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INTERNAZIONALI
Nelle imprese internazionali la sostenibilità si manifesta in 3 ambiti specifici, legati
allo spettro sovra-locale delle loro attività, degli effetti generati e del sistema di
relazioni:
1. L’impatto globale su problematiche sociali ed ambientali;
2. La “buona cittadinanza” nei singoli contesti geografici dove l’impresa
opera;
3. La trasparenza e la compliance con i migliori standard internazionali.
1) L’impatto globale sulle problematiche sociali ed ambientali
I gruppi internazionali possono dare un contributo nel miglioramento delle
problematiche sociali ed ambientali, agendo secondo 3 direttrici (in parte
interdipendenti):
1. Adozione di tutta l’organizzazione di principi, strategie, procedure per la
sostenibilità:
Anche diffondendoli affinchè siano adottati anche dai fornitori. (es: misure per
ridurre consumo acqua, aspetti strategici-competitivi: input nel processo
produttivo…..).
2. Ruolo di “alfiere” internazionale dell’azione su una questione di rilievo sociale o
ambientale, in genere correlata con il core business dell’azienda:
A tal fine il costituisce e finanzia un organismo dedicato (spesso una
fondazione) che guida una rete di soggetti pubblici e privati operanti sulla
stessa tematica in diverse aree; oppure sviluppa partnership strategiche con
soggetti no profit. Tale ruolo è rilevante per 2 ragioni:
Può dare visibilità all’iniziativa presso l’opinione pubblica, grazie al
marketing e alla notorietà acquisita sui mercati dei principali Paesi del
mondo
Dalla gestione competitiva del business possono derivare conoscenze per
trattare in modo migliore le problematiche sociali ad esso collegate
3. Sviluppo di innovazioni per rendere prodotti e tecnologie innovative utilizzabili
anche da persone svantaggiate: 5 ambiti principali di possibile intervento:
footprint
innovazione dei sistemi produttivi, per ridurre il ambientale
dell’attività o renderla più favorevole per le persone impiegate nella sua
realizzazione; che può favorire la diffusione di migliori standard
tecnologici in tutto il settore (es: innovazione del prodotto per le materie
prime usate, l’impatto ambientale del suo utilizzo..).
R&S per realizzare nuove versioni di prodotti/servizi esistenti con
caratteristiche fruibili da tutti i consumatori potenziali, specialmente
quelli in condizioni svantaggiate. (Es: apparecchiature medicali). 2
(reverse innovation):
innovazione inversa” creano un nuovo
prodotto/servizio per soddisfare una specifica esigenza delle persone
povere, o in aree meno avanzate.
facilitazione di accesso alle tecnologie e rafforzamento dei
(open innovation):
processi di trasferimento favorisce la diffusione di
conoscenze e prodotti migliori, a vantaggio di aziende locali non in grado
di investire in tecnologia, e dei consumatori. (Ha particolare rilievo nei
Paesi con un tessuto produttivo endogeno meno avanzato)
impegno nei grandi programmi di innovazione: realizzando
investimenti in ricerca con un orizzonte di lungo periodo. In questo modo
i grandi attori privati rafforzano gli investimenti pubblici, aumentando la
breaktrough tecnologici
probabilità di realizzare che conducano ad un
miglioramento strutturale per tutta l’umanità.
committenti
Possono anche agire da per alcune tecnologie, favorendo gli
investimenti in ricerca, la “sperimentazione” di imprese più piccole e la
crescita di ecosistemi innovativi. innovazione sociale,
Infine possono partecipare ad iniziative di per
implementare prodotti, servizi, modalità relazionali che soddisfino meglio
determinate esigenze collettive.
2) La “buona cittadinanza” nei singoli contesti geografici dove l’impresa
opera
I governi locali e gli stakeholder sono attenti all’impatto delle imprese estere sul
proprio sistema socio-economico: tanto che attuano politiche di attrazione degli
investitori, con aiuti economici e incentivi fiscali.
L’impresa internazionale deve legittimarsi e beneficiare di una buona reputazione
nei Paesi dove opera, superando quelle che Hymer definisce liabilities of foreigness
(sussidiarie sostengono costi maggiori rispetto alle imprese locali, derivanti per es. da:
minore consapevolezza specificità locali…)
Per bilanciare questi svantaggi è essenziale rafforzare il radicamento nel contesto
locale, migliorando le relazioni con gli attori e avendo un ruolo positivo nello sviluppo
sostenibile della comunità.
Ciò trova concreta applicazione nella pratica dello stakeholder engagement: la
qualità della cittadinanza di un’impresa dipende:
Dall’impegno per favorire lo sviluppo sostenibile, mettendo a disposizione
risorse, competenze, relazioni, iniziative rilevanti per gestire in modo ottimale
problematiche collettive;
Dalla proporzione dell’impegno rispetto alla dimensione delle attività svolte, e
quindi dai benefici che trae dalla presenza in quel contesto geografico
(l’impresa deve restituire al territorio un valore comparabile a quello che trae
dallo stesso).
