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TRANSUCUTURALITÀ
Taylor - la cultura è la complessa totalità che include conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costume e
tutte le altre capacità ed abitudini che sono proprie dell’uomo come membro di una società.
La cultura è tutto ciò che non è natura, che deriva dall’umo, modelli di valori, norme, modelli di
comportamenti, usi, costumi, consuetudini, tutto ciò che è dell’uomo e che non trovo in natura; tutto ciò che
ha subito una trasformazione da parte dell’uomo.
Definizione di Klukhohn cultura come sistema di modi di vivere espliciti ed impliciti creatisi nella storia che
tende ad essere condiviso da tutti i membri di un gruppo.
I modelli sono: cognitivi (=presiedono alla conoscenza della realtà che ci circonda); valutativi (=so quelli che
permettono di fare scelte tra diverse opportunità di azione) e modelli operativi (=sono quelli che scegli qual
è l’azione da porre in essere). Quella di cui parleremo, non è la cultura dotta, non fa riferimento alla
scolarizzazione ma è il concetto di cultura degli antropologi.
La cultura può essere studiata, oltre che di per sé, ma anche mediante le dimensioni culturali : ovvero aspetti
particolari della cultura che permettono di comprendere la cultura e confrontarla con altre. Il primo a
compiere questi studi ed elaborare questo concetto di dimensioni culturali è Gert Hofstede, che fece uno
studio su dipendenti di una multinazionale, nelle varie unità in giro per il mondo. fu la prima ricerca che arrivò
alla pubblicazione delle dimensioni culturali, individuandone 4 a cui più tardi ne aggiunse una 5
(orientamento temporale). Le quattro dimensioni sono:
- Distanza dal potere
- Avversione all’incertezza
- Individualismo /collettivismo
- Mascolinità /femminilità
House invece fece un lavoro più analitico, ovvero compose queste dimensioni in varie dimensioni, ad esempio
M/F comprende sia l’egualitarismo di genere, sia il maggiore o minore orientamento alla performance sia la
maggiore o minore tendenza alla assertività. Un difetto di Hofstede è quello di non avere i valori delle
dimensioni in tutte le zone del mondo, perché questo fece si suoi studi c’era ancora il muro di Berlino, quindi
gli mancava una fetta del mondo in cui non c’erano aziende.
Noi studiamo però la ricerca Globe, fatta da House, fatta in 62 società/paesi in ogni paese ci sono studiosi,
coordinati dal tema di House, che hanno somministrato questionarsi e fatto interviste in profondità e quindi
raccolti i dai, rielaborati e poi condivisi con tutti gli altri Paesi. Questo permette di far fare la ricerca a chi è a
conoscenza di quella cultura e poi di fare i confronti a livello mondiale. Ha individuato 9 dimensioni, noi ne
vedremo 8 perché l’individualismo/collettivismo, House ne prevede due dimensioni (collettivismo in-group
e collettivismo istituzionale) 38
Le società sono state suddivise in 10 gruppi che sono i cluster a seconda dell’affinità culturale. Un cluster
strano è quello Anglo che
comprende l’Inghilterra ma anche i
paesi in cui la lingua parlata
prevalentemente è l’inglese e che
hanno questa affinità culturale sia
per affinità linguistiche, culturali
che derivano da emigrazioni
precedenti (ad esempio Australia,
Canada- solo quello anglofono- sud
Africa – solo il campione bianco-
USA..). la lingua è un elemento
determinate per la cultura.
Le variabili studiate sono state studiate facendo delle domande particolari con dei questionari e interviste in
profondità, in base a due differenti livelli:
1. Livello As is o Practices (com’è) : sostanzialmente è la misurazione di quella dimensione secondo
com’è percepita dall’intervistato
2. Livello Should Be o Values (dovrebbe essere): mira a vedere come secondo l’intervistato sarebbe
stato meglio che fosse, quindi l’aspirazione su come quella dimensione dovrebbe essere
Esistono innumerevoli definizioni di cultura, ma House ha la sua definizione di cultura: insieme di ragioni
condivise, valori, credenze, identità e interpretazioni di eventi significativi che derivano da esperienze comuni
dei membri di una collettività e in essa trasmessi di generazione in generazione (p.83). la cultura tende a
variare al variare delle collettività di cui essa è espressione. Sono tante le ricerche che hanno cercato di
mettere in evidenza questo, quelle più importanti sono quelle di Hofstede e House.
