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Victor Horta, Studio, Bruxelles, 1898 - 1901 Lo studio in alto a destra. Rispetta quelli che Le Duc definiva il
programma dell'architettura: se devo progettare, devo tener conto di alcune condizioni che devo
soddisfare. Siccome lo studio di un architetto, ha bisogno di luce, in questo caso viene posto in alto e
sfinestrato (grazie all'uso dei vari materiali). L'accostamento del ferro e della pietra richiede anche, oltre
che un livello molto specializzato di artigianato, perizia tecnica, in quanto il grado di dilatazione del ferro è
diverso da quello della pietra e quindi si deve padroneggiare la costruzione. Scala Art Noveau, presenza di
alcune volte goticheggianti (sesti acuti).
Abbiamo visto case che Horta progetta nell'arco di cinque - sei anni e modificano il volto di Bruxelles. Horta
in seguito riceve l'incarico per la costruzione di un edificio pubblico.
V. Horta, Maison du Peuple, Bruxelles 1895 -1900 (demolita nel 1965) Horta riceve l'incarico dal partito
socialista per la costruzione della Casa del popolo, casa del Partito Socialista. Quasi tutti i committenti di
Horta appartengono al partito socialista. E' un edificio con una funzione molto importante: non è solo la
sede del partito ma è un vero e proprio luogo di ritrovo, un circolo. Un partito, per essere ben radicato
politicamente nel territorio, ha bisogno di spazi di politica ma anche di socialità (luoghi di incontro). E' un
luogo di ritrovo per la classe operaia, che avrà le caratteristiche di lusso (luce, aria per gli operai). L'edificio
ha una facciata curva perchè si adegua all'andamento del lotto. Ha una facciata in ferro e vetro, con alcuni
piloni di pietra. La parte più importante è la sala del caffè, che ha una volta stellare goticheggiante che
viene declinata in chiave art noveau con un linguaggio industriale, perchè è la volta gotica tradotta in ghisa
(idee di Viollet Le Duc). All'interno vi è anche una sala del cinema che l'architetto piazza sull'ultimo livello
dell'edificio, perché non avendo il peso delle strutture sovrastanti può creare uno spazio libero da ingombri
intermedi e quindi destinato ai sedili e alla scena. Questa sala dello spettacolo parla un linguaggio
industriale ed è realizzata con una struttura metallica (ferro e ghisa), costituita da elementi che fungono
quasi da archi e contengono anche gli impianti per l'areazione, per l'illuminazione ecc (doppia funzione:
impiantistica e strutturale).
Horta, a proposito di questo incarico, afferma: “…si trattava di un incarico estremamente interessante,
costruire un edificio che non doveva essere un palazzo bensì una casa le cui caratteristiche di lusso sono
l’aria e la luce che erano state per così lungo tempo assenti dai ghetti della classe operaia”
In realtà l'Art Noveau viene spesso letto come un linguaggio epidermico, che si ferma all'aspetto decorativo
ma invece Horta, proprio nella casa del popolo se ne occupa sia in termini strutturali che funzionali.
Mobili e gioielli - Henry van de Velde Mobili e gioielli su commissione di Samuel Bing per venderli nel suo
negozio in Francia (Art Noveau) e vengono progettati dall'architetto belga Henry van de Velde, che progetta
molto poco e può essere considerato soprattutto un teorico dell'Art Noveau. Questi oggetti sono
perfettamente in stile art noveau, troviamo sempre il ripetersi della linea e accentuazione della linea.
Henry van de Velde, Casa a Uccle (Bruxelles), 1895 ispirata alla casa rossa di William Morris, quindi con un
forte richiamo alla tradizione vernacolare. Progetta qui anche mobili, sopramobili e persino i vestiti e i
gioielli che la moglie doveva indossare in casa. Siamo qui dentro l'arts and crafts, si guarda all'architettura
come ad un progetto unitario (dall'architettura fino al mobile, gioielli ecc) con l'annullamento tra arte
maggiore e minore. Ossessione per la decorazione ridondante.
Sotto vi è una vignetta che ironicamente prende in giro l'architettura di Van De Velde. Adolf Loos dirà che
all'architetto spettano i muri e i mobili vengono decisi dal proprietario della casa.
H. Van de Velde, Teatro in cemento armato per il Werkbund di Colonia, 1914 Ad un certo punto Van De
Velde si trasferisce in Germania e progetta, per un'esposizione, il Teatro in cemento armato, dove tenta di
trasferire la linea curva, che aveva utilizzato per progettare i vestiti e i mobili, ad un'architettura. In genere
l'Art Noveau viene considerato nell'accezione di un linguaggio puramente epidermico che riguarda solo la
decorazione (in effetti non entra molto nel merito della costruzione e della volumetria dell'edificio), mentre
Van De Velde cerca di trasporre nell'architettura in termini volumetrici il linguaggio art noveau, declinato
con il cermento armato. E' una strada che non verrà percorsa dal molti.
FRANCIA: H. Guimard, ingressi alle stazioni della metropolitana, Parigi 1900 troviamo il tema notissimo
delle stazione della metropolitana che vengono progettate all'inizio del '900 dall'architetto Guimard che
progetta le stazioni della metropolitana in linguaggio liberty. Si tratta di piccoli padiglioni o pensili che
proteggono le entrare, interamente realizzati in ghisa e vetro, con un linguaggio che fa riferimento al
mondo dei fiori e al mondo naturale.
