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La quarta forma è l’istruzione burocratica indispensabile per le grandi organizzazioni formali che governano società
evolute e complesse. Nasce in Cina alla fine del I millennio per allontanare i militari dal potere politico. Fu introdotto il
sistema degli esami per accedere alla burocrazia imperiale e il titolo di studio sostituiva l’iniziazione e l’apprendistato per
accedere ad occupazioni privilegiate.
Ovunque è stata imitata la struttura tipica dei sistemi europei, presi a modello per la loro supremazia geo-politica ed
economica. La struttura del sistema scolastico si articola su 3 livelli:
Livello base (scuola primaria-elementare), un ciclo di base finalizzato all’apprendimento delle competenze cognitive di
base e e di regole di convivenza sociale.
Livello intermedio (scuola secondaria-media inferiore e superiore), in cui vengono fornite competenze cognitive
intermedie e competenze professionali. Essa ha una duplice origine: da un lato deriva dalla scuole d’elite pre-moderna e
comprende ginnasi, accademie e collegi che fornivano una preparazione generale finalizzata all’accesso all'università;
dall’altro deriva da varie forme di apprendistato occupazionale finalizzato all’apprendimento di competenze
immediatamente utilizzabili sul lavoro
Livello superiore (scuola terziaria-università), suddiviso in indirizzi diversi e finalizzato ad acquisire competenze
cognitive o professionali di tipo superiore e alla socializzazione a stili di comportamento. Il livello terziario comprende sia
facoltà universitarie derivanti dall’originaria istituzione medievale, sia facoltà universitarie nate successivamente. Ogni
ciclo di apprendimento successivo presuppone il precedente sia dal punto di vista sostanziale che formale. L’istruzione
secondaria dal 1960 ad oggi è praticamente universale, con partecipazione della popolazione pari all’80% e negli ultimi 4
decenni l’istruzione terziaria è passata dal 30% al 60%. L’espansione globale dell’istruzione superiore è un fenomeno
legato non solo allo sviluppo economico, ma anche alla variazione delle condizioni politico-culturali.
Se la scuola elementare è legata all'idea di sviluppo di stato nazionale gerarchico e chiuso, l’espansione della scuola
superiore è associata alla diffusione di ideali democratici universalistici ed alla formazione di una forza lavoro tecnicamente
competente ed autonoma nei comportamenti. L’espansione della scuola superiore assume la struttura di un processo di
contagio, ovvero un meccanismo espansivo le cui cause sono relative ad un calcolo di costi e benefici: i costi, grazie
all’intervento diretto ed indiretto dello stato, si sono ridotti. E poiché il mercato lavoro non offre opportunità di impiego, la
scuola diventa la migliore opportunità. Un altro motivo per cui è aumentata la scolarità è perché dal 2° dopoguerra le
riforme della scuola ne hanno semplificato la struttura e ne hanno diminuito la selettività, riducendo il rischio di fallimento
ed aumentando invece la stima di concludere il percorso incominciato. Inoltre, il titolo di studio diventa più importante
perché definisce la posizione sociale del suo portatore. I livelli macro, cioè il contesto sociale in cui avvengono le scelte
individuali, sono la standardizzazione e la stratificazione. La standardizzazione si riferisce all’omogeneità dell’offerta
formativa su tutto il territorio nazionale. La stratificazione si riferisce a percorsi formativi differenziati soprattutto a livello
di scuola secondaria: percorsi più prestigiosi danno accesso all’università o occupazioni migliori. Dopo la seconda Guerra
Mondiale nella scuola superiore era visibile la stratificazione dei percorsi di studio: c’erano percorsi alti di tipo accademico
che conducevano all’università, e percorsi bassi di tipo professionalizzante che conducevano al mondo del lavoro. In Italia,
con la Riforma Gentile del 1923, la scuola era molto stratificata, mentre negli anni '60 è iniziato il processo di de-
stratificazione, precisamente nel 1962 con l’introduzione della scuola media unica triennale uguale per tutti sostenuta
dai partiti di sinistra e da imprenditori che chiedevano manodopera più qualificata. La de stratificazione è stata eliminata
nella scuola superiore solo nel 1968, con l’eliminazione del vincolo di accesso alle facoltà universitarie. Oggi c’è una netta
divisione tra formazione superiore accademica e formazione superiore di tipo professionale. Questo si vede bene in
Germania, dove i giovani già a 10 anni vengono suddivisi tra 3 percorsi scolastici e dove dai 14 anni la scuola secondaria
superiore è affiancata da un sistema di formazione professionale detta Ausbildung, che consente una rapida transizione dalla
scuola al lavoro. L’università è l’istituzione più antica, nasce in Prussia a inizio 1800 come luogo di formazione di élite. Le
università americane di oggi ed in numerosi paesi europei continuano nominalmente a vivere nella scia del modello
humboldtiano, dal nome del fondatore dell'Università di Berlino (1810), ovvero un'università che unisce ricerca e didattica
in nome del progresso della nazione, con l'esplicito mandato di formare l'élite. L’espansione scolastica in Europa è un
processo che presenta aspetti economici di grande importanza, ma sono soprattutto le cause strutturali non economiche che
vedono sistemi di istruzione superiore che non solo formano competenze, ma danno legittimità all’operato della classe
dirigente e ne selezionano i futuri membri. E’ un fenomeno di natura internazionale e globale, anche se i sistemi scolastici
rimangono nazionali anche nei livelli superiori.