Di ogni dimensioni culturale bisogna sapere:
- definizione
- se c’è qualcosa da raccontare sulla dimensione o approfondimento
- tutte le dimensioni hanno una tabella con una serie di esempi di cose che capitano quando è alto o
basso l’indice della dimensione (non vanno sapute a memoria ma da sapere i punti che commenta)
– egli mette una tabella nel colpito e bisogna saper riconoscere la dimensione a cui si riferisce e se
l’indice è alto o basso
- Per ogni dimensione viene indicato dove ha un indice basso o alto e quindi saper fare almeno un
esempio di dove è alto e dove è basso
1° dimensione: DISTANZA DAL POTERE
DEFINIZIONE: Si tratta di una misura del potere influenza interpersonale tra A e B così come è percepita dal
meno potente dei due
È il grado di diseguaglianza nel potere fra un Individuo meno potente (I) e un Altro (A) più potente, dove I e
A appartengono allo stesso sistema sociale, più o meno fortemente interrelato (de. Di Mulder, 1977)
Hofstede la definiva in questo modo: è la percezione del grado di disparità di potere tra chi detiene quel
potere e chi vi è sottomesso. Hanno maggior indice di distanza dal potere, inaccessibile da chi occupa
posizioni più base. Un certo grado di disuguaglianza è proprio di qualsiasi società e qualsiasi epoca. Cos’è
quello che cambia? Ci sono culture che hanno un alto indice di distanza dal potere come ad esempio la Francia
in cui alcuni individui sono percepiti come occupanti un rango superiore, più elevato, a cui è connesso anche
un potere insindacabile, ritenuto anche giusto, è giusto che sia così anche se sono i francesi quelli della
liberté, fraternité, egalité, che hanno questo maggiore indice di distanza dal potere, chi sta sopra è anche
inaccessibile da chi occupa posizioni più basse. Al contrario nelle culture che hanno un più basso indice di
39
distanza dal potere per esempio i paesi scandinavi, nord Europa, Olanda, ogni individuo è apprezzato per ciò
che lui è in grado di offrire e le persone si aspettano tutte anche di poter accedere anche a livelli superiori. È
sicuramente più facile la mobilità sociale. House dimostra che l’accettazione di un certo livello di distanza dal
potere nelle varie società è correlato a 4 fenomeni:
1. Ruolo delle religioni e delle filosofie predominanti: Il ruolo delle religioni e delle filosofie
predominanti: ci sono religioni dove sono diffuse si individua che c’è un più alto indice di distanza dal potere,
per esempio nell’ambito del cristianesimo l’indice di distanza dal potere è maggiore nelle società dove
prevale la religione cattolica o dove prevale la religione protestante? La religione cattolica e perché? Nel
protestantesimo, non c’è un pastore, ma i pastori ruotano. Attenzione non tanto per il vangelo, ma per una
ragione di organizzazione: la chiesa cattolica è rigorosamente gerarchica e questo diversamente dalla chiesa
protestante. Ma se consideriamo religioni quali l’induismo: più alto è l’indice di distanza dal potere perché
l’induismo con le caste, è ovvio che influisce sulla distanza dal potere. Il buddismo richiama una forte
stratificazione sociale; il confucianesimo lo stesso quindi le religioni influiscono su questa dimensione.
2. Una tradizione di principi di governo democratico: in quelle società che hanno forti tradizioni
democratica è logico che sarà bassa la distanza dal potere rispetto alle società che invece hanno vissuto
lunghi periodi di scarsa democrazia.
3. Esistenza o meno di una forte classe media: l’esistenza di un grosso cuscinetto tra le classi sociali più
basse e quelle più alte, favorisce la mobilità sociale, è più facile passare dagli strati bassi a quello intermedio
o quello intermedio a quello superiore, piuttosto che passare da quello basso a alto. L’esistenza di un ceto
medio, di una numerosa classe media, è propria delle società che tendono a essere più pluraliste, dove è più
facile la mobilità sociale (per esempio Nord America, Australia, in tutta l’Europa Occidentale) e la sua
esistenza tende a far abbassare l’indice di distanza dal potere
4. Elevata percentuale di immigrati nella popolazione complessiva: fa scendere la distanza dal potere
perché prendiamo gli strati più bassi della società, l’immigrato si va a collocare alla base della piramide sociale
ma collocandosi alla base spingono in alto le classi sociali più basse. Questi fenomeni di immigrazione
tendono a far abbassare l’indice di distanza dal potere, tenete conto che poi si vengono a innestare processi
di acculturazione. Ci sono culture che da sempre hanno avuto forti processi di immigrazione (Canada, USA).
SECONDO PERIODO
Un altro fenomeno che Hofstede Aveva dimostrato ad essere correlato alla distanza del potere è il clima:
dimostrò che paesi con clima mediterraneo o tropicale hanno un indice più alto di distanza dal potere rispetto
paesi con un clima mite o freddo. Questo è legato al fatto che il clima influenza le relazioni, e alla
cooperazione che si può innestare per affrontare problemi generati dal clima, sull’ambiente.
Ancora un altro fenomeno, è collegato a questa dimensione la tecnologia informatica, che avrebbe favorito
il passaggio da organizzazioni più gerarchiche a organizzazioni più orizzontali con un minor bisogno di un top
manager che controlli il lavoro eseguito. Nelle culture dove è più presente la tecnologia, tende a diminuire la
distanza dal potere. I tecnici tendono, quando lavorano, a venire meno l’aspetto culturale della distanza dal
potere.
Bassa e alta distanza dal potere
- In Francia la gerarchia è un’inuguaglianza naturale, è naturale che sia così, ma attenzione dove è
basso l’indice di distanza dal potere non vuol dire che non ci siano differenze ma queste vanno
considerate come un’inuguaglianza di ruoli non di persone. Nella testa di chi vive in società con alto