Questo bilanciamento è delicato se le attività riguardano l’accesso a materie
prime o la commercializzazione dei prodotti, poiché la quota di valore aggiunto
vs i soggetti locali è in tali casi limitata, a differenza delle esternalità negative
potenzialmente producibili.
{Es: azioni per rafforzare il tessuto produttivo locale: migliorandone
l’internazionalizzazione, accrescendo le competenze del capitale umano, trasferendo 3
conoscenze e supportando l’innovazione; sostegno finanziario alle no profit,
collaborazione con istituzioni…}
Il rispetto del principio di “buona cittadinanza” può confliggere con l’obiettivo di
ottimizzare la localizzazione delle attività della value chain (rif. cap.8). Infatti
nell’ottimizzare la propria struttura produttiva internazionale, l’impresa non tiene
conto degli effetti sui sistemi economici dei Paesi, inoltre riduce l’impegno con gli
attori locali dei contesti ritenuti meno strategici per lo sviluppo del vantaggio
buona cittadinanza utilitaristica.
competitivo internazionale. Si parla quindi di
3) La trasparenza e la compliance con i migliori standard internazionali
La governance aziendale ha rilievo cruciale sul grado di sostenibilità dell’impresa, che
infatti è considerata sostenibile quando dispone di una governance che garantisce:
(compliance)
Concreta adesione alle norme, negli ambiti di maggior rilievo
pubblico
Concreta trasparenza dei comportamenti aziendali, soprattutto dove sono forti
le asimmetrie informative a svantaggio dei soggetti esterni;
Strumenti concreti alle minoranze per intervenire sulle scelte strategiche e
poter controllare l’effettivo rispetto delle proprie prerogative.
Per es. lo scetticismo sui principi e sui comportamenti sostenibili, alimentato dalle
grandi aziende che da un lato hanno sfruttato il potere economico oltre il lecito e
dall’altro si sono mostrate fortemente attente alla sostenibilità delle loro attività
produttive, può essere superato rafforzando la qualità della governance che minimizzi
tali comportamenti illeciti (questo è ancor più rilevanti per le grandi multinazionali).
Altro aspetto rilevante nel collegamento governance-sostenibilità è l’efficacia delle
misure di governo delle sussidiarie, cioè la capacità della corporate di orientare e
controllare al meglio i loro comportamenti. Misure che sono più complesse per le
sussidiarie in Paesi con un quadro politico-istituzionale che facilita l’assunzione di
comportamenti illeciti nel Paese della corporate, e dannosi in senso ambientale e/o
sociale.
GLI AMBITI OPERATIVI DI ATTUAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ SPECIFICI DEI
GRUPPI INTERNAZIONALI
L’ampia presenza internazionale rende il comportamento sostenibile rilevante in 4
ambiti operativi:
1. La gestione del sistema di fornitura internazionale
2. La gestione delle relazioni con i governi locali (specialmente in Paesi con
debole assetto istituzionale e socio-economico)
3. Le dinamiche organizzative e le relazioni interne
4. La strategia globale di prodotto
1) La gestione del sistema di fornitura internazionale
Il sistema di fornitori internazionali è articolato in diversi livelli: i fornitori in relazione
di primo livello)
diretta con la grande impresa (fornitori si avvalgono della
collaborazione di altre imprese (che rispetto al committente sono sub-fornitori o
di secondo livello),
fornitori che possono ulteriormente esternalizzare parte dell’attività
produttiva. 4
Sotto questo punto di vista, la sostenibilità dipende da quanto l’impresa riesce a
gestire il sistema di fornitori, per favorirne la crescita positiva di sviluppo sostenibile (o
agisce solo per ottimizzare il proprio risultato economico).
di outsourcing internazionale
Considerando che la strategia è finalizzata a ridurre i
costi di produzione, se coinvolge operatori localizzati in Paesi meno avanzati, ha una
logica opposta a quella di sostenibilità;
pertanto è necessario un approccio di outsourcing “non tradizionale”, e orientato
alla sostenibilità:
Gestire le relazioni con i fornitori senza sfruttare il proprio maggior potere
negoziale, ma cercando un accordo equo;
Stimolare i fornitori ad adottare comportamenti sostenibili, almeno nelle attività
produttive di suo diretto interesse (es: rispetto norme di impatto ambientale e
adeguate condizioni di lavoro).
moral suasion
Stimoli che vanno da azioni di a strutturati codici di
comportamento cui il fornitore deve attenersi, aiutando anche i partner a
raggiungere le condizioni richieste.
Imporre contrattualmente ai fornitori comportamenti sostenibili o selezionarli in
funzione del loro grado di sostenibilità è dunque una linea di azione molto importante
della grande impresa, poiché:
Rappresenta una leva rilevante per diffondere comportamenti socialmente e
ambientalmente responsabili anche tra medie e piccole aziende;
Implica un impegno significativo del committente a favore del miglioramento
dei suoi fornitori.
L’attuazione di questa politica in ambito internazionale è ancor più complessa sia per
l’eterogeneità dei fornitori, (la cui selezione può penalizzare quelli in aree + deboli,
impattando negativamente in ottica della buona cittadinanza globale); sia
dall’articolazione dei livelli della catena di fornitura (come già detto).
Le imprese internazionali so