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LA COVARIANZA:
Es. Devo valutare la quantità di limone e arancia nel succo ace.
Include entrambe le variabili misurate, quindi dice come varia una varianza rispetto ad un'altra. 43
L’unità di misura dell’unione di due varianze risulta incomprensibile, per questo esiste il
coefficiente di correlazione, un numero adimensionale con estremi fissi, quindi una
standardizzazione.
Il valore della covarianza di per sé non è indicativo dell’entità della correlazione poiché dipende
dall’unità di misura delle variabili considerate. Il segno risulta, di contro, molto informativo.
IL COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE: Numero che correla due varianze
Covarianza/ varianza delle x ∙ varianza delle y =>
r è adimensionale e può assumere valori compresi tra –1 e 1.
Tipologie di correlazione:
Il coefficiente di correlazione (r - detto anche coefficiente di correlazione di Pearson) è
adimensionale e può assumere valori compresi tra –1 e 1: il segno deriva della covarianza e quindi
può essere ugualmente interpretato, il valore assoluto esprime, invece, l’entità della correlazione
in una scala tra 0 e 1 (0 = minima correlazione, 1= massima correlazione).
!!!!Ricorda!!!= all’esame se ti chiede di disegnare un grafico di no correlazione=Disegno una
nuvola di punti senza correlazione (a caso) per r=0, quindi disegno figura in mezzo che deve essere
diversa da r=0.3
La regressione la faccia a r=1 o 0,8 e a r=-1,-0,8. 44
Gli istogrammi marginali:
Possiamo rappresentare una distribuzione bivariata in uno spazio ortogonale definito dalle due
variabili misurate X e Y. Ogni punto nel piano rappresenterà una coppia di dati xi yi e, quindi, il
risultato ottenuto da uno o più campioni analizzati. Gli istogrammi relativi alla distribuzione delle
due variabili X e Y, prese singolarmente, vengono definiti istogrammi MARGINALI.
Vedo uno spazio con la variabile x e y in uno
spazio ortogonale con una correlazione positiva
con r=0.3
Le linee blu laterali sono gli intervalli di fiducia.
I test bivariati e l’intervallo di fiducia congiunto
L’intervallo di fiducia bivariato (congiunto) non corrisponde all’intersezione tra gli intervalli di
fiducia univariati delle variabili X e Y ma è definito come sezione della campana di distribuzione
bivariata. Le ellissi isotetiche sono, quindi, i confini dell'intervallo di fiducia bivariato e cambiano
orientamento in accordo con la natura della correlazione tra le variabili X e Y.
Devo unire le variabili
per capire se il mio
dato è dentro o fuori al
limite.
L’intervallo di fiducia di
due variabili è
un’ellisse e non un
rettangolo.
Questo perché se guardiamo il nostro dato preso con variabili singoli risulta corretto ma con le
variabili congiunte risulta un out liner come nel grafico.
La probabilità bivariato:
Ricordando il parallelismo tra campione e popolazione e, dunque, tra frequenza e probabilità, è
possibile definire una distribuzione di probabilità bivariata caratterizzata da una forma a sezione
di campana centrata sul massimo assoluto dei dati.
L’intervallo di fiducia della distribuzione bivariata normale è la superficie che contiene il p% della
probabilità e che è delimitata da una ELLISSE ISOTETICA (linea che congiunge i punti con eguale 45
valore della densità di probabilità). In pratica, la campana viene sezionata orizzontalmente ad una
altezza definita in funzione della probabilità di fiducia scelta a priori.
Quindi, io taglio la testa alla mia distribuzione a campana e se la taglio solo la parte alta ho un
intervallo di fiducia più piccolo. Se taglio la mia campana bassa ho un intervallo di fiducia più
grande e una distribuzione tonda. Come ho scelto di tagliare la campana trovo un’ellisse più
piccolo o più grande; quindi, è influenza dalla correlazione dei miei dati se ben correlati avrà una
campana molto magra e viceversa.
CONCETTO: Io miei dati sono una correlazione di x e y, ho una campana piena di colonnine di
istogramma che esse mi dicono quante vote nella popolazione la correlazione di e y (combinate) e
così creo la mia campana in 3D.
Se mi danno un bicchiere e mi dicono di disegnare la campana io la disegno a seconda dei punti
che riempiono l’area del bicchiere.
Quindi trovo un’ellisse più grande o più piccolo facendo riferimento all’andamento bivariato.
Da correlazione a regressione:
In un sistema BIVARIATO, quando è presente correlazione tra due variabili è possibile modellarne
matematicamente la relazione al fine di predirne una a partire dalla conoscenza dell’altra. Tale
procedimento è noto come regressione univariata. 46
Strategie per il confronto tra metodi analitici:
VALUTAZIONE DEI MODELLI DI REGRESSIONE
2
Coefficiente di determinazione R :
Coefficiente positivo
2
Elevando ci mangiamo il segno
parametro molto abusato, che corrisponde al quadrato del coefficiente di correlazione (r) tra x e y.
È adimensionale e può assumere valori numerici compresi tra 0 e 1 (caso ritenuto ideale).
Quantifica quanto un modello di regressione si avvicina ai punti sperimentali.
