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XC XC
XC
LDA
δE δE XC
LDA XC E
= [ρ(r)] + ρ(r) [ρ(r)]
V (r) = XC
XC δρ δρ
E
dove [ρ] definisce la exchange-correlation energy per singolo elettrone di un sistema Jel-
XC
lium uniforme, con densità ρ = ρ, ottenuta esattamente da metodi MC. L’approssimazione
I
sarà perciò esatta per un tale sistema. Il metodo permette di descrivere bene la struttura
a shell, i legami chimici forti (covalenti) entro l’1% dal risultato sperimentale, le frequenza
vibrazionali (1-5% dall’exp) et cetera. Permette inoltre di computare la struttura a bande,
sottostimando i gap energetici di un 30−40% e lo spessore della banda di circa il 10−20%.
I maggiori difetti dell’approssimazione risiedono invece in un’elevata sovrastima dei legami
deboli, come gli intermolecolari e in particolare il legame H, e nelle differenze energetiche
tra differenti fasi chimiche. Questi fallimenti portarono inizialmente ad un abbandono
della DFT da parte della società dei chimici, fino all’introduzione dell’approssimazione
GGA, Generalized Gradient Approximation Z
GGA
' |∇
E [ρ] E [ρ] = drf (ρ(r); ρ(r)|)
r
XC XC 36
dove viene introdotta anche la dipendenza funzionale dal gradiente della densità.
L’approssimazione può essere usata per una famiglia di funzioni, ognuna utile al fine
di riprodurre delle determinate condizioni.
[Perdew/Burke/Erzerhof, PRB 77, 3865 (1996) ]
6 Teoria della risposta lineare
Tutte le misurazioni fisiche locali, che vengono effettuate su un sistema quantistico macro-
scopico, sono evidenziate dal processo di osservazione ad un tempo t e posizione r di una
0
perturbazione locale, provocata dall’applicazione di una forza esterna ad un tempo t < t
0
e in un intorno di r . In generale la risposta di un materiale può essere espansa in serie di
potenze dell’intensità di queste perturbazioni e, se questa risulta essere abbastanza pic-
cola, è possibile isolare soltanto il primo termine lineare. L’informazione sulla risposta può
essere racchiusa nelle variazioni di energia totale del sistema, per cui, derivandola rispetto
alle diverse perturbazioni, è possibile ricavare le rispettive suscettività lineari e non. Ad
esempio, la forza applicata sugli ioni prende la forma
∂E −F
= I
∂R I
dove R definisce la posizione dello ione, ovvero identificando l’applicazione di un gra-
I
diente sulle coordinate di un determinato nucleo. Derivando ulteriormente si ottiene un
tensore di ordine due detto force constant matrix
2
∂ E ∂F I
−
= = D IJ
∂R ∂R ∂R
I J J
che definisce il punto di partenza per la costruzione delle eccitazioni fononiche in ap-
prossimazione B-H armonica. Sotto queste condizioni la matrice si dimostra essere reale e
simmetrica, per cui le frequenze fononiche saranno identificate dagli autovalori λ mediante
i
p
la relazione ω = λ /M . L’approssimazione armonica permette di descrivere soltanto
i i
fononi stazionari, ovvero oscillazioni stabili nel tempo; per descrivere il decadimento o
interazione dei fononi è necessaria la anharmonic force constant
∂D
IJ
−
D =
IJK ∂R
K
37
Per l’applicazione di campi elettro-magnetici esterni, si definisce la risposta lineare in
termini dei vettori di polarizzazione elettrica e magnetica
∂E ∂E
1 1
−P −M
= =
Ω ∂E Ω ∂B
dove, per ottenere le risposte per unità di volume, si è diviso per le dimensioni della
cella unitaria, essendo l’energia totale calcolata in funzione di questa. Il vettore di polar-
izzazione elettrica sarà a sua volta una funzione del campo elettrico stesso, poiché questo
modifica la disposizione delle particelle all’interno del mezzo; la relazione tra i due si ot-
tiene in termini del tensore di suscettività elettrica
2
∂ E
1
−
χ =
ij Ω ∂E ∂E
i j
che si riduce ad una costante per materiali isotropi e omogenei. Il parametro risulta es-
sere relazionato alla costante dielettrica relativa del mezzo come = + χ. Nel caso
I
r
di applicazione di un campo dinamico, per tenere in considerazione anche i casi di as-
sorbimento, il vettore polarizzazione elettrica è considerato immaginario, ottenendo una
funzione dielettrica a sua volta immaginaria. La componente reale descriverà la costante
dielettrica, mentre l’immaginaria sarà relazionata al coefficiente di assorbimento.
Figure 5: I grafici mostrano un andamento tipico della parte immaginaria e reale della
funzione dielettrica per un isolante. Nel primo si identificano i picchi dovuti ai fononi (low
ω) e agli eccitoni, successivamente vi è l’assorbimento dovuto al superamento dell’energia
di gap. Gli eccitoni corrispondono a stati eccitati in cui un elettrone è eccitato nella
banda di conduzione, ma risulta legato alla lacuna che ha preso il suo posto, ovvero
si instaura un’interazione idrogenoide (opportunamente schermata) tra i due, riducendo
l’energia dello stato eccitato, a differenza delle coppie create a ω > ω , dove le due
gap
particelle sono indipendenti. Nel secondo grafico sono evidenziati li stessi effetti sulla
∞
costante dielettrica, definendo la statica come il valore a ω = 0. Si definisce inoltre (ω)
r
la costante dielettrica misurata per frequenze superiori a quelle richieste dalle eccitazioni
fononiche, ovvero a fissate posizioni nucleari.
