successivi. La scena,
dall'atmosfera angosciante, mostra un feto che, con fare accusatorio, punta il dito verso un essere
mostruoso impellicciato che, con una mano pelosa, lo sta restituendo ad una donna dallo sguardo
assente che molto probabilmente è la madre. Gli unici due oggetti rappresentati dall'artista sono una
candela ed uno strano arnese che fuoriesce dal mantello del personaggio che probabilmente è
servito a procurare l'aborto.
Non è sempre possibile, nelle illustrazioni dei Bon-Mots, rinvenire il legame con il testo
letterario;ma quel che interessa di più sono le fantasie calligrafiche, ispirate a una vena grottesca
che scaturisce dall'inclinazione di Beardsley per il burlesco. Così appaiono volti senza corpi, signori
d'altri tempi, con larghe spalle, gambe magrissime e piedi piccoli, spagnole inquietanti, fanciulle
dagli abiti eleganti e raffinati con fiocchi sulle spalle, che fungono da graziosi manichini, dai quali
escono macchie che sono un groviglio di ossa, donne dell'alta società vittoriana con il volto dai
lineamenti negroidi e il cappello piumato, androgini che guardano nostalgicamente il cuore
strappato dal torace e tenuto in mano.
Il feto, per il quale egli ha un interesse morboso, è stato interpretato come emblema della solitudine
dei tempi moderni, come manifestazione visiva del senso di isolamento che l'autore sente rispetto al
mondo che lo circonda, alla società che non lo comprende e talvolta non lo accetta, e come
desiderio di ritorno al grembo materno.
Nei Bon-Mots vi è una composizione casuale con la quale mostra la sua esigenza di attingere alla
sfera dell'inconscio, assemblando gli oggetti più disparati, suggerendo cose invisibili, proponendo
giochi che saranno tipici dei movimenti artistici successivi. È quindi l'universo del sogno, della
libertà, ed è reso con purezza grafica, con il contrasto tra bianco e nero, con una leggerezza
compositiva che, attraverso linee curve e sinuose, giunge ad una sicura armonia.
Vengono stampati, con cliché a tratto, dieci disegni che possono considerarsi l'ultima fatica del
primo periodo di Beardsley.
L'impostazione dell'immagine è più complessa di quella delle opere precedenti e anche il
decorativismo assume valore essenziale. Già nella copertina compare quell'horror vacui che sarà
caratteristica di gran parte della sua produzione grafica. Qui il rapporto con il testo diventa più
stretto.
È innegabile che l'artista avverta il fascino di una donna seduttrice e malvagia, una femme fatale
che avviluppa con le sue arti tutti gli artisti simbolisti, tanto che molti dipingono il momento in cui,
fiera e soddisfatta, tiene con fermezza la testa di Giovanni Battista. Le illustrazioni della Salomé
risultano cariche di drammatica tensione, come si conviene alla rappresentazione della femme
fatale, angelo-demonio, idolo della perversità.
Ma l'illustrazione di Beardsley è completamente originale anche perché si riferisce sia a varie parti
dell'opera di Wilde che alle diverse situazioni in cui la protagonista viene a trovarsi. L'uso del
bianco e del nero diventa particolarmente sapiente e la contrapposizione dei toni, unita a linee
eleganti e sinuose, crea un artificio affascinante. Beardsley propone atmosfere orientali, ornamenti,
fiori, gioielli, una pelle candida e giovane, il corpo nudo o coperto di gemme, tessuti preziosi o
tuniche di seta; offre tanti volti e tanti corpi a una donna che, pur nelle diverse sfaccettature, è unica
nel modo di amare e di condurre alla morte l'uomo. Dal punto di vista grafico le illustrazioni di
Salomé a quell'epoca costituivano una novità per qualità e per astrattezza. L'immagine grafica in
Beardsley ha il compito di suggerire un sentimento, un'emozione, un'intenzione.
In John and Salomé l'immagine è quasi divisa diagonalmente dalla linea di contorno del mantello
del personaggio di sinistra, che sembra essere attraversato da un cuneo luminoso, prodotto dalla
mancanza di disegno e di inchiostro, e che fa da pendant speculare alla piega che parte dalla mano
del personaggio di destra, il cui mantello sembra confondersi con quello dell'altro. Sempre nella
parte destra, viene inserito un elemento floreale con scopo riempitivo.
È lo stesso particolare che compare nella parte superiore di The Stomach Dance, in cui l'immagine
viene nettamente divisa orizzontalmente in due parti: elementi decorativi vengono inseriti nella
zona bianca, quasi a testimonianza dell'horror vacui di Beardsley. L'immagine sembra rendere la
descrizione di Salomé, che, danzando, sporge in avanti il suo ventre informe.
In The Dancer's Reward sono proprio le macchie nere del mantello, dei capelli di Giovanni Battista,
del piede del vassoio su cui è poggiata la testa, che sembra un elemento naturalistico straniato, della
bocca dell'ucciso e del sangue che fuoriesce dal collo reciso, a suggerire l'avvenimento cruento che
si è appena concluso e la crudele soddisfazione