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Estratto del documento

CARBON FOOTPRINT DI ORGANIZZAZIONE

L’impronta di carbonio: la quantificazione delle emissioni di as serra è il primo passo verso la riduzione/ compensazione

e quindi verso la Carbon neutrality.

Prodotto- UNI EN ISO 14067: 2018 GAS ad effetto serra, impronta climatica dei prodotti, requisiti e linee guida per la

quantificazione.

Organizzazione - UNI EN ISO 14064-1: 2019: Gas ad effetto serra, parte 1: specifiche e guida, al livello

dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra e della loro

rimozione.

UNI EN ISO 14064-1: 2019 - CATEGORIE DI EMISSIONE:

- Emissioni dirette

- emissioni indirette da energia importata

- emissioni indirette da trasporti

- emissioni indirette da prodotti usati dall’organizzazione

- emissioni indirette dai prodotti dell’organizzazione

- altre emissioni indirette (es, costruzioni degli impianti, estrazione dei compustibili, trasporto dell’energia elettrica)

L’organizzazione deve: quantificare e rendicontare le emissioni significative in tutte le categorie, l’esclusione di emissioni

indirette significative deve essere giustificata. Il livello di incertezza nella quantificazione varia molto, es. rispetto a ETS.

Devono essere conteggiate separatamente: emissioni non biogeniche, emissioni biogeniche antropogeniche, emissioni

biogeniche non antropogeniche.

Il processo di audit: le regole sono definite dalla UNI EN ISO 14064-1: 2019

1- valutazione preliminare dell’inventario GHG

2- analisi strategica e analisi dei rischi

3- sopralluogo

4- completamento dell’analisi documentale

5- riesame indipendente

6- emissione della dichiarazione di verifica

Sostenibilità e partecipazione

L’introduzione del concetto di sviluppo sostenibile ha però richiamato in causa i valori legati al coinvolgimento del

cittadino nella gestione del cittadino nella gestione del proprio spazio, tema fondamentale nella lotta politica degli anni

60-70, che oggi ha invece assunto valori diversi. Agenda 21 locale: Per esempio è uno strumento di partecipazione

istituzionalizzato, molto conosciuto, importante e fortemente legato all’attenzione per l’ambiente. Si tratta di un

documento di intenti e obiettivi programmatici sull’ambiente, l’economia e la società, sottoscritto da 178 paesi alla

Conferenza delle nazioni Unite di Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo (1992).

Il nome Agenda 21 fa riferimento alla volontà di programmare nel tempo le attività a al fatto che tali attività di sviluppo

sostenibile avvengono nel 21° sec.

E’ importante notare che il capitolo 28 del documento individua il ruolo decisivo delle comunità locali nelle politiche di

sviluppo sostenibile. L’agenda 21 locale è un processo di individuazione di uno scenari di sviluppo di medio-lungo

periodo e delle sue modalità di attuazione, attraverso attività che coinvolgono rappresentanti di gruppi di interesse locali

(di cittadini, professionisti, imprenditori) sulla base di conoscenze analitiche fornite da un rapporto sullo strato

dell’anbiente e sulle condizioni socio-economiche contestuali. Strumento principale dell’agenza 21 sono i forum. Nei

decenni scorsi, diverse sono state le iniziative collegate.

Tra le iniziative avviate in Italia per promuovere Agenda 21: città sostenibile dalle bambine e dei bambini. Un

interessante esperienza condotta dal nostro dipartimento nell’ambito di questa iniziativa è stata il Laboratorio di

progettazione partecipata del comune di san Bartolomeo al mare anni 2001-2004.

Negli ultimi anni, la partecipazione alla progettazione, costruzione e gestione dello spazio pubblico sta conoscendo un

successo crescente anche in forme non istituzionalizzate e libere che sembrano, soprattutto alcune circostanze, più

capaci dell’urbanistica tradizionale di fornire risposte efficaci per risolvere problemi urgenti in contesti degradati,

abbandonati, sottoutilizzati. Si tratta di un’occasione per designer e architetti che possono giocare un ruolo importante

in queste esperienze di progettazione partecipata degli spazi urbani.

I progetti partecipati di questo tipo sono sostenibili da diversi punti di vista; ad esempio:

- mirano a rivitalizzare / riutilizzare risorse territoriali abbandonate /degradate /sottoutilizzate

- si basano spesso sull’impiego di materiali di recupero

- spesso concorrono all’inserimento del verde in ambito urbano

- svolgono un’azione importante (anche dal punto di vista educativo) in relazione alla cura dello spazio pubblico.

Cafè sur place: Bordeaux; dal 2012; progetto realizzato in 2 settimane, in uno spazio pubblico sottoutilizzato,

dall’associazione Yakafaucon, coinvolgendo gli abitanti del quartiere, il gruppo di progettisti Collectif e il Comune che

ha concesso l’uso provvisorio dello spazio urbani. Utilizzati elementi mobili che i cittadini potevano modificare a

seconda delle loro esigenze.

Place au changement; realizzazione in 6 settimane dal 2011, sempre del Collectif realizzata a seguito di un concorso

Saint Etienne per rivitalizzare provvisoriamente uno spazio urbano. Si tratta di una tappa preliminare per una future

costruzione; l’idea era quella di disegnare sulla piazza la pianta di uno dei futuri piani dell’edificio. La cittadinanza è

stata coinvolta con una serie di riunioni e workshop (falegnameria, giardinaggio, pittura, disegno) anche perché potesse

esprimersi su come fare il futuro edificio.

Byo at the BQE: evento promosso da varie associazioni e collettivi architetti-designer, realizzato nel 2010 con il fine di

trasformare lo spazio pubblico inutilizzato sotto il BQE a Brooklyn, in uno spazio utile alla comunità. L’evento consisteva

in un posto comunitario, su un tavolo lungo 15 m creato riutilizzando pallet di scarto.