38
Derivando ulteriormente il vettore di polarizzazione si ottengono i contributi non lineari
di qualsiasi ordine 2
∂ P
(2) i
χ =
ijk ∂E ∂E
j k
Analogamente, per l’interazione radiazione-materia, le derivate del terzo ordine dell’energia
totale permettono di ricavare informazioni sui processi anelastici, ad esempio la risposta
2
|A|
Raman, per cui il picco Stokes maggiore presenta un’ampiezza data da , con
∂χ
αβ
Iαβ
A = ∂R
I
Le eccitazioni anelastiche sono dovute alle interazioni fononiche, ma presentano delle re-
gole di selezione differenti dal classico assorbimento, infatti il parametro in gioco è la
polarizzabilità e non più la polarizzazione.
6.1 DFT e teoria perturbativa
La DFT rappresenta uno strumento potente per la computazione dell’energia di ground
di un sistema. Il primo approccio al calcolo della risposta di un mezzo potrebbe allora
essere quello di applicare un processo di derivazione al risultato da essa ottenuto. In re-
altà si utilizza un’approssimazione per l’analisi delle suscettività, che consiste nell’usare
la teoria perturbativa, ovvero considerare la perturbazione esterna molto piccola, in modo
da computare le variazioni dell’energia totale rispetto a questi stimoli
δE
λ −
E = E + (λ λ̄) + ...
λ λ̄ δλ λ= λ̄
e ottenere le derivate di ogni ordine semplicemente dai termini dello sviluppo per λ piccoli.
Ciò richiede ovviamente che le grandezze da derivare siano differenziabili. In questo modo
si possono isolare le risposte lineari e si ottengono alcune comode proprietà:
i Ottenimento di equazioni chiuse in termini degli autovalori dell’hamiltoniana Kohn-
Sham H .
KS
ii Descrizione di perturbazioni monocromatiche, come fononi o eccitoni, nello spazio di
Fourier k con lunghezza d’onda q. La teoria permette inoltre di descrivere queste
eccitazioni soltanto considerando la cella unitaria e non l’intero sistema. dE
iii In alcuni casi la funzione E (λ + ∆λ) non esiste, ma invece esiste la sua derivata .
GS dλ
Un tale fenomeno può essere osservato nel semplice sistema di un atomo idrogenoide
39
immerso in un campo elettrico. Il potenziale elettrico modifica quello nucleare come
in figura, portando ad uno stato di ground identificativo dell’atomo dissociato. Ciò
avviene grazie alla probabilità di tunnel dell’elettrone, che aumenta al diminuire della
barriera, ovvero all’aumentare del potenziale elettrico. Per intensità molto piccole lo
stato stabile si tramuta in uno risonante, ovvero presenta una larghezza di banda iden-
tificativa di un tempo di vita medio. Un tale stato non legato non può presentare
un’energia di ground, però è possibile interpretare la derivata di questa mediante un
trucco matematico.
Supponendo di aggiungere un cutoff, ovvero di limitare lo spazio in cui si descrive il
sistema ad una scatola di lato L, l’elettrone potrà allora avere uno stato di ground
bounded. Sotto questa condizione è possibile calcolare l’energia totale, per cui, ap-
plicando il rapporto incrementale, sarà possibile ottenere la suscettività ordinando i
limiti L L
−
E (E ) E (E )
∂E f ield f ield
= lim lim
∂E 2E
L→∞ E→0
F ield f ield
La teoria perturbativa permette in questa configurazione di ottenere buoni risultati.
Un ulteriore esempio è dato dai solidi. Un metallo finito soggetto ad un campo elet-
trico raggiunge uno stato stabile non appena l’accumulazione dei portatori di carica
compensa il campo esterno, fermando la corrente. Nel caso di un isolante, però, se
il campo non è abbastanza intenso, il non superamento del gap energetico non porta
al raggiungimento dello stesso stato stabile, necessitando cosı̀ della teoria perturbativa.
Considerando il parametro perturbativo λ associato al campo esterno, è possibile applicare
le equazioni di Kohn e Sham ottenendo la minimizzazione hn o i
DF T KS λ
E (λ) = min E ψ , λ = E ψ , λ
gs i i
{ }
KS
ψ
i 40
Le suscettività del primo ordine avranno la forma λ i
dE(λ) ∂E ∂|ψ ∂E
i
= +
λ i
dλ ∂λ ∂λ
∂|ψ
i
dove il primo termine si annulla per condizione di minimo dell’energia. Data la rapp-
resentazione esplicita dell’energia Z λ λ
E [ρ, λ] = T [ρ] + E [ρ] + drρ (r)V (r)
HXC EXT
si osserva che la dipendenza esplicita da λ è racchiusa solo nel termine esterno, ottenendo
N/2
λ λ
Z ∂V ∂V
∂E(λ) X
λ λ
λ
EXT EXT |ψ i
hψ |
= drρ (r) = 2 i
i
∂λ ∂λ ∂λ
i=1
dove è stato considerato infine un sistema non magnetico collineare. E’ possibile sem-
plificare il formalismo intro