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Gli Aggregati

Aggregato naturale: di origine minerale, che è stato sottoposto unicamente a lavorazione meccanica.

Aggregato artificiale: di origine minerale derivante da un processo industriale che implica una modifica termica o di altro tipo.

Aggregato riciclato: risultante dalla lavorazione di materiale inorganico precedentemente utilizzato nelle costruzioni. Possono derivare ad esempio dal trattamento:

  • delle scorie di fondo degli impianti di incenerimento (IBA)
  • delle scorie di acciaieria
  • di terreni contaminati

Hanno diverse caratteristiche, necessitano di molta più attenzione in tutte le fasi di gestione (accettazione, trattamento, cessione, etc.), ma possono essere richiesti per usi diversi (in particolare legati) e possono essere venduti a prezzi maggiori.

Gli Impieghi di Aggregati Riciclati e Artificiali

CONFORMITÀ E IDONEITÀ

Un aggregato (naturale, riciclato o artificiale) è conforme alla norma armonizzata (ad es. UNI EN 13242 o UNI)

EN 12620) quando il produttore ha• rispettato i requisiti della norma (attuare un controllo della Produzione in Fabbrica, classificare le caratteristiche, dichiarare la conformità) idoneo se soddisfa i requisiti specifici per l'uso previsto (UNI 11531-1:2014 o Circolare 5205/05• Minambiente per la costruzione di strade; UNI 8520-2:2016 e UNI 11104 per la produzione di cls )

SETTORI DI IMPIEGO Tutti i materiali da costruzione devono essere conformi alle norme di prodotto armonizzate redatte dal CEN per gli aggregati; ogni tipologia di impiego ha la sua norma di prodotto a cui essere conforme; esistono poile norme che fissano l'idoneità tecnica degli aggregati a determinati usi. La stragrande maggioranza degli aggregati riciclati è marcata UNI EN 13242, la grande maggioranza degli aggregati artificiali è marcata UNI EN 12620.

CONTROLLI SUGLI AGGREGATI RICICLATI/ARTIFICIALI Le norme armonizzate europee sulla marcatura CE dettano precise

Indicazioni sulle modalità di campionamento degli aggregati di recupero (UNI EN 932-1 e UNI EN 932-2). Il lotto di produzione deve avere volume massimo di 3.000 m³ ma esiste una enorme difficoltà a prelevare campioni rappresentativi. Mentre sono indicate chiaramente tipologia e frequenza di prova per i parametri fisico-meccanici, la normativa sul recupero dei rifiuti è "interpretabile". La frequenza fissata dal DM 5/2/98 è annuale, mentre appare logico (necessario!) dare informazioni su ogni lotto prodotto.

AGGREGATI PER USI SCIOLTI

Tipico impiego per aggregati riciclati, più complesso per aggregati artificiali; EoW con marcatura CE e ecocompatibilità (test di cessione solitamente); Idoneità fissata dalla norma UNI 11531-1; Aggregati artificiali da scorie e ceneri possono non essere conformi al test di cessione del DM 5/2/98; Aggregati riciclati possono avere problemi con i solfati ed il COD (costituenti, non contaminanti!).

AGGREGATI

PER CLS

Tipico impiego per aggregati artificiali, più complesso per aggregati riciclati;

EoW con marcatura CE senza test di cessione;

Esistono limitazioni all'impiego di aggregati riciclati in funzione della tipologia di aggregato e della classe di resistenza e di esposizione ambientale del calcestruzzo (UNI 11104 e NTC 2018);

Per classi di resistenza medie (C20/25) e aggregati composti in gran parte da cls si possono impiegare fino al 60%, per classi di resistenza basse (C8/10) fino al 100%.

Sebbene sia ormai consolidato che gli aggregati riciclati garantiscano le medesime caratteristiche prestazionali degli aggregati naturali impiegati nelle opere stradali, la loro origine dai rifiuti induce nel potenziale utilizzatore una istintiva diffidenza, basata purtroppo anche su pratiche illecite che si sono verificate talvolta nel nostro Paese. Molti riciclatori improvvisati hanno comportato danni ingenti di immagine a tutto il settore.

Nel 2016 è stato pubblicato dalla DG GROW

dellaCE un documento per aiutare tutte le Pubbliche Amministrazioni ad inquadrare correttamente il problema:EU Construction & Demolition Waste Management Protocol.

LE NORME TECNICHE ARMONIZZATE EUROPEE SUGLI AGGREGATI E LA MARCATURA CE

Negli ultimi dieci anni sono state pubblicate dal CEN una serie di norme tecniche armonizzate europee suidiversi impieghi degli aggregati, in ognuna di esse si specifica che gli aggregati possono essere di tretipologie (naturali, riciclati o artificiali) senza discriminazioni. Il produttore deve rilasciare una dichiarazionedi conformità alla norma armonizzata. Esistono delle caratteristiche armonizzate da includereobbligatoriamente nella dichiarazione.