Repubblica o mercato – Produzione e diffusione della conoscenza in Europa
La strategia di Lisbona del marzo 2000 definisce un obiettivo strategico ambizioso: diventare un’economia basata sulla
conoscenza tecnico scientifica (knowledge-based economy), più competitiva e più dinamica. L’obiettivo primario è la
competitività, la sostenibilità, il benessere e la coesione sociale. Il mezzo privilegiato per raggiungere questo obiettivo è
l'adozione di politiche in materia di ricerca e sviluppo. Le attività incentrate su scienza e tecnologia svolgono un ruolo
centrale nella nuova economia. Con il termine “Big Science” si intende il modo di organizzare la produzione della
conoscenza basato su una crescita esponenziale del personale impiegato in attività di R&S e su un notevole aumento di
budget pubblici destinati alla ricerca, che era prodotta da grandi istituzioni finanziate pubblicamente e impegnate in progetti
di carattere internazionale.
A partire dagli anni ’70 l’immagine miracolistica della scienza iniziò ad entrare in crisi a causa del mutato clima nei
confronti della scienza, in particolare legato timore sollevato dalla pressione sociale di un rischio di disastri nucleari e
deterioramento dell’ambiente. Come conseguenza si assiste ad un nuovo modo di produzione della conoscenza, basato sul
controllo di comitati, commissioni per monitorare gli impatti della tecnologia sulla società ed ambiente. Questo nuovo
modo di produzione è chiamato scienza post accademica e vede la collaborazione di aziende, università ed agenzie
governative. Con il termine “Scienza Modo 2” in particolare ci si riferisce al processo di produzione di conoscenza in cui
sono coinvolte competenze ed esperienze eterogenee e dove il controllo della qualità sulla produzione e sulla validità
scientifica è affidato ad una pluralità di attori. La produzione scientifica deve avere una sua giustificabilità sociale e vede
coinvolti sempre più i network internazionali. Anche il ruolo delle università è cambiato: alla missione di insegnamento e
ricerca si è aggiunta quella di partecipazione alla sviluppo economico, tanto che, specie quelle americane, hanno uffici che
creano centri di ricerca gestiti con imprese private. Con “Tripla Elica” si intende un modo di produrre la conoscenza che
vede la collaborazione di imprese, università e agenzie governative che danno vita ad altre istituzioni, a comitati etici e
uffici relazioni con il pubblico per gestire in prima persona il rapporto con i cittadini e l’opinione pubblica.
La ricerca scientifica è il mezzo con cui l’UE vuole raggiungere competitività, globalizzazione e crescita economica. Il
periodo che va dal 2° dopoguerra fino agli anni 1970 era caratterizzato dal boom economico, dalla mancanza di
disoccupazione, dalle politiche di keynes in materia di intervento a livello di gestione e controllo dello stato nell’economia.
Con le crisi petrolifere del 1973 e 1979, i problemi di inflazione produssero politiche volte alla ristrutturazione del
capitalismo, alla deregulation delle politiche neoliberiste e alla ristrutturazione del lavoro con la trasformazione dei processi
produttivi che ponevano al centro l’impiego della conoscenza e la conseguente affermazione del concetto di competitività.
Negli anni della crisi petrolifera si delinea la Terza Rivoluzione Industriale basata sulla rivoluzione delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione che a fine anni '70 iniziano ad assumere un ruolo endogeno nelle dinamiche della
crescita economica. Si è tanto più competitivi quanto più si è in grado di concentrare attività ad alto contenuto di
conoscenza e di tecnologia. Tecnologia e conoscenza determinano rendimenti di scala crescenti, migliorando il rapporto
capitale-lavoro. Se nell’industrialismo tradizionale i processi tecnologici erano orientati a massimizzare la produzione,
nell’era dell’inflazionismo i processi tecnologici sono orientati ad accumulare sia la conoscenza che ad incrementare la
stessa tecnologia, ad aumentare le risorse destinate alla produzione e alla trasmissione della conoscenza stessa tramite
istruzione, formazione e R&S.
Le politiche europee nell’ambito della produzione e diffusione della conoscenza scientifica risalgono all’istituzione
dell’Euratom siglato nel 1957 nel cui trattato si parla di ricerca nucleare e di diffusione delle cognizioni tecniche a livello
europeo, delineando le aree su cui si è concentrata anche successivamente l’azione dell’UE nel tempo: libera circolazione
degli specialisti all’interno della comunità, creazione di programmi comunitari di ricerca ed insegnamento, finanziamento di
ricerche, creazione di centri di ricerca comunitari, istituzione di programmi di finanziamento e coordinamento della ricerca,
creazione di regole comuni (brevetti e licenze d’uso) per i diritti di proprietà intellettuali. Con l’Atto Unico Europeo (AUE)
il progresso scientifico e tecno