Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 59
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 1 Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 59.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte giapponese, prof. Vesco Pag. 56
1 su 59
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MURASAKI SHIKIBU NIKKI EMAKI

COLORE SU CARTA

PERIODO KAMAKURA

GOTO ART MUSEUM, TOKYO

Sono immagini che illustrano le vicissitudini del Murasaki Shikibu Nikki e si compongono di 4 rotoli

che però coprono solamente il 15% del diario. 38

Le immagini non sono in sequenza e si pensa che dovessero essere molte di più.

Il tono del diario è permeato da un senso di solitudine.

Questo particolare episodio si svolge di sera, Murasaki (all’interno) contempla la luna piena nella

veranda interna.

Due cortigiani ubriachi cercano di entrare nella veranda e lei tiene strette le imposte per non farli

entrare. È una scena quasi comica.

Il paesaggio NON rispecchia i sentimenti dei personaggi.

È usata la tecnica dello TSUKURIE cioè costruire il disegno mettendo il pigmento colorato sulla

superficie (non è molto curato rispetto il Genji Monogatari Emaki).

Il disegno non è eseguito con molta cura ma comunque le immagini riecheggiano un epoca oramai

finita. SHUNJOBO CHOGEN

13 SECOLO

LEGNO CON PITTURA

TODAIJI, NARA

Eseguito da un artista di grande talento,

probabilmente poco dopo la morte del monaco nel

1206, in suo onore.

Appare come un uomo vecchio, seduto e

leggermente sporto in avanti mentre recita un

nenbutsu, ode a Amida, con un rosario tra le mani.

È fatto di legno di cipresso giapponese ed è

decorato in maniera molto semplice, color carne per

la testa e nero per la veste da monaco. 39

UNGYO E ANGYO

LEGNO DIPINTO

PERIODO KAMAKURA

TODAIJI

I due guardiani hanno delle pose statiche

ed è come se avessero visto un potenziale

pericolo.

Sono sempre in coppia e hanno un

atteggiamento opposto e speculare.

Ungyo rappresenta l’energia potenziale. Ha la bocca chiusa ed è il difensore della notte.

Angyo rappresenta l’energia che si manifesta. Ha la bocca aperta ed è il difensore del giorno.

MUCHAKU E SESHIN (SCUOLA KEI)

LEGNO DIPINTO

PERIODO KAMAKURA

KOFUKUJI

I due fratelli Muchaku e Seishin sono due delle figure più

famose del Buddhismo indiano. Unkei (artigiano della

scuola Kei) rappresenta Muchaku come una figura snella

che tiene in mano un oggetto cilindrico avvolto in un pezzo

di stoffa, mentre Seishin è un individuo più grosso, le cui

mani gesticolano mentre egli parla. Muchaku sembra

riflessivo e introverso, mente il fratello è più aperto, e

sembra che voglia avere un contatto visivo con

l’osservatore.

Entrambi sono vestiti da preti; le vesti cadono sui loro corpi, profondamente scavate, con pieghe

irregolari.

Sono immagini completamente naturali, autonome e a sé stanti, in una posa non frontale. Unkei ha

creato dei ritratti immaginari di due antiche figure del Buddhismo indiano che sono completamente

verosimili per il Giappone del tredicesimo secolo. 40

MYOE SHONIN

13 SECOLO

COLORE SU SETA

KOZANJI, KYOTO

Opera tradizionalmente attribuita a Jonin anche se in questo

caso non c’è la sua firma.

Il monaco, avvolto in una veste nera, è seduto su un albero con

le mani in posa meditativa. L’ambiente naturale è caratterizzato

da pini scarni.

Alla sinistra del monaco sono appesi un rosario e un brucia

incensi col fumo che sale a spirale.

Sullo sfondo ci sono degli uccelli che volano.