Insert___ here: iniziativa lanciata dall’artista americano Eve Mosher per segnalare con una freccia gialla luoghi urbani

sottoutilizzati nei quali si vorrebbero cambiamenti.

Red swing project: progetto avviato nel 2007 da un gruppo di studenti di architettura ad Austin, in Texas, che consiste

nel collocare altalene rosse in contesti urbani sottoutilizzati per attirare l’attenzione dei cittadini. Ormai diffuso in tutto il

mondo.

Open bricolage: iniziativa del 2011 dei gruppi di progettisti romani Orizzontale, Lab Falegnameria e studio superfluo, per

rivitalizzare uno spazio urbano inutilizzato a Roma attraverso il coinvolgimento della cittadinanza.

RUS Niamey: è un parco giochi autocostruito nel 2011 a Niamey, in Nigeria da 60 volontari, nel centro culturale Omaru

Ganda. lo scopo era quello di trasformare il luogo dove venivano bruciati i rifiuti in un parco giochi per bambini

riutilizzando proprio rifiuti.

Public House- The reunion: realizzato a Londra nel 2012 in uno spazio inutilizzato adiacente alla ferrovia per iniziativa

dei proprietari del lotto, con il gruppo di progettisti Exytz e l’ampia partecipazione dei cittadini. Realizzati spazi pubblici

con bar, cucina, piscina, sauna.

Passage 56: progettazione e realizzazione partecipata condotta dall’Atelier d’architetture autogeree con materiai di

recupero per la riqualificazione di uno spazio pubblico a Parigi nel 2007.

Lent space: paco pubblico provvisorio realizzato nel 2009 a Manhattan, New York, per iniziativa del Lower Manhattan

Cultural Coucil, con pareti mobili per rendere lo spazio flessibile per i cittadini. Le piante sono state sistemate nella città

quando l’area è stata sgombrata.

Raumlaborberlin: L’Aia (Olanda), 2012, padiglione provvisorio per il Today’s Art festival, realizzato in 4 gg con tanti pallet

quanti ne ritira un fornitore ogni giorno a L’Aia, con la collaborazione dei Refunc architects. Dopo lo smontaggio i

materiali sono stati restituiti e reimpiegati.

Riciclab: esperienza didattica di progettazione e costruzione diretta di un piccolo manufatto ad uso pubblico,

sperimentazione di un approccio sostenibile per il ricorso a materiali di recupero e di scarto, esperienza di rapporto con

i diversi attori del processo (committenti, uffici tecnici, utenti-partecipazione), creazione di un proficuo rapporto tra

università e enti locali, in un momento critico per la mancanza di risorse.

Fonti fossili e rinnovabili: politiche, risorse, strategie

Le unità di misura energetiche:

ENERGIA- capacità di un sistema fisico (atomo, molecola, essere vivente, macchina) di compiere lavoro, si misura in

joule. 1 joule è il lavoro che effettua la forza di 1 Newton per spostare il suo punto di applicazione di 1 m nei suoi stessi

direzione e verso. 1 joule equivale al lavoro necessario per alzare da terra, a un metro, un oggetto di 120g, circa un etto.

Quando parliamo di energia termica si usa normalmente la caloria come unità di misura caloria è la quantità di energia

necessaria per innalzare di un grado centigrado 1g di acqua distillata alla pressione atmosferica.

Molto usato è il multiplo Kilocaloria o grande caloria, le cosiddette calorie alimentari sono le Kilocalorie. Quando si dice

che un panino con l’hamburger ha 450 calorie vuol dire che ha 450 kcal ovvero 450.000 cal.

Esiste una corrispondenza tra le due forme di energia: fu il fisico Prescott Joule a dimostrarla attraverso uno strumento.

Le unità di potenza: kiloWatt, calorie all’ora.

1 Watt (W)= 1 Joule al secondo

1 Kw = 1000 W

Nel nostro campo, per l’energia, si usa molto il kWh= kilowattora= energia sviluppata dalla potenza di un kW che agisce

per un ora.

Le fonti energetiche per essere utilizzate devono essere trasformate nelle forme idonee alle necessità dell’utenza. In

ogni processo di trasformazione energetica non tutta l’energia in ingresso viene utilizzata una parte di energia si

trasforma in calore che, in generale, non è utilizzato (ed è dunque una perdita), per risparmiare energia si può:

aumentare il rendimento- riducendo le perdite, recuperare e riutilizzare il calore sviluppato.

Fonti energetiche esauribili: il crescente fabbisogno energetico mondiale è, ad oggi, prevalentemente soddisfatto

attraverso l’impiego di fonti non rinnovabili di origine fossile: soprattutto petrolio ( con il quale si copre circa il 35% della

totale produzione energetica), poi gas naturale (intorno al 34% molto cresciuto). Le fonti fossili non solo sono esauribili

ma sono già in via di esaurimento: nei prossimi decenni, quasi sicuramente, non saranno più in grado di soddisfare, con

i ritmi attuali, le esigenze espresse dallo sviluppo economico mondiale. La disponibilità di petrolio era stimata nel 2017

in 41,6 anni, quella di gas in 60,3 anni e quella di carbone in 133 anni.

PETROLIO: attualmente la fonte energetica più utilizzata a livello mondiale (grazie alla sua facilità di produzione,

trasporto e stoccaggio oltre che alla struttura del sistema energetico ormai calibrato proprio sul massiccio impiego di

questa fonte), oltre a far registrare u

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Publisher
A.A. 2020-2021
32 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlottaadani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sostenibilità ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Profumo Giorgia.