H. Guimard, ingressi alle stazioni della metropolitana, Parigi 1900
SCOZIA: Mackintosh Rientra nel filone dell'art noveau. Si costituisce il cosiddetto gruppo dei 4: l'architetto
Mackintosh, la moglie (pittrice) di quest'ultimo, dalla cognata, ecc.... tutti personaggi legati al mondo
dell'arte e della grafica. Nel cartellone pubblicitario si vede l'uso ridondante della linea stavolta composto
da linee dritte (a differenza di Horta, le cui linee era curve e a colpo di frustra, linguaggio molto più stilizzato
e geometrico. Rientra sempre nel filone dell'art noveau. Non vi è molto (se non niente) in comune con le
opere di Victor Horta e, come detto in precedenza, ciò che accomuna questa opera con quelle degli altri
architetti art noveau, è il rifiuto degli stili del passato.
C. R. Mackintosh, Scuola d’arte, Glasgow (1896-1910) Edificio che rientra nel linguaggio dell'Art Noveau. La
facciata è costituita da una serie di volumi che non presentano nessun asse di simmetria ma è asimmetrica
e fuori dai canoni tradizionali dell'architettura. Grandi finestre in ferro e vetro per illuminare bene le aule.
La parte più importante dell'edificio è quella terminale, un pò a forma di torre e segnata da bow window
rettangolare e che all'interno ospita la biblioteca, si ha uno spazio a tutta altezza illuminato dalle finestre
del bow window. All'interno troviamo una struttura in legno che viene interamente progettata da
Mackintosh (mobili, sedie, ecc) quindi si l'arte come progetto unitario (concetto ripreso da Morris). Qui vi è
un gusto più semplice, con l'utilizzo della linea retta, più essenziale e geometrica.
C.R. Mackintosh, Hill House, Helensburgh, 1902-1903 Linguaggio art noveau. Intonaco bianco che
prefigura alcuni elementi del movimento moderno. Libera aggregazione dei volumi. Non si ha, come nelle
architetture di Horta un intreccio di linee, ma si hanno delle linee dritte. Unitarietà del progetto, arti minori
e maggiori vengono messe sullo stesso piano.
AUSTRIA: troviamo qui un'ulteriore declinazione dell'art noveau, che prende il nome di secessione
viennese. Secessione è il nome che viene dato ad un movimento artistico, culturale che viene promosso da
un gruppo di giovani artisti e architetti che vogliono rompere con il passato. Olbrich è il fondatore di questo
gruppo. Uno strumento importante di diffusione attraverso una rivista dal titolo "Primavera sacra" che
allude al primaverile rinnovamento dell'arte.
J.M. Olbrich, padiglione delle Secessione, Vienna 1897-1898 E' un vero e proprio manifesto dell'art
noveau. E' un padiglione che ospita i progetti degli artisti della Secessione e intenzioni di Olbrich è un vero e
proprio tempio dell'arte carico di riferimento simbolici (come le meduse). Il padiglione è molto semplice ed
è composto da due aspetti principali: quello volumetrico (è composto da volumi puri) e quello della
decorazione (tipico dell'art noveau) che però è completamente diversa da quella che siamo abituati a
vedere nell'art noveau. E' una decorazione che punta sull'intonaco bianco e sull'oro, vi è la presenza di
foglie dorate e una cupola realizzata interamente da foglie dorate. Vi è il tema dell'albero della vita, tema
molto caro a Klimt (che ha preso parte all'impresa decorativa). Sotto la sfera vi è la scritta "Ad ogni epoca la
sua arte, all'arte la sua libertà" è il netto rifiuto dello storicismo.
OTTO WAGNER 1841-1918 Olbrich è l'assistente di un professore che è più anziano di lui di circa 30 anni,
Otto Wagner. E' un'assistente che non segue il linguaggio del maestro ma si proietta avanti, seguendo un
altro percorso. Un altro allievo di Wagner è Hoffmann, anche lui legato al movimento della secessione
viennese. Wagner invece è legato alla tradizione, allo storicismo eclettico ottocentesco (progetta con un
linguaggio neoclassico, neoromanico, neobarocco ecc) che il movimento della secessione vuole stroncare.
Si ritrova circondato da allievi ed assistenti aventi un linguaggio molto più all'avanguardia. Ad un certo
punto questo professore decide anche lui di aderire alla secessione viennese. Quindi, colui che fino a quel
momento aveva progettato in stile eclettico, comincia ad un certo punto a progettare edifici in un
linguaggio moderno.
O. Wagner, Majolika Haus, Vienna 1898 Condominio con facciata molto ripetitiva, con finestre tutte uguali.
L'elemento particolare sta nella decorazione della facciata, in chiaro stile floreale, quindi chiaramente art
noveau, realizzata con delle piastrelle che simulano delle maioliche. Anche l'edificio accanto è progettato
da Wagner, che lo decora in maniera differente (riferimento al mondo naturale più stilizzato e colori bianco
e oro). Quindi sono due edifici uguali, con la stessa funzione e che differiscono solo nella "pelle", ovvero
nella decorazione epidermica della facciata. Loos, parlando di queste architetture, le definirà "architetture
tatuate" (fattore che riguarda l'epidermide e non riguarda l'organismo, quindi riguarda la superficie e non la
struttura) dando a quest'affermazione un'accezione negativa, perché il tatuaggio, secondo Loos, ha a che
fare con l'uomo primitivo.
Wagner, Stazioni della Metropolitana, Vienna (1894-1901) Wagner progetta, non soltanto le stazioni della
metropolitana, ma l'intera rete ferrata. La più