Questa rappresentazione del monaco si rifà alle rappresentazioni cinesi degli Arahat. È un modo di

rappresentare un ritratto in maniera completamente diversa rispetto a quella di Minamoto No

Yoritomo. IPPEN SHONIN

EDEN

13 SECOLO

INCHIOSTRO E

COLORE SU CARTA

KANKIKOJI, KYOTO

Questi rotoli

contengono la storia

illustrata del monaco

Ippen.

Il rotolo inizia quando lui ha 15 anni e parte per Tazai e narra fino alla sua morte (51 anni).

È da qui che iniziano le raffigurazioni di viaggio e queste immagini sono accompagnate da un testo

che è stato composto dal fratello nel 1299. Le parole sono decorate in maniera magnifica da più di

un artista. 41

KASUGA DEER MADALA

COLORE SU SETA

13/14 SECOLO

NARA, MUSEO NAZIONALE

Viene rappresentato il cervo del santuario di Kasuga, centro del

culto della divinità fondante della casata dei Fujiwara.

Il cervo è un animale sacro perché è messaggero della divinità.

L’animale porta sul dorso uno specchio al quale è stato applicata

la foglia d’oro. KINKAKUJI, TEMPIO DEL

PADIGLIONE D’ORO

(KYOTO)

Il nome originale era

Rokuonji.

Fu costruito nel 1397 come

villa per lo shogun Ashikaga

Yoshimitsu e si trova a Kyoto.

L’edificio da cui il Kinkakuji

prende il nome è una

magnifica struttura di tre piani

ricoperta di lamina d’oro, che

si trova sulla riva di un

grande specchio d’acqua artificiale.

Nel 1397 Yoshimitsu acquisì la proprietà del sito e fece costruire il padiglione e due pagode. Il

padiglione originale fu completamente distrutto nel 1950 da un piromane folle per protesta contro

la commercializzazione del buddhismo dopo la Seconda Guerra Mondiale. La struttura fu

ricostruita rapidamente e ripristinate nella sua forma originale. Nel 1980 fu sostituita la lamina d’oro

e l’edificio fu riaperto al pubblico nel 1987.

Il padiglione è una struttura a tre piani con due tetti, progettato per lo svolgimento di attività di vario

tipo. 42

Il primo piano era inteso per rilassarsi informalmente e contemplare il lago e il giardino, e presenta

dei pannelli che possono essere sollevati per rendere gli interni visibili all’esterno.

Il secondo piano, progettato nello stile preferito dai samurai, è racchiuso da muri, ha una pianta a

forma di L perché tre sezioni che si affacciano sul lago non sono state incluse negli interni.

L’ultimo piano è più piccolo e fu progettato per ospitare statue di Amida e 25 bodhisattva oltre a

una reliquia buddhista acquistata dall’Engakuji a Kamakura.

GINKAKUJI, TEMPIO DEL

PADIGLIONE D’ARGENTO

Il nome originale è Jishoji. In origine era

la villa di Yoshimasa, nipote di

Yoshimitsu. Fu costruito nel 1490 a

Kyoto.

La nozione che fosse ricoperto

d’argento è falsa.

Il secondo piano fu progettato come

cappella dedicata a Kannon. Il

Ginkakuji si trova sul sito di un tempio

Tendai abbandonato acquisito da

Yoshimasa nel 1465.

Il padiglione d’argento è un edificio di due piani con due tetti. Il primo piano veniva usato da

Yoshimasa per meditare e poteva essere aperto spostando dei pannelli per avere la vista sul

giardino.

Un altro degli edifici sopravvissuti del Gingakuji è il Togudo, che contiene una semplice sala da thè

chiamata Dojinsai, considerata la più antica del Giappone.

Il complesso comprende un bellissimo giardino costruito intorno ad un lago artificiale.

SHIGISAN ENGI EMAKI

(EMAKI MONO)

COLORE SU CARTA

3 ROTOLI

CHOGOSHONSHIJI (NARA)

I primi due rotoli narrano le

gesta miracolose di

Bishamonten (dio della guerra)

che agisce attraverso il

monaco Myoren. 43

Il terzo rotolo narra le vicende della sorella di Myoren che va in cerca del fratello. E questo rotolo è

utile per capire il tipo di architettura dell’epoca.