2
A differenza di quanto spesso millantato, il parametro R NON indica:
• se il modello di regressione scelto (es. lineare) è quello più corretto
• se la scelta operata dei livelli di x è ottimale
• se esiste un nesso di causalità (rapporto causa-effetto) tra x e y VALUTAZIONE DEI MODELLI DI
REGRESSIONE. 2
Inoltre, ci sono molte situazioni di pessimi modelli i cui valori di R (va preso insieme alla retta e
non da solo) sono apparentemente buoni:
Ai fini di una valutazione dei modelli di
regressione, risulta molto
più informativa (per quanto meno usata)
2
rispetto a R l’analisi dei residui: 47
CONFRONTO TRA METODI ANALITICI
Si dosa con due metodi analitici diversi (metodo 1 e metodo 2) uno stesso analita in una serie di
campioni a concentrazioni diverse. I dati sono pertanto abbinati a coppie (matching pairs). Si vuole
verificare se i due metodi analitici forniscano risultati comparabili, oppure significativamente
diversi tra loro.
Questa tipologia di confronto è già stata affrontata, mediante applicazione di un test di Student
per dati accoppiati. Il test di Student, tuttavia, richiede che la variabile differenza (d) calcolata sia
una variabile random, esente da effetti deterministici.
Lo stesso confronto può essere effettuato (e
più appropriatamente) mediante un test
congiunto (bivariato) su intercetta (a) e
pendenza (b) della retta di regressione tra
metodo 1 (x) e metodo 2 (y).
Nel caso ideale (H0 ), infatti, i due metodi fornirebbero esattamente gli stessi risultati per tutti i
campioni analizzati: Metodo 2 = Metodo1 Tale relazione corrisponde alla retta y=x (bisettrice del
primo quadrante) nel piano. Ossia, deve essere contemporaneamente:
a = 0 ; b = 1
Per questo tipo di confronto, non può essere utilizzato il metodo di regressione dei minimi
quadrati, in quanto questo prevede che la x sia esente da errore. Si ricorre a metodi alternativi,
come il metodo di Passing-Bablok, regressione non parametrica che ammette che anche la x sia
affetta da errore, e fornisce risultati comparabili invertendo x e y (b’ = –1/b): 48
Per questo tipo di confronto, non può essere utilizzato il metodo di regressione dei minimi
quadrati, in quanto questo prevede che la x sia esente da errore. Si ricorre a metodi alternativi,
come il metodo di Passing-Bablok, regressione non parametrica che ammette che anche la x sia
affetta da errore, e fornisce risultati comparabili invertendo x e y.
Analisi del segnale:
COSA È UN SEGNALE?
Segnale = mezzo per codificare INFORMAZIONE
Informazione può essere CONSERVATIVA oppure un segnale si può TRASMETTERE
SEGNALI = «Oggetto specifico di una teoria dell’informazione [...] Unità di
trasmissione che possono essere computate quantitativamente indipendentemente
dal loro significato possibile.
L’eccitazione (es. fornendo calore, o ad un campo magnetico o
elettrico o gravitazionale) di un sistema genera un segnale che ci
dà informazione su come il sistema ha interagito con l’energia
fornita (quella che ha eccitato il sistema), abbiamo
un’elaborazione del segnale per ottenere un segnale utile. Che
dopo operazioni come la calibrazione ci dà un informazione
chimica grezza, essa viene trasformata in informazione chimica
utile che è quella consente di risolvere il problema alla base della
nostra indagine.
ECCITAZIONE (p.e. aumento della temperatura, irraggiamento,
sottoposizione ad un campo gravitazionale)
RISPOSTA, quantità fisica, risultato di una perturbazione del sistema
chimico-analitico operata da una opportuna sollecitazione fisica.
Ambedue queste quantità fisiche (risposta ed eccitazione)
costituiscono una informazione. 49
Segnale: informazione fisica trasmessa a distanza
La natura del segnale può essere:
- elettrica
- meccanica
- elettromagnetica (ottica)
Principali segnali di interesse chimico-analitico:
• SPETTRI → SPETTROSCOPIA
(intensità di assorbimento/trasmissione/riflessione di una radiazione elettromagnetica, in
funzione della λ o di una sua trasformata)
• CROMATOGRAMMI → CROMATOGRAFIA
(intensità di risposta di un rivelatore in funzione di un tempo)
• CRONOAMPEROGRAMMI → CRONOAMPEROMETRIA
(corrente in funzione del tempo, a potenziale costante)
• VOLTAMMOGRAMMI → VOLTAMMETRIA
(corrente in funzione di un potenziale variabile). SEGNALI IDEALI:
Questi sono grafici con
andamenti simili a quelli di
Gauss e quindi con
andamento normale.
Tipo di segnale:
cromatogrammi.
Sull’asse x poniamo il tempo
e nelle y c’è la risposta
relativa.
Nella realtà abbiamo delle oscillazioni radmon quindi senza logica e con interferenze che possono
derivare anche dal sistema; quindi, il segnale
è sporco dal rumore.
Es. il fruscio nelle registrazioni è dato dal
rumore radmon.
Se il rumore diventa più alto del segnale
possiamo ricavare poche informazioni.
Il rapporto segnale rumore si misura con h
altezza picco rispetto alla linea di base e la si
rapporta con l’altezza del rumore. = S/C
(segnale/rumore).
Se esso è alto abbiamo poco rumore e tanto
segnale al contrario se il numero trovato dal
rapporto è tipo 3 abbiamo tanto rumore e
poco segnale. 50
Quale che sia la natura del segnale, esso ha fondamentalmente una caratteristica ondulatoria:
Un segnale semplice (sinusoidale) è caratterizzato da:
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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