MARCATURA

Dal 24/4/11 è in vigore il Regolamento Europeo 305/11 che ha abrogato la Direttiva europea sui prodotti dacostruzione 89/106/CE, ed è obbligatorio applicarlo dal 1/7/13. Le opere di costruzione devono essereadatte all'uso cui sono destinate, tenendo conto in particolare

della salute e della sicurezza delle persone interessate durante l'intero ciclo di vita delle opere. Le opere di costruzione devono soddisfare i presenti requisiti di base: - Resistenza meccanica e stabilità - Sicurezza in caso di incendio - Igiene, salute e ambiente - Sicurezza e accessibilità nell'uso - Protezione contro il rumore - Risparmio energetico e ritenzione del calore - Uso sostenibile delle risorse naturali Per gli aggregati i requisiti di base sono: - Resistenza meccanica e stabilità - Igiene, salute, ambiente - Uso sostenibile delle risorse naturali Le prestazioni devono essere garantite dal fabbricante con la marcatura CE. Al fine di apporre la marcatura CE, il produttore deve istituire un adeguato sistema di controllo della produzione in fabbrica (FPC) con il quale deve essere in grado di garantire un controllo continuo sulla propria produzione, sia dal punto di vista squisitamente tecnico (prove di laboratorio) sia da un punto di vistadell'organizzazione del lavoro. Il fabbricante per immettere il prodotto sul mercato deve accompagnare gli aggregati (anche su Web) con una Dichiarazione di Prestazione (DoP) che contiene:
  1. Il riferimento del prodotto-tipo per il quale la dichiarazione di prestazione è stata redatta;
  2. Il sistema o i sistemi di valutazione e verifica della costanza della prestazione del prodotto da costruzione di cui all'allegato V;
  3. La norma armonizzata usata per la valutazione di ciascuna caratteristica essenziale;
  4. Se del caso, il numero di riferimento della documentazione tecnica specifica usata ed i requisiti ai quali il fabbricante dichiara che il prodotto risponda;
  5. Gli usi previsti del prodotto da costruzione, conformemente alla specifica tecnica armonizzata applicabile;
  6. L'elenco delle caratteristiche essenziali secondo quanto stabilito nella specifica tecnica armonizzata per l'uso o gli usi previsti dichiarati.
Per ciascun utilizzo il Regolamento 305/11 impone la

La marcatura CE degli aggregati prevede due percorsi per l'attestazione di conformità (il sistema 4 e il 2+) in funzione del tipo di uso previsto. Il primo coinvolge solo il produttore in una sorta di autodichiarazione, completamente sotto la propria responsabilità; il secondo, sempre sotto la piena responsabilità del produttore, coinvolge anche un organismo notificato che certifica l'efficacia del sistema FPC.

LEZIONE 20 – Il bambù (10/12/2021)

Come anticipato, questa lezione parla del bambù e fa parte della parte II del corso. Parliamo di un materiale simile al legno, in alcuni casi ha proprietà superiori.

Innanzitutto, partiamo da una breve introduzione su che cos'è il bambù. È una specie di erba, appartiene alla famiglia delle graminacee con alcune caratteristiche decisamente peculiari: ha una fioritura tra 10 e 100 anni, una fioritura decisamente lunga perché alcune specie di bambù possono

fiorire una volta ogni 60/100 anni; molto particolare anche la velocità di crescita che è di 3-100 cm al giorno; come altezza raggiungono tra i 10-30 m con un diametro che varia tra i 3 mm e 30 cm (a seconda poi della particolare tipologia especie possono avere delle caratteristiche veramente diverse). Sono veramente tante specie: 70 generi e 1200/1500 specie di bambù nel mondo. Per quanto riguarda la loro localizzazione, la maggior parte delle specie si trova in Asia (700 specie), ma anche in America latina (400 specie) e in numero minore in Africa (50 specie). Il numero di specie differenti è veramente notevole, questo rappresenta forse il limite maggiore quando si tratta di definire degli standard e delle normative che prevedono il bambù come materiale da costruzione.

Il bambù è anche un materiale estremamente particolare per quanto riguarda la struttura. Innanzitutto, il fusto verde nell'immagine è chiamato culmo,

è intervallato da anelli bianchi chiamati nodi, i quali dividono in aree il fusto: ogni area prende il nome di area internodale. Oltre al culmo risulta essere estremamente interessante la parte che cresce sottoterra, il rizoma che appunto costituisce la struttura sotterranea del bambù con un aspetto molto simile al culmo, perché possono essere presenti anche quinodi e internodi. Dal rizoma si sviluppano sia delle radici che dei germogli. È una struttura complessa sia per quanto riguarda la parte emersa sia quella sotterranea. Ancora una caratteristica significativa è l'apice del rizoma che ha una forma appuntita è una parte estremamente dura e resistente che permette al rizoma di penetrare e diffondersi velocemente nel suolo. In generale, il ruolo del rizoma è di supportare e dare stabilità alla struttura della pianta, di farla espandere e di trasferire l'energia necessaria per la crescita della pianta. Da questa struttura.

La bambù è costituita principalmente dal culmo e dal rizoma. Vengono poi riconosciute due tipologie diverse di bambù: la running bamboo e la clumping bamboo. La differenza sta nel rizoma!

Nel caso della running bamboo, il rizoma ha la capacità di crescere orizzontalmente, spesso con velocità sorprendenti, per cercare umidità e luce solare. Ogni internodo contiene un gemma dormiente da cui si potrà sviluppare un nuovo rizoma che potrà avere direzione orizzontale oppure dare origine a un tubo verticale. Il rizoma nella configurazione del running bamboo può avere una velocità di crescita molto importante, può raggiungere i 5 m in un anno e lo stesso rizoma può dare origine a più culmo. Tutte queste informazioni per dire che il running bamboo può essere estremamente invasivo.

Questa caratteristica lo differenzia, invece, dalla seconda tipologia (clumping bamboo) in cui il rizoma è completamente diverso: non abbiamo

l'estensione orizzontale, ma un rizoma che ha una morfologia

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Publisher
A.A. 2021-2022
184 pagine
3 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ING-IND/22 Scienza e tecnologia dei materiali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher falcone-susy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sostenibilità di processi e prodotti nei materiali per l'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Palmero Paola.