In quest’immagine Myoren manda una ciotola d’oro al Daimyo come atto di devozione. Il daimyo si

rifiuta di restituirla e la nasconde nel magazzino. Seguendo le istruzioni di Myoren il magazzino si

solleva. Il capofamiglia sale a cavallo per vedere dove va a finire il magazzino.

C’è un angolatura particolare.

I disegni sembrano quasi abbozzati e le figure sono molto animate.

Il testo che completa questi rotoli è molto breve (si lascia molto più spazio alle figure).

Le figure si susseguono con scene molto interessanti andando a rendere molto più interessante

anche il testo.

BAN DAINAGON EKOTOBA (EMAKI MONO)

INCHIOSTRO E COLORE SU CARTA

PERIODO HEIAN

MUSEO D’ARTE, TOKYO

Attribuito a Tokiwa Mitsunaga, attivo intorno al 1173.

I dipinti originali non sono sopravvissuti ma abbiamo delle copie accurate del 17° secolo.

Trama: Tomo No Toshio (il cui nome e titolo possono essere tradotti come Ban Dainaagon) viene

esiliato per aver bruciato il cancello del palazzo imperiale nel tentativo di screditare un rivale a

corte. PERIODO YOMON (11.OOO-400 A.C.) 44

?

Il periodo Jōmon (縄縄縄縄 Jōmon-jidai ) è il periodo di storia giapponese che va da circa il 10000

a.C. fino al 300 a.C.

Con "Jōmon" ci si riferisce al popolo e alla cultura giapponese di quell'epoca; occorre comunque

tener ben presente che, data la vastità del periodo temporale coperto, non sono esistiti un popolo e

una cultura "Jōmon" monolitici, quanto piuttosto più popoli e culture accomunati dall'uso di certe

tecniche (in particolare dalla tecnica di produzione di vasellame).

Il termine «Jōmon» è una traduzione in giapponese del termine inglese cord-marked («segnato

dalle corde») e si riferisce ai motivi con cui era decorato la maggior parte del vasellame di argilla

tipico di questo periodo, che veniva creato utilizzando corde o bastoni con corde avvolti intorno ad

essi. Il termine è stato introdotto nel 1879 da Edward Sylvester Morse, studioso statunitense e

professore di zoologia presso l'Università di Tokyo, che nel libro Shell Mounds of Omoridescrisse i

ritrovamenti del kaizuka («cumuli di conchiglie» - resti degli scarti, principalmente conchiglie, di

insediamenti preistorici) di Omori (da lui scoperto due anni prima).

Il popolo Jōmon produsse vasellame e figure in argilla decorati con disegni ottenuti imprimendo

nell'argilla umida bastoncini, corde intrecciate o non intrecciate con una sofisticazione in continua

crescita. Le decorazioni a corda, pur avendo una funzione decorativa, avevano in realtà anche la

funzione pratica di impedire la formazione di crepe sul vaso quando veniva posto sul fuoco. In

?

generale il vasellame di questo periodo viene detto Jōmon doki (銅銅銅銅 «vasellame Jōmon»).

Sono stati ritrovati per lo più:

CERAMICHE E VASI.

Non ci sono stati ritrovamenti di vasi interi, ma, dai frammenti, si presume che

fossero piccoli e con una base arrotondata, così da essere facilmente trasportabili e

adattabili alle superfici sconnesse (grotte, buche nel terreno etc.); si adattavano alla

vita nomade della popolazione Jomon. La superficie di questi vasi è solitamente

decorata da segni (di corda o altro). L’argilla veniva cotta in forni aperti.

DOGU.

Figure stilizzate in pietra o argilla. La loro presenza, per quanto ancora primitiva, è

segno della creazione di una tradizione ritualist

Dettagli
A.A. 2013-2014
59 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/05 Archeologia e storia dell'arte del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alicefavaretto1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte giapponese I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Vesco